~Cap.2

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~Cap.2

"Un errore perfetto, un diamante, un difetto, uno strappo che non si ricuce."

-Jovanotti

Non avevo intenzione di uscire dalla mia camera e di raggiungere quel ragazzino impertinente e i suoi ospiti. Ero ancora turbata per quello che poco prima era successo, il cuore mi batteva ancora forte e non avevo smesso di piangere da quando Zayn era andato via. Non aveva il diritto di trattarmi in quel modo, lui non poteva!

Una domestica di nome Luana però, poco dopo, era entrata nella stanza e mi aveva raggiunta sul letto, penso che avesse intuito tutto quello che era successo. Si sedette senza dire una parola e mi accarezzo i capelli con tutta la dolcezza del mondo, mi disse che conosceva il modo di fare di Zayn e che non avrei dovuto prenderla in quel modo, ma solo cercare di parlargli. Inoltre, mi consigliò di scendere al piano di sotto dove lui mi stava aspettando, che la cosa più sbagliata che potessi fare in quel momento era fare arrabbiare quel ragazzo. In quel caso, sarei stata davvero nei guai.

L'ascoltai, mi asciugai le lacrime e dopo essermi vestita Luana mi accompagnò in veranda, dove si trovavano Zayn ed altre tre persone, immaginai che quella fosse la sua famiglia.

Dietro la casa c'era un prato immenso, che non avevo avuto occasione di vedere, prima. Quando uscii fuori e li raggiunsi, tutti i loro sguardi si spostarono sopra di me, eccetto quello del ragazzo, che si era allontanato prima che uscissi.

-"Lei è Lorelay." disse Zayn, seccato, indicandomi.

-"I miei genitori non hanno sbagliato a firmare quel contratto, ora hai una ragazza con cui giocare come volevi." disse suo padre, mettendo due dita sotto il mio mento per guardarmi.

Una ragazza con cui giocare?

-"Ed è anche molto bella." sua madre. Mi sentivo come un trofeo da mettere in mostra, ma non lo ero, ero una persona. Peccato che nessuno sembrava volerlo capire.

Sapevo di non potere ribattere e rimanere con loro non mi sembrava la cosa più intelligente che potessi fare, così mi allontanai, ne avevo già abbastanza di tutto questo. L'unica speranza che mi avevo era che i suoi genitori avrebbero capito che il loro figlio stava avendo con me un comportamento del tutto inappropriato, ma quelle persone sembravano non avere un cuore e nemmeno una minima empatia.

-"Dove vai?" Zayn mi avvicinò a sé prima che potessi scappare, avvolgendo il mio polso con la sua grande mano.

-"Voglio solo stare un po' da sola." mi giustificai, anche se non avrei dovuto. Non riuscivo ad alzare lo sguardo verso di lui dopo ciò che era successo al piano di sopra.

-"Vai nel giardino, ma resta dove posso vederti." mi disse ed io annuii, prima di uscire da quella casa che già non sopportavo più.

Iniziai a camminare, osservando i fiori che contornavano il prato. Volevo già andare via da quel posto, non avrei più voluto provare le sensazioni di qualche minuto prima, era stato orribile, imbarazzante, quel ragazzo era stato in grado di distruggere la mia dignità e farmi sentire poco più di niente. Una lacrima scese sul mio viso e mi maledissi mentalmente per il mio poco controllo, non ero mai stata brava a frenare le mie emozioni e in quel momento piangere era l'unica cosa che mi faceva sentire libera.

-"Hey..." un ragazzo mi porse una rosa rossa, dopo avermi asciugato la lacrima.

La presi, accennando un sorriso, forse il primo e il più sincero di quel giorno. Era il ragazzo che c'era prima, in veranda. Mi guardò negli occhi, fui sorpresa dell'intensità del suo sguardo. I suoi occhi erano verdi e profondi, quasi brillavano, i suoi capelli erano ricci e castani.

Mine [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora