Capitolo 24

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Un mercato animato


Capitano sorrise in mia direzione, come a dire "Ottimo lavoro", e io fui fiera della mia vista imbattibile (a dir la verità non lo era mai stata, ma ora potevo vantarmene).

Corsi di sotto a recuperargli il bastone in modo che potesse camminare senza dover stare in equilibrio su una gamba sola. Quando tornai di sopra mi feci prestare il suo cannocchiale e guardai la striscia di terra nera che avevo avvistato. Era lunga e stretta, lontana da noi qualche centinaio di metri. La sua superficie era occupata da una vasta varietà di baracche e tendoni malridotti, da cui entravano e uscivano numerose anime di ogni razza e genere. Abbassai il cannocchiale e lo resi a Capitano.

- Credo si tratti dei famosi "bassi fondi" di cui parlava Pol. – dissi. – Lì troveremo suo fratello.

- Già. – rispose Beau, scrutando attentamente il posto. – Ma quelle catapecchie son davvero tante. Sarà meglio dividerci.

In quel momento, una delle tante anime torturate ci passò proprio davanti al naso, volando a bassa quota. Aveva almeno sei di quei Suppliziatori attaccati alla pelle. Ogni volta che brillavano, lui urlava di dolore.

- Aiutatemi, aiutatemi vi prego! – ci implorò, cercando di spostarsi verso di noi.

I Suppliziatori però non sembravano d'accordo e parvero trascinarlo lontano, su, sempre più su. Lui continuò a gridare e a chiamare aiuto.

- Non dev'essere una bella esperienza. – concluse Elia, storcendo le labbra.

- Tu dici? – sbottò Capitano. – Meglio muoverci, o il grassone ci darà in pasto alle lucciole come ha fatto con quel povero disgraziato. Lady Lovibond, rallenta o ci noteranno subito. Voialtri, continuate l'allenamento. Edo, vieni.

Ricominciai a tirare di spada con Elia, sbagliando qualche mossa di tanto in tanto, ma ce la cavavamo. Certo, non era come viverlo da un libro o farlo in un videogioco, ma avevamo le basi di "teoria", quindi non eravamo tanto male. Avrei voluto avere con me il mio amato quadernino giallo, per poter scrivere ancora di quella strana avventura. Presi un appunto mentale: volevo fare uno schizzo della Lovibond (umana e non) e della sciabola di William Kidd.

Avvicinandoci allo pseudo isolotto, iniziammo a sentire delle voci al di sopra delle grida dei dannati. Gente che urlava di comprare la sua merce, sussurri, chiacchiericci. Pareva una specie di mercato delle anime. Capitano notò un molo e chiese alla Lovibond di parcheggiarsi lì, in modo da permettere l'attracco e l'ancoraggio. Gettammo la pesante ancora assassina a mare (per così dire) e scendemmo a terra. Capitano e la Klabautermann afferrarono delle funi spessissime e le legarono al molo. Ecco a voi, isola misteriosa, la nave fantasma meno in forma del secolo!

Tutti guardammo Capitano, in attesa di ordini.

- Avete tutti le vostre armi? – chiese.

Noi le alzammo al cielo, fieri, ma lui ci fece cenno di abbassarle, allarmato. – Siete impazziti? Nascondetele! Non vogliamo che pensino che il nostro arrivo sia offensivo.

Ci porse delle guaine e ognuno vi mise le proprie lame, fermandole alla cintura.

- Bene. – sospirò il pirata. – Ora, dato che l'isola è piuttosto grande è meglio dividerci in due gruppi. Grid? Edo?

Accennai a un sorriso e andai al fianco di Capitano. Edo parve titubante. Nayela capì cosa stesse accadendo e prese tra le sue l'unica mano che gli restava. Edo fissò Capitano.

- Non posso lasciarla con loro, sono l'unico che la capisce. – affermò, deciso.

Capitano sospirò. – Fantastico. Allora, Lady Lovibond, tu starai con loro. Elia, tu vieni con noi.

La Scrittrice FantasmaWhere stories live. Discover now