Niente rabbia, niente tristezza. Non me ne importava nulla che i miei diciotto anni di vita fossero ridotti a dieci inutili scatole. Mi chiedevo se fosse normale, o quando era stato il momento esatto in cui avevo smesso di lottare e avevo iniziato a sopportare. Poi l'immagine di quella stanza buia e umida tornava, il dolore lancinante che avevo provato al ventre si fece così vivido da dover trattenere un urlo. E mi servirono da risposta. Mi dissi che non valeva la pena starsene a rammentare con nostalgia una vita che aveva smesso di appartenermi da tempo, una casa che non avevo mai considerato tale e conoscenze che si erano rivelati castelli di carta. Divenni consapevole del fatto che in realtà è quello che le persone normali fanno: pensano ai momenti felici, alle vecchie avventure e alle persone con cui si condividono dolci ricordi. Li rammentano con un po' di amaro in bocca ma con il sorriso sulle labbra. Ma non io, che la normalità non mi è mai appartenuta. «Dov'eri finita, Ashlie? » «Dove sapevo che non mi avresti trovata. » \\ Copyright © 2018 di Giada_Me
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