"Da piccola guardavo i grandi amarsi e pensavo che si limitavano a poco, che un amore come il loro era costretto dalle tradizioni, lontano da qualsiasi sogno fiabesco, mi piacevano le fiabe ed ero capace ancora di considerarmi una principessa, crescendo guardavo i miei amici "amarsi" per settimana o due e mi chiedevo perché all'inizio si ci buttassero con tutta l'anima e dopo si lasciassero come quando si torna dalle vacanze, soddisfatti dell'esperienza ma estremamente felici di tornare a casa. Quando, superata quella fase dell'adolescenza, arrivò il tempo maturo per le teste ancora 17enni, l'amore era visto come un cancro, faceva male a tutti e nessuno ne poteva uscire illeso, dicevano, forse, ma in tutto quel mistero e dietro ogni paura c'era un brivido dentro che mi percorreva, volevo provare, ma trovare l'amore non era di certo un impresa facile, soprattutto per una che non sapeva nemmeno ciò che stava cercando. Jacob Young, quinto anno, nuovo in città, trasferito da poco a tre passi da casa mia, occhi nocciola profondi, più alto della media, capelli rasati come un marines e fisico scolpito, lui fu il ragazzo che più mi fece avvicinare all'idea d'amore finché una telefonata non me lo portò via insieme a tutti i miei sogni nel cassetto. Col senno di poi, avrei voluto dare poco, non mettere radici in lui, perché essere stradicata mi ha fatto sentire esattamente vuota ed era vero: Non si muore, ma nessuno ne esce illeso."
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