capitolo 4

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Dopo un ora di lezione di storia dove per la prima volta avevo prestato più attenzione ai movimenti del mio compagno del banco affianco che alle parole del professor Chaney, ci congedarono, ma non potevo smettere di pensare a come quasi senza stare nemmeno attento Jacob cercava sempre un contato fisico con me: aveva iniziato attorcigliandosi una mia ciocca di capelli fra le dita, passando poi a torturare il mio bracciale di pelle nero che avevo sin da quando conoscevo Jasmine e J.D, poi si era poggiato sulla mia spalla cercando di concentrarsi sul professore e alla fine, quando il professore fece una breve sintesi di ciò che il romanticismo rappresentò nella scena politico-civile mi prese la mano, come se nulla fosse.
Ma non era tanto questo ad infastidirmi, quanto il fatto che non volevo smettesse malgrado avessi sbuffato per ogni cosa, ero ben felice che lui avesse queste necessità senza che se ne rendesse conto.
Non mi dava fastidio, era questo a darmi i nervi.

"Ci si vede più tardi?" Disse mentre raccoglievo le mie cose.

"Credo di si, abiti nella casa di fronte la mia, mio caro Romeo" dissi con un mezzo sorriso, ma non stavo flertando per nulla.

"Eh già, sono un ragazzo fortunato, campanellino" disse e poi accostando la bocca al mio orecchio disse: "stasera affacciati alla tua finestra campanellino ed avrai il tuo bacio della buonanotte" e sogghignò.

Io lo colpì alla spalla e risi a crepapelle quando il professor Chaney , che aveva assistito al nostro scambio di battute gli disse: " spero signor Montecchi che la prossima volta sia pronto a rivolgere le sue attenzioni alla bella Capuleti fuori dalla mia aula."
Amavo quel prof era un mito per tutti: non era troppo vecchio e non era come il prototipo del prof brutto grasso e puzzolente, era davvero sexy, con gli occhi verdi e un fisico che seppur non più da ventenne ma che faceva la sua figura e inoltre era unico nel suo lavoro, amava il rapporto con i giovani e la sua materia, amava espandere le proprie conoscenze era perfetto.

Uscita dall'aula mi raggiunse come un fulmine Jasmine: " mio fratello è fuori di sé, in aula era un fascio di nervi, dice che quel Young non è un bel tipo. Non è suo solito fare così lo sai bene, ha paura di un vostro possibile avvicinamento, ne sono sicura"disse tutto d'un fiato.

"Lo so, oggi ha cercato di marchiare il territorio, come un cane, facendo credere chissà cosa quando mi ha riportato il mio mp3, gli voglio bene ma finirò per ucciderlo se continuerà a fare credere a tutti che facciamo sesso insieme come voleva far credere stamattina a Jacob" dissi esausta.

"Cosa ha fatto?" Strillò e poi si guardò intorno.

Gli spiegai l'accaduto e lei scoppiò a ridere.

"Oddio, povero il mio fratellino"  disse in preda all'ilarità.

"Ti piace, vero?" Chiese maliziosa.

"Chi? Tuo fratello?" Chiesi io.

"No, il tuo vicino, dì la verità" spiegò

"È un tipo" risposi vaga, senza dire che il modo in cui mi sentivo in sua presenza mi spaventava perché ero fin troppo attratta.

"Possiamo dire che è il tuo tipo quindi?" Chiese proprio mentre J.D ci raggiungeva correndo.

"Diana, ho bisogno di parlarti" disse con il fiatone.

" Dimmi" risposi insicuro e con lo stomaco sottosopra, se avesse detto qualcosa riguardante i suoi sentimenti avrei sarebbe successo un casino.

" io..." fece per iniziare ma si bloccò a guardare la sorella, sollecitandola con lo sguardo ad evaporare.

"Okok,  vado tranquillo" disse lei indietreggiando e sentì il nodo nella mia gola stringersi ancora di più se possibile.

" scusa" disse infine. " per stamattina, intendo. Non so cosa mi sia preso, non volevo far passare niente per quello che non è, ma quel tipo non mi piace e cercavo di spezzargli le ali prima che spiccasse il volo, non so se intendi"

"Non lo conosci nemmeno, J.D, ma comunque, tranquillo non è stato nulla di grave e sono sicura che magari ti sei fatto guidare troppo dall'istinto" dissi abbracciandolo. " ti voglio bene, cucciolone mio"

"Sapessi quanto te ne voglio io piccola" disse cingendomi con forza.

"Io, te e Jasmine, resteremo per sempre così uniti, vero? Me lo prometti?"  chiesi con la paura in petto che per colpa mia tutto il nostro mondo fosse in bilico.

"Te lo prometto, Diana, nessuno ci separerà"

TATUATO SULLA PELLETempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang