capitolo 2

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Torno a casa con la sensazione di aver fatto qualcosa di sbagliato.
La chiacchierata con Jasmine su J.D e poi lo sguardo di lui, mi avevano buttato a terra, non perché non mi piacesse, sarei considerata un alieno se di questo si trattasse ma sentivo di non essere fatta per lui e non lo sentivo adatto a me in un concetto che andava oltre l'amicizia.
Fu anche per questo che non dormii là ed andai a casa anche se in tarda notte.
Avevo preso la scusa di alcuni libri che mi sarebbero serviti l'indomani a scuola e avevo chiesto a jasmine di accompagnarmi, lei non se l'era bevuta ma mi capiva.
Dovevo riflettere su cosa fare, su come salvare quello che c'era tra noi tre.

"Non ti allontanerai, vero?" Mi aveva chiesto la mia migliore amica con lo sguardo da cucciolo abbandonato.

" te lo prometto baby, ci vediamo domani, si risolverà tutto" dissi.
Apparentemente in realtà non c'era nulla da risolvere ma noi due ci intendeva e lei sapeva ciò che intendevo.

Mi aveva lasciato nella punta della via dove vi era casa mia e così mi immisi nella semi oscurità della notte, ero tranquilla finché un motore non rombò dietro di me, facendomi saltare dallo spavento.
Una Harley-Davinson wide glide mi si affiancò e si spense mentre da sotto il casco spuntava un angelo, o forse un demone non lo seppi con certezza, ma possedeva una bellezza mai vista e si capiva anche da quel poco che il faro illuminava.
"Tutto bene principessa?" Disse guardandomi con due bellissime pozze nocciola intenso.
Non mi scomposi e assunsi l'espressione più caparbia e sicura di me che avessi nel mio repertorio.

"Certo, ma temo un eccesso di diabete dopo quel nomignolo che fa parte di un ormai arretrata tecnica di abbordaggio" dissi e sorrisi al suo sguardo leggermente sbigottito per le mie parole, non era abituato alle ragazze che non cascavano ai suoi piedi a quanto pare, non che non avrei voluto far lo stesso ma ogni donna ha una dignità da imporre a se stessa ed agli altri.
Ad ogni modo quel suo stato non durò molto, di fatti, poco dopo fu pronto a rispondere.
"Calma campanellino, volevo soltanto sapere come stavi? Norma dei buoni vicini, no?" Disse e a quelle parole collegai: era lui il ragazzo/mio nuovo vicino di cui aveva parlato Jasmine quella stessa sera. "Tu sei la figlia dei Crowner, giusto?" Continuò non vedendomi rispondere.

"Ehm... si, scusa non sapevo vi foste trasferiti, in realtà, mi sembravi un altro che si voleva atteggiare con la sua bella moto" dissi leggermente imbarazzata.

"Senti non dovrei rivolgerti più la parola per via dell'esserti limitata all'aggettivo "bella" per questo gioiellino, ma ti perdonerò" disse e scoppiammo a ridere entrambi e dopo un po' riprese: "piacere Jacob Young"
E mi tese la mano.

"Diana crowner, anche se temo che tu lo sappia già" dissi afferandogliela.

" È un piacere conoscerti Diana"  disse con uno dei sorrisi più affascinanti che avessi mai visto.

"Come hai fatto a riconoscermi? Insomma che io sappia non ci siamo mi visti né presentati"

"L'altro giorno i tuoi hanno invitato i miei ad un aperitivo di benvenuto, sono andato anch'io e c'erano alcune tue foto appese ai muri, quando ti ho visto ho fatto 2+2 e il resto lo sai" disse scrollando le spalle.

"Mi dispiace di essermi rivolta in modo sgarbato poco fa, so bene che non è il miglior modo di dare il benvenuto a qualcuno" dissi e gli rivolsi un sorriso.

"Non ti preoccupare, diciamo che me lo sono pure meritato e poi sei così bella che potrei pure perdonarti" scherzò ammiccando.

"Oddio mio caro, ma a che epoca sei rimasto, quando hai tempo fammi uno squillo che ti do qualche consiglio su come abbordare una ragazza e sulle frasi da evitare" scherzai io.

"Quindi mi dai già il tuo numero? E io che temevo avrei dovuto faticare per ottenerlo" disse ridendo.

"Sei proprio un caso perso" risposi e risi anch'io. "Comunque, per qualsiasi cosa sai dove trovarmi, ora vado, altrimenti i miei si preoccupano, li ho chiamati poco prima di arrivare e mi staranno aspettando" dissi.

"Okay, ma fammi sapere quando sei libera, magari potrei farti provare la mia piccola" rispose mentre mi allontanavo.

Scoppia a ridere e dissi: "Buonanotte Young"

"Buonanotte campanellino" urlò di rimando per essere certo che lo sentissi e accese il motore passandomi accanto nel momento stesso che apri il portone.

Era davvero un bel tipo, fin troppo bello...

TATUATO SULLA PELLEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora