The Maze Runner: Una Ragazza...

By bethemoon

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❝Sei diversa, Mack, sei speciale. Il futuro dell'umanità dipende da te e dai tuoi amici.❞ [The Maze Runner: I... More

➡ THE MAZE RUNNER: Una Ragazza nella Radura
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➡ S O U N D T R A C K
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━ Capitolo 30
━ Capitolo 31
━ Capitolo 32
➡ EPILOGO

━ Capitolo 22

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By bethemoon

▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬
| Thomas e le sue visioni |

Mi svegliai due ore dopo. Erano giorni che non dormivo così profondamente. Mi mossi sul letto senza volermi alzare, era troppo comodo. Ma avevo delle cose da fare, così mi alzai, mi misi le scarpe e mi avvicinai alla porta. Sentii delle voci dall'altro lato, riconobbi quella di Alby e quella di Newt. Stavano parlando di qualcosa di privato e decisi di ascoltarli.

―Alby, è distrutta, davvero... non sai come si sente per ciò che è successo― disse Newt.

―Si, ma adesso Minho è nell'infermeria e non potrà ritornare nel Labirinto. Ed è il miglior Velocista che abbiamo― disse Alby. Seppi che quello era il momento perfetto per parlare con lui, così uscii dalla capanna.

―Mack... ti sei svegliata― disse Newt che era saltato in aria, e allo stesso tempo sembrava imbarazzato dalla possibilità di averli sentiti parlare.

―Si, mi puoi lasciare un momento con Alby? Devo parlare con lui, per favore― dissi seria. Il biondo strinse la labbra in una linea sottile e si allontanò.

Alby sospirò e incrociò le braccia, guardandomi serio.

―Alby... mi dispiace, davvero. Sono stata un'irresponsabile, ti sei fidato di me, ti avevo promesso che nessuno si sarebbe fatto del male e che avrebbe funzionato. Ho fatto un casino... mi sento male e... avevi ragione. Era una pazzia. Dev'esserci un'altra uscita, ti prometto che non ci proverò più se è quello che vuoi e... mi farebbe piacere se mi perdonassi, è stato uno sbaglio. Ti chiedo scusa― dissi, sincera. Ma sapevo che chiedere scusa non bastava.

―Già... so che non è finita come avresti voluto. E puoi stare tranquilla, Minho sta bene, non potrà correre per un paio di giorni ma sta bene. E fortunatamente anche tu stai bene― disse mettendomi una mano sulla spalla―. Ciò che faccio, lo faccio per voi, è mio dovere proteggervi. So quello che hai visto, so di Thomas... ma non possiamo precipitarci, dobbiamo continuare, e poi ci inventeremo qualcosa. Capito?

―Lo capisco― dissi annuendo.

―Bene, adesso va a trovare Minho, so che vuoi andare― disse facendo un passo indietro.

Sorrisi e mi allontanai da lì in direzione dell'infermeria. Quando arrivai, aprii la porta con attenzione, vidi a Scott addormentato, come sempre, e ad una paio di letti di distanza c'era Minho. Mi avvicinai a lui e mi sedetti al suo fianco.

―Ciao― dissi guardando il suo braccio fasciato.

―Ciao― rispose lui, muovendo leggermente le dita della mano.

―Come ti senti?― la domanda sembrò stupida.

―Bene, la ferita è profonda ma si sta rimarginando― disse sospirando.

―Ti fa molto male?― chiesi, ricordandomi come aveva gridato quando la bestia l'aveva attaccato.

―Abbastanza da ricordarmi che è sempre lì― rispose facendo spallucce.

―Minho... mi dispiace, sono stata stupida a lasciarti prendere la lancia, era la mia missione. Il mio lavoro, e tu ti sei fatto male. Perché hai insistito nel farlo tu?― sapevo che l'aveva fatto perché non sapeva usare l'arco. Ma non avrei dovuto permetterglielo comunque.

―Non volevo che ti facessi del male. Vedi, questo sarebbe potuto succedere a te... ho promesso a Newt che ti avrei protetto, e l'ho fatto― le sue parole furono come un pugno in pieno stomaco.

―Cosa?― chiesi, sentendo come la rabbia cominciava a crescere―. Newt ti ha chiesto di farlo?

―No, beh, è mio amico e... era preoccupato, non riusciva a smettere di pensare che poteva succederci qualcosa e gli ho promesso che non ti saresti fatta niente. E questo ho fatto― Minho si era deciso a prendere la lancia per proteggermi, per calmare Newt. Mi offesi parecchio.

―Wow― dissi alzandomi indignata.

―Eh, non prendertela con Newt, è stata una mia decisione― disse fermandomi.

―Non sono arrabbiata con Newt, sono arrabbiata con entrambi― dissi girandomi, arrabbiata.

―Ma perché?― chiese senza capire.

―Perché non vi fidate di me, caspio, credete che non sia capace di farlo! So la missione è l'unico motivo per il quale sono qui. Ed è questa, se non volete accettarlo, va bene. Ma non me lo impedirete― risposi arrabbiata, e dopo me ne andai di lì.

Camminai in giro per la Radura arrabbiata, fortunatamente non incontrai Newt, mi faceva male il fatto che non mi appoggiasse. Vidi a Frypan in cucina e decisi di aiutarlo per farmi passare l'arrabbiatura. Lo aiutai a servire il cibo nel piatti posizionati per i tavoli. Poco a poco cominciarono ad arrivare i ragazzi e si sedettero. Presi il mio piatto e mi sedetti difronte a Chuck e Thomas. Minho arrivò a si sedette alla mia destra, nemmeno un minuto dopo Newt si sedette alla mia sinistra.

Tutto sembrava normale, Chuck e Minho dicevano stupidaggini mentre Newt rideva, fino a quando si rese conto che non ridevo con lui come sempre.

―Eh, stai bene?― chiese, avvicinandosi al mio orecchio per discrezione.

―Si, si sto bene― risposi leggermente innvervosita, ma lo dissi a bassa voce.

―Eh... sicura?― chiese guardandomi, girai la testa e mi ritrovai a osservare i suoi occhi... no, no, no e no. Non avrei ceduto al suo fascino. Ritornai a mangiare e lui non insistette.

Fu in quel momento che notai come mi guardava Thomas. Non sapevo a che cosa stesse pensando, ma non spostava lo sguardo, e se credeva che non me ne fossi accorta, si sbagliava. Lo guardai un paio di volte e spostò lo sguardo sul cibo, imbarazzato. Non volevo essere precipitosa ma Thomas non sapeva che io e Newt stavamo insieme. Se lo stavamo davvero, visto che le coppia si rispettano e si fidano l'uno dell'altro. E Newt non lo faceva. Invece, una cosa che sapeva fare molto bene era essere geloso. Si accorse degli sguardi di Thomas e mi guardò un paio di volte confuso. La situazione mi metteva a disagio... e stare a disagio mi innervosiva.

―Ma questo che vuole?― sussurrò il biondo. Lasciò la forchetta e mi prese la mano che avevo poggiato sul tavolo, con delicatezza. Probabilmente per fare capire a Thomas che ero la sua ragazza.

―Thomas― dissi allontanando la mano.

―Si?― chiese confuso e sorpeso dal fatto che gli stessi parlando.

―Mi accompagneresti un momento?― chiesi con un sorriso, sentivo su di me lo sguardo confuso e infastidito di Newt. Era geloso, e mi piaceva. Soprattuto perché ero arrabbiata con lui.

―Eh... io?― chiese, facendo cadere la forchetta.

―C'è un altro Thomas?― chiesi alzandomi. Il ragazzo dubitò un attimo prima di alzarsi per seguirmi. Uscimmo dalla cucina e mi diressi verso il bosco.

―Dove andiamo?― chiese rallentando il passo.

―Dove nessuno ci ascolterà― risposi lanciandogli uno sguardo.

―Cosa?― chiese fermandosi.

―Andiamooooo― dissi alzando gli occhi al cielo. Thomas era bello, ma piuttosto testardo.

Camminammo fino ad arrivare al bosco, ci adentrammo un poco e poi mi fermai. Anche lui lo fece e mi guardò senza capire.

―Che vuoi?― chiesi incrociando le braccia sul petto.

―Io? Che vuoi tu? Mi hai trascinato nel bosco... non so che pensare― disse, con sfiducia. Come se lo stessi per violentare.

―Dio mio, è perché così nessuno ci ascolterà, voglio che tu mi dica perché mi guardi tanto.

―Eh... non è niente― disse, grattandosi il retro del collo.

―Ah, no? Beh, non sai mentire― dissi inarcando un sopracciglio.

―Non mento― disse nervoso.

―Thomas... io e Newt stiamo insieme, lo sai, no?― chiesi, cercando di chiarire la situazione.

―Cosa? No, no, no. Non è questo― rispose, negando, a disagio.

―Va bene, e cos'è, allora?― chiesi, alzando entrambe le sopracciglia.

―È...― cominciò sedendosi su un tronco―. Complicato, o meglio, una pazzia.

―Credimi, non mi sorprenderesti. Se solo ti raccontassi...― dissi sedendomi al suo fianco.

―Va bene... probabilmente sto diventando pazzo. E probabilmente non mi crederai... ma ti conosco― disse, muovendo nervosamente la gamba.

―Mi...? Mi conosci?― chiesi confusa.

―Beh... o meglio, ti ho vista― disse appogiando i gomiti sulle ginocchia.

―Dove?― chiesi, accigliandomi.

―Nei miei sogni. Delle specie di... visioni.

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