Princess ||Harry Styles #Watt...

By Sofia_Pasquali

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Una ragazza che era una principessa. Si chiamava Sofia e stava per diventare regina quando ci fu un colpo al... More

Introduzione
Prologo
One: The new job
Three: Some rules
Four: Double identity
Five: Are you afraid of me?
Six: HS
Seven: One upon a time i was light
Eight: She is me
Nine: Good morning
Ten: Fragments of the past
Eleven: Who are you, Lily Richard?
Twelve: Help me, Harry
Thirteen: You are the darkness
Fourteen: Darkness can't help darkness, only light can
Fiveteen: I don't need you
Sixteen: I need you, Lily
Seventeen: And now, i'm telling you my story
Eighteen: Five days
Nineteen: I'm so sorry
Twenty: "I'm not a Hero i'm not a Princess"
Twentyone: Nightmare
Twentytwo: Dear Harry
Twentythree: Kiss me
Twentyfour: Goodmorning princess
Twentyfive: Go away
Twentysix: Darkness and light
AVVISOOOO LEGGETE VI PREGO
Twentyseven: Broken
Twentyeight: Truth
Twentynine: Now i'm here
Thirty: Together
Thirtyone: Talk with me, please.
Pensieri
ATTENZIONE VI PREGO

Two: So, are you my bitch?

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By Sofia_Pasquali


Mi risvegliai a letto con il pigiama. Pensai a come avessi fatto e poi mi venne in mente: Liam.

Mi alzai dal letto e legai i miei capelli in una cipolla arruffata e fatta velocemente; poi infilai le ciabatte a forma di coniglietto e scesi in salotto trovando sul divano Liam.

"Buon giorno dormigliona- guardò l'orologio e poi guardò me- anzi buonanotte" non capii immediatamente la sua battuta fin quando non guardai anche io l'orologio che segnava l'una e quaranta di notte.

"Oh mamma perché ho dormito tutto questo tempo? E perché tu sei ancora qui?" Mi avvicinai a lui per poi sedermi sul divano.

"Eri stanca, continuavi a dire di aiutarti e non volevo lasciarti sola. E poi.." Abbassò lo sguardo e poi anche il tono della voce.

"E poi cosa?" Cercai il suo sguardo e, quando lo incrociai, gli sorrisi.

"E poi oggi è l'ultima volta che posso stare con te. Se da domani starai a casa di quel signore, io non potrò di sicuro venire a trovarti".

Sospirai per poi poggiare la testa sul suo petto e sdraiarmi con lui. Liam portò le sua braccia attorno a me riscaldandomi e facendomi sentire bene.

Aveva ragione, se dal giorno dopo sarei dovuta stare con quello, non sarei mai riuscita a stare con Liam.

"Ci vedremo la mattina al collage, non mi può vietare anche quello. E poi io ho bisogno di te, ricordi?" Sospirai con aria triste.

"Insieme siamo più forti, insieme siamo invincibili. Noi contro il mondo ed il mondo contro di noi. Insieme contro tutto. Questa non è solo una promessa, questa è la nostra promessa che mai violeremo e che nel cuore per sempre porteremo" sussurrò per poi stringermi più forte, mentre io, dopo di lui, ripetei la nostra promessa.

Chiusi gli occhi rimanendo tra le sue braccia.

Finalmente in pace. Solo lui sapeva farmi stare così.

La pace prima della tempesta, così si dice, vero?

Se lui è la mia pace, chi sarà la mia tempesta?

---------

"Svegliati pigrone!" Urlai davvero forte nell'orecchio di Liam, il quale sussultò facendomi scoppiare a ridere.

"Ma che cavolo!! Lily...che fai, sei pazza?" Si svegliò improvvisamente guardandomi con un'aria molto assonnata che, però, mi fece ridere di più.

"No..io pensavo di essere Lily...cavolo ho un tumore al cervello che fa in modo che mi dimentichi le cose... aiuto!!" Lo guardai spaventata cercando di non ridere e portai una mano sulla fronte fingendo di svenire.

"E dopo questa tua pessima battuta, possiamo anche prepararci per andare" rise per poi alzarsi sbadigliando.

Camminò verso la cucina dandomi le spalle, così valutai la distanza e decisi di farlo. Iniziai a correre finché non mi trovai al punto giusto per saltargli sulla schiena. Liam mi afferrò velocemente e scoppiò a ridere.

"Smettila scema o faremo tardi...tu non vuoi far arrabbiare il professor Robbinson, vero?" Disse facendomi scendere dalle sue spalle.

"E chi lo sa?" Chiesi con un'aria sarcastica per poi andare a prendere due tazze e versare dentro il latte.

"Ehi Lily- mi chiamò Liam girandosi con un pacco di biscotti in mano- pensi che quello da cui dovrai andare...sì, ti farà diciamo del...del male?".

Serrai la mascella guardando un punto fisso e pensando a tante situazioni nelle quali mi sarei potuta trovare.
E la situazione descritta da Liam era una tra quelle probabili.

"Sì" affermai continuando a guardare un punto fisso.

Poi non parlai. Ero troppo presa a pensare cosa sarebbe accaduto, come si sarebbe comportato, che fine avrei fatto. Ero spaventata, triste, incazzata. Ma soprattutto ero demoralizzata poiché non potevo farci nulla. Non potevo agire.

Il silenzio aveva preso il sopravvento.

Non poteva vincere il silenzio.

Così cercai di risollevare l'umore di entrambi.

"Ma è una possibilità, io sono una ragazza fortunata e quindi non succederà" risi istericamente per poi posare la tazza. "Vado a vestirmi" sorrisi a Liam e mi avviai verso la camera.

Entrai e chiusi la porta a chiave e mi poggiai con la schiena alla porta. Chiusi gli occhi.

"Salve a tutti, oh mio popolo. Oggi siete tutti qui per l'incoronazione di mia figlia, Sofia".

Dice papà dalla terrazza.

"Mamma ho paura...E se non mi volessero? Se pensassero che sono troppo piccola? Se il vestito non andasse bene?" Chiedo a mamma guardando il mio vestito color blu oceano.

Ha una grande gonna con un corpetto stretto che porta dei piccoli inserti di pizzo. I miei capelli sono legati in una acconciatura così complicata che non ho mai capito mai come fosse fatta. Non porto trucco, odio truccarmi.

"Ehi piccola, andrà tutto bene. Anche io sono stata proclamata regina a soli quattordici anni, è una tradizione" dice sorridendomi.

Ho sempre voluto essere come mia madre. Capelli neri e occhi di un verde smeraldo che incantano qualunque uomo e qualunque donna. E poi lei è gentile. Tutto il reame l'ama.

"Okay mamma, grazie" sorrido per poi uscire dalla camera e dirigermi in terrazza da mio padre.

Quando mi affaccio vedo tante persone che appena mi vedono, iniziano ad esultare.

"Salve a tutti" saluto e vedo mio padre felice, orgoglioso della sua bambina.

"Bene, davanti al nostro popolo, chiedo a te, Sofia Maria Cristina De Las Quarejas, di recitare il nostro giuramento".

"Io, Sofia Maria Cristina De Las Quarejas giuro solennemente di amare, rispettare e guidare questo popolo che è dinanzi a me. Lo giuro non solo per poter diventare la vostra regina, ma anche per poter essere la persona che nei momenti di bisogno si prenderà cura di voi e vi aiuterà a superarli. Io sarò per voi una madre, una sorella ed una amica. Sarò la vostra sicurezza e la vostra armatura. Sarò me stessa e vi guiderò finché sarò in grado di poterlo fare, finché non avrò istruito i miei discendenti ad essere capaci e a meritarsi il mio posto, finché voi non sarete al sicuro. Sarò questo per voi, sarò la vostra regina" dico guardando mio padre che ha una lacrima che riga il suo viso.

Mio padre prende la corona e me la pone sulla testa e poi dice:"ecco a voi Sofia, la regina di Maraquiza" e tutti applaudono.

Quelle parole le pensavo seriamente. Per questo un giorno sarei riuscita a tornare al mio paese, perché avevo fatto un giuramento. Avevo giurato di guidarli.

-----------

Il professore stava spiegando una lezione sui composti chimici ed io ero stranamente attenta ed a ogni domanda rivolta alla classe, ero l'unica a rispondere.

La lezione passò velocemente e suonò la campanella. Ora di pranzo.

"Com'è che oggi fai la secchiona?" Chiese Liam dandomi una piccola spinta mentre stavamo uscendo dalla classe.

"Perché voi gente con quoziente intellettivo pari a zero, non sareste stati capaci di rispondere" dissi prendendolo in giro.

"Mi scusi mio genio" rispose facendo un piccolo inchino.

"Sei un cretino" dissi scoppiando a ridere fin quando vidi la faccia di Liam indurirsi. Guardai dritto davanti a lui e lo notai.

Il ragazzo riccio di ieri.

"Ehi guarda chi si vede, la ragazzina che non sa tenere a freno la sua linguaccia". Disse una volta arrivato davanti a noi.

"Senti, se hai finito di rompermi i coglioni cercando di istigarmi, allora io andrei via che mi stai dando il voltastomaco" risposi alzando gli occhi al cielo e prendendo Liam per mano cercando di superare il riccio.

"Mi sa che non ti hanno insegnato le buone maniere da piccola" disse il ragazzo ostacolandomi il passaggio.

Serrai la mascella cercando di calmarmi.

"Senti, oggi sono alquanto nervosa e non ho bisogno di uno stronzo come te che stia qui a farmi innervosire ancora di più".

Il riccio davanti a me rise solamente, ma non fu una risata simpatica, anzi era inquietante, cupa e maligna.

Poi si avvicinò a me, posò una mano sul mio fianco e sussurrò al mio orecchio: " Attenta a giocare con il fuoco, che poi ti bruci le mani". La sua voce era bassa e profonda, leggermente roca, ed era una voce che ti metteva terrore anche solo nel pronunciare una parola.

Detto ciò il ragazzo mi superò e se ne andò, lasciandomi solo ad annusare quel forte odore di menta mista a tabacco e a pensare al casino nel quale mi ero messa.

——-

Arrivata a casa mi preparai per andare al mio nuovo "lavoro", feci la mia valigia tra le lacrime e la paura.

Poi suonarono alla porta ed io andai ad aprire ritrovandomi davanti Mark.

"Pronta Baby?" Mi sorrise e non riuscii a non fare una faccia disgustata in risposta alla sua domanda.

Poi salii in macchina con lui mettendo, prima, le valige nel portabagagli.

Il viaggio non fu molto lungo e quando arrivai salutai Mark scendendo dalla macchina e prendendo le valigie.

Sentii la macchina di Mark che se ne andava sgommando sulla strada, mentre io mi trovavo a cinque metri dalla mia tempesta.

Attraversai il vialetto e bussai alla porta.

Quando la porta si aprì, vidi una donna un po' più bassa di me, la pelle scura. Era straniera.

"Salve, lei è?"chiese.

"Lily, Lily Richard" sospirai affranta.

"Ah, salve...entri pure e mi lasci la roba" disse facendomi entrare e prendendo la mia valigia.

"La sua camera è di sopra e la sta aspettando il padrone".

"Grazie" ringraziai con un finto sorriso e iniziai a salire le scale.

La casa era enorme. Quando arrivai al piano superiore si aprì davanti a me un corridoio al quale erano collegate tante porte che portavano ad altre camere.

Decisi di entrare in una camera la cui porta era aperta.

Era bellissima. Aveva le pareti rosa e c'era un letto simile al mio quando ero nel mio regno. Sembrava una camera da vera principessa e di sicuro era di una bambina.

Almeno una parte bella in questa storia c'era, io amavo i bambini.

"Cosa cazzo stai facendo qui? Non puoi entrare qui dentro" disse una voce alle mie spalle ringhiando. Riconobbi immediatamente quella voce.

Mi girai di scatto e i miei sospetti vennero confermati.

Il ragazzo riccio.

Vidi i suoi occhi scuri, diventare grandi e la sua espressione da arrabbiata, sorpresa.

"Ah, quindi sei tu la mia puttana personale" chiese.

Odiavo quel ragazzo e avrei voluto tirargli un calcio nelle palle, ma non potevo.

"Vorrei risponderti come meriti, ma ti devo dire: sì, mio signore" abbassai la testa.

"Bene, allora sei intelligente. Ora esci da questa camera del cazzo e vatti a cambiare. Non voglio che in casa mia tu sembri una puttana che vive per la strada" disse e tenendo la testa bassa uscii da quella camera. "Mettiti nella terza camera, quella con la porta blu" dice. Stavo per andare quando mi sentii afferrare per un polso e immediatamente mi ritrovai attaccata a lui.

Sentii il suo respiro sulle mie labbra per quanto fosse vicino e la sua stretta sul mio polso stava iniziando a fare male, ma non volevo lamentarmi.

"Comunque io non so il tuo nome" disse guardando i miei occhi.

"Lily, Lily Richard" sussurrai deglutendo rumorosamente.

"Piacere Lily. Io sono Harry Styles e stai per vivere il tuo incubo peggiore".

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