Stars Align// Calum Hood

By LenaRailgun

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"Mi volto e caccio un urlo: davanti a me ci sono io. Ovvero, il mio corpo, che si sta toccando i capelli, i v... More

Killer Queen
A kind of magic
How to (not) be Calum Hood
How to (not) be Kate Clifford
Reputation
Do I wanna know?
Crush
Kate's first date
Smokies
Sincerity is scary
Contact
You need to calm down
So confusing, am I insane?
Under pressure
This must be the place
Push me away
Somebody else
The Shadow
Blood and tears
The real Kate Clifford
Deneb, Altair, Vega
We have someone calling us back home
Battle lines
No control
Speak now
To the stars
Kasasaghi
Epilogo

Escape

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By LenaRailgun

(Calum)

Mi ritrovo ad aprire gli occhi, confuso. Quand'è stato che li ho chiusi? Stavo dormendo? Sono disteso a terra, ed osservo la stanza dove mi trovo, cercando, nella mia testa, di collegare gli ultimi avvenimenti di cui ho ricordi. Ero a scuola oggi, giusto? Ah già, ho litigato con Kate. Strano, come se fosse una novità. E poi? Lentamente, mi alzo, cominciando a riprendere i sensi e realizzo ora che non so dove mi trovo. Il respiro si fa pesante e mi ritrovo a guardarmi attorno con il cuore in gola. Sono in una stanza scura, buia, illuminata da una fioca luce gialla che lascia moltissimi angoli in penombra. Agitato, mi alzo, barcollando, e sentendo solo in questo momento un dolore atroce al fianco. Gemo, alzando la felpa ed esaminando il nuovo livido giallastro che è comparso sulla pelle candida di Kate.

«Ti piace?»

Sobbalzo sentendo la voce profonda di un uomo, fin troppo familiare. Mi volto e stringo i pugni nel vedere Brian che, purtroppo, non è solo. È circondato da uomini che non ho mai visto in vita mia.

«Dove sono? Cosa...cosa?» balbetto, avendo in mente troppe domande in questo momento. Brian è seduto in una poltrona di pelle scura, con in mano un calice di vino rosso. Se lo porta alla bocca, senza smetterla di guardarmi, cosa che mi fa tremare ancora una volta. Che cosa vuole da me?

«Sei allo Smokies, nel mio ufficio» parla pacato, appoggiando il calice sul tavolino che ha di fianco a lui. Sposto l'attenzione su gli altri uomini dentro la stanza: sono cinque e non ho mai visto nessuno di loro prima di oggi. Ma loro mi guardano come se mi conoscessero bene. Sono così terrorizzato che non riesco a reagire in nessun modo, e rimango in attesa di una qualsiasi parola da parte di qualcuno, che mi spieghi cosa ci faccio qui, e come ci sono finito. Ricordo che stavo uscendo da un'aula a scuola, quindi come sono arrivato qui?

«Vuoi sapere chi sono questi gentili signori?» chiede retorico Brian, facendomi chiaramente capire come lo farebbe in qualsiasi caso, indipendentemente dalla risposta che darò. Mi ritrovo, quindi, ad annuire, con la gola completamente secca.

Sul volto di Brian compare un ghigno che mi mozza il fiato: non riesco ad immaginare come potrò uscire da qui. Non riesco a proiettarmi in avanti. Vorrei urlare, ma non ho la voce.

Brian si volta verso il primo uomo alla sua sinistra, dai capelli neri crespi raccolti in una coda bassa. Mi osserva con i suoi occhi neri, tenendo le braccia muscolose incrociate.

«Partendo dalla mia sinistra, piccola Kate, ti presento Pete, Jack, Jim, Lance e Joe» me li indica con un cenno e io sento i loro sguardi su di me. Non riesco a dire nulla, quindi rimango in silenzio.

«Non li hai mai visti prima?» mi chiede Brian, riponendo lo sguardo su di me.

Scuoto il capo, stringendo il lembo della felpa tra le mani.

«Tutti loro hanno qualcosa in comune: odiano tuo padre, Kate.»

Stringo le mani ancora di più nella felpa, tremando: quando lasceranno in pace Kate per tutti gli errori compiuti dal padre? Non merita questo. È una ragazzina come tante, e merita di rimanere tale.

«Cosa volete da me?» dico, ma la voce trema per la paura.

Un ghigno compare sul volto di Brian, facendomi presumere il peggio.

(Kate)

Corro a perdifiato, con Micheal dietro di me. Entro dal cancello e percorro a grandi falcate il vialetto, deserto. Un tempo non mi sarei mai nemmeno sognata di uscire da scuola prima del suono dell'ultima campanella; ultimamente è un miracolo se riesco a rimanerci per due ore. E non è questo che avevo in mente: avrei voluto riuscire a risollevare la reputazione di Calum in qualche modo. Ma è decisamente più importante riportarlo indietro. Non importa fare quello che consideri giusto: andrei fino all'inferno per riportarlo a casa. Corro per i corridoi, non sento minimamente la stanchezza, il dolore alle gambe chissà, forse Zhinu mi sta dando la forza in qualche modo. Luke mi sta aspettando appoggiato alla porta dell'aula dove abbiamo parlato ieri, con le braccia conserte. Non riesco a rallentare e caccio un urlo mentre appoggio le braccia al muro per fermarmi ed attutire l'urto, urtando la spalla.

«Sei un disastro» commenta Luke, senza scomporsi.

Mi massaggio la spalla con sguardo contrariato, guardando Luke, in attesa dica qualcosa.

«Cos'è successo?» chiedo subito, non avendo per nulla pazienza.

Luke scuote il capo.

«La verità è che non ne ho idea» commenta, sospirando e grattandosi la nuca, nervoso.

«Kate!»

Mi volto osservando Micheal arrancare per le scale con il fiatone. Le mie labbra si distendono in un sorriso dolce, non ancora abituata a poter parlare con mio fratello come se non fosse successo nulla.

«Da quando corri così in fretta?» bofonchia lui, appoggiandosi al corrimano.

«Da quando non sono più io»

Mi volto di nuovo verso Luke che ci osserva entrambi, stupito.

«Glielo hai detto? E ti ha creduto?»

Annuisco, senza dire nulla, in attesa di riportare il discorso su Calum.

Luke non dice nulla, ma sospira.

«Calum era in classe con me. Un minuto prima c'era. Quando mi sono voltato non c'era più» spiega sbrigativo. Lo osservo, confusa.

«Non ha senso!» obietto io, sbattendo un piede per terra. Sono nervosa e confusa, ed è il classico stato d'animo che ho da quando non sono me.

«è successo. E, il problema più grande, è che non è l'unico che è scomparso nel nulla» dice, guardandomi negli occhi. E io capisco.

«Ashton» mormoro, portandomi l'unghia del pollice tra i denti.

«Cosa?»

Mi volto verso Micheal, che ci guarda senza capire. A volte dimentico che Micheal ha un'enorme cotta per Ashton, e tutto ciò mi fa pensare: Ashton è comparso nella sua vita a caso, quasi dal nulla. E se si fosse avvicinato a lui per arrivare a me? E se fosse stato lui, in qualche modo, a far sì che nonna finisse in ospedale per allontanare me e Calum?

Guardo mio fratello dritto negli occhi:

«Come hai conosciuto Ashton?» chiedo cauta. Il ragazzo ci pensa su.

«Mi ha parlato un giorno, in realtà. Non lo so, è come se avesse sempre fatto parte della mia vita» Micheal sembra confuso.

«Ha dei poteri diversi dai miei» Luke mi guarda serio, facendomi capire che i miei sospetti sono reali: il loro incontro non è stato casuale. Ashton ha usato Micheal per avvicinarsi a me e Calum, e dividerci. Ma non ci è riuscito, perché Luke ci ha aiutati. E ora lo ha portato via con sé, e non riesco ad immaginare, anzi- non voglio farlo- che cosa gli stia facendo.

Luke appoggia le mani sulle mie spalle, scuotendomi con decisione e io sto quasi per scansarmi, con fastidio, ma lui agisce prima di me.

«Zhinu» urla ad un soffio dal mio volto. «Ti supplico, trova Niulang!»

Il corpo pulsa, e sento quasi come se qualcosa volesse uscire, dandomi un forte colpo allo stomaco. Appoggio una mano al muro, reggendomi in piedi a fatica. La mia mente si annebbia per un attimo, e sento come se la coscienza fosse uscita da me per pochi secondi. Quando ritorno in me, il corpo non duole più e un unico pensiero è nella mia testa: lo Smokies.

«è allo Smokies» dico decisa. Luke annuisce e mi afferra la mano.

«Vengo anche io!» esclama Micheal deciso, stringendo i pugni.

«Michy» lo osservo preoccupata. Non voglio rimanga coinvolto, ma le parole di Calum mi colpiscono forte "Non è debole come credi". Luke osserva entrambi, pacato.

«Io non so cosa potresti vedere Micheal. Io...stai attento» lo supplico. Lui afferra la mano di Luke e, mentre con lo strano potere di una costellazione, ci teletrasporta via dalla scuola, realizzo che tutti noi dovremmo stare attenti, perché non abbiamo il potere di fare nulla. Siamo solo esseri umani. Cioè, Micheal lo è. Luke è un mago e io una costellazione, ma il concetto è quello.

Sbatto le palpebre osservando il locale chiuso, con le sedie sopra ai tavoli e l'odore di legno impregnato di polvere. Mi volto verso Luke, incrociando le braccia.

«E se ci fossimo ritrovati qualcuno davanti?» alzo un sopracciglio, scettica.

Luke mi guarda con un sorrisetto.

«è un rischio da correre»

È proprio deficiente.

Lancio un'occhiata verso Micheal che si sta guardando attorno. Mai avrei creduto di vederlo qui, non avrebbe mai dovuto saperlo.

Scuoto il capo, accantonando questo pensiero, non avendo il tempo di preoccuparmi anche di questo. Il cuore mi batte forte, lo sento in gola per quanta paura sto provando nel mio corpo. Mi dirigo verso il corridoio scuro davanti a noi e cammino con Luke e Micheal a seguito. Lo conosco fin troppo bene quel tragitto: è quello per l'ufficio di Brian, dove sono stata picchiata...e peggio. L'ennesimo brivido.

La porta è chiusa, ma sento la tensione, la paura. Deglutisco e mi volto verso Luke? E ora cosa facciamo?

(Calum)

Buio. Un colpo. Un altro. Le mie stesse urla. Basta. Ma non riesco a dirlo, per quanto vorrei. E rimango inerme, a terra, mentre mi usano come se fossi un giocattolo. Brian mi ha messo una benda sugli occhi, prima di andarsene.

«C'è un'altra ragazza con cui devo intrattenermi. Tornerò più tardi da te» ha detto, prima di andarsene. E, non appena ho sentito la porta chiudersi, mani si sono fiondate sul mio corpo. Le lacrime hanno cominciato ad uscire dai miei occhi, ho cominciato a dimenarmi ma non ho più avuto la forza di continuare dopo i primi colpi, che mi hanno fatto mancare il fiato.

«Brava bambolina» un ringhio detto a denti stretti. Joe? O Lance? O quello che mi ha appena tirato uno schiaffo sulle natiche? Non li distinguo più ormai. È come se fossero una sola persona, moltiplicata per cinque. Stesso disgusto, la stessa paura. Ti chiedo scusa Kate. Scusa perché stanno violando il tuo corpo e io non sono riuscito a fare nulla per impedirlo. Sono debole, e probabilmente è quello che hai sempre pensato di me.

«Joe? Cosa ti succede?»

In un attimo tutto si ferma. Sento un colpo forte e un rumore sordo di qualcuno che cade a terra. Le mani che stavano violando il mio corpo si allontanano e io mi tiro indietro alla cieca. Con la mano che trema, sfilo via la benda ed osservo l'uomo dai capelli biondi prendere a pugni gli altri, che tentano di difendersi, invano. Di scatto, afferro la mia felpa e la infilo nel corpo nudo di Kate. Faccio per raggiungere la porta ma la voce di Joe mi fa voltare, terrorizzata.

«Kate!» sembra preoccupato, dal tono della voce. Lo guardo con il terrore stampato in volto, ancora pieno di lacrime. Lui mi sorride e in quel sorriso rivedo qualcosa di familiare.

«Luke?» mormoro piano e lui annuisce.

«La costellazione della bilancia» spiega, infilando le mani in tasca.

Prende la chiave della stanza (deve avergliela data Brian) e la infila nella toppa. La serratura scatta e io mi alzo con uno scatto. Joe crolla a terra, svenuto e io non ho il tempo e nemmeno la voglia di pormi domande su cosa sia successo. Chiudo la porta con un tonfo e, davanti a me, vedo tre volti che mi fanno finalmente sentire al sicuro.

Mi butto tra le braccia di Kate che mi stringe forte, mentre nuove lacrime scorrono, bagnandomi il viso.

«Mi dispiace» balbetto tra le lacrime. Kate mi accarezza i capelli con dolcezza.

«Shht»

Mi allontano, per guardarla negli occhi: sembra distrutta.

«Io non...sono riuscito a difenderti» balbetto, passando il lembo della felpa sotto gli occhi.

Kate scuote il capo.

«Nemmeno io sono riuscita a difendere me stessa, Calum.» si morde un labbro, come se stesse decidendo se parlare o meno «Sono stata violentata qui, Cal»

Trattengo il fiato, sentendo ancora di più un macigno nello stomaco. L'aria si fa pesante e la testa gira.

«Ma non avevo il coraggio di parlarne» gli occhi scuri che ho davanti si inumidiscono. Micheal (che non ho idea di cosa ci faccia qui, ma non è importante) si avvicina al mio corpo occupato dalla sorella e lo stringe con delicatezza. Tutto questo è assurdo.

«Le sue mani mi toccavano ovunque...io non ho avuto la possibilità di concedermi a qualcuno di importante» comincia a singhiozzare forte e mi sento così impotente ed insignificante. Perché le donne vengono trattate come fossero degli oggetti? Da quando sono Kate, è la seconda volta che qualcuno tenta (e riesce) ad abusare di me. Per cosa poi? Vendicarsi contro il padre? Perché lei è così disperata nel voler proteggere quello che è rimasto della sua famiglia, da rimanere in silenzio e non urlare? Non è giusto. E io non ho fatto niente per difenderla.

Una porta si spalanca e ci congeliamo sul posto mentre Brian esce con volto scuro. Kate, dietro di me, trema.

«Come cazzo ti sei liberata?» urla guardandomi infuriato. È in mutande e ricordo la frase che aveva detto prima di andarsene "intrattenermi con qualcun altro". Un'altra vittima.

Il suo sguardo si sposta dietro di me.

«Chi siete?» stringe i denti.

Luke si fa avanti, i suoi occhi diventano di un blu intenso, proprio come il giorno in cui tutto era iniziato. Mi aspetto qualsiasi cosa, ma non succede nulla. Luke stringe i pugni.

«La magia non funziona» sibila il biondo. Brian si avvicina, e in quel momento mi sembra molto più alto di quello che è. Si sta avventando su di noi ma una voce lo ferma.

«Non mio fratello! Lasciali andare!»

Guardo Mali uscire dal suo studio, con il volto pieno di lacrime. Il mio cervello non riesce a connettere gli eventi: è semi nuda, si copre con le braccia mentre ci guarda, triste.

«Con te non ho finito, Mali!» Brian le lancia un'occhiata eloquente «Sai bene cosa devi fare per ottenere quel lavoro»

«Mali!» urla Kate, spaventata. «Vattene!»

Sento qualcosa di nuovo entrare in me, una rabbia data dalla disperazione che non avevo mai provato prima. La furia sta prendendo il sopravvento sulla ragione. Mali è sempre stata una studentessa modello, si è sempre impegnata oltre l'inverosimile, con enorme compiacimento di nostro padre, che la vedeva come la sua punta di diamante. Il suo vanto più grande era una figlia con il massimo dei voti, che aveva le carte in regola per lavorare nella migliore delle aziende. Aveva un amico, ci diceva, che poteva inserirla in quell'ambiente. Come potevo solo immaginare che quell'amico fosse Brian? Come potevo immaginare che, per entrare nei piani alti, dovesse portarselo a letto?

Brian sta per afferrare Kate per il collo e Luke sta per avventarsi su di lui, ma tutto si ferma.

Brian si congela sul posto, come se fosse stato pietrificato. Ha l'espressione stampata sul volto ma non si muove più. Mi guardo attorno, spaventato: Kate si allontana ed abbraccia Luke, che la stringe forte, confuso quanto noi. Mi volto ed osservo con terrore che nemmeno Micheal e Mali si muovono.

«Ah le cose non vanno mai come hai previsto.» una voce familiare si avvicina, facendomi girare la testa vorticosamente.

«Ashton, ha un po' esagerato quell'uomo, non lo hai ipnotizzato bene!»

«Chiedo scusa»

Dall'oscurità emergono due figure: una in sedia a rotelle, e l'altra che la spinge. Osservo Nonna Prince ed Ashton avvicinarsi a noi. 

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