La mattina successiva ho delle occhiaie spaventose, che mi fanno sussultare quando mi guardo allo specchio.
Sapevo, questa notte dato che non ho chiuso occhio, che avrei avuto un'aspetto orrendo, ma non mi aspettavo così tanto.
La verità é che non ho chiuso gli occhi perché ogni volta vedevo e sentivo la litigata con Liv. E quello comportava i ricordi, e poi la nostalgia, e poi mi sono chiesta come farò a far innamorare Kyle di me.
L'amore non è un gioco, ma se lui fa lo stronzo farò la stronza anche io.
Ho pensato di rimanere così come sono, ironica e cattiva con lui, ma non funzionerà. Non ha funzionato per diciotto anni, perché adesso dovrebbe?
Alle cinque e mezzo del mattino sono arrivata alla conclusione che vedrò cosa si inventerà lui e mi baserò da quello.
Per ora devo cercare di dimenticare di nuovo la mia storia finita male e la litigata con Olivia.
Credo che se la vedo oggi a scuola le darò un pugno in faccia che la farà viaggiare fino al Messico.
No, il Messico é troppo vicino.
Facciamo fino all'Europa.
Sto male per aver litigato con lei, lo ammetto senza problemi, ma sono anche incazzata nera, perché mi ha ricordato di Omar. E adesso non c'è molto da fare per levarmelo dalla testa.
A meno che non sbatto forte la testa contro il muro e perdo la memoria. Che direi non sia male.
«Morgan.» Mia madre viene a bussare alla porta del mio bagno. «Sbrigati a prepararti e vai a fare colazione, Kyle presto sarà qui.»
Mi guardo un altro attimo allo specchio, provando a fare la miglior faccia da cerbiatto mai vista.
Per una volta avere il viso tondo e gli occhi grandi aiuta.
Apro la porta ancora con quella espressione. Ti prego ti prego cascaci.
«Mamma... ho un forte mal di testa. Posso non-»
«Prendi una Tachipirina e non rompere, Morgan.» Ed il premio per la madre più amorevole del mondo va a: Clare Hill. «E levati quell'espressione dalla faccia, non ci casco.»
Poi mi accarezza i capelli, come se avesse appena detto la cosa più dolce e bella al mondo, e se ne va via.
Cerco di trattenere un urlo isterico mentre scendo le scale. Farò prima colazione, oggi. Ho troppa fame per aspettare ancora venti minuti.
«Hey tesoro.» Mio padre mi sorride e mi mette un piatto di uova e bacon davanti al naso.
Arriccio le labbra. Come glielo dico che non mi piace il salato la mattina?
Non è colpa mia se in questa famiglia sono tutti matti e mangiano le uova la mattina.
Ahimè, perdonatemi amati pancake.
Prendo la forchetta e mi sforzo di mangiare, nonostante abbia voglia di sputare il tutto.
Perché diavolo abito ancora qui?
Perché non hai soldi, vai ancora a scuola e non hai un fidanzato miliardario con cui dividere un appartamento al centro della città. Mi ricorda la coscienza, che strangolerei volentieri, se non fosse me.
Borbotto un buongiorno mentre mordo un pezzo di toast, che ovviamente sa di carne e uova.
«Pronta per una bellissima giornata di scuola?» Mio padre, da quando sa del video, cerca di essere super positivo sulla scuola con me.
Forse sa che appena mi vedono tutti mi indicano e ridono ed io vorrei solo sprofondare nella vergogna. Ma essere positivi non mi aiuta.
«Oh, certo.» Alzo gli occhi al cielo. «Talmente bella che non voglio incominci.»
«Morgan...» Mio padre sospira e prevedo un discorso profondo in vista.
Allontano il piatto da me e mi alzo. «Vado a prepararmi, papà.» Mi lancia una strana occhiata, poi annuisce e mi lascia andare. Non che fossi rimasta se me lo avesse chiesto, sia chiaro.
Parlare -se non per dire qualcosa di ironico- è l'unica cosa che non voglio fare in questo momento.
Quando controllo l'ora, mancano solo quindici minuti all'arrivo di Kyle. In genere per fare la doccia ce ne metto venti, il che significa che Mr. Arroganza aspetterà.
Già mi fissano e prendono in giro tutti, non andrò a scuola anche con i capelli sporchi.
Mi spoglio e butto velocemente sotto il getto dell'acqua calda, cercando di fare presto.
Ho paura che Kyle mi lascerà a piedi.
Forse non lo farà, perché non sarebbe esattamente un gesto carino da fare se devo innamorarmi di lui, ma non ho la più pallida idea di quando vuole attuare il suo piano.
Quando esco sorrido soddisfatta: ci ho messo solo diciotto minuti. Mi vesto e lascio, provvisoriamente, i capelli bagnati.
Sbuffo notando che ho lasciato i trucchi in camera mia, e ritorno per prenderli.
Faccio un salto appena entro.
Kyle è steso sul mio letto, con le scarpe sul mio copri lenzuolo. Dio, perché gli extraterrestri non possono venire sulla terra, rapirlo, e portarlo in un altra galassia?
«Cosa cazzo ci fai qui?» La mia voce è forte e fa spostare lo sguardo di Kyle dal suo cellulare a me.
Da un sorrisetto che strapperei volentieri da quella faccia. «Buongiorno anche a te, mia cara Morgan.»
Incrocio le braccia al petto. «Tua cara Morgan te lo ficco in-»
Sto per continuare, quando la voce di mia madre mi interrompe. «Morgan, ma come parli?» Mi giro verso di lei e vedo che scuote la testa. «Stai perdendo tempo ed insultando Kyle, che ti sta facendo un favore. Chiedi scusa.»
«Neanche morta.» Ribatto, alzando gli occhi al cielo. «Mi fa un favore perché voi lo avete costretto.»
Prima che mamma mi possa rispondere prendo i trucchi e ritorno in bagno.
Andassero a quel paese tutti.
Dopo essermi messa correttore, matita e mascara -ed essermi asciugata i capelli-, ritorno in camera mia. Faremo cinque minuti di ritardo, ma non mi importa granché. Magari così mi fisserà meno gente all'ingresso.
Entrando in camera mia madre non c'è, ma Mr. Arroganza sí, ancora nella posizione di prima.
Lo prenderei a calci, giuro.
«Sono pronta.» Gli dico, prendendo lo zaino e caricandomelo su una spalla.
«Non ci muoviamo finché non chiedi scusa, ha detto tua madre.» Kyle sorride senza neanche spostare lo sguardo dal cellulare.
«Non fare il bambino.» Sbuffo, avvicinandomi con aria minacciosa. «E muoviti, altrimenti faremo tardi.»
«Beh.» Fa un ghigno. «Allora sbrigati a chiedermi scusa, no?»
«Fottiti.» Mi avvicino e cerco di spingerlo via dal letto, scaturendo le sue risate.
«Kyle!» Grido, spingendolo per le spalle.
Solo che, grazie alla mia fantastica cartella, gli cado praticamente addosso.
No, leviamo il praticamente. Mi ritrovo con le mani sul suo petto per sorreggermi.
Kyle ride ancora di più, poi fa un sorriso sghembo. «Sapevo che mi volevi saltare addosso da un po', oramai.»
«Io non-» Sono così arrabbiata -con me stessa principalmente- che boccheggio per le parole. Poi alla fine me ne esco con un: «fottiti.»
Kyle scoppia a ridere, con me ancora sopra di lui. «Sono sicuro che lo faresti volentieri tu.»
La mia bocca prende la forma di una O. Ditemi che sto capendo e sentendo male.
Non ha appena detto quello che credo, vero?
La mia mano si scontra velocemente con la sua guancia, facendogli girare la faccia di lato.
Poi mi alzo, guardandolo furiosa e scendo le scale prima che lui possa dire qualcosa.
Per chi mi ha preso? Per Charlotte, forse?
Uscendo fuori mi aspetto di trovare la moto di Kyle e mi sorprendo quando vedo la macchina di suo padre.
«Oggi prevede pioggia.» Sussulto sentendo la voce di Mr. Arroganza. «Quindi i miei mi hanno dato la loro macchina. Potrai usare la moto un'altra volta.»
«Non ci salgo in moto con te.» Ribatto aprendo lo sportello e infilandomi in macchina.
Incrocio le braccia al petto, cercando di ritrovare un po' di sicurezza.
«Okay.» Kyle accende il motore. «Se ci credi tu.»
«Che vorresti dire con questo?» Inarco un sopracciglio, mentre lui fa manovra ed esce dal viale di casa mia.
«Che sembrava ti fosse piaciuto.» Mi lancia un'occhiata, ma non sembra accusatoria o ironica, come al solito. «Non andare con me, ma intendevo salire in moto e basta.»
«È stato...» bellissimo, «carino.» Poi mi riprendo. «Ed ho detto che non salirò in moto con te, non mai più su una moto.»
Si porta una mano sul petto. «Ouch, questa fa male.»
Trattengo una risata e faccio spallucce, guardando fuori dal finestrino.
Kyle è uno stronzo, un prepotente e un arrogante senza limiti, ma alcune volte è quasi simpatico.
Quasi.
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