La selezione naturale

By Chiara_Clary

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Dalila è una ragazza dolce quanto fragile, la sofferenza per la morte di suo fratello Lorenzo l'ha portata a... More

Prologo
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Capitolo 34

Capitolo 3

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By Chiara_Clary

Mentre svuotavo le borse, sistemando la mia roba, cercai di conoscere meglio Elisa e scoprii con lei molte passioni in comune: per esempio la passione per la lettura, in particolare di romanzi d'amore e fantasy e la dipendenza da film e serie tv. Ero curiosa di chiederle come fosse finita in questa scuola, in che modo avesse messo a rischio la sua vita e cosa l'avesse spinta a farlo, ma non ne ebbi il coraggio, temendo di aprire ferite che stesse tentando di rimarginare.

"Adoro anche disegnare, attraverso l'arte riesco a esprimere quello che mi passa per la testa e porre un ordine ai miei pensieri e alle mie emozioni" spiegò Elisa.

"Wow, una volta mi devi mostrare un tuo disegno" risposi io incuriosita.

"Lo farò con piacere" disse lei con un sorriso.

"Io provo lo stesso quando scrivo, adoro scrivere poesie che esprimano il mio stato d'animo, ciò che non riesco a esprimere a parole e che nella mia testa appare confuso e incomprensibile, mentre sul foglio acquista un senso e una bellezza unica, trasformandosi in emozione".

"Beh allora un giorno se ti va mi farai leggere una poesia. Sarà come se ognuna di noi mostrasse un pezzo della sua anima all'altra, è un atto di fiducia che ci renderà più unite" riflettè Elisa, dandomi una mano a sistemare gli ultimi vestiti.

"Già, ci renderà più amiche, aiutandoci a conoscere più nel profondo l'altra" approvai io.

Una volta finito di sistemare le mie cose mi sedetti finalmente sul letto esausta, ascoltando un po' di musica con Elisa.

"Avevi detto che ci sono dei ragazzi più scontrosi da cui è meglio stare lontani, a chi ti riferivi?" chiesi incuriosita e un po' intimorita.

"Ah sì, sono tre: Camilla, Vanessa e Davide, hanno la nostra età e sono davvero insopportabili. Non sono amici con nessun altro al di fuori di loro tre, se qualcuno prova a parlargli ti insultano o ti prendono in giro, è il loro passatempo preferito" spiegò Elisa con disprezzo.

"Mi ricordano un po' certi ragazzi della mia scuola, come sono finiti qui?".

"Si dice ne combinassero di tutti i colori: festini notturni a base di alcool e droga, a scuola insultavano compagni e insegnanti venendo più volte sospesi e minacciati di espulsione. Finchè un giorno si sono messi alla guida ubriachi e hanno fatto un incidente, per fortuna nessun altro è stato coinvolto a parte loro. Hanno rischiato di morire: le due ragazze sono finite in coma una settimana, il ragazzo ha riportato gravi lesioni, ma ce l'hanno fatta e sono stati mandati qui un anno fa".

Provai un forte odio per quei tre ragazzi; per colpa di gente come loro, ubriaca alla guida, mio fratello era morto.

"Non so cosa abbiano fatto per diventare così, tutti noi abbiamo sofferto e abbiamo ferite che ci hanno condotto qui, ma non riesco a provare pena per loro; è per colpa del loro egoismo che altre persone più fragili e sole vengono escluse e soffrono" commentai io con rabbia.

"Sono d'accordo. Neanche io riesco a tollerare le persone che trasformano i loro problemi in armi contro le persone più deboli e innocenti, io i miei li ho sempre tenuti dentro, sfogandoli solo nella mia arte o..." Elisa si interruppe un attimo, rivolgendo lo sguardo altrove "su me stessa".

Avrei voluto chiederle di più, ma sentivo che non era ancora pronta a parlarne dal modo in cui evitava il mio sguardo. Neanche io ero ancora pronta ad aprirmi del tutto, ma sentivo che se avessi dovuto confidarmi con una persona quella sarebbe stata Elisa, e mi avrebbe capita.

"Concordo con te" mi limitai a rispondere. I nostri discorsi furono interrotti da una voce squillante proveniente da un altoparlante posto in un angolo del soffitto della nostra stanza, a cui non avevo fatto caso, infatti sobbalzai sorpresa.

"Buongiorno ragazzi dell'Istituto Della Rosa, un caloroso saluto soprattutto ai nuovi arrivati" la voce si interrupe qualche secondo ed Elisa mi guardò divertita. "Tranquilla ci farai l'abitudine, gli avvisi comunque non sono tanto frequenti" mi spiegò.

"Sono la preside Maria Rosati, vi annuncio che fra mezz'ora avrà luogo in aula grande il benvenuto ai nuovi arrivati e la presentazione della nostra scuola. Siete pregati di essere tutti presenti, vi aspettiamo!" riprese la voce, dopodichè un suono chiuse la comunicazione.

Passati dieci minuti io ed Elisa iniziammo a dirigerci verso l'aula grande, una volta entrate troviamo già numerosi ragazzi seduti su file di sedie rivolte verso un ampio palco, alcuni ci rivolgono sguardi curiosi. Ci dirigiamo verso le file indietro, quando Elisa si blocca d'improvviso come pietrificata: nell'ultima fila siedono tre ragazzi, in disparte da tutti gli altri che conversano e ridono fra loro.

"Ecco l'insopportabile trio, come ho pensato di nominarli: da sinistra Davide, Camilla e Vanessa" disse Elisa. Mi soffermai a osservarli, di certo non erano ragazzi che passavano inosservati: Davide aveva capelli scuri rasati da un lato della testa e vari piercing sul volto. Camilla aveva lunghi capelli mossi rosso acceso, un ombretto dello stesso colore e il viso coperto di cipria e illuminante. Vanessa aveva capelli lisci blu elettrico e un rossetto dello stesso colore. A un tratto i tre si voltarono verso di noi, rivolgendoci sguardi truci, di certo non sembravano persone amichevoli.

"Okay andiamo a sederci là" si affrettò a dire Elisa trascinandomi più avanti.

"Sono piuttosto appariscenti" sussurrai ad Elisa riferendomi all'insopportabile trio "e decisamente le loro facce dicono chiaramente stammi alla larga, senza bisogno di parole".

"Direi che hai afferrato il concetto" rispose Elisa divertita.

Poco dopo notai un ragazzo entrare in aula: capelli neri e occhi di un blu oceano intenso, che ci si poteva annegare dentro. Era stupendo, ma senza essere appariscente, infatti indossava dei semplici jeans blu e una maglietta nera, teneva le mani in tasca e sembrava intimidito e un po' perso, intuii che fosse un nuovo arrivato come me. Ero sempre stata attratta da quel genere di ragazzi, quelli un po' misteriosi e solitari, che sembravano persi nei loro pensieri e un po' intimiditi dalle persone, piuttosto che da quelli belli da togliere il fiato, troppo sicuri di sè e sempre circondati da mille ragazze. Perchè questi ultimi spesso erano superficiali e guardavano solo l'aspetto esteriore, mentre i ragazzi un po' soli e assorti erano quelli più interessanti, che non dicevano molto ma avevano mille cose da raccontare, e se ti guardavano ti raggiungevano l'anima, senza fermarsi alla superficie. Ho sempre sognato di trovare un ragazzo così, ma purtroppo non ho mai avuto l'occasione di conoscerne uno, l'ho solo potuto sognare.

"Dalila ci sei?" la voce di Elisa mi riportò alla realtà.

"Sì che c'è?" chiesi con un sorriso.

"Ti stavo parlando ma sembravi non ascoltarmi, eri come assorta" osservò lei.

"Scusa, a volte mi perdo nei miei pensieri".  

"O forse eri incantata da un certo ragazzo" ribattè Elisa con un sorrisetto, seguendo il mio sguardo verso il ragazzo oggetto dei miei pensieri.

"E va bene mi hai scoperta".

"So che te lo stai chiedendo ma purtroppo non lo conosco, è un nuovo acquisto proprio come te". A un tratto lo sguardo del ragazzo misterioso incontrò il mio, si soffermò su di me più a lungo di quanto mi sarei aspettata. Mi sembrava che il tempo si fosse fermato e rimasi persa nel suo sguardo, poi ripresi possesso delle mie facoltà mentali e distolsi lo sguardo in imbarazzo.

"Mi è sembrato che ti guardasse" osservò Elisa dandomi una leggera gomitata e sorridendo.

"Per forza lo stavo fissando, starà pensando che sono una maniaca stalker" ribattei sbuffando.

Vidi che Elisa aveva distolto lo sguardo da me e guardava alla mia destra, mi voltai anch'io e vidi il ragazzo che veniva proprio verso di me. Mi girai di scatto verso Elisa in preda al panico.

"Elisa si sta avvicinando!" le sussurrai agitata.

"Direi che è un buon segno" ribattè lei divertita.

Mi zittii quando sentii i suoi passi vicini, con la coda dell'occhio lo vidi sedersi accanto a me, non ebbi il coraggio di voltarmi così rimasi a fissare il palco davanti a me, per poi lanciare uno sguardo a Elisa che mi guardò con un sorriso divertito facendomi l'occhiolino, io la fulminai con lo sguardo per poi tornare a guardare davanti a me. Per fortuna la preside fece il suo ingresso sul palco, togliendomi da quella situazione di imbarazzante tensione.

"Buongiorno ragazzi!" esclamò la preside al microfono, spostandosi al centro del palco, con notevole grazia ed eleganza considerando le scarpe col tacco molto alto e sottile che portava abbinate a una gonna lunga e aderente; avrà avuto circa sessant'anni a giudicare dai capelli grigi raccolti sulla nuca e qualche ruga sulla fronte e sulle guance, ma aveva un viso luminoso e sorridente.

"Sono felice di avervi qui e di constatare che ci sono parecchi nuovi arrivati, è sempre bello darvi il benvenuto. La nostra scuola non è una qualunque, direi che è unica nel suo genere; il nostro scopo è la vostra felicità e il vostro benessere, per questo non ci limitiamo a darvi un'istruzione come da programma, ma vi educhiamo alla vita, facendovene riscoprire la bellezza. Durante le lezioni i nostri professori vi parleranno di emozioni e di esperienze di vita, oltre che di storia e italiano, vi insegneranno come una cultura possa arricchirvi e aiutarvi a comprendere il mondo e a renderlo un posto migliore. Avrete poi la possibilità di raccontare le vostre esperienze, esprimere le vostre emozioni e condividere i vostri pensieri con la classe, capirete quanto avete in comune con i vostri compagni e potrete creare un bel rapporto basato sulla collaborazione, la comprensione e l'amicizia. Anche i professori non li dovrete vedere solo come tali, ma piuttosto come educatori, che vi sosterranno e vi accompagneranno in questo cammino verso la vostra felicità" si interruppe rivolgendo uno sguardo ai professori che sorrisero annuendo. "Perciò siate disponibili e gentili con tutti e riceverete in cambio quello che date. Detto questo presentiamo i professori". Ogni professore si fece avanti quando chiamarono il suo nome, spiegando la materia che insegnava e come essa fosse legata alla nostra vita e alla nostra felicità.

"Devo dire che la preside e i professori appaiono simpatici" sussurrai ad Elisa.

"Infatti lo sono, tutti molto preparati e disponibili. Io ho sempre adorato studiare ma odiavo la mia scuola, compagni insopportabili e professori indifferenti ai miei problemi, mentre loro non si limitano a spiegare una lezione, te la fanno amare e creano armonia e collaborazione nella classe" rispose Elisa ammirata.

"Wow, sembra incredibile. Io invece non ho mai amato tanto studiare nè andare a scuola, perciò spero che questi professori riescano a farmi appassionare allo studio, nel caso ci riescano avranno tutta la mia stima e ammirazione".

"Bene! E dopo la brillante presentazione dei nostri professori passiamo a fare la conoscenza dei nuovi arrivati" riprese la preside "quando chiamerò il vostro nome salirete sul palco".

"Cosa? Salire sul palco?!" chiesi interdetta ad Elisa, sbiancando dalla paura.

"Tranquilla, è una prova di coraggio che abbiamo dovuto affrontare tutti; dovrai solo stare lì in piedi qualche secondo e sorridere, poi potrai andartene" mi rassicurò Elisa.

ANGOLO AUTRICE: Ciao a tutti😊, grazie per chi sta iniziando a leggere la mia storia e la sta votando, spero continuerete a seguirla, mi fa molto piacere❤️. Un ringraziamento speciale a MaryanneRoses , grazie per aver letto con interesse le mie storie e continui a farlo anche con questa, ne sono davvero felice, i tuoi commenti mi fanno sorridere. Sei davvero gentile, grazie di tutto e adoro leggere la tua storia❤️.

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