Cuori In Tempesta

By Rob_Granger

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"La vita è come scatola di cioccolatini. Non sai mai quello che ti capita" diceva Forrest Gump. A Monica è c... More

Presentazione storia & Book Trailer
Cioccolato Amaro
Suspiria
Che i giochi abbiano inizio
Cioccolato e pistacchio
Tutta colpa di Bach
Houston, abbiamo un problema
Lui è migliore di te
Effetto Farfalla
Hold my hand
Buon senso o gentilezza?
Anime Affini
Talento
Home Alone
Sei un enigma per me
Solo per qualche secondo
Su un'altalena
Meno di ieri, più di domani
Via dalla pazza folla
Tutto il tempo che vuoi
La luna e il falò
Una serie di sfortunati eventi
Possibilmente per sempre
Santa Monica
Il cielo in una stanza
Epilogo- Cuori In Tempesta
♬Playlist ►

Kiss Kiss

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By Rob_Granger


       

CUORI IN TEMPESTA

Kiss Kiss

Si toccavano le labbra con la punta delle dita ed evocavano esattamente la forma della bocca dell'altro.
(Isabel Allende)

Riconosco subito Penelope e Matteo.

Sono vicini ad una panchina e guardano attenti il mio treno.

Mi avvicino ulteriormente al finestrino e provo a catturare la loro attenzione muovendo le mani a mo' di saluto.

Ma nulla. Non riescono a vedermi.

Faccio un piccolo sorriso e prendo il mio zainetto.

Poi mi avvio verso la porta d'uscita.

C'è una fila di persone da superare. Una famigliola alquanto numerosa sta bisticciando su chi deve scendere prima e su quali valigie sia meglio portare in un modo piuttosto che in un altro.

Ci vogliono diversi minuti prima che decidano di darsi una mossa.

Quando scendo anche l'ultimo gradino e i miei piedi toccano il pavimento della stazione, rimango un attimo a guardarmi attorno. Sono a casa.

Respiro a pieni polmoni quest'aria a me così famigliare, poi accelero il passo per dirigermi verso i miei migliori amici.

I loro occhi puntano verso di me dopo pochi secondi. Penelope inizia a saltellare e a sbracciarsi.

Io scoppio a ridere e in poche altre falcate li raggiungo.

-Monica!- entrambi allungano la "a" finale del mio nome.

-Ragazzi!

Sono sempre gli stessi: belli, luminosi e sorridenti. Solo molto più abbronzati. Matteo ha i capelli più dorati e gli occhi azzurri più splendenti. Penelope, invece, ha la frangetta più lunga e una ciocca di capelli colorata di rosa.

-Ci sei mancata troppo!

Mi stringono immediatamente tra le loro braccia, mentre io mi beo dei loro inconfondibili profumi e del suono cristallino delle loro risate. Mi erano mancati così tanto che adesso vorrei mettermi a piangere.

-Anche voi. Tantissimo!

Ci stacchiamo dopo svariati minuti.

-E questa ciocca rosa?- la prendo tra le mani.

-Un tocco colorato per il saggio. Il mio body è dello stesso colore e volevo essere tutta in tema.- trilla. -È andato bene il viaggio?- prosegue.

Mi schiarisco la voce.

Non so come rispondere alla domanda più classica che si possa fare a una persona che abbia intrapreso un viaggio. Andiamo bene!

Praticamente ho passato circa sei ore a guardare fuori dal finestrino, con la guancia poggiata sul palmo della mano, a pensare. Pensare, pensare, pensare e ancora pensare. È facilmente intuibile verso quali lidi ha viaggiato la mia mente. Occhi verdi e labbra morbide sono le parole chiave, se non si fosse capito. Ma sono certa sia stato inutile precisarlo, d'altronde anche i sassi hanno imparato a conoscermi.

Gli unici momenti in cui mi sono permessa di distogliere lo sguardo dal paesaggio esterno sono stati quando è passato il controllore per vedere il mio biglietto, e dopo che una signora, nell'aprire la sua valigia, ha fatto cadere accidentalmente una serie di panini chiusi in della carta stagnola sulla mia testa. Un momento indimenticabile, posso assicurarlo. Ah e, quasi dimenticavo, anche quando ho preso il cellulare per controllare eventuali messaggi. Ne ho ricevuto solo uno. Da parte di Zeno. Mi ha augurato buon viaggio.

Non so neanch'io cosa mi aspettassi di ricevere.

-Molto bene. Ho ascoltato musica e letto un libro, nulla di che.- mento.

Non mi sento affatto pronta per affrontare ciò che è successo. Almeno non per il momento. Non voglio distrarre Penelope a poche ore dal suo saggio e so che LA notizia che le darai, la distrarrebbe eccome.

Loro annuiscono, sorridendo felici.

-Vuoi che ti aiuti con lo zaino? È pesante?- domanda Matteo.

-No, grazie. Non ho portato molto con me.- gli sorrido.

Lui annuisce.

-Come stai? Stai bene? Tuo nonno ti sta facendo lavorare troppo? Stai andando al mare? Non sei molto abbronzata...-Penelope fa una smorfia di disappunto.

Mi era mancato il suo modo di sommergermi di domande con nonchalance.

-Lo sono mai? Se ad Halloween mi vesto sempre da vampira alle feste dell'oratorio, ci sarà un perché.- rido.- Comunque, a parte i calli sulle dita delle mani, sto bene. Mio nonno mi tratta splendidamente.

-E quel disgraziato di Giordana?- fa Matteo.

Mi mordo le labbra e punto il mio sguardo verso le mie scarpe. Sapevo che il suo nome sarebbe venuto fuori, ma speravo non subito.

-Che c'è? Perché sei diventata tutta rossa?

Penelope poggia l'indice sotto il mio mento e mi solleva il viso. Poi corruccia la fronte e assottiglia lo sguardo.

-Ti ha fatto qualcosa?- anche Matteo si avvicina al mio viso e mi guarda con fare indagatore.

Sento la temperatura salire. Un estintore, presto!

-No, nulla. Le solite cose... più o meno.- faccio qualche passo indietro, poi prendo a camminare.- Dai su, andiamo a casa. Tu non devi prepararti per oggi pomeriggio, Penny?

-Stai nascondendo qualcosa? – mi si affiancano in pochi secondi.

-Perché dovrei? Sono solo un po' stanca e fa caldo.

Mezza verità.

Li sento sospirare alle mie spalle.

-La conosco da quando avevo otto anni, signorina Ranieri. Non penserà mica che le creda?

-Deve, signorina Pace. Piuttosto, come stai? Il saggio è fra poche ore... sei pronta?- provo a cambiare argomento.

-Oh sì, prontissima.- si aggrappa al mio braccio, entusiasta.- Iniziamo alle cinque, ma io e il mio gruppo ci incontriamo già alle quattro. Tu e Matteo potete venire con me, o aspettare le cinque.

-Veniamo con te!- diciamo in sincrono io e il mio migliore amico.

-Bene! Comunque non ci sfuggi, appena finisco andiamo tutti e tre a berci qualcosa e a farci una passeggiata verso il mare, così ci racconti tutto.

Faccio un bel respiro. E sia! Tanto avevo comunque intenzione di raccontare loro cos'è successo.

-Ci sto.

Sorridono entusiasti mentre ci avviamo fuori dalla stazione. Mio padre ci sta aspettando nella sua macchina.

***

Papà ha deciso di farci fare prima un giro della città perché, neanche fossi mancata un anno, potrei essermi dimenticata quanto è bella. Mi porta a vedere i monumenti più famosi e il mare. Le spiagge mi ricordano quelle di Torre Bella. Sono gremite di persone. Mentre ci passiamo davanti, abbasso completamente il finestrino e respiro a pieni polmoni il profumo di salsedine.

Poi, sotto mia richiesta, ci porta anche nella chiesetta di don Gabriele.

Il parroco mi accoglie entusiasta e passiamo con lui una buona mezz'ora parlando di come vadano le cose. Mi fa fare un saluto ai bambini che oggi hanno preferito un bella partita al biliardino e un bel cartone animato, alla spiaggia.

Infine mi mostra anche il campetto di calcio dicendomi che è stato reso inagibile per questo periodo. Per settembre e ottobre, anche grazie al mio contributo e quello di altri parrocchiani, potranno iniziare i dovuti lavori .

Non posso che esserne super felice.

Torniamo a casa per l'ora di pranzo.  Matteo e Penelope pranzeranno a casa mia, poi andremo tutti  e tre a casa della mia migliore amica per i diversi preparativi .

Non appena scendiamo dall'auto, mio padre si fionda ad abbracciarmi. O sarebbe meglio dire, a stritolarmi. Mi sommerge la testa e le guance di baci e mi dice quanto gli sia mancata in tutti questi giorni, scusandosi se non ci siamo sentiti molto in questo periodo.

Quando entriamo in casa, trovo mia madre, Tristano e- come immaginavo.- anche i signori Giordana. Mi guardano tutti teneramente e uno alla volta mi abbracciano. La mamma è quella che mi stringe più forte. Con il suo "Mi sei mancata da morire, tesoro." mi fa quasi piangere.

Poi ci sediamo in salotto e beviamo qualcosa. La mamma inizia con il dirmi che mi ha preparato il mio piatto preferito, la lasagna, e che ha comprato una torta al cioccolato per celebrare il mio ritorno.

Pochi secondi, però, e sia lei che la signora Giordana cominciano a mitragliarmi di domande. Partono prima con quelle più generali: come sta andando il lavoro? Come sta il nonno? Vi stanno facendo lavorare tanto? Stai mangiando? Quali sono le vostre mansioni?

Rispondo con calma a tutto, mostrandomi serena e sicura.

L'unico che mi chiede altro che non riguardi la mia esperienza è mio fratello. Mi domanda se gli abbia comprato un souvenir! Che fratello adorabile, vero?

Quando ci sediamo a tavola  e il primo piatto è servito, mia madre e Marta decidono finalmente di saziare la loro curiosità con la domanda da un milione, che dico, un miliardo di dollari: come stanno andando le cose tra te e Gioacchino?

Mi schiarisco la voce, deglutisco un paio di volte, o forse tre, e mi muovo nervosamente sulla sedia. C'è per caso una domanda di riserva? Non potrebbe aprirsi una botola sotto la mia sedia e farmi finire in un luogo segreto e nascosto? Possibilmente, però, senza ragni. Io odio i ragni!

-Me-meglio.- opto alla fine, balbettando leggermente.- Lavoriamo insieme senza troppi problemi...- mi schiarisco la voce.

-Meglio? In che senso?- la mamma inarca un sopracciglio.

Mi sta guardando esattamente come quando alle elementari le maestre le dicevano che durante l'ora della merenda mi rifiutavo di mangiare la frutta e allora, dopo una bella ramanzina, le settimane successive, mi chiedeva se avevo mangiato tutto. Ho i brividi solo al ricordo!

-Nel senso che durante questo mese e mezzo abbiamo litigato diverse volte per svariate ragioni, ma ultimamente, un po' perché ci sentiamo stanchi dal tanto lavoro, un po' perché questa esperienza ci sta aiutando a confrontarci, passiamo il tempo senza bisticciare più...- mi schiarisco di nuovo la voce.- o almeno a farlo molto meno.- giochicchio con la forchetta.

Sono questi i momenti in cui preferirei essere interrogata in storia e filosofia dalla Rossetti, piuttosto che affrontare queste situazioni.

-Davvero?- domanda Penelope. Ha gli occhi un po' sgranati.

Matteo al suo fianco corruccia la fronte, sorpreso, mentre mio fratello, dall'alto della sua maturità, scoppia a ridere. Mio padre, al suo fianco, gli dà un gomitata prima di schiarirsi la voce.

Sembrano tutti confusi.

Vedessero me.

Mi domando solo perché siano tanto scettici. Non sono stati loro i primi a pensare che questa esperienza ci avrebbe riavvicinati? Che non ne fossero davvero sicuri?

-Davvero.- rispondo.

Mamma e la signora Giordana annuiscono, ma sembrano poco convinte.

Mi preparo per loro altri interventi, ma il silenzio, quello imbarazzante, cala su di noi pesantemente. Solo il ticchettio dell'orologio appeso alla parete e il rumore che provoca la forchetta di Tristano sul piatto, fanno rumore.

È poi Michele a cambiare argomento. Mi domanda come sia il tempo a Torre Bella e se  le spiagge siano più belle del nostro paese. Poi, a seguire tutti quanti iniziano a parlare del tempo e di altri argomenti che, per fortuna, non riguardano più me né Gioacchino, tra una portata e l'altra.

Penelope è quella che mangia meno. Racconta che il suo istruttore le ha proibito, così come alle sue amiche, di mangiare certi cibi in grandi quantità. È per questo che ha mangiato solo una piccola porzione di pasta e poi giusto un po' di frutta.

Al momento della torta, però, mi ruba una cucchiaiata.

Quando finiamo, convince i miei a lasciarmi andare a casa sua. Dice che ha bisogno dei suoi tempi per prepararsi a dovere, soprattutto per fissare per bene le ciocche più corte dei capelli, e che ha un urgente bisogno di me.

Mi segno mentalmente di farle una statua. Non avrei sopportato un minuto di più di stare in casa mia con gli occhi di tutti puntati addosso.

Non appena siamo in strada, però, rimangono tutti e due alquanto silenziosi.

-Beh? E voi come state?- intervengo subito e mi metto le mani nelle tasche dei jeans.

Fa molto caldo e in giro, a quest'ora, ci sono ancora poche persone. Un po' mi manca non sentire il profumo del mare, vedere i gabbiani in lontananza e non scorgere turisti più bianchi di me in ogni vicolo.

-Bene.- risponde Matteo.- O almeno lo ero fino a poco fa. Cos'è questa storia che sono migliorate le cose tra te e quello sbruffone?

Mi schiarisco la voce. Sapevo che entrambi sarebbero rimasti sorpresi nel sapere che tra me e Gioacchino le cose vanno, più o meno, meglio, ma non pensavo che fin da subito avrei dovuto affrontare questo atteggiamento. C'è da dire che è anche colpa mia, però. Durante le nostre chiacchierate su Skype e al telefono ho sempre parlato degli aspetti più negativi della convivenza con Giordana.

-Su, Mat, stai calmo! Abbiamo detto che Monica ci dirà tutto dopo il mio saggio, è così sarà. Vero, Mony?- fa Penelope.

-Certo, promesso!- metto una mano sul cuore.

Matteo dà un piccolo calcio ad un sassolino sulla strada, poi annuisce.

-Adesso pensate a rimanere concentrati! Sapete entrambi che questo saggio è super importante per me. Questa sarà una competizione di livello regionale, ci sarà un'altra squadra e ci saranno dei giudici che assegneranno delle medaglie...

Mi volto a guardarla.

-Possiamo benissimo chiamarla gara, invece di saggio. Sei in ansia?

Annuisce.- Però sono anche gasatissima. C'è una tizia, Francesca Antonacci, capelli nero corvino e occhi da gatta, che mi dà sempre del filo da torcere, soprattutto nello spogliatoio. Pensa di farmi paura. Non ha capito che mi sento incentivata a fare meglio quando qualcuno mi provoca.

-Brava la mia Pen.- Matteo le passa un braccio attorno alle spalle.

Lei arrossisce subito, mentre io me la rido.

-La terrò d'occhio! Comunque, è questo lo spirito giusto! Solo chi non crede in sé ha bisogno di provocare. Evidentemente ti teme perché sa quanto tu sia brava.

Penelope mi sorride.

Arriviamo a casa sua poco dopo. I suoi fratellini e i suoi genitori mi accolgono affettuosamente. Mi fanno anche loro qualche domanda, ma tutte piuttosto generiche.

Poi entriamo nella sua stanza. Un body rosa è appoggiato sul suo letto ed è incartato nel cellofan. Ha tre strisce, una rossa, una blu e una verde, che attraversano la parte che le fascerà il petto. Il materiale di cui è fatto riflette la luce.

-È bellissimo.- le dico.

-Grazie!- le brillano gli occhi.- Lo indosserò direttamente in palestra. Adesso però mi devi aiutare con trucco e parrucco. Voglio lasciare la ciocca rosa libera sulla fronte. Avevo pensato di abboccolarla. Per il trucco, volevo concentrarmi sugli occhi: ombretto rosa con i brillantini, eyeliner, matita nera sulla linea interna degli occhi e mascara, tanto mascara. Sugli zigomi e sulla punta del naso, invece, giocheremo con l'illuminante.

-Bene! Hai le idee chiare. Ma in tutto ciò io cosa dovrei fare?- prendo in braccio uno dei pupazzi che ha sul suo letto.

Quanto mi era mancata questa stanzetta!

-Mi sembra ovvio: mi aiuterai a realizzare ciò che ho in mente.

Scoppio a ridere.

-Non so se te nei sei accorta, ma non mi chiamo Diego Della Palma, ma Monica mi metto solo il mascara Ranieri.- le faccio presente.

Lei, di risposta, si mette le mani sui fianchi e arriccia il naso.

-Matteo vai a giocare con i mostriciattoli. Io e la signorina che si mette solo il mascara abbiamo da fare.- lo spintona, ignorando ciò che le ho appena detto e le lamentale del biondino.

-Sei pazza! Ti avviso già: affidandomi a me, corri il rischio che ti trasformi in un pagliaccio!

-Esagerata!

Mi prende per il polso e mi trascina in bagno.

***

Penelope è bellissima.

O meglio, lei lo è sempre. In questo momento però ha un'aurea così bella addosso che rimango a bocca aperta.

Alla fine mi ha costretta a vedere un paio di tutorial sul make up che, guardate un po', non hanno fatto altro che riportarmi alla mente una certa persona che si avvale sempre di video su Youtube.

Il risultato finale, però, è venuto meglio di quanto credessi. E mi sono anche tanto divertita.

-Hai visto che mi sei stata d'aiuto? Chi altri, se non te, avrebbero potuto mettermi così bene l'illuminante e aggiustarmi i capelli in questo modo?- si pavoneggia davanti allo specchio.

-Beh... in effetti. Credo che neanche Jeffree Star avrebbe potuto truccarti così bene.- mi metto a ridere.

-Ora non esageriamo! Comunque... - si fa seria tutta d'un colpo. -grazie, Mony!- si volta verso di me e mi stringe le mani.

-E di che! Sei meravigliosa.- le sorrido.

Si alza in piedi e mi abbraccia.

Oggi vogliono farmi piangere tutti, ho capito!

-Senti, so che abbiamo detto che ce ne parlerai dopo e so che fra pochi minuti dobbiamo uscire di casa se no faccio tardi, ma sei sicura di stare bene? È da quando ti ho vista alla stazione che ho notato che hai una faccia strana. C'è qualcosa che vuoi dirmi prima della gara?- parla tenendomi ancora tra le sue braccia.

Diniego con il capo anche se vorrei dirle tutto già da adesso. Non è per niente semplice tenersi dentro tutte le meravigliose sensazioni aggrovigliate alla confusione che provo.

-Sicura?

-Sto bene, davvero. Non voglio dirti nulla adesso perché voglio che pensi solo a te in questo momento.- la allontano leggermente da me, per guardarla negli occhi.

Annuisce, mordendosi le labbra.

-Posso almeno sapere se per caso è successo qualcosa tra te e il tipaccio?

Abbasso lo sguardo. Poi scrollo le spalle.

-Beh? Non rispondi?

-Sì, no, forse... Può darsi...- abbasso lo sguardo.

-Chiarissima!

Scoppio a ridere.

-Bella o... brutta?

-Direi... bella.

Sospira e sorride.

-Sono certa che l'effetto farfalla ha colpito ancora! Non vedo l'ora di sapere cos'è successo.

L'effetto farfalla. Già, me n'ero proprio dimenticata!

***

Io e Matteo siamo seduti in alto, nell'ultima fila. I suoi genitori e i suoi fratellini, invece, sono seduti due file sotto di noi, e sono già muniti di festoni e bandierine.

Rispetto a quando siamo arrivati,  la palestra si è riempita di gente. Accanto a noi ci sono due famigliole chiassose che esibiscono, anche se le ragazze non sono ancore scese, due mega cartelloni.

Anche il mio migliore amico ne ha preparato uno. C'è scritto su: "Forza Penny, sei la migliore!!!!". Lo tiene però piegato sulle ginocchia. È abbastanza intelligente da capire quando sarà il momento giusto di sollevarlo.

Manca poco all'arrivo delle ragazze e nel frattempo non abbiamo fatto altro che vedere foto sul suo cellulare. I suoi genitori sono partiti, la settimana scorsa, per una vacanza in Egitto e gli hanno mandato una serie di foto bellissime. Lui ha preferito rimanere qui per stare con Penelope.

-Sul cartellone avresti potuto aggiungere qualche cuoricino, invece di abbondare con i punti esclamativi.- gli do una gomitata.

-Che? Perché?

Fa il finto tonto, ma le sue orecchie, rosso pomodoro, lo tradiscono immediatamente. Ha rinunciato ad un viaggio per Sharm el-Sheikh e mi chiede anche il perché.

-Non c'è bisogno che ti risponda.

Mi guarda un attimo, mordendosi l'interno della guancia. Gli occhi azzurri brillanti mi ricordano quelli di Zeno.

-Si capisce, eh?

Poggio la testa sulla sua spalla. Mi fa così tanta tenerezza, in questo momento.

-Cosa? Che sei innamorato perso di lei? Beh sì, io l'ho capito già da sette anni.

Non risponde.

-Oggi potrebbe essere il giorno giusto per aprirle il tuo cuore e smetterla di fare il rincitrullito.

-Rincitrullito? Io?- con la coda dell'occhio lo vedo inarcare le sopracciglia. Sembra quasi offeso dalle mie parole.

-Tu.- faccio l'ermetica.

Sospira.

-Prova a pensare se un fan oggi le portasse, al termine della gara, un bel mazzo di fiori e le chiedesse il numero. Tu come reagiresti?

Lo vedo irrigidirsi. Beccato!

-Beh... non lo so... io...- si ferma.

-Non succederà perché sei tu il suo più grande fan e quindi sai già come comportarti.- mi rimetto dritta, poi gli do un pizzicotto sul braccio.

-Ahi!- si lamenta.- Cos'è, la vacanza a Torre Bella ti ha fatta diventare una sorta di Cupido?- fa una smorfia.

-Ehi, non sono stata in vacanza!- mi imbroncio.- E poi, non serve essere il dio dell'amore per capire certe cose.

Rimane in silenzio. Sono sicura che stia pensando a ciò che gli ho detto.

Poi, poco a poco, iniziano a venire altre persone. I bambini e i ragazzi sono in maggioranza.

Do una sbirciata verso il basso. In campo ci sono tutti i vari attrezzi ginnici: la trave , il cavallo per i volteggi e la pedana elastica. Vicino a una delle pareti è già disposta quella che deve essere la giuria. Ci sono, infatti, due uomini e una donna, vestiti di tutto punto e adesso intenti a passarsi delle carte. Un piccolo ventilatore posto sulla scrivania dove sono seduti, li rinfresca.

Ammetto di invidiarli. Vorrei anch'io un ventilatore adesso!

Prendo poi il cellulare. Mancano poco più di dieci minuti all'entrata in scena della ginnaste.

Noto subito dei messaggi su whatsapp da parte del gruppo della mia classe. Alcuni stanno postando le foto delle loro vacanze. Quelle che mi divertono di più sono quelle di Fosca: è andata in Transilvania. C'era da immaginarselo!

Quando sto per uscire dall'applicazione, però, il mio dito sfiora accidentalmente,- lo posso giurare!- il contatto di Gioacchino.

La schermata dei nostri messaggi è quasi vuota. Ce n'è solo uno che recita: "Monica la monaca, il bagno è libero". Risale alla nostra prima settimana a Torre Bella.

Sulla barra bianca in cui si scrivono i messaggi il cursore lampeggia invitandomi a fare qualcosa che non ho il coraggio di fare.

Il mio cuore salta un battito quando noto che è online. Cavoli!

Aspetto qualche secondo in attesa di non so cosa.

Dalla sua foto del profilo, i suoi occhi mi guardano sorridenti.

-Sei nervosa?

-Cosa?

Mi volto sorpresa verso Matteo.

Di risposta lui punta lo sguardo verso il basso. Lo imito. Mi accorgo solo adesso di star battendo il piede destro con frenesia. Mi impongo di tenerlo ferma.

-Oh sì, per Penelope... sì.

Lui annuisce, poi ritorna a guardare davanti a sé.

Ritorno così a guardare la schermata dei messaggi e per poco non mi si ferma il respiro quando noto che la scritta "online" è stata sostituita da quella "sta scrivendo".

Mi sta scrivendo? A me? E cosa?

-Mony, sono arrivate.

-Eh? Chi? Cosa?

"Sta scrivendo...", sta scrivendo cosa? Sbrigati!

-Le ginnaste. C'è Penelope. Ci sta guardando.- parla concisamente.

Sono state puntuali. Mi costringo a distogliere lo sguardo dal telefono e a puntarlo verso le dodici ragazzi, divise in due squadre da sei, che stanno entrando dalla porta principale.

Tutte alzano il braccio destro e salutano il pubblico, mentre un presentatore munito di microfono le accoglie descrivendo come procederà il saggio.

Effettivamente, non me n'ero accorta prima, ci sono anche delle telecamere accese. Che qualche rete locale trasmetta la gara?

Lo chiedo a Matteo e mi conferma che una rete locale ci sta riprendendo.

Quando finisce di parlare, il microfono viene ceduto ai due allenatori delle due squadre e al direttore della palestra.

Penny parlotta con qualche sua compagna, poi ci guarda sorridendo. Io ricambio il saluto, formando poi con le dita la forma di un cuore.

-È bellissima, non è vero?- Matteo si è imbambolato.

-Lo è. – concordo, ridendo della sua reazione.

È quando il cellulare vibra tra le mie mani che mi ricordo che Giordana mi stava scrivendo un messaggio. Sblocco allora lo schermo, che nel frattempo si era spento, e con il cuore a mille vedo cosa mi ha inviato.

Niente.

O meglio, mi ha inviato solo una cosa: una virgola.

Strabuzzo gli occhi ed esco e rientro nell'applicazione più di una volta.

Ma non cambia nulla.

Una. Virgola. Ha impiegato minuti interi solo per una virgola.

Ma che significa? Che sia un linguaggio in codice?

La voce "sta scrivendo" ha ceduto il posto a "ultimo accesso oggi alle 17.03".

Faccio allora la cosa più banale del mondo, anche se mi sento piuttosto ridicola nel farla. Vado su Google e digito: "Cosa significa quando un ragazzo ti invia una virgola come messaggio?". I risultati che mi escono, però, sono abbastanza scarsi e deludenti. Su un sito una ragazza risponde : "Che il tipo è fuori di testa". Beh, non deve avere tanto torto!

È il suono di un fischietto che mi riporta alla realtà. Sarà meglio che pensi ai miei amici, adesso.

Ci penserò dopo a Giordana.

***

L'ultima fatica a cui Penelope deve sottoporsi è l'esibizione di corpo libero.

Rimane solo lei della sua squadra. Le altre della squadra avversaria, Francesca Antonacci compresa, hanno già finito. Dopo di Pen, avremo finalmente i risultati finali. La mia migliore amica ha avuto dei punteggi abbastanza alta sia negli esercizi sulla trave, sia in quelli alle parallele.

So quanto ci tenga ad arrivare sul podio, non solo perché si impegna sempre tanto durante gli allenamenti, ma perché c'è la possibilità che partecipi a competizioni di livello sempre più alto.

Ridacchio quando parte la canzone su cui si esibirà: "Kiss Kiss" di Tarkan. Ogni tanto ci è capitato di ascoltarla mentre eravamo insieme. La sua melodia arabeggiante ci è sempre piaciuta.

Inizia subito alternando dei passi di danza a dei salti spettacolari che la rendono simile ad una libellula.

Riconosco il flic indietro e la rovesciata in avanti.

Non sono un'esperta, ma noto subito come sia migliorata rispetto agli anni precedenti. È più agile, più elastica, più sicura di sé. Ma, d'altronde, non mi aspettavo nulla di meno. Fin da quando eravamo piccole è sempre stata una persona ambiziosa e determinata, pronta ad ogni sacrificio per raggiungere i suoi obiettivi.

Anche le sue compagne sono state bravissime, ma lei ha quel qualcosa in più... quel fattore x, che la rende speciale e unica in tutto il suo splendore.

Si muove con leggiadria e velocità, andando a tempo con le note della canzone.  Riesce a mozzarmi il fiato e a farmi battere forte il cuore quando fa alcuni movimenti che danno l'impressione che stia volando.

Matteo, al mio fianco, la guarda con le labbra dischiuse e gli occhi sgranati. Mi è inevitabile non mettermi a ridere. Sarebbero così carini insieme!

La giuria, dall'altra parte, non lascia trasparire alcuna emozione. Quando uno di loro guarda, l'altra scrive, e viceversa.

Pochi attimo dopo la canzone finisce e lei conclude la scenografia mandando un bacio volante nella nostra direzione. Io e il mio amico ricambiamo.

Prima di avere il risultato finale, i giudici si congedano uscendo dalla palestra.

Alle ragazze vengono invece dati asciugamani e bottigliette d'acqua.

Dall'altra parte io ho il cuore in tumulto a causa dell'ansia, neanche fossi io quella a dover essere giudicata.

-Devono darle come minimo la medaglia d'argento e farla poi gareggiare alle nazionali. Ma hai visto com'è stata brava?

-Sono d'accordo. È stata spettacolare!- rispondo al mio amico.

Nell'attesa, i miei occhi rimangono incollati su di lei. Parlotta con alcune ragazze della sua squadra. Beve dalla sua bottiglietta. Poi si siede. Poi si alza in piedi e fa su e giù lungo la parete. È nervosa, molto nervosa.

Dieci minuti dopo, la giuria è di ritorno. Mostrano subito i fogli con i diversi punteggi agli allenatori. Questi si avvicinano alle due squadre.

Francesca Antonacci, una ragazza dai capelli rossi e Penelope, per nostra immensa gioia, vengono selezionate tra le tante. I due allenatori le prendono per mano e le conducono di fronte alla giuria.

C'è fermento nell'aria. Alcuni spettatori fanno dei fischi e suonano le trombette.

Il presentatore, seguito da una cameraman, descrive questo momento finale fatto di attese e di ansia.

Matteo al mio fianco mi prende la mano e la stringe con fermezza. È chiaramente agitato. Ammetto di esserlo anch'io, ma sono fiduciosa perché credo in Penelope.

Pochi altri istanti e viene annunciato il terzo posto: se l'è aggiudicato la ragazza con i capelli rossi. Si chiama Marta Molinari.

Una pioggia di applausi investe la palestra. Qualcuno grida "Forza Marta!" . Il tutto dura per diversi minuti.

Quando cala di nuovo il silenzio, la signora della giuria si alza in piedi, prende la medaglia d'argento e quella d'oro e si schiarisce la voce.

Si avvicina alle due ragazze e si pone di fronte a loro.

Francesca Antonacci la guarda dritto negli occhi. Si sta mostrando sicura ma sono certa che dentro di lei ci sia un tornado.

Penelope, invece, alterna i suoi sguardi. Vedo i suoi occhi guardare prima verso il basso e poi verso la giudice. È chiaramente tesa.

Poi succede.

Nel momento in cui la medaglia d'oro viene messa al suo collo, quello di Penelope, io e Matteo rimaniamo prima immobili, congelati sul posto, in seguito ci alziamo in piedi e saltiamo ripetutamente. Non ci accorgiamo nemmeno del fatto che la giuria le stia stringendo la mano.

Penelope Pace, la mia migliore amica, ha vinto la medaglia d'oro.

Grida, applausi, coriandoli si diffondono nell'aria e tutto diventa una grande festa.

Il presentatore le si avvicina con il microfono, mentre la sua squadra esulta con lei. Alcune persone del pubblico le chiedono anche una foto.

Solo quando ci sembra che ci sia meno fermento, ci affrettiamo a scendere le scalette che portano giù e una volta vicini a Penelope, la quale si è messa a piangere dalla gioia, la stritoliamo nelle nostre braccia.

All'abbraccio di gruppo si aggiungono anche i suoi genitori, mentre i suoi fratellini si mettono a suonare le trombette con l'entusiasmo tipico dei bambini.

Quando ci stacchiamo, Penelope scoppia a ridere e biascica qualcosa come "Non riesco a crederci!". Le lacrime le scorrono sulle guance rosse e un bel sorriso le si dipinge sulle labbra.

Anche se attorno a noi c'è tanta confusione, ci sembra di essere soli. Tutti e tre chiusi in una bolla che custodisce il nostro affetto.

Succede poi qualcosa di ancora più bello e, per quanto mi riguarda, ancora più inaspettato. Mentre i genitori e i fratellini di Penny si allontanano per prenderle il mazzo di fiori che hanno lasciato in auto, lei si avvicina a Matteo, si alza in punta di piedi e lo bacia.

Sulle labbra.

Avviene tutto così all'improvviso che la mia prima reazione è quella di spalancare gli occhi. Cosa sta succedendo? 

Sono senza parole.

Matteo, dall'altro canto, se in un primo momento reagisce come me, sgranando gli occhioni azzurri, si lascia poi andare.

La prende tra le braccia, la solleva da terra e poi volteggia, non staccando le labbra dalle sue.

Io, finalmente di nuovo lucida, caccio un piccolo urlo e poi mi metto a ridere.

Era lui quello che doveva fare il primo passo, ma poi è stata lei a stupirci tutti.

Come sempre, d'altronde. Penelope ha sempre avuto la straordinaria capacità di lasciare tutti a bocca aperta. Ed è questo uno dei tanti motivi per cui spero che avrò sempre un posto nella sua vita, al suo fianco.

***

-Oh e andiamo! Mi farete venire il diabete!

Spintono i due piccioncini che adesso si tengono per mano e scuoto la testa, divertita.

-Non mentire, Monica, sappiamo entrambi che non vedevi l'ora che succedesse quel che è successo.- mi fa l'occhiolino Matteo.

-E va bene, è vero, lo ammetto.- mi metto a ridere.

Come programmato, adesso siamo vicino al lungomare. Penelope si è cambiata, ha fatto un brindisi con la sua famiglia e poi tutti insieme siamo andati a fare una passeggiata.

I miei migliori amici hanno le guance rosse e gli occhi lucidi. Insieme sono uno spettacolo di inestimabile bellezza.

-Sapevo comunque che sarebbe successo! Mi chiedo come abbiate fatto a non dichiararvi prima! Avete chiaramente una cotta l'uno per l'altra da secoli.

Entrambi si guardano sorridenti. Poi scrollano le spalle, imbarazzati.

Se continuano così, faranno uscire la fangirl che è in me.

-Ma quindi adesso posso ufficialmente considerarvi fidanzati?

-Assolutamente sì.- Matteo prende la mano di Penelope e se la porta alle labbra. Ne bacia il dorso.

-Se non fosse stato per me, però, altro che fidanzati!- Pen lo guarda con le guance tutte rosse.- Ti saresti mai dichiarato? Sentiamo! Anzi no, lasciamo perdere! Ringrazia il mio lato più folle e il fatto che mi ero promessa che se avessi vinto ti avrei baciato.

-Ti ringrazierò dandoti milioni di baci, va bene?

-Idiota!- lei gli dà una gomitata. Noto però un sorrisetto timido fare la comparsa sul suo viso.

Continuiamo a parlare del saggio e del loro bacio, mentre ci lasciamo cullare dal mare in lontananza e dalla sabbia soffice che ci accarezza la pelle.

Sono le otto di sera, il cielo è ancora luminoso e tanta gente si diverte spensierata per le strade.

Questa atmosfera mi riporta agli ultimi giorni trascorsi a Torre Bella. A me a quel testone che mi ha mandato una virgola come messaggio.

-A proposito, Pen...- mi schiarisco la voce.- sai cosa significa quando un ragazzo ti manda una virgola su whatsapp?

Che domanda ridicola. Ne sono consapevole.

-Un ragazzo?- fa Matteo.

-Giordana ti ha mandato una virgola come messaggio?- Penelope è più perspicace.

Annuisco, abbassando lo sguardo.

-Probabilmente è rimasto imbambolato davanti alla chat per diversi minuti, incapace di decidere se mandarti un messaggio, e magari così facendo farti capire che stava pensando a te, oppure se ignorarti e non fare nulla. Alla fine è stato il suo dito a scegliere per lui e, accidentalmente, ti ha inviato la prima cosa che gli è capitata sotto tiro. Comunque,- allunga le "u".- a tal proposito, è arrivato il tuo momento di dirci cos'è successo tra te e lo zuccone. Posso ancora chiamarlo così, vero?

Mi volto a guardarla.

Lei mi fa un sorriso sghembo. Sembra che... che sappia qualcosa! Ma come? Non le ho detto nulla...

-Cosa...?- piego la testa di lato e la guardo smarrita e confusa.

-Negli spogliatoi mi sono messa a pensare ad alcuni particolari che riguardano te e il tipaccio e credo di aver capito cosa succede.

Dischiudo le labbra, sorpresa.

-Sono Penelope Pace, medaglia d'oro alla gara di ginnastica artistica regionale, che ti credi?- continua.

Malgrado la mia confusione, mi metto a ridere.

-Adesso non montarti la testa!- la prendo in giro.

-Ma che succede? Io non ho capito niente! Ma vabbè. Ci sediamo lì?- Matteo indica un bar poco distante da noi.

Annuisco e insieme ci avviamo. È arrivato il momento di raccontare cos'è successo, dall'inizio.

***

Sono arrivata alla parte finale del racconto.

Mi fermo.

Se all'inizio i miei amici mi hanno bacchettata per aver ommesso loro diversi dettagli importanti,- A Penelope è dispiaciuto che non le abbia raccontato di quando ho aiutato Giordana il giorno del quasi incendio e di quando abbiamo parlato da soli in spiaggia e di quando... beh, sì, un po' di tutto!- adesso che sto per avvicinarmi alla parte del bacio, sono in silenzio.

Si capisce che Matteo è in imbarazzo dal fatto che stia succhiando dalla sua cannuccia anche se nel suo bicchiere non c'è più niente.

Penelope, invece, mi sorride. Non so cosa le stia passando per la mente.

-C'è qualcos'altro, vero? Lo vedo dai tuoi occhi. Avanti, continua!- mi esorta.

Mi schiarisco la voce, imbarazzata.

-E niente... poi mi ha avvicinato a sé e...

-E che fatto? Ti ha messo le mani addosso? Giuro che se ti ha fatto qualcosa io...

-Matteo!- lo riprende quella che è ormai la sua ragazza.- Ma che cavolo dici? Come puoi interromperla nel bel mezzo del racconto?- le si forma una ruga al centro della fronte.

Matteo sbuffa, poi torna a fare silenzio.

Mi schiarisco di nuovo la voce.

-Cisiamobaciati.- dico in fretta.

-Cosa?- domandano all'unisono.

Matteo ha quasi sputato la cannuccia.

-Puoi ripetere?

-Io e Gioacchino Giordana ci siamo baciati.- ripeto con più calma.- Sulle labbra. Mi ha baciato lui per primo, a dir la verità.- giochicchio con il mio cucchiaino. La mia granita è ormai quasi del tutto sciolta.

Mi guardano con le bocche dischiuse.

Poi, con mia sorpresa, Matteo mi lancia un'occhiataccia, si alza e se ne va.

-Ma che gli prende?- faccio preoccupata.

-È geloso.- dice Penelope, prendendo posto dove stava lui e facendoci così trovare l'una di fronte l'altra.

Aggrotto le sopracciglia.

-Geloso? Cosa? Gli piaccio anch'io?- sgrano gli occhi.

-Ma no, scema! È geloso di te come amico, non come ragazzo. – mi dà uno scappellotto sulla mano. - Si sta facendo sicuramente un sacco di film mentali che vedono te e lo zuccone, ops... Gioacchino, di nuovo amici, e quindi teme che tu possa mettere da parte ciò che c'è tra di voi.

-Oh!- non so che altro dire.- Ma non lo farei mai! Vi ho già detto che le cose tra di noi non sono ancora molto chiare. E poi, anche se le cose tra me e Giordana tornassero come prima, perché dovrei spezzare il legame che c'è tra me e lui? Devo andare a parlargli subito.

Faccio per alzarmi, quando la mano della mia amica si poggia sulla mia.

-Aspetta! Lasciagli sbollire un po' di rabbia, vedrai che fra poco tornerà da solo. Adesso parliamo un po', ti va?

Ritorno a sedermi. Poi annuisco.

-Prima di tutto: perché non mi hai raccontato tutto ciò che ci hai appena detto, nelle nostre telefonate? Non ti fidi dei miei consigli?- fa un'espressione dispiaciuta.

-Oh no, no di certo!- le prendo la mano e la stringo nella mia.- È solo che... mi sentivo in imbarazzo. Non sapevo neanch'io cosa mi stesse succedendo e come interpretare certe situazioni e... a dirla tutta non lo so ancora. Mi dispiace...- le rispondo, dispiaciuta che possa aver pensato che non mi fidi di lei.

Lei annuisce e abbassa lo sguardo.

-Per questa volta ti scuso, ma che non ti venga in mente di tenerti tutte queste cose per te la prossima volta, va bene?- mi fa l'occhiolino.

-Va bene, scusami ancora.- sorrido.

-Passiamo adesso alle cose serie: come è stato il bacio? Ti è piaciuto?- intreccia le dita delle mani sotto il mento.

-Penelope!- arrossisco.

-Che c'è? –fa l'innocente.

Istintivamente mi porto le dita alle labbra e le tocco.

-È stato... bello. Forse la cosa più bella che abbia mai provato...

-Voglio i dettagli.- mi guarda maliziosa.

-Cosa vuoi che ti dica esattamente?- mi imbarazzo.

-Vorrei che mi dicessi come ti sei sentita, però se vuoi riferirmi anche se è bravo a limonare, mi va bene.- mi fa un occhiolino.

Ridacchio istericamente. Preferisco decisamente dirle cosa ho provato, piuttosto che descriverle com'è Gioacchino nell'ars amatoria.

Mi prendo qualche istante prima di rispondere.

-Dunque.- mi schiarisco la voce per l'ennesima volta.- Mi batteva forte il cuore quando è successo.- inizio.- È stato tutto così inaspettato, in fondo ci eravamo battibeccati solo pochi minuti prima, ma allo stesso tempo così... giusto. Come se quello fosse il momento perfetto per farlo succedere. Lui è stato... molto dolce con me... non lo so... non sembrava neanche la solita persona! Per tutto il tempo mi ha tenuta stretta a se con un braccio, mentre con la mano libera mi accarezzava i capelli. Le sue labbra erano... morbide e si muovevano sulle mie con calcolata lentezza. Sembrava come se mi chiedesse il permesso ogni volta che le sfiorava.- solo al ripensarci, il mio cuore salta un battito.- Quando abbiamo smesso di baciarci, o meglio quando lui ha smesso di baciarmi, perché io mi sentivo un po' rintontita e nella mia inesperienza non ho fatto chissà cosa, mi ha sorriso e mi ha stretto a sé per qualche secondo. È stato... surreale e proprio per questo... magico.- concludo.

Penelope sorride e batte la mani.

Qualche cliente si gira a guardarci, così la invito a calmarsi.

-Okay, scusa, mi sono fatta prendere la mano! È solo che la situazione tra voi due è più seria di quanto pensassi. Vorrei potessi guardarti come ti sto guardando io. Ti brillano gli occhi!- mi punzecchia il braccio.- Ti rendi conto che non è stato solo un semplice bacio tra voi due, vero?

Inarco un sopracciglio e la guardo interrogativa.

Lei, di risposta, fa un bel respiro.

-È stato il tuo primo bacio, zuccona!- mi dà un pizzico.- Hai dato il tuo primo bacio ad un ragazzo che odi.

-Non ho mai detto di odiarlo.- intervengo prontamente.- Non lo sopporto... o almeno non lo sopportavo, questo sì, ma non sono mai riuscita ad odiarlo.- le confesso.- Mi hanno sempre dato fastidio diversi suoi comportamenti e mi ha ferita tante volte, ma non l'ho mai odiato.

Annuisce.

-E Zeno?- continua.

-Cosa?

-Ti piace?

Deglutisco, presa alla sprovvista.

-Mi piace come persona. Mi trovo benissimo in sua compagnia e penso che siamo degli spiriti affini ma...

-Ma non ti batte forte il cuore quando gli stai accanto, vero?- piega la testa e mi guarda come se sapesse già tutto.

Beh, forse è vero che sa già tutto.

-No... non sento le farfalle nello stomaco.- confesso. Poi abbasso lo sguardo e sospiro.

-Sai perché non hai mai odiato Giordana?

Non so se la sua sia una domanda retorica o se voglia che le risponda.

-Perché ti piace.- risponde prima che abbia il tempo di capirlo.

Lo dice come se fosse la cose più naturale del mondo.

Spalanco gli occhi(oggi mi succede spesso!) e la guardo.

-Perché mi guardi così? È lapalissiano, tesoro! Tu hai una bella cotta per Gioacchino Giordana e, date le cose, devo ricredermi e dirti che secondo me non hai mai smesso di averla. Te lo ricordi il gioco dei contrari, no?

Annuisco.

-Grazie a quel gioco finalmente mi apristi il tuo cuore e mi confessasti che ti piaceva e che ne eri innamorata. Certo, non direttamente. Ti ricordi che il gioco consisteva nel dire esattamente il contrario di quello che si pensava per evitare l'imbarazzo di sbottonarsi troppo? Avevi solo undici anni, ma i tuoi sentimenti erano puri già da allora. E non li hai mai cancellati, Monica.

La guardo e sospiro.

-Non lo so. Dopo tutto quello che è successo tra me e lui, adesso mi sento solo confusa.

-È naturale che tu lo sia, ma ti dico che è così. Gli avresti dato il tuo primo bacio se non ti fosse piaciuto?

Non c'è bisogno che ci pensi.- No. È solo che... non mi capacito di come possa piacermi una persona che mi ha trattato così male in questi anni. Il mio cervello mi dice che devo stargli alla larga, ma il cuore mi dice che non potrei mai riuscirci, non quando si comporta così dolcemente con me. Sono una masochista?- domando preoccupata.

Lei scuota la testa, ridacchiando.

-Temo che se ammettessi che mi piace, annichilirei tutti questi anni in cui lui mi ha trattato come se fossi una cartaccia da calpestare ripetutamente. – le confido.

Penelope annuisce, ritornando seria. Poi intreccia le sue dita alle mie e mi guarda con intensità.

-Giordana è stato pessimo con te in tutti questi anni e non ti biasimo! Sai bene quanto io lo abbia detestato, e quante volte avrei voluto picchiarlo per tutte le cose che ti ha fatto passare Però forse, in cuor suo, non ha mai smesso di essere il ragazzino con cui ti trovavi così bene. E tu hai avuto modo di notarlo più di una volta, come quando si è preoccupato che non prendessi freddo quando il gatto di tuo nonno è salito sul tetto, o quando ti ha dedicato un goal... Sei fatta di carne e di ossa, Monica, e quando eri piccola avevi una cotta così forte per lui che mi chiedo come non se ne sia mai accorto. Dopo tutto quello che mi hai raccontato, soprattutto il momento in cui lui ha iniziato a versare lacrime e a dirti cose apparentemente senza senso come quella in cui diceva che lo stavi lasciando di nuovo, sono certa che sia successo qualcosa di cui io e te non sappiamo ancora nulla. Qualcosa che lo ha ferito.

-E cosa devo fare?- intensifico la stretta delle nostre mani.- Come posso capire cosa è successo tra di noi?

-Semplice: dovete comportarvi da persone adulte e parlarne.- fa spallucce.

-Non è così semplice: è sempre stato evasivo quando ho tentato di capirci di più.- abbasso lo sguardo.

-Insisti! Ti ha baciato, per la miseria! Non può mica ignorare il fatto che dobbiate confrontarvi, per sempre.  In più è chiaro, e bada mi costa ammetterlo, che anche a lui piaci tanto. Non riesco ancora a credere che ti abbia fatto una scenata di gelosia ieri sera.- si mette a ridere.- In vino veritas... è proprio vero.

-Non è poi così sicuro che gli piaccia. Probabilmente lui...

-Lui cosa?- mi interrompe.- Se non gli fosse interessato nulla di te, come ha professato negli ultimi anni, fidati che non gli sarebbe importato nulla se tu e Zeno vi foste baciati sulla spiaggia. E poi lo ha anche sfidato a flipper, suvvia Monica, è una dichiarazione di guerra vera e propria.- ride.

Ridacchio anch'io, con il cuore, adesso, un po' più leggero.

-Allora, lo ammetti? – continua.

-Cosa?- ritorno a guardarla negli occhi.

-Che Giordana ti piace?

Faccio un bel respiro.

-Sì, mi piace e anche fin troppo.

-Bene, allora non è necessario.

-Necessario cosa?- inarco un sopracciglio.

-Fare la prova del nove: volevo dirti una cosa per vedere la tua reazione. Se ti fossi mostrata gelosa, allora avresti avuto la certezza che ti sei presa di nuovo una cotta per quello zuccone.

Corruccio la fronte.

-Quale cosa? Gelosa?- mi preoccupo.

Penelope si schiarisce la voce.

-Ora non agitarti! Non è nulla di che! Ho solo visto nel profilo Instagram di Eva una foto in cui loro due erano insieme e sotto cui lei ha scritto: "Il mio Gioacchino.", cuoricino, "Non assomiglia a Sam Claflin?".

-Cosa?- alzo la voce.- Il mio Gioacchino? Ma quando? Ma dove? Ma è pazza?- stringo i denti.

Penelope, di risposta, libera le nostre dita e prende il suo cellulare.

-Ho iniziato a seguirla con un account falso e questa mattina mi è comparsa questa foto.

Poggia il telefonino sul tavolino e me lo avvicina.

Sullo schermo c'è una foto che ritrae Eva e Gioacchino. Sono entrambi in costume da bagno. Capisco subito che se la siano scattata ieri, in spiaggia. Si vede lei che gli stringe il braccio e che lo guarda con un sorriso a trentadue denti, mentre lui guarda la fotocamera con le labbra piegate in un mezzo sorriso. Non saprei dire se sia felice o meno. So solo che non mi piace questa foto. Per niente!

-E non è l'unica foto in cui sono insieme.

-Bene...- mi mordo le labbra.

-Monica,- mi stringe la mano.- Eva può mettere tutte le foto che vuole. Gioacchino ha baciato te perché lo voleva, non per uno stupido gioco. Non ti basta questo?-mi sorride, provando a confortarmi.

-Per il momento sì.- annuisco.- Ma non appena tornerò a Torre Bella, gli parlerò. Ho bisogno di capire cosa gli passi per la testa e di dirgli anche quello che provo.- faccio decisa.

-È una promessa?

-È una promessa.

CONTINUA...

Ciaoo ragazze! <3 Come state?

Parto con lo scusarmi per l'immenso ritardo con cui ho pubblicato, mi rendo conto di avervi fatto attendere a lungo per questo capitolo, però tra l'università e l'ispirazione ballerina ho fatto fatica a terminarlo prima di oggi. Ammetto che, comunque, non sono completamente sodisfatta di ciò che è venuto fuori, però non volevo farvi aspettare ancora, quindi mi sono buttata. Spero che a voi, invece, questo capitolo sia piaciuto!^_^

Vediamo Monica di nuovo insieme alla sua famiglia e ai suoi due migliori amici. A tal proposito, vorrei scusarmi in anticipo se ho fatto qualche imprecisone per guarto riguarda la ginnastica artistica e la gara di Penny. Non sono un'esperta del settore e mi sono aiutata con internet! :)

Cosa ne pensate dei Mattelope(?), vi piacciono? A me tantissimo!*^* E della conversazione tra Penelope e Monica? Siete contente che finalmente Monica abbia confessato che le piace Gioacchino? E lui? Stava davvero pensando a lei quando le ha inviato quella benedetta virgola?xD

Se vi va, lasciatemi un commento. Sapete quanto mi facciano piacere! :D

Grazie, come sempre, a voi che leggete, votate e commentate i miei capitoli. Siete dei tesori <3

Vi auguro un felice NATALE e un meraviglioso ANNO NUOVO! Che vi porti felicità e cose belle. Mangiate tanto e divertitevi!<3

Vi anticipo che tra i miei buoni propositi del nuovo anno, conto di terminare questa storia e di portarne avanti un'altra, già in cantiere!<3

All'anno prossimo, un bacione,

Rob

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