Back to the start

Par daffodilss_

2.6K 476 408

Stiles e Lydia erano come due pianeti differenti che viaggiavano sulla stessa orbita: separati ma costantemen... Plus

1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
AVVISO
8.
9.
10.
Characters!
12.
13.
14.
15.
16.
17.
18.

11.

87 19 8
Par daffodilss_

Sette anni prima.

"Stiles."

Il piccolo si rigirò nelle coperte, tenendo gli occhi chiusi.

"Stiles, svegliati."

La giovane Martin lo scuoteva pian piano per poterlo svegliare, ma il bimbo non sembrava averne minimamente l'intenzione.

"Lydia, che c'è?" Biascicò, aprendo leggermente l'occhio sinistro.

"Dai, alzati!"

Lydia continuava a scuoterlo, senza ricevere risposta, quando poi le venne in mente un modo per poterci riuscire senza troppi sforzi.

"Se non ti alzi, ti faccio il solletico." Minacciò, sussurrando al suo orecchio.

Stiles odiava il solletico, e al solo sentirlo nominare sbarrò gli occhi e si sedette al centro del letto, volgendo lo sguardo verso la rossa.

"Ma chi ti ha fatto entrare?"
"Claudia." Rispose angelicamente.

Stiles sbuffò, strofinandosi gli occhi e, quando tolse la mano, il moretto si accorse di come i raggi solari illuminassero la sua camera e soprattutto la figura al suo fianco, rendendole i capelli color del fuoco e gli occhi due pietre preziose.

"Voglio andare al mare stamattina."

Stiles aggrottò le sopracciglia tenendo gli occhi puntati nei suoi: entusiasti e convinti di quella proposta.

"Al mare? Ma tuo padre non è in viaggio di lavoro?"
"Andiamo con l'autobus, Kit mi ha spiegato come fare!"
"Ma siamo piccoli!"
"Non è vero!"

Lydia si corrucciò e incrociò le braccia, pensando a quanto Stiles certe volte potesse diventare antipatico.

"No Lydia, non possiamo" Rispose lui scuotendo la testa.

"Andiamo, possiamo dire che andiamo al parco!"

La piccola non voleva darsi certo per vinta, così prese Stiles per il polso e se lo avvicinò, per poterlo guardare diritto negli occhi.

Stiles non parlò per qualche istante, cercando di evitare quel contatto improvviso, e così allontanò il viso, nonostante il suo polso rimanesse ancora tra le sue mani.

"No, Lydia, no." Affermò categorico.

Lydia, con le sopracciglia inarcate, gli lasciò il polso e s'alzò dal letto, dirigendosi verso la porta.

La aprì, poi prima di andarsene si girò verso il moro, che intanto osservava ciò che stava facendo.

"Stiles Stilinski, io andrò al mare con o senza di te!"

La piccola varcò la porta stringendo i pugni, poi la chiuse dietro di sé.

Stiles rimase fermo per qualche secondo, pensando che mentire fosse una cosa sbagliata e che non andava fatta.

Poi, d'un tratto, il pensiero di Lydia in un qualsiasi pericolo gli fece accapponare la pelle.

"Lyds, aspetta!"



Quando Lydia arrivò sulla spiaggia quella domenica mattina, pensò che mai era stata più bella.

Anche Stiles pensò lo stesso.
Non della spiaggia, però.

Il bimbo scosse la testa, togliendosi dalla testa il ricordo istantaneo che s'era composto di Lydia, che nella sua salopette di jeans e con i capelli legati in una treccia stava volteggiando nella sabbia, godendosi la sensazione che i granelli le procuravano tra le dita.

"Guarda che bella la sabbia! E' così calda!"

Lydia rise, e così fece anche Stiles.

"Quel tipo dell'autobus ci ha guardato male per tutto il tempo."

La bimba si portò il dito sotto al mento e lo picchiettò, per ottenere un'espressione pensierosa.

"Era solo geloso!" Sentenziò a braccia aperte, buttandosi di sedere sulla sabbia morbida.

"E' vero!"
Stiles rise, poi seguì il suo gesto e si sedette al suo fianco.

I due bimbi cominciarono a chiacchierare, facendo sprofondare i piedini nella sabbia e aggiustando continuamente i capelli che venivano scompigliati dal vento.

Il sole non era fortissimo quella mattina, ma i raggi erano abbastanza luminosi da poter scaldare ogni cosa, anche le zone colpite dal vento.

C'era un'aria piacevole, né fredda e né afosa, che pian piano abbronzava le gote rosee della bimba.

Stiles, invece, assottigliava gli occhi per il sole e si tirava sempre su gli occhiali, sulle cui lenti ogni tanto volava qualche granello di sabbia.

"Questo posto mi porta sempre tanti pensieri."

Lydia, con le mani che prendevano e rilasciavano cumoli di sabbia, si girò verso il moro curiosa.

"Belli o brutti?"
Stiles alzò le spalle, tenendo lo sguardo su quell'enorme distesa azzurra.

"Entrambi, credo."

D'un tratto, senza neanche avvisare, il sole sparì: si nascose dietro le nuvole, raffreddando l'aria che ora era soltanto in balia del vento.

I due bimbi alzarono gli occhi di scatto, osservando come minuscoli raggi solari riuscissero ancora a superare la barriera delle nuvole.

"Si è fatto nuvoloso."

Lydia annuì, ma senza rispondere, troppo impegnata a vedere ciò che aveva trovato nella sabbia.

"Guarda, una conchiglia!"

Stiles si voltò verso la rossa, distogliendo lo sguardo dal cielo, poi una lieve espressione di disgusto gli attraversò il viso.

"Lydia, sai che odio le conchiglie!"
"Stiles, ma questa è bellissima, è rosa!"

La piccola, entusiasta, si rigirava il guscio tra le mani con la bocca semiaperta, pensando fosse una delle conchiglie più belle che avesse mai visto.

Stiles sospirò, arrendendosi al suo entusiasmo, quando si accorse di una gocciolina d'acqua che, d'un tratto, s'era andata a poggiare sulla punta del suo naso.

"Lydia."

Stiles si rimise al piede le scarpe e chiamò il suo nome, ma la piccola era troppo impegnata a passare il polpastrello del pollice sui bordi frastagliati della sua nuova scoperta.

"Lydia, una goccia di pioggia. L'hai sentita?"

La rossa alzò lo sguardo mentre si riinfilava le scarpe e, quando stava per riabbassarlo, una piccola goccia le raffreddò la guancia destra.

"Sì, ho sentito, ma sarà una cosa passeggera."

Stiles, sentendo come la frequenza delle gocce che gli colpivano la testa aumentava, non era affatto sicuro di quell'affermazione.

"Lydia, dobbiamo andare." Disse, alzandosi in piedi.
"Dai Stiles, ora smette!"

Le parole della bimba vennero interrotte da un tuono, che quasi le fece accapponare la pelle.

"No che non smette, hai sentito?!"

Stiles stava quasi urlando, cercando con la sua voce di sovrastare il rumore della pioggia che ormai si faceva sempre più forte, "scrosciante", direbbe suo padre.

"Guarda, andiamo a ripararci là sotto e poi torniamo!"

Stiles, capendo che la rossa non lo avrebbe ascoltato, la tirò su per i polsi e cominciò a trascinarla sul suo passo, per portarla via.

"Stiles, la conchiglia, mi è caduta la conchiglia!"

Lydia si dimenava, ma la presa del moretto era troppo forte ed ormai quel guscio roseo era sprofondato nella sabbia bagnata e rimescolata dal temporale.

Un altro tuono le mise paura, facendola urlare più forte.

"Stiles, aspetta, la conchiglia!"

La bimba continuava ma Stiles non le dava ascolto e non smetteva di trascinarla, per poterla portare via di lì.

"Stiles!"

Lydia, d'un tratto, si liberò dalla presa e rimase immobile, aspettando che il moro si girasse verso di lei.

Davanti agli occhi di Stiles c'era una piccola Lydia Martin infradiciata dalla testa ai piedi, con la bocca serrata e i pugni tremolanti.

Nonostante le lenti fossero ricoperte da quelle piccole goccioline e nonostante la bimba fosse completamente bagnata, Stiles poté vederla sull'orlo delle lacrime, in un'immagine che quasi gli spezzò il cuore.

"Lydia, è pericoloso. Durante la tempesta il mare attira i fulmini, qualcuno potrebbe colpirci, me lo ha detto papà."

Lydia abbassò lo sguardo senza rispondere, con le mani unite tra loro.

"La conchiglia ..." Disse, e le scappò un piccolo singhiozzo.

"Ti ho appena detto che potevamo essere fulminati, e tu ti preoccupi di quella conchiglia!"

Stiles allargò le braccia, urlando dalla rabbia.
"Non avrei mai dovuto seguirti, stupida!"

Fece per riprenderle il polso, ma Lydia lo ritirò non appena si sentì chiamata in quel modo ed offesa.

Gli rivolse uno sguardo gonfio di rabbia, poi ricacciò indietro le lacrime e aggrottò le sopracciglia, camminando verso la stazione degli autobus senza preoccuparsi di lui.

"Lydia, aspetta, non volevo dirlo!"
"Zitto e muoviti, idiota!"




"Mio Dio, ma dove eravate! Eravamo così preoccupati!"

I signori Martin e gli Stilinski, preoccupandosi per il temporale, erano andati al parco e, non avendo trovato i loro figli, s'erano spaventati più di quanto avessero mai fatto.

Natalie e Claudia abbracciarono i due bimbi, fradici e sconvolti, senza preoccuparsi di bagnarsi, e li strinsero più forte che potevano, sollevate che i loro incubi non fossero divenuti reali.

Jeff e Noah s'avvicinarono alle mogli cercando di capire di più di quella situazione e, soprattutto, dove si fossero cacciati i loro figli.

"Scusami mamma, volevo andare al mare da sola, mi dispiace, non lo farò più!" Affermò la piccola ad occhi chiusi, beandosi dell'abbraccio della sua mamma.

"E' pericoloso, ma cosa vi è preso?!"
"Potevate farvi male, lo sapete?!"

I due papà parlarono uno dopo l'altro, severi ma felici che i loro figli stessero bene.

"Scusate, non lo faremo più." Disse Stiles, prima di staccarsi da Claudia ed aggiustarsi gli occhiali.

La donna gli accarezzò la guancia e lo guardò negli occhi.

"Hey, ometto, sei stato bravo a prenderti cura di Lydia nonostante il temporale."

Stiles sorrise alla propria mamma, che intanto continuava a scompigliargli i capelli bagnati, e fece un sospiro di sollievo.

"In ogni caso siete in punizione per due settimane." Affermò Jeff, e Noah lo seguì a ruota.

Lydia strabuzzò gli occhi, portandoli sulle facce severe dei due uomini.

"Ma papà!"
Natalie fece una piccola risata, poi si separò dalla figlia e la prese per mano.

"Poi penseremo a questo, ora andiamo ad asciugarci."



Lydia si stava tamponando i lunghi capelli biondo fragola nella sua camera, ripensando a quella strana giornata.

Sapeva che ciò che era successo era colpa sua, eppure non riusciva a togliersi dalla testa le parole cattive di Stiles e come l'avesse trascinata in giro.

Poggiò l'asciugamano bagnata sul letto, senza curarsi della chiazza umida che si sarebbe creata, e guardo la lampada poggiata sul suo comodino, proprio accanto al barattolo delle conchiglie.

L'immagine del guscio rosa le attraversò la mente, facendola arrabbiare.

"Stiles, sei proprio uno stupido!" sentenziò, poi buttò in un angolo uno dei cuscini bianchi del suo letto.

"Lydia."

D'un tratto, l'attenzione della piccola venne attratta dalla figura di sua madre che apriva lentamente la porta e che portava lo sguardo su di lei.

"C'è Stiles per te, dice che ha una cosa importante da dirti."

La porta s'aprì del tutto e la figura del moretto comparve d'istante, con lo sguardo abbassato e le braccia dietro la schiena.

Lydia scrollò le spalle come se non le importasse, così il bimbo entrò e Natalie chiuse la porta, trattenendo la curiosità di sapere ciò che fosse successo.

Dopo qualche istante di silenzio, Stiles s'avvicinò a lei, che faceva finta di non notarlo.

"Mi dispiace per oggi, ero solo spaventato."
"Io non sono stupida." Affermò la piccola, arrivando diritta al punto.

"Non lo penso."
"Ma lo hai detto."

Lydia incrociò le braccia e si rivolse verso di lui, che intanto si sentiva in colpa.

"Ero arrabbiato."
"Se non volevi venire non eri costretto, potevo andare da sola."
"Non potevo lasciarti da sola, avevo paura che ti succedesse qualcosa."

I due bimbi si guardarono per un po', poi entrambi abbassarono lo sguardo.

"La volevo dare a te."
"Cosa?"
"La conchiglia."

Contemporaneamente i due si guardarono, facendo scontrare gli occhietti vispi e vivaci, comuni della loro età.

"La volevo dare a te."

Stiles rimase in silenzio, sentendosi ancora peggio al pensiero di come l'aveva trattata per essersi lamentata di aver perso quella conchiglia.

"Era bella, e ti volevo ringraziare per non avermi lasciato sola."

Lydia abbassò il volume della voce sempre di più, lasciando che la tristezza prendesse il posto della rabbia.

Stiles, con un'espressione che sussurrava "mi dispiace" al posto suo, si guardò intorno pur di non dover affrontare lo sguardo deluso, quando gli occhi gli si posarono su un coloratissimo barattolo di conchiglie.

"E se me ne dai un'altra? Una di quelle?"
Il bimbo indicò il barattolo, sperando che Lydia riuscisse a lasciar passare la cosa.

Lydia portò lo sguardo più volte da lui al barattolo, senza parlare, poi s'alzò: si diresse verso il barattolo e ne svitò il tappo di alluminio, cercando la conchiglia perfetta.

Stiles le si avvicinò e, quando la raggiunse, Lydia di scatto si voltò verso di lui, porgendogli un pugno chiuso.

Il bimbo le allungò il palmo e lei lo prese, lasciandogli tra le mani una delle sue tante conchiglie.

Stiles vide il contenuto nel suo palmo, mentre lei ne osservava la reazione con sguardo attento, aspettando un commento.

Il piccolo si rigirò quel guscio familiare tra le mani e poi lo strinse a sé, sorridendo alla rossa.

"Me la ricordo, questa conchiglia arancione. Dissi che era dello stesso colore dei tuoi capelli."

Lydia abbozzò un sorriso, sentendo la rabbia scivolarle da dosso: "come acqua sugli ombrelli", pensò.

La piccola annuì e i due bambini si guardarono con un sorriso, concludendo una tacita riconciliazione.

"Stiles, promettimi."

Lydia, senza staccare gli occhi dai suoi, gli porse il mignolo della mano destra, il che stava a significare che si trattava di una promessa importante.

"Cosa?"
"Che non la perderai mai."

Stiles guardò il guscio, poi il mignolo ed infine la rossa, che aspettava una risposta con gli occhi diritti nei suoi.

I mignoli dei due giovani si unirono in una promessa inframgibile e poi il moro, deciso, portò lo sguardo verso il suo.

"Te lo prometto."

E così fece.

Continuer la Lecture

Vous Aimerez Aussi

83.9K 4.2K 59
Chissà perché ci era stato insegnato che i simili erano soliti respingersi, che due menti e due caratteri fin troppo uguali non erano fatti per stare...
175K 6.9K 67
«"Dimmi che non è un addio", così lontana ma anche così vicina» ⇨♥ «Lo sapevo che non te sarebbe andata bene, non sei il tipo de persona che da secon...
20.5K 1K 20
𝐀𝐧𝐠𝐞𝐥 𝐑𝐨𝐬𝐞 è una sedicenne che,dalla sua scuola privata,si trasferisce nella scuola di suo fratello maggiore,Rhys,un ragazzo festaiolo e cas...
18.7K 1.5K 34
Pietro e Beatrice hanno sempre avuto un rapporto complicato. Lo avevano quando si erano appena conosciuti e, due anni e mezzo dopo, la situazione non...