L'Eterna Dannata

By Sky__Dream

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Sequel de L'Eterna Cacciatrice Il tempo scorreva sotto gli sguardi dei due giovani genitori. Il grembo si ing... More

La piccola Victoria
Primo allenamento
Scambio
Addestramento
Prova e ci riuscirai
Un mate per un demone
Fuggiamo
Sperduta
Ribelli
Only you
Incontro
Tu sai chi sono
In cella
I gironi
La nube
Eva
Cella
Il ballo
Vecchi ricordi
Il futuro
Vendetta

Terra straniera

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By Sky__Dream

"Benvenuta a Kadnikov, città della Russia occidentale. Ci troviamo nell'Oblast' di Vologda. E questa, per i prossimi tempi, non sarà altro che la tua, o meglio nostra, casa" iniziò Baal poggiandomi su quel letto con intarsi in legno e grandi coperte per protegge le persone dal freddo glaciale di quel luogo.

"I ragazzi?"

"Loro hanno preferito una casa più vicina alla foresta, un modo da poter manifestare la loro natura con abbastanza tranquillità da poter uscire di casa già in forma demone. Noi invece dovremo resistere e prima riuscire ad allontanarci dai cittadini e da occhi indiscreti. Sai qui si dice che nel tempio si aggiri una Veggente"

"Una veggente? E che cosa ci sarebbe di male?"

"Vedi le veggenti sono una stirpe di giovani sacerdotesse nate migliaia di anni fa, circa qualche decennio dopo la caduta. Esse nacquero su volere di Nelkhael, angelo della saggezza, che, prevedendo che molti angeli e demoni si sarebbero ribellati e sarebbero giunti sulla terra portando caos e morti tra gli umani aveva voluto mettere una sicurezza tra le genti.

Le veggenti sono tutte donne, le si può quasi definire streghe ma sarebbe decisamente volgare. In pratica vivono nei tempi, circondate da dio e da Nelkhael, con i quale a volte interagiscono. Qui preparano armi grazie ai loro poteri, che vanno poi ai cacciatori, in modo da scacciare i ribelli e salvare le varie popolazioni della Terra."

"Tu hai detto però che sono tutte donne. Ma quindi..."

"Si uniscono a Nelkhael, in modo da preservare la loro dinastia e conoscenza, ma più per la seconda"

"Aspetta, quindi Nelkhael..." arrossisco al sol pensiero di sapere l'angelo dover giacere con tutte quelle ragazze...

"No aspetta, non è come intendi tu. Unirsi non è in modo carnale, ma attraverso i poteri di Nelkhael. Egli raggiunge un tempio e qui plasma altre ragazze, usando le piume delle sue ali e la terra sacra su cui è stato edificato il tempio. Così, come è usanza fin dal principio, ogni Veggente è, e deve essere, vergine." mi informa lui con un sorriso di scherno.

"Quindi potremmo dire che è un'unione di spirito?"

"Impropriamente, ma sì potremmo definirla in questo modo"

Mi chiedo spesso come lui, vissuto nei gironi dopo essere caduto, sappia così tante cose mentre io, dopo anni di studio, mi ritrovo ad esser completamente ignorante su certi argomenti...

"Un'altra cosa...ma perché proprio qui? Insomma perché non in un altro territorio più lontano? Perché non in Turchia, o Sud Africa..." esordii io osservandolo mentre si toglieva i vari indumenti rimanendo a petto nudo.

Era un bel ragazzo, dovevo ammetterlo, ma ciò che stonava sulla sua pelle abbronzata erano le due cicatrici verticali bianche all'altezza delle scapole. Le sue ali bianche, nel cadere, avevano lasciato quei segni indelebili, e il tutto a causa della sua posizione "sociale".

Le sue nuove ali ora uscivano da altre cicatrici, invece invisibili, più interne di quelle vecchie, e a mio parere anche più grandi.

"Vedi Vic, in questo luogo circondato da tutta quella foresta, sarà per noi più semplice andare a caccia. Rimanendo in città invece, sarebbe stato ben più complicato, e prendere le sacche dall'ospedale non avrebbe giovato di certo. In più so che è sconveniente stare qui, in una cittadina isolata e piccola, ossia il primo luogo dove Lucifero ti cercherebbe.... Ma è più sicuro per tutti noi. Gli angeli farebberi fatica a prenderci, i cacciatori invece, se stiamo attenti a non farci vedere spesso in giro, ci potrebbero anche ritenere umani"

Mi misi a sedere su quel soffice materasso e Sospirai guardandolo nei suoi occhi diversi. Era visibilmente stanco, stressato, ma era anche felice. Come me.
Non vedevo l'ora di andarmene e stare sola, lontana da tutti quei demoni che ritenevo la mia famiglia e che in un attimo mi avevano voltato le spalle. Come avevo potuto ritenere Lucifero una persona con un po' d dolcezza?

Che sciocca che ero stata...
E in più mio padre non si era mai fatto vivo. Non aveva percepito la mia aura, il mio odore, la mia voce. Nulla. E questo era quello che più mi faceva male, pensare ad un padre che non riconosce una figlia quando le è vicino è... È struggente...

Baal si sedette accanto a me, circomdandomi con le sue braccia e facendomi appoggiare la testa sul suo petto. Il suo odore penetrò subito nei polmoni, facendomi rilassare, e sorrisi ripensando al nostro primo bacio. Ci eravamo comportati come bambini per tutto il tempo, giungendo però ad essere degli adulti, legati da quel sentimento che avevo sempre sognato di provare. E che finalmente era arrivato, inaspettato certo, ma ovviamente ben accolto.

In quel momento però avrei voluto tanto avere accanto mia madre, riempirla di domande su domande, eliminare le mie insicurezze con i suoi consigli, poter ascoltare ancora una volta la sua voce, poterle dire ti voglio bene, cosa che facevo in silenzio prima a causa dell'essere demone e della mia posizione.
Solo agli angeli era concesso quel privilegio, perché noi demoni, avendo rinnegato ciò che eravamo prima, avevamo abbracciato il male voltando le spalle a Lui.

Avevamo creato un regno, un impero, dove nessuno si faceva scrupolo ad uccidere per un po' di potere, e questo esprimere i propri sentimenti non era altro che una debolezza. Una falla nel nostro essere e un mezzo per tutti gli altri per arrivare alle spalle e colpire.
I demoni non potevano, non dovevano, fare ciò che invece io avevo sempre sperato, e che in parte stavo anche facendo. Il fatto che mi fossi avviconata così tanto a Baal, il fatto che mi fidassi di lui, che lo amassi così tanto, che mi fossi fatta amica altri demoni mi rendeva spoglia, in pericolo, eppure ero tranquilla, senza nessuna preoccupazione.

Perché loro erano venuti a liberarmi, erano giunti in quella cella da me, avevano affrontato pericoli e guardie in mio soccorso, erano scomparsi, forse morti, per portarmi in salvo.
E seppur io gli avessi promesso la libertà, e loro avessero fatto tutto questo solo per essa, io non ero delusa. Non ero delusa dal fatto che mi avessero sfruttato, perché tenere alla parola data non è sfruttare un persona, è tener fede ad una promessa, ad un patto, è onorare ciò per cui noi demoni siamo nati: l'onore.

"A cosa pensi?" la sua voce pacata e serena mo ridestò dai miei pensieri e, costretta ad alzare lo sguardo, incontrai i suoi occhi, occhi che lasciavano trasparire la sua preoccupazione.

"A...nulla tranquillo. Sono solo stanca di tutto ciò che abbiamo passato. Ciò che abbiamo dovuto fare e ciò che....che abbiamo perso." mi stavo riferendo ad Eligos, che era dovuto restare agli Inferi per colpa mia, della mia natura, colpa di ciò che anche io in molti momenti avevo odiato e che in altri avevo apprezzato. Non sapevo se ora fosse stato rinchiuso in una di quelle terribili celle, se fosse stato picchiato, torturato, o peggio... Se fosse ancora in vita oppure....

" Conoscendolo sarà riuscito a scappare, è lesto, furbo, e non si lascia certo fermare dalla presenza di Lucifero"

"Baal, era a pochi metri da noi, con guardie esperte al suo seguito, con assassini senza scrupoli al suo seguito. Come può essere ancora in vita se ha tradito chi comanda quel luogo e che uccide i traditori? Come puoi sperare pur sapendo quale è la realtà?"
Alcune lacrime scesero sulle mie guance e non mi preoccupai di toglierle. Ci pensò lui, con delicati e caldi baci.

Quella notte si prese cura di me, delle mie false speranze, lasciando le sue allo sbaraglio, delle mie debolezze, ancora ben esposte al nemico, e delle mie incertezze, che già lui conosceva.
Quella notte mi fece capire che non ero sola, che non lo sarei più stata, che lui era lì, con me, pronto a supportarmi nelle mie scelte, ad alzarmi nelle mie cadute, a sorreggermi nei miei traballamenti.

Ed io gli feci capire che non avrei più lasciato che nulla mi schernisse, mi colpisse, o che facesse esporre troppo.
Quella notte avevo scelto di far uscire quella Vic che ero al principio, quella ragazza forte, determinata, inarrestabile. Negli anni l'avevo nascosta nei meandri della mia mente, del mio corpo, giungendo a dimenticarla completamente, ma grazie a lui, a loro, avevo capito che era sempre stati lì fuori, aspettando il momento giusto per uscire di nuovo.

Perché questa sua scomparsa, sì, mo aveva reso debole, ma aveva anche fatto sì che tutti credessero in questo mio annullamento, in questo mio ritirarmi ed esporre tutto di me, come un libro aperto.
Tutti mi avevano colpito, osservato, compreso i miei punti deboli, che avevo esposto con grande stupidaggine, ma che, allo stesso tempo, erano diventati i miei punti di forza.

Ora tutti mi credevano quella ragazza, mentre io mo sarei risollevata, tornando la vecchia Victoria, Erede del Regno degli Inferi, prossima al potere di Lucifero in persona, figlia del gran Consigliere del Re Apollion, primo a seguirlo nella Caduta. Victoria che, ancora giovane, era sfuggita dalla truppa di ritorno dalla guerra, che aveva battuto Astaroth con la spada, che aveva reso fiero di lei suo padre e sua madre.

Avrei cominciato l'indomani la mia rinascita, perché sapevo che non era ancora finita, anzi era appena iniziata.
Avevo dato inizio alla mia vendetta, che sarebbe presto diventata una vera e propria guerra al potere, una guerra senza scrupoli, che mi avrebbe portata davanti a quel trono che mi spettava, quel trono fatto di fiamme su cui ora sedeva ancora l'uomo di cui più mi ero fidata e che in un attimo mi aveva calpestato, riducendomi ad un mucchietto di cenere a suo confronto.
Era già cominciata, così il mio allenamento, e non mi sarei fermata, per nulla al mondo. Avrei rivendicato ciò che era mio per diritto.
Anche con la morte.


***

La stanchezza cominciava leggermente a farsi sentire dopo che mi ero allenata per circa tutta la mattina e metà del pomeriggio, eppure non volevo fermarmi, per niente. Volevo continuare anche se i miei movimenti iniziavano a diventare sempre più lenti e poco precisi, anche se vedevo che più il tempo passava più facevo fatica a muovermi.

Non avrei smesso per nulla al mondo, avrei completato il percorso impostomi da Furcas, e mi sarei impegnata ancora di più sapendo che la parte finale, ossia quella che mi mancava, era un combattimento corpo a corpo con Dagon.

Finii gli skip e mi avvicinai all'area del combattimento trovando, ovviamente, Dagon e Furcas ad aspettarmi mentre Baal era poco più in là ad esercitarsi con la spada.
L'area dell'allenamento era all'interno della foresta, tra gli alberi e senza molto spazio per muoversi, e grazie ai poteri di Baal eravamo riusciti a mascherare quel luogo in modo che gli umani non ci vedessero.

La stazza di Dagon mi metteva abbastanza sgomento, mi superava con tutta la testa e parte del petto e, sebbene fossi molto bassa, lui era comunque più alto anche degli altri ragazzi. Per non parlare dei suoi muscoli sviluppati, messi in evidenza dalla maglia attillata, con diverse cicatrici bianche qua e là.

Non gli avevo mai chiesto, non mi ero nemmeno azzardata a provarci, come se le fosse procurate visto che ogni volta ne fissavo una il suo sguardo tagliente mi obbligava a distoglierlo.
Mi sentivo un moscerino di fronte a lui e questa mia insicurezza non mi avrebbe di certo aiutata a batterlo nelle scontro.

Superai la linea di confine del campo e dopo avergli stretto la mano mi misi in posizione.

"Mi raccomando Dagon.. Non ucciderla" iniziò Furcas guardando il soggetto in questione " E tu Victoria...bhe...cerca di uscirne con solo qualche osso rotto" poi girò i tacchi uscendo dal campo, lasciandomi a bocca aperta dallo stupore.

"Nessun gioca pulito?" chiesi io fissandolo in malo modo.

"Siamo demoni Victoria, tu sei cresciuta tra i nobili e queste sono le regole che ti hanno sempre imposto, ma ricorda che i demoni non giocano pulito, men che meno quelli dei bassifondi. I tuoi nemici se ne fregano di queste usanze, saranno pronti ad ucciderti alla prima occasione, quindi non devi farti vedere in questo modo, o la prima vittima...sarai tu." Concluse lui con un piccolo ghigno stampato in faccia.

Sbuffai per porti rivolgere i miei occhi al gigante davanti a me. Sarebbe stata una lunga giornata...


***

"Pensavi sarebbe stato tutto semplice? E tutto dovuto? Bhe ti sbagliavi. Andiamo chi vorrebbe come erede al trono una come te? Una debole come te?"

Sebbene capissi che quelle parole erano solo per spronarmi a dare di più, a raggiunge la perfezione, sapevo anche che avevano dei fondamenti. Tutto quello che usciva dalle loro bocche era semplicemente quello che loro vedevano e che avevano tastato col tempo. Ero debole, per davvero, e non facevo altro che finire a terra ogni volta che mi avvicinavo a Dagon, ero troppo lenta persino per uno come lui, e mentre io ero già sudata e stanca lui era ancora fresco come una rosa.

Ora era davanti a me, le braccia incrociate al petto, il piede che batteva sul terreno per l'impazienza.
Impazienza di vedermi di nuovo in piedi e potermi risbattere a terra, all'infinito, finché non lo avessi implorato di smettere.

E sebbene io desiderassi riposarmi e farmi una doccia fredda, sapevo anche che non mi sarei mai piegata a lui. Mai.
Così, barcollante, feci forza sulle braccia e riuscii di nuovo a mettermi in piedi. Ciondolante riposai lo sguardo su di lui e, dopo aver sputato del sangue a terra, scattai nella sua direzione. All'ultimo mi spostai a destra e mi posizionai dietro di lui, caricando un pugno diretto alle costole. Ma ancora prima che questo riuscisse solo a sfiorarlo la mia mano era già stretta nella sua. Mi piegò il braccio dietro la schiena e in un attimo mi rifilò un calcio allo sterno.
Volai lontano da lui, fuori dal campo, e atterrai in malo modo, sentendo anche la spalla uscire dalla sua locazione.
Strinsi i denti mentre con un colpo secco la rimettevo a posto. Col fiatone guardai indietro dove si trovava ancora il mio avversario, visibilmente annoiato.

"Che c'è? Sei stanca? Hai bisogno di un bagnetto con i sali piccola? O forse vuoi correre dalla mamma? Ammettilo che vuoi andare da lei per il latte, poppante.
Tuo padre si starà rivoltando nel letto, oh aspetta...non può... sei morta per lui. E tua madre, quella donna infame, quella maledetta strega"

Mi rialzai, di nuovo, mentre la rabbia montava a velocità inaudita dentro di me. Le zanne sguainate e gli occhi neri,

"Tu...non azzardarti a parlare così di lei. Tu non sei nemmeno degno di pronunciare il suo nome, e non parlare di lei come se la conoscessi. Tu non sai nulla di lei! Quindi non permetterti di infangare la sua memoria con le tue sudicie parole sporco demone!" e detto questo scattai verso di lui, trasformandomi nel mio lupo. Era da un po' che non lo facevo e la sensazione che mi dava l'essere quella nuova creatura non faceva altro che darmi la forza per uccidere quel mostro.

Mi lanciai addosso a lui con le fauci spalancate e gli artigli pronti a squarciare la sua carne. Spalancò sorpreso gli occhi e, sfuggendo di lato, non riuscì a mancare la mia zampa sinistra.
Riuscii a mandarlo a terra con alcuni buchi nella sua spalla e del sangue che vi colava sulla maglia. Subito mi posi sopra di lui affondando ancora di più i miei artigli, e mi avvicinai al suo viso con le zanne accuminate pronte a strappargli la trachea.

Di colpo però mi sentii afferrare da dietro e con una forza troppo potente per dovermi solo spostare da sopra il suo corpo venni scaraventata ancora più lontana di prima.

Finii contro un albero, che si ruppe sotto la mia forza, poi contro un altro, e un altro ancora. Fino a fermarmi diversi kilometri più lontano.

Le ossa avevano scricchiolato più volte, e ormai il respiro mi mancava, quindi dovevo avere qualche costola rotta.
Non potevo nemmeno alzarmi, la mia zampa era bloccata sotto una radice e non avevo più forze, neanche per liberarmi.
Facevo piccoli respiri a causa del dolore, e pian piano ritornai in forma umana chiudendo per un attimo gli occhi.
A cosa era servito mandarmi così lontano? Farmi tutto quel male, apposta?

"Serve una mano?"

Cosa...

An

Con questo lungo capitolo spero di essermi fatta perdonare per quelli precedenti. Troppo corti.

Che cosa ne pensate?

-Sky

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