Vecchi ricordi

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"Cosa ci fai qui?" chiedo sorpresa guardando l'angelo davanti a me.

"Potrei, casualmente, essere in contatto con i quattro demoni, di cui tre stanno venendo qui" rispose lui con il suo solito sorrisino.
A volte era inquietante il fatto che Gabriel non smettesse mai di essere positivo in nessuna occasione.

"Allora è meglio che ti allontani da me"

"E perché mai? Solo perché ti sto aiutando a liberarti? Perché un angelo ti sta aiutando?" si inginocchiò davanti alla radice e si mise a scorticarla dal terreno.

"Ovviamente. Nessun angelo aiuterebbe un demone in difficoltà, anzi, sfrutterebbe l'occasione a suo vantaggio per ucciderlo. Quindi angelo risparmiaci le tue misericordie e lascia che si liberi da sola" pronunciò duro Furcas mentre appariva con Dagon e Baal alle sue spalle. Quest'ultimo poi fissava Gabriel come se volesse incenerirlo seduta stante, eppure nessuno di loro fissava me.

"Voi demoni siete sempre stati troppo egoisti per i miei standard. Vi ricordo che senza di lei non potreste nemmeno avvicinarvi più agli Inferi e scacciare quindi Lucifero dal trono.
Senza di lei sareste perduti" e, finalmente, riuscì a togliere la radice permettendo al sangue di raggiunge di nuovo il mio piede.
Mi diede una mano poi per mettermi almeno seduta, e poggiare la schiena all'albero, sotto lo sguardo disgustato di Furcas.

"E tu Victoria non dovresti permettere questo scempio. Sfiorarti, aiutarti, pensi davvero che ti aiuterebbe durante la guerra? Dove ogni angelo deve distruggere ogni demone? Pensi davvero lo farebbe?"

"È tuo fratello Baal, e come tale dovresti comunque rispettarlo. Gabriel è stato con me fin da quando ero piccola, ha avuto così tante possibilità di uccidermi e poi fuggire in quegli anni.

Eppure sono ancora qui, carne e ossa, seppur alcune rotte. E non venite a farmi la predica, mi sono fidata di voi fin da subito, mettendo la mia vita nelle vostre mani eppure per questo non mi avete detto nulla.
Gabriel mi ha allenato, con la spada, e sapeva cosa rischiava ogni volta che la mia lama lacerava la sua tunica, eppure si è fidato, è rimasto e mi ha fatto migliorare.

Ogni volta che dovevo sfogarmi, che ero debole e spaesata, su di lui potevo contare, perché c'era e perché mi fidavo, e perché mi fido tuttora.
Tu lo conosci Baal, e bene, eppure gli stai distante, come se potesse contagiarti solo per aver scelto una parte diversa dalla tua.

Mi fido di voi demoni, e mi fido dell'angelo eppure, se mai dovesse uno di voi tramare alle mie spalle non mi fermerei di certo da piantargli una lama nel petto o a strappargli il cuore con le mie mani.
Bisogna farsi amare e amare, ma bisogna anche farsi rispettare come io rispetto voi e Gabriel.

E potrà anche essere stato dolce, forse molle, con me ma mi ha sempre detto la verità, nel modo giusto, e con rispetto.
Rispetto che voi non mi avete neanche attribuito, mi avete parlato in quel modo crudo solo per far uscire la mia belva, solo per istigarmi, non pensando ai miei sentimenti. E forse sono quelli che dovrei sopprimere ma sono l'unica cosa che mi spinge a fare del mio meglio. Sono anni che non mi alleno, eppure non avete aspettato un minuto a ridurmi in polpette e a rompermi le ossa. E lo sapevate.

Quindi non azzardatevi a parlarmi in quel modo mai più, sono l'Erede al trono degli Inferi e pretendo che voi mi trattiate come tale d'ora in poi, o non mi fermerò più prima di farvi del male"

"Ed è proprio questo il modo in cui una Regina deve parlare. Ma, Victoria, tu non sei ancora tale, quindi non ti tratteremo in quel modo. Sei come noi ora, una ribelle, lontana dagli Inferi, ricercata con una taglia sulla testa, e soprattutto prossima ad un guerra, dove le genti ti riterranno la loro guida. E non ne accetteranno di certo una che viene subito messa al tappeto"

L'Eterna Dannata Where stories live. Discover now