Vendetta

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Baal's Pov

Victoria non era più tornata fino al mattino dopo, e il rimorso per averla trattata in quel modo si faceva sentire, e molto. Non povevo ancora credere in ciò che avevo fatto ed ora non trovarla in casa, dopo aver passato una notte in bianco non aveva fatto altro che aumentare la mia preoccupazione.
Ero corso subito a chiamare Dagon e Furcas senza prestare attenzione a cosa mi sarebbe potuto accadere a causa della veggente. Avrei fatto di tutto pur di vedere Victoria, la mia Victoria, sana e salva.
Ma non era andata così.

Le avevamo urlato di scappare, di uscire, a causa dell'aura della veggente che si stava ingrandendo sempre di più. La stavamo pregando di andarsene da quel luogo perché stava per accaderle qualcosa di brutto. Ed io non ero potuto intervenire, non potevo entrare o sarei svanito in una manciata di cenere in pochi secondi.

Non avevo fatto altro che vedere la lama squarciare i suoi vestiti e penetrarle nella carne. Victoria era sparita sotto i miei occhi, dissolvendosi, senza avere tempo di difendersi e di capire cosa le stesse accadendo. I suoi vestiti poi avevano preso fuoco, diventando anch'essi cenere, e di lei oramai rimaneva soltanto il profumo e il suo ciondolo, quello con la pietra a forma di cuore blu. Mi ricordo che non se ne separava mai, nemmeno quando doveva lavarsi ed ora era proprio da questo che si era separata. Si era allontanata dal mio cuore, ormai spezzato e freddo, ma non era colpa sua, era mia. Mia perché l'avevo lasciata andare, mia perché l'avevo trattata come si trattano i vermi, mia perché non l'avevo amata abbastanza, nemmeno un po' di quanto in realtà meritasse, e mia perché non avevo fatto nulla per salvarla dalla morte.

Un urlo di dolore però ci fece subito voltare, e una donna, non troppo vecchia ma nemmeno giovane, se ne stava all'inizio dei gradini, con gli occhi umidi e lacrime che solcavano le sue guance. Portava al collo un ciondolo ovale, blu, simile a quello di Victoria e in un attimo notai tutte le somiglianze tra di loro, la forma del viso, il colore dei capelli, il naso...

Quella donna non era altro che sua madre, eppure quella d lei sempre conosciuta, così come da tutto il regno, era morta anni prima e soprattutto era una demone non un lupo mannaro. Avanzò piano ce uno zombie in trans, si reggeva a malapena in piedi eppure aveva una grande forza dentro, pronta ad esplodere. Ci superò senza neanche degnarci di una occhiata, ma sapevo che poi avrei fatto i conti con lei. Varcò tranquillamente la soglia e osservò la figura della veggente, con ancora in mano il coltello, e penso che quella scena mai potrò togliermela dalla mente. La madre guardava negli occhi l'assassina della figlia, sembrava implorarla di portargliela in vita di nuovo, per colmare il suo dolore. Ma dall'altra parte riceveva solo un muro freddo, una muraglia contro la quale le sue speranze andavano scagliandosi e distruggendosi.

«Tu hai ucciso mia figlia, senza pietà. Le hai strappato la vita dopo che ti aveva chiesto aiuto e consiglio. Le hai negato la possibilità di vendicarsi dei torti subiti, di tornare dalla sua vera famiglia, di continuare ad amare. Le hai portato via tutto per un tuo capriccio, ed hai strappato ad una madre ed a un padre il bocciolo del loro amore, per la seconda volta, facendoci diventare per la seconda volta dei vermi che non sanno nemmeno proteggere i figli. Ci hai tolto l'unica possibilità di tornare a sorridere e pagherai per ciò che hai fatto. Farò a te quello che hai serbato a mia figlia, solo che avrò pietà per te, pietà per darti una lenta e dolorosa morte. Proprio ciò che meriti»

E prima che la veggente potesse solo aprire bocca la donna era già su di lei in forma lupo, strappandole la carne con gli artigli, lacerandola con le zanne, ma senza toccare un punto vitale. Voleva farla soffrire, lentamente, proprio come stava facendo lei. Era il dolore di una madre a farle fare quel genere di cose, ma chiunque l'avrebbe assecondata, dopo aver visto con quale ignobile atto aveva portato via Victoria da tutti noi.

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⏰ Last updated: Aug 05, 2017 ⏰

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