Only you

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Pov Aaron

È troppo tempo che sono rinchiuso in questo bunker e per ora solo una delle guardie è entrata per portarmi il cibo. Non so che ora è,  se è giorno o notte, ma ciò che , mi dà più fastidio è che né mia madre né mio padre sono venuti per scambiare qualche parola o solo per farmi uscire.

Mi manca l'aria aperta, il poter scorrazzare per i prati annusando gli odori della natura, ascoltando il canto degli uccelli. Mi manca il profumo dell'erba appena tagliata, delle fragole di bosco, mi mamca la libertà.
Ma soprattutto mi manca la mia compagna e standole così distante provo ancora più dolore. Voglio uscire da qui il prima possibile, prenderla con me e scappare in un'altra città,  solo io e lei, solo noi, da soli in un mondo nuovo. L'unico problema è che non so come uscire da qui, tutto è sigillato, insonorizzato e apribile solo dall'esterno, a meno che non si usi il controllo della retina che funziona solo per i due alpha....

Sospiro appoggiandomi al muro facendo stridere le catene in argento, i polsi bruciano da impazzire e il sangue tra poco comincerà a colare a fiotti ed io non sarò più in forze. Provo solo odio verso mio padre, lui mi ha rinchiuso qui, lui non mi per mete si vedere la mate e il mio lupo ne sta pagando le conseguenze.

Un piatto viene passato da una piccola apertura della porta ma io non mi avvicino, non voglio stare chiuso qui, ancora, voglio essere libero, voglio poter guardare il sole e non una parete griga, piena di umidità negli angoli.

"Mangia"

"No. Preferisco morire che vivere in questo modo a causa di mio padre"

La porta si spalanca ed un sicario di mio padre entra, lo riconosco per il tatuaggio sul collo e gli occhi neri. Si avvicina a me e stacca le catene. Mi afferra per il collo e mi alza, il tutto per aver parlato in quel modo del suo alpha, come se lo avesi deriso o disonorato.

"Tu piccolo marmocchio non sai con chi stai parlando. Non ti azzardare a nominarlo ancora. Non ti azzardare o ti uccideró con le mie stesse mani"

Ho bisogno d'aria, ma rimango immobile continuando a sostenere il suo sguardo, senza lasciarmi sopraffare. Preferisco morire piuttosto di non vederla più, preferisco amarla da lontano piuttosto che vederla aspettarmi senza che io arrivi, nom voglio leggere la delusione nei suoi occhi per colpa mia, ne soffrirei troppo.

Lascia la presa ed io annaspo in cerca d'aria cadendo a terra e sentendo le catene tirare sui miei polsi. È allora che il mio sangue inizia ad uscire ed io vedo gli occhi del sicario tingersi di rosso. Ha trovato la sua preda, l'essere che darà alla sua anima la pace eterna. Se mi ucciderà lui smetterà di essere un sicario, potrà vivere tranquillo per il resto dei suoi giorni mentre io rimarrei intrappolato nel limbo, senza poterna uscire, un buco nero infinito in cui le anime galleggiano senza essere divise nell'aldilà. Sarò troppo buono per l'Inferno e troppo cattivo per il Paradiso, un vero dilemma.

L'uomo sfodera un pugnale e subito tenta di attaccarmi. Le catene sono pesanti e limitano i miei movimenti ma faccio in tempo a schivare il colpo.
Se solo riuscissi a romperle....

Mi sposto e finisco contro il muro e l'uomo subito mi carica, con un  colpo riesce a colpirmi di striscio sul braccio e il pugnale colpisce le catene, spezzandole.

I miei polsi sono viola per il troppo contatto con l'argento ma piano piano sto recuperando le forze, ma ciò che mi serve più di tutto è uccidere il sicario. Poi potrei bere un po' del suo sangue e allora recupererei tutte le mie forze.

Continuo a schiavare i colpi, tentando ogni tanto di colpirlo. Mi avvicino sempre di più in modo da farlo scontrare inaspettatamente contro il muro. In quel momento gli prendo il pugnale, conficcandolo nel suo petto, prima di vederlo crollare a terra ormai senza vita.

L'Eterna Dannata Nơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ