L'Eterna Dannata

By Sky__Dream

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Sequel de L'Eterna Cacciatrice Il tempo scorreva sotto gli sguardi dei due giovani genitori. Il grembo si ing... More

La piccola Victoria
Primo allenamento
Scambio
Addestramento
Prova e ci riuscirai
Un mate per un demone
Fuggiamo
Sperduta
Ribelli
Only you
Incontro
Tu sai chi sono
In cella
I gironi
La nube
Cella
Il ballo
Terra straniera
Vecchi ricordi
Il futuro
Vendetta

Eva

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By Sky__Dream

"Quindi hai capito o devo rispiegarti tutto?"

"Ho capito Furcas, è la centesima volta che mi ripeti ciò che dovrei sapere, forse, da anni. Il mio lupo interiore, ciò che mi permette di trasformarmi appunto in un lupo, è il mio istinto. Ciò che mi porterà a prendere delle scelte che, se non controllate dalla mia parte demoniaca, potrebbero portarmi dalla parte sbagliata, e quindi farmi combinare molti guai. Posso calmare il mio istinto spegnendo la mia vista in modo che non veda ciò che mi circondi, o solo trasformandomi completamente in demone. Non vale lo stesso però con la parte demoniaca che sarà sempre presente. Quando sono una lupa i miei sensi sono più fini e la mia velocità, essendo un'ibrida, è tre volte superiore agli altri essere e lo stesso vale per la forza."

"Bene. Se ti attaccassero sai cosa devi fare?"

"Mai mostrare la propria natura. Svelarsi subito è come fare un passo falso, il nemico può trovare i tuoi punti deboli ed ucciderti in poco tempo. È meglio sfruttare l'intelligenza e capire i suoi  punti deboli prima di metterlo a tacere per sempre"

"Perfetto. Per ora va bene così. Ora prova a trasformarti ed a riuscire a rubarmi questa collana" disse mostrandomi una catenella in argento con una pietra azzurra, probabilmente uno zaffiro, incastonata in altre piccole gemme bianche.

Presi un altro respiro prima di sentire di nuovo le ossa scricchiolare, ero migliorata in quella settimana ed ormai il dolore non lo sentivo quasi più. Ciò che mi dava fastidio era sentire ogni parte di me cambiare, era una sensazione strana, come stare ap centro di una palla e continuare a rotolare. Le mie budella si contorcevano ma riuscivo a far sì che la bile non risalisse fino alla mia bocca.
In quella settimana Lucifero era venuto a farmi visita due volte in tutto, ed io avevo proseguito i miei esercizi imparando, con Baal, a mascherare la mia aura completamente, e lo stesso col mio odore, mentre con Raum avevo perfezionato i miei sensi e la mia velocità. Con Dagon, più avanti, avrei imparato ad usare la forza con chi era più grande di me, mentre con Furcas stavo perfezionando la mia mente, rendendola adatta a qualsiasi situazione, in modo da trovare ogni tipo di scappatoia o di strategia per battere il nemico.

Aprii i miei grandi occhi, che avevo scoperto essere diventati di un rosso accesso, senza motivo, da un giorno all'altro. Baal mi aveva spiegato che quel colore indicava il grado di appartenenza nella scala sociale dei lupi. Azzurri e sarei stata un Omega, un lupo inferiore e soggetto spesso a maltrattamenti, gialli e sarei stata un Beta, un consigliere, il secondo di grado, ed infine rossi, un Alpha, il capostipite del branco, colui che comandava e dirigeva tutti i lupi. Il comandante supremo se così vogliamo identificarlo.
Io non avevo un branco, questo era il dilemma che tutti ci eravamo posti.

Scrollai il pelo ed osservai Furcas davanti a me, prima di saltargli addosso nel tentativo di prendere la collana. Lui in un attimo però era dietro di me e le mie fauci avevano acchiappato solo il vuoto totale.
Mi voltai vedendo Furcas che, con sguardo severo, mi guardava attentamente. Non avrei dovuto agire in quel modo, mai essere i primi ad attaccare, mai.

Lo fissai negli occhi cominciando a girargli attorno, lui seguiva i miei movimenti, senza staccare gli occhi dai miei. Aumentai un po' la velocità, pronta a scattare appena fosse stato il momento più adatto, Furcas era furbo, molto, il miglior stratega che conoscessi, per cui non era facile riuscire a colpirlo, prevedeva ogni mossa, di qualsiasi avversario ed io non riuscivo mai a comprendere cosa volesse fare, o anche solo ad anticiparlo nei movimenti.

"Che c'è piccoletta non riesci a prendere la collana? Non dirmi che sei così imbranata" iniziò a sminuirmi, ed io, reprimendo la rabbia che mi stava montando dentro, feci schioccare le fauci la vuoto avanzando solo di un passo senza però staccargli gli occhi di dosso. In tutta risposta lui esibì il suo ghigno migliore prima di scomparire del tutto. Mi voltai trovando a circa tre metri da me, piegai le zampe prima di spiccare un balzo e superarlo, atterrando dietro di lui. E, senza aspettare altro tempo, scattai sulla sua mano, ma lui si dissolse ancora.
Lo rincorsi mettendoci tutta la mia velocità ma prevedeva ogni mia mossa ed io non sapevo che fare.
Continuai così per circa mezzora e più andavo avanti, più la mia velocità aumentava e, anche se ero ormai stanca ed affaticata, riuscivo a muovermi bene, senza alcun problema. Era questa una delle capacità dei lupi o era il mio essere un ibrido?
Lo osservai mentre ancora una volta si dissolveva nell'aria e notai un piccolo filo nero che andava a formarsi sul terreno fino a raggiungere il punto in cui stava riapparendo. Come avevo fatto a non notarlo?

La rabbia acceca la gente Vic, non lasciarti mai trasportare da essa o in men che non si dica ti ritroverai dall'altra parte.

Stavo per ripartire quando Dagon  fermò l'allenamento e ci avvertì dell'arrivo di qualcuno di non gradito.

"Victoria tu sai cosa fare" disse prima di raggiungere l'uscita assieme agli altri ed io mi limitai ad annuire prima di stendermi a terra e chiudere gli occhi fingendo di dormire.
Passarono i secondi ma non sentii alcuna aura arrivare da lontano ma percepii dei passi e poi una voce gracchiante.

"Allora sei tu quella sgualdrina di cui mio marito parla"

Spalancai gli occhi prima di vedere una donna abbastanza giovane, con i capelli lunghi e di in biondo platino, con un vestito che lasciava libero arbitrio alla mente maschile, ma soprattutto aveva la pancia leggermente accentuata. Era lei....
Ed era tutto vero.

"Chi sei?"

"O mia cara, io sono la futura regina di questo Impero, e la moglie di Lucifero in persona. Sono Eva e parlami rivolgendoti a me come una tua superiore schiava!"

I suoi occhi divennero di brace ma nessuna aura mi colpì. Era una...semplice umana?
E allora cosa ci faceva lì?
Come poteva vivere in questo luogo di morte non essendo prima stata distrutta? Feci scattare le zanne e lei indietreggiò un po' in preda al terrore.

"Una vera e degna regina non ha paura e qui la sgualdrina sei tu" dissi sputandole in faccia la verità che forse il suo cervello da gallina non riusciva a comprendere.

"Vedrai cosa ti farà Lucifero appena verrà a sapere questo. Morirai piccoletta ed io ballerò sulla tua tomba"

"Ed io spero che tu cada e muoia senza che nessuno riesca a salvarti"

"Almeno qualcuno tenterà di farlo, qui non sono io quella sola e dimenticata da tutti meticcia"

Si voltò e ancheggiando uscì dalla mia cella permettendomi di alzarmi e tirare un sospiro di sollievo. Ancora una settimana e tutto sarebbe finito, ancora una settimana e finalmente sarei stata libera.

"Solo sette giorni Vic, sette giorni..."

"Direi che per oggi basti Vic, puoi riposarti"

"Deo grazia"

"Vic!"

"Baal!"

Raum scoppiò a ridere come tutte le altre volte, mi divertivo a bestemmiare spesso in presenza di Baal che, come sempre, imprecava contro di me e spesso si finiva a rincorrerci mentre il resto dei ragazzi implorava pietà per il nostro comportamento da bambini.

"Vic quante volte te lo devo ripetere?!"

"Direi che dieci vanno bene! Sai come i comandamen-"

"Victoria! Se ti prendo ti ammazzo!"

Scattò verso di me ed io cominciai a correre dalla parte opposta, la cella era infinita e la nube sembrava non finire più mentre dal fuori era un piccolo cubo. Stregoneria? Forse.

Voltai lo sguardo vedendo Baal che mi stava quasi per raggiungere e più lontano i ragazzi che stavano uscendo arrabbiati per il nostro comportamento. Aumentai un po' la velocità allontanandomi un bel po' dall'uscita. Non sentii più la presenza di Baal cosi mi voltai non trovadolo. Lo avevo seminato?

Di colpo mi ritrovai a terra con un peso sopra di me.

"Presa! Ed ora non mi scappi"

Le sue mani mi afferrarono i fianchi prima di cominciare a farmi il solletico. Mi dimenai sotto il suo tocco ma il suo peso mi impediva di scappare via. Ridevo come una matta tentando invano con le braccia di allontanarlo da me o anche solo di coprire le parti più sensibili.

"Basta Baal ti prego! Mi arrendo mi arrendo!"

Ma non smise nemmeno quando lo supplicai, anzi, continuò imperterrito la sua vendetta. Il respiro mi mancava ed ero sicura che il mio volto fosse rosso come un pomodoro e i miei polmoni chiedevano pietà.

Quando staccò finalmente le mani da me crollai a terra con il fiatone e lui mostrò un sorriso, a trentadue denti, di vittoria. Lo guardai sorridendo prima di chiudere gli occhi e riprendere le forze. Appoggiò la fronte sulla mia ed io aprii gli occhi incontrando il suo verde smeraldo e mi ci persi in quelle sfaccettature,  in quel colore che tanto mi ricordava i prati verdi che avevo percorso per tornare a casa. Lui abbassò lo sguardo sulle mie labbra e sentii il suo cuore accelerare, e lo stesso fece il mio. Le sue erano così invitanti e così vicine...

Si abbassò fino a farle scontrare in un bacio dolce, soffice come le nuvole ma soprattutto carico. Carico di qualcosa che non sapevo inquadrare ma, forse per il momento, o per lo stress, mi lasciai andare allacciando le braccia al suo collo. La sua mano andò ad accarezzarmi i capelli cpn un tocco leggero, quasi impercettibile, che mi fece sciogliere fino al midollo.
Era tutto causato veramente dai miei problemi e dalla mia ansia? Perché mi aveva baciata?

Si staccò dalle mie labbra e mi fissò negli occhi mentre io, ancora col fiato corto, arrossivo fino alla punta dei capelli. I suoi occhi erano attraversati da una luce nuova, erano quasi luccicanti, ed io mi stavo di nuovo perdendo in essi.

"Dio....."

"Non si bestemmia Baal..." iniziò a ridere dopo la mia affermazione ed io lo seguii a ruota prima di sentire di nuovo le sue labbra sulle mie. Approfondì il bacio mentre dentro di me una tempesta era appena scoppiata. Le onde si stavano infrangendo sugli scogli strappando via ogni cosa sul loro cammino, e il cielo si stava facendo nero spazzando via la calma che mi aveva riempita. Il mio stomaco sembrava un campo di battaglia, era in sobbuglio eppure era piacevole, sembrava che stesse per scoppiare eppure non mi dava fastidio.

"Piccioncini la cena è pronta! Smettetela di baciarvi, vi si sente a miglia di distanza!"

Ci staccammo ed io diventai rossa come un pomodoro prima di urlare contro a Dagon "E voi non origliate!"
seguito da una risatina generale che comprese anche me.
Baal si alzò e mi porse la mano dopo essersi spolverato i vestiti.

"Mi bloccherai a terra come l'altra volta?"

"Nha, finirei solo col baciarti ancora" sussurrò facendomi in occhiolino. Afferrai la sua mano ed assieme ci dirigemmo verso l'uscita.

Feci un passo verso l'esterno prima che la sua preso mi bloccasse il polso. Mi voltai con sguardo interrogativo cercando di capire cosa volesse.

"Vic, promettimi che quando saremo fuori di qui potremo stare tutto il tempo assieme"

"Baal ma cos-"

"Victoria ti prego... Promettimi solo che non ci lascerai, che rimarremo tutti insieme, sempre e comunque, proprio come una famiglia..."

"Te lo prometto Baal, ve lo prometto"

Mi abbracciò di scatto avvolgendo mi tra le sue confortevoli braccia. Mi lasció un bacio in testa prima di afferrarmi i fianchi e caricarmi sulla sua spalla.

"Ed ora andiamo che ho fame"

"Sei sempre il solito"

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