Il Nido del Drago

By Dyonisia

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~ Storia nell'elenco di lettura di @FantasyIT ~ Un vecchio cantastorie rimbambito di nome Artigern, detto Art... More

(R) Capitolo 1: Un vecchio rimbambito e un liuto
(R) Capitolo 2: Grattatine alla pancia
(R) Capitolo 3: I malefici rapitori non erano poi così malefici
(R) Capitolo 4: Un Athi solo è un Athi morto
(R) Capitolo 5: Un amico scorbutico
(R)Capitolo 6: Quando la strega sdentata si pose sulla nostra via
(R) Capitolo 7: Quando gli dei ficcano il naso nei tuoi affari
(R) Capitolo 8: Una nota stonata
(R) Capitolo 9: L'Athi traditore
(R) Capitolo 10: Il nido oltre le montagne
(R) Capitolo 11: Avanti, marche!
(R) Capitolo 12: Ruggisci come un drago
Capitolo 13: Nel territorio di Elwyn
Capitolo 14: Il servo di Oberon
Capitolo 15: Il drago che non era un drago
Capitolo 16: Solitudine
Capitolo 17: Parassiti
Capitolo 18: Un nuovo nome
Capitolo 19: Melina e Firtorn
Capitolo 20: Ritorno di fiamma
Capitolo 21: Una chiacchierata
Capitolo 22: Traditore
Capitolo 23: La caduta
Capitolo 24: Per la salvezza
I compendi di Nimrod
Capitolo 25: Un momento di pausa, per favore
Capitolo 26: La quercia d'argento
Capitolo 27: Mulkin, il soldato
Capitolo 28: Parli come un umano
Capitolo 29: Nell'anima del soldato
Capitolo 30: Mia nipote
Capitolo 31: Ognuno per conto suo
Capitolo 32: Di nuovo insieme
Capitolo 33: Partenza
Capitolo 34: Torto o ragione
Capitolo 35: La biblioteca di Folis
Capitolo 36: Anatomia Athi Elementare
Capitolo 37: Operazione mancata
Capitolo 38: Luna rosso sangue - Parte I
Capitolo 39: Luna rosso sangue - Parte II
Capitolo 40: Luna rosso sangue - Parte III
Capitolo 41: L'ultima canzone
Capitolo 42: Fiori
Curiosità sul Nido
Piccolo Capitolo Extra
Scarabocchi: I personaggi

Capitolo 43: Rinascita

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By Dyonisia


Artigern sbadigliò sonoramente, stiracchiandosi. Si stropicciò gli occhi, e si guardò attorno, confuso. Dov'era il suo letto? E i cuscini? E le coperte?

Oh, come avrebbe fatto senza coperte?

Per un momento, non riuscì più a capire cosa stesse succedendo e dove fosse capitato, poi realizzò di trovarsi nella foresta. Era disteso nel pistillo di un'enorme margherita, al di fuori di ogni proporzione, e il suo corpo, nudo, era ricoperto da grossi e morbidi grani di polline. Gli sembrò di essere un'apetta caduta per sbaglio in un mare di miele, e cercò di scrollarselo di dosso, passandosi le mani nei capelli. Quando si toccò la testa, però, si rese conto che erano spariti.

- I miei capelli! - si lamentò. Erano l'unica cosa che gli piacesse davvero di se stesso, e li aveva fatti crescere per tutta la vita, tagliandoli solo quando cominciava a inciamparvi.

La propria voce lo scioccò ulteriormente. Era... era diversa. Non era più arrochita dagli anni, ma quella di un ragazzino.

- Cosa mi succede? - balbettò, spaventato.

Un'altra voce, altrettanto bizzarra a sentirsi, eppure tanto familiare, lo riscosse. Stava ridendo.

Artigern si voltò e restò basito nel vedere che, davanti a lui, c'era una figurina che conosceva fin troppo bene. Credeva che non l'avrebbe vista mai più.

- Melina?

- Sì, sono io - mormorò lei, avvicinandosi.

Era bellissima, col suo viso tempestato di lentiggini, i capelli rossi e gli occhi argentei, e il corpo avvolto in un vestito di fiori e muschio.

Artigern era ancora ricoperto di polline e si sentì in imbarazzo.

- Cosa... cos'è successo? - chiese, passandosi una mano sul petto. - Sono andato a dormire, non ricordo altro...

Melina si intristì e gli posò una mano sulla guancia, accarezzandogli il viso.

- Il tuo vecchio corpo ha ceduto - spiegò, evitando il suo sguardo. - Dopotutto, eri tanto, tanto vecchio, per essere un mezzo umano. Se fossi stato un Athi del tutto, avresti vissuto ancora un centinaio d'anni, ma non è andata così. Per tutta la vita ti ho evitato, perché non volevo farti soffrire, ma adesso... adesso sei rinato. In quella margherita. Pensavo ti sarebbe piaciuto, come letto.

- In effetti, era molto comodo - mormorò Arty, frastornato da tutte quelle rivelazioni. Erano cose che andavano al di là della sua comprensione. - Però... tu...

- Non temere - lo interruppe lei, avendo intuito i suoi pensieri. Fece un cenno con una mano, e del muschio risalì lungo le gambe di Artigern, formando una comoda tunica, in modo che potesse coprirsi. - Potrò anche aver preso la forza di Oberon, ma sono sempre io.

Poggiò la propria fronte contro quella di lui, e Artigern sorrise timidamente, sfiorando il naso di lei col proprio.

- Come hai fatto a riportarmi indietro?

- Quando ti sei offerto come sacrificio per salvare Oberon, una piccola parte di lui è rimasta anche in te. E' grazie a questo che sono riuscita a riportarti. Dopotutto, sarebbe stato un peccato se le due metà di quel dio fossero rimaste separate, non credi?

Artigern annuì e abbassò lo sguardo sulle proprie mani, stringendone le dita per saggiarne la forza. Era tutto talmente strano, così nuovo. Era davvero come se fosse rinato. I colori gli sembravano più sgargianti, le sensazioni più intense, come se udisse i suoni della foresta per la prima volta, come se inspirasse l'aria dolce e satura di odori con dei polmoni nuovi... come se i suoi cuori si fossero colmati di nuovo di un immenso amore per la vita, e per Melina, e per Sparviero, e per l'erba morbida che gli solleticava i piedi, e i due soli che giocavano con i raggi di luce nel cielo, fondendosi l'uno con l'altro.

Quella era l'immensità, e non gli era mai stato tanto chiaro di come ne facesse parte anche lui, per quanto minuscolo potesse essere. Sembrava che tutto battesse all'unisono in un solo, grande cuore. Potevano essere divisi fisicamente, ma, in realtà, nel piccolo, i confini non esistevano veramente. L'esistenza era un continuo scambio. L'aria che entrava e usciva dai suoi polmoni, i profumi, i suoni. Tutto era lì per lui.

Anzi, per loro.

Artigern, commosso, abbracciò Melina.

- Grazie - mormorò.

Percepì un sorriso allargarsi sul volto lentigginoso di lei, malgrado non potesse vederlo.

- Mi dispiace davvero, davvero tanto di averti lasciato solo - sussurrò, deglutendo rumorosamente. - Ma adesso, abbiamo di fronte un'eternità per stare assieme. Mi aiuterai nel mio compito di guardiana.

- Aiutarti? E come? - chiese Artigern, stupito. Non era da lei chiedere aiuto.

- Non saprei. Potresti spargere la rugiada sull'erba la mattina, o... o curare i giganti della foresta, o... ci sono talmente tante cose da fare che se ne perde il conto. Sarebbe un sollievo avere un po' di aiuto. Posso avere anche degli immensi poteri, ma, quando fai qualcosa assieme a qualcuno cui vuoi bene, è sempre più bello.

- Hai ragione.

- Allora? Da dove vorresti cominciare?

- Beh - mormorò Artigern, sovrappensiero. - C'è una cosa che vorrei tanto fare, prima.

*

Sparviero stava poltrendo sotto il sole, sdraiato attorno all'alberello che Arty aveva tanto voluto che lui piantasse in sua memoria, per essere riunito agli altri membri della sua specie, almeno nella morte.

Si sentiva stordito, come se avesse battuto ripetutamente la testa, e non riusciva a pensare. Il lutto l'aveva intontito, svuotato. Non gli importava di niente, voleva solo restare lì, a far nulla.

Pregava che prima o poi quella tremenda sensazione di abbandono sarebbe svanita, ma, ogni volta in cui tentava di convincersene, il dolore tornava, cento volte più intenso di prima. Era come una spina nel cuore, che non ne voleva sapere di andarsene.

Erano passati appena quattro giorni dalla morte di Artigern, e gli sembravano secoli. Era tutto diverso, più spento. Non vedeva i colori sgargianti della foresta, il cinguettio degli uccelli gli sembrava un fastidioso mormorio e non aveva appetito.

Tutto ciò che faceva era starsene lì, sdraiato accanto all'albero.

I fiori dei bambini gli avevano portato un po' di gioia, perché gli avevano fatto capire che si erano affezionati ad Artigern, e qualcuno di loro era tornato a fargli visita in quei giorni, ma era una magra consolazione.

Per quanto potesse sopravvivere il ricordo, lui non sarebbe più stato lì, a salvarlo dalla sua tristezza e dalla sua solitudine.

*

Artigern sbirciò oltre il tronco di una quercia, e Melina fece capolino alle sue spalle, con un sorriso impresso in volto.

- E se la prendesse male?

- Stai scherzando? Non credo ci sia qualcosa che potrebbe renderlo più felice.

- Ma penserà che non sono più io.

- Non preoccuparti. Parlerò io con lui.

La ragazza oltrepassò la quercia, camminando scalza fra le foglie secche e i ramoscelli, e raggiunse il corpo spiaggiato del grande drago bianco, che emetteva dei mugolii sofferenti, gli occhi socchiusi come quelli di un gatto.

Melina gli accarezzò un fianco e Sparviero aprì gli occhi. Vederla sembrò rinfrancarlo un po', ma c'era ancora una profonda malinconia nel suo sguardo.

Lei si chinò sul suo muso e gli mormorò qualcosa in un orecchio.

Artigern faceva fatica a respirare per l'ansia.

Il drago spalancò gli occhi, guardando la ragazza con aria incredula. Temeva che lo stesse prendendo in giro.

Melina sorrise e fece cenno ad Arty di avvicinarsi. Lui deglutì e avanzò lentamente, a occhi bassi.

Sparviero lo guardava in silenzio, come se fosse stato un'apparizione.

- Ciao - tentò di dire Arty, ma non fece in tempo a parlare che il drago lo travolse, leccandolo dalla testa ai piedi.

L'Athi scoppiò a ridere, cercando di respingerlo.

- Basta, basta! - gemette, felice dell'irruente affetto del drago. - Non preoccuparti, sono qui. Sto bene.

Sparviero smise di leccarlo per un istante, fissandolo di nuovo con quell'aria frastornata, poi riprese a ricoprirlo di bava, fino a fargli perdere l'equilibrio.

Arty finì a terra, tutto inzaccherato di saliva biancastra, e fece una smorfia, cercando di pulirsi.

- Ah, ma guarda che disastro - si lamentò, scuotendo le mani per liberarsi da un po' di quella sostanza, che non aveva un odore molto piacevole.

- Dovevo accertarmi che fossi tu - mormorò il drago, avvolgendolo nella propria coda come se temesse di vederlo scappare.

- Certo che sono io - disse Arty, accarezzandogli affettuosamente il dorso. - E questa volta non ti lascerò mai più.

- Lo prometti?

L'Athi, intenerito da quella domanda ingenua emersa dalle zanne acuminate di quella creatura, appoggiò la testa su una delle sue punte cervicali.

- Lo prometto.

Sparviero emise un verso colmo di gioia e, come se fosse tornato cucciolo, cominciò a saltellare nella radura, mentre il terreno tremava sotto il suo peso. Girava attorno a Melina, che stava ridendo, commossa.

Prese anche lei fra le fauci, dopo averla ricoperta di saliva per ringraziarla, e se la issò sul dorso, accanto ad Artigern.

- Vi porto a fare un giro - ruggì, entusiasta. - Un grande, grande giro.

- Mi sono sempre chiesto cosa ci fosse oltre il mare, o oltre le montagne, lontano dal Nido. Non sono mai uscito da Lenodia, nonostante i nostri viaggi.

- Questa volta lo farai. E non sarà per raccontare una storia a qualcuno, ma per viverne una in prima persona, che ne dici?

- Dico che sarebbe fantastico.

- Melina?

- Sono con voi - esclamò la ragazza, stringendosi al petto di Artigern. - Ma mi ricordo fin troppo bene l'ultima volta in cui mi hai portato a fare un giro. Cerca di non essere troppo...

Sparviero la interruppe prendendo la rincorsa, e spiccò il volo con un balzo, allargando le ampie ali opache, che si gonfiarono grazie alle correnti ascensionali, mentre lei strillava. Avere degli immensi poteri non significava nemmeno che avesse smesso di avere paura delle altezze.

Arty gridò di gioia, e pensò che non avrebbe potuto desiderare altro dalla sua nuova vita.

Aveva il suo amico, aveva Melina.

Aveva ogni cosa.



Fine

_____________________________________________________________________

Ho pensato un bel po' a questo capitolo, a come finire la storia. Alla fine, ecco com'è andata. Mi sembra il finale più giusto. Spero non vi abbia delusi. Diciamo che Artigern e gli altri personaggi ora vivranno come vorranno, ho smesso di invischiarli in vicende perigliose, così finalmente potranno vivere la loro vita :)

Come in natura, questo libro si conclude con una rinascita. Dopo l'inverno, c'è sempre la primavera.

Fatemi sapere se la storia vi è piaciuta, cosa vi è piaciuto di meno, cosa di più. Ditemi di un capitolo in particolare che vi è rimasto impresso o un personaggio.

Come sempre, qualsiasi cosa - pensieri, disegni, etc... - è sempre ben accetta.

Penso che scriverò un ultimo mini capitolo con alcune curiosità o pensieri riguardo i personaggi.

Se avete domande, potete farmele... spero di avere le risposte, però. :P

Dubito ci sarà un seguito di questa storia, per me è conclusa così. Al massimo, potrei raccontare qualcosa sui genitori di Arty, ma non ne sono sicura. Certe cose, a volte, è bello restino nel mistero.

Alla prossima, e grazie per aver letto, commentato e seguito questa storia!

Sono davvero contenta di averla terminata.

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