Runaways.

By odoredipoesia

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Calamity è la figlia di un famoso detective, lasciato solo dalla moglie quando la ragazza era piccola. La gi... More

1. Scelte sbagliate.
2. Una guardia del corpo noiosa.
3. Mio padre mi mette in imbarazzo.
4. Voglia di uscire.
5. Obbligo o verità?
6. Uno strano risveglio.
7. Zack mi parla di sé.
8. Incontro gli All Time Low.
9. Vado a far visita ad un (nuovo) amico.
10. Brutte sorprese.
11. Andiamo a New York.
12. Una serata con gli All Time Low.
13. Vic e Kellin.
14. Una scenata di gelosia.
15. La festa.
16. Ritorno a casa.
17. Torniamo nel garage di Alex.
18. Una sorpresa per Stella.
19. Un po' di romanticismo.
20. Prigionia.
21. Chiacchierate poco amichevoli.
22. Un grave errore.
24. Abbi cura del mio cuore futuro.

23. Bianco.

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By odoredipoesia

Apro gli occhi di scatto e vedo tutto bianco. Il cuore mi martella il petto, come se stessi per avere un attacco di panico.
Che succede?
Sono morta?
Questo è il paradiso? No, dai, con tutto quello che ho fatto non mi merito di andare in quel posto... se mai dovrei essere in purgatorio... o forse sono in una specie di sala d'attesa per il mio giudizio?
Oh, andiamo, Calamity, sei ridicola. Non hai mai creduto a queste stronzate.
«A-amore...» sussurra qualcuno al mio fianco. Tento di voltarmi con fatica, rendendomi improvvisamente conto di quanto sia debole.
Okay, sono sulla Terra. Fa male, ma almeno sono viva.
Questo è... un ospedale?
Vedo la flebo sul mio braccio.
Sí, è un ospedale.
Perfetto, significa che sono salva e che quei bastardi hanno perso.
«Amore.» questa volta non indugio: mi volto e accenno un debole sorriso vedendo Zack che mi tiene la mano. Sorride con le lacrime agli occhi. «Ben tornata fra noi.»
Provo a parlare, ma mi risulta difficile.
«Sh, non dire nulla, Calamità Naturale.» dal lato opposto a quello del mio ragazzo c'è Stella, seduta su una sedia con accanto Alex che dorme. Accenna una risata. «Ci hai fatto prendere un bel colpo a tutti quanti. Un po' presto per un pesce d'aprile, non credi?»
Zack si alza e mi da un bacio sulla fronte, poi si siede sul letto accanto a me. «Sei stata incosciente per due giorni. Quando ti abbiamo salvata stavi per morire di fame, eri debole e le torture che ti hanno inflitto non hanno aiutato. Sei andata in coma, ma ti sei rimessa più in fretta di quanto dicessero i medici.» mi accarezza una guancia. «Quei bastardi non usciranno più di prigione. Mai più.»
Annuisco, poi qualcuno entra dalla porta: è Jack. Ha in mano delle scatole di pizza.
Mi guarda e, vedendo che sono sveglia, fa una smorfia: «La solita sfiga! Io lo sapevo che apriva gli occhi quando io non c'ero!»
Stella lo guarda male: «Barakat, non urlare. Sveglierai Alex.» dice accarezzando i capelli azzurri del suo ragazzo.
Il chitarrista degli All Time Low alza le mani in segno di resa, poi si china su di me e sussurra: «Se c'ero io al tuo risveglio ti avrei proposto di scegliere fra la pillola blu e la pillola rossa.»
«Ma andiamo, davvero le volevi proporre di drogarsi?» Zack lo osserva stupito.
Trovo la forza di parlare: «Non conosci Matrix, Zack?» constato sconcertata, con voce roca.
«Ah, ma allora non ti si è putrefatta la lingua mentre eri in coma!» commenta Stella ridendo.
Il mio ragazzo scuote la testa dispiaciuto.
«Te lo farò vedere.» ripeto mentre la gola mi fa male.
Un'infermeria entra nella nostra stanza. È carina e noto subito dallo sguardo schifato che rivolge a Jack, che il mio amico deve averci provato con lei.
«Ciao Calamity.» mi dedica un sorriso raggiante che illumina i suoi occhi azzurro cielo. «Come stai?»
«Credo bene...» dico a mezzavoce. Più che da un coma sembro una sopravvissuta da un fortissimo mal di gola.
«Bene. È bello vederti sveglia finalmente.» mi sistema le flebo. «Per la voce, tranquilla, tornerà presto. Non sei stata molto in coma, quindi dovresti essere in grado di riprendere tutte le tue capacità.» indica le pizze che Jack ha in mano. «Puoi mangiare se vuoi. Ne avresti bisogno. Per il resto oggi sarai qui, ti faremo fare dei controlli domani, se tutto andrà bene sarai dimessa.» Annuisco felice, mentre lei fa per uscire, ma prima mi dice: «Dovresti ringraziare i tuoi amici: non ti hanno abbandonata un attimo.» poi se ne va.
Lancio uno sguardo interrogatorio a tutti, ed è Stella a rispondere: «Abbiamo fatto i turni per stare con te. Alex ha fatto quello di notte, mentre io e Zack riposavamo. Rian e tuo padre sono al lavoro, saranno felicissimi di rivederti sveglia oggi pomeriggio. Non volevamo perderti d'occhio e abbiamo fatto di tutto per darti la forza necessaria per svegliarti dal coma.» accenna al l'iPod sul comodino. «Hai ascoltato quel coglione del mio ragazzo cantare per due giorni di fila... ormai la sua voce ti farà venire il vomito.» ride.
Proprio in quel momento mi accorgo di avere una canzone intesta.

Maybe it's not my weekend, but it's gonna be my year...

Jack si siede sul mio letto e mi porge una fetta di pizza, che mangio alla velocità della luce. Mi sembra la cosa più buona che io abbia mai mangiato.
Nel frattempo, Alex si sveglia con un gemito.
Gli dedico subito un largo sorriso. Lui strabuzza gli occhi, poi si alza e mi abbraccia forte. Sento male alle costole quando lo fa, ma non mi lamento e lo stringo a me. Stella ci osserva felice e il modo in cui lo guarda è bellissimo.
«Mi sei mancata tantissimo, Cal!» mi sussurra.
«Cal?» chiedo a mezzavoce, poi rido. «Anche tu mi sei mancato, Alex.»
Si allontana e mi osserva: «Cal, diminutivo di Calamity.»
Da dietro di lui, Jack scoppia a ridere: «Alex, perfavore, è bruttissimo come nomignolo.»
Non potrei essere più d'accordo, ma non dico nulla, mi limito a sorridere.
Finite le nostre pizze, Alex osserva con insistenza Stella, che evita lo sguardo di tutti.
«Stella... è... successo qualcosa?» chiedo preoccupata.
I suoi occhi castani mi osservano con un velo di tristezza: «Ora che sei sveglia dovrò tornare a New York... fra due giorni ci sarà il mio primo programma in radio, Calamity.»
Merda, non ci avevo pensato.
«Devi andare, Stella. È la tua grande occasione.» la incoraggia Alex stringendole la mano.
Lei accenna un sorriso: «Lo so, Testa Blu, ma... mi mancherete.»
Vorrei alzarmi e andare ad abbracciarla, ma non posso, così allargo le braccia e lascio che sia lei a stringermi.
«Faremo il tifo per te.» le sussurro.
Lei si allontana e mi dedica un sorriso riconoscente: «Grazie. Penso che partirò domani, quindi godetevi la mia presenza per ora.»
Alzo gli occhi al cielo: «Sei sempre la solita...»

Il pomeriggio vola veloce, anche grazie al torneo di carte che allestiamo per svagarci un po'. Perdo a tutte le partite, ma non importa. Sono felice di essere sveglia e sono felice di essere con loro. Verso sera Alex, Stella e Jack vanno a casa a farsi una doccia e riposare. Saluto la mia migliore amica e le do un grosso abbraccio. Ci promettiamo di rivederci il prima possibile.
Rimasti soli, mi volto verso Zack: «Dovresti andare anche tu.» ha uno zigomo leggermente arrossato, probabilmente ciò che rimane di un livido.
Lui mi sorride e mi stringe una mano: «Non vado da nessuna parte, non senza di te.»
Si china e mi da il primo bacio vero da quando sono sveglia.
Era ora, Merrick. Era ora.
Dio, quanto mi erano mancate le sue labbra.
«Ti amo.» gli sussurro a fior di labbra e posso assicurarvi che non lo dico solo perché mi ha salvata.
Lui mi osserva stupito. Arrossisce leggermente: «Anche io, piccola.»
Colgo l'occasione della sua vicinanza per affondare le dita nei suoi capelli e attirarlo di più verso di me.
Proprio in quel momento, qualcuno si schiarisce la voce. Zack si allontana e insieme ci giriamo verso mio padre e Rian, appena tornati dal lavoro.
Mi lascio sfuggire una risatina divertita, mentre papà si precipita a stringermi.
«Sapevo che ne saresti uscita, Calamity. Sapevo che eri una ragazza forte.» mi sussurra felice, mentre lacrime di gioia bagnano il suo viso. «È finita, tesoro, non ti faranno più male, lo giuro. Non vedrai mai più quei bastardi. Marciranno in prigione.»
Gli asciugo il viso: «Lo so papà.» dico con voce flebile. «Ora è tutto a posto.»
Anche Rian mi stringe a se, poi passiamo la serata insieme. Zack va a prendere cibo cinese e dopo cena ci guardiamo un film nella piccola TV della stanza d'ospedale.
È bello essere di nuovo con le persone a cui voglio bene.

Il mattino seguente, dopo aver fatto gli esami, finalmente, mi dimettono. Mi stringo nel maglione del mio ragazzo, mentre riempio le narici del suo profumo. Zack tiene in spalla una borsa con tutto ciò che mio padre e i miei amici mi hanno portato in ospedale: un peluche, l'iPod, DVD, un libro da leggere e qualche felpa nel caso avessi freddo. Stella è partita per New York e oggi saremo tutti in casa mia a sentire il suo primo programma in radio. Sono in ansia per lei, anche se so che andrà benissimo.
Salgo sul pick-up nero. Mio padre è di nuovo al lavoro, mentre gli altri sono andati a farsi una bella dormita. Il programma radiofonico sarà alle 14, quindi io e Zack abbiamo un'intera mattinata da passare insieme.
Mentre guida, ogni tanto, la mano di Zack sfiora la mia. Ho recuperato la voce e, anche se mi sento ancora un po' debole, riesco a muovermi in completa autonomia. Fortunatamente non ho riportato danni permanenti se non qualche cicatrice sul petto, dove c'erano le ventose dell'elettroshock.
«Sam non vede l'ora di rivederti.» mi dice Zack con un sorriso.
«Quel gatto ruffiano. Scommetto che si è fatto coccolare da te giorno e notte in mia assenza.» rido e lui lo fa insieme a me.
«È vero, però mi ha tirato su di morale quando ti hanno portata via, o almeno ci ha provato...» si rabbuia. «A proposito di questo... Calamity... mi dispiace. È colpa mia se ti hanno rapita. Non sono riuscito a proteggerti come dovevo.»
Gli stringo il braccio muscoloso, cercando contatto fisico: «Zack... no. Non è stata colpa tua e comunque sia alla fine mi hai salvata. É questo che conta.»
«Ti amo.» mi dice sincero e quelle parole mi fanno accelerare il cuore di un battito.
«Anche io.» rispondo sorridendo.
Arriviamo a casa e, una volta lasciata la borsa in camera mia, decidiamo di passare la mattinata sul divano, insieme. Ho ancora qualche dolore sparso per il corpo, ma qualsiasi cosa passa in secondo piano quando Zack è vicino a me.
Mi rannicchio fra le sue braccia e subito mi sento protetta. Lui mi accarezza con dolcezza i capelli. Ad un certo punto decido di farmi una doccia, così salgo verso il bagno. Dopo essermi lavata e cambiata torno da lui e sorrido nel vederlo addormentato con Sam fra le sue braccia.
Appena mi vede, il mio gatto, si alza e fa un balzo verso di me. Non esito a prenderlo in braccio e ad accarezzarlo, mentre lui mi fa le fusa felice.
«Mi sei mancato anche tu.» sussurro, sedendomi accanto al mio ragazzo. Lui apre gli occhi e mi sorride.
Si stiracchia e sbadiglia: «Scusa...»
Scuoto la testa: «Dovresti dormire...» dico accarezzandogli la nuca.
«Come posso dormire con te vicino a me?» mi chiede con un sorriso, mentre si avvicina al mio viso. Sam scende dal divano.
Come ho fatto ad educarlo così bene? mi chiedo, per poi concentrarmi su di Zack.
Si avvicina e mi bacia con dolcezza.

Alle 14, gli All Time Low al completo sono sul mio divano, una radio è accesa sul tavolino di vetro del mio salotto. Abbiamo tutti delle birre in mano e aspettiamo solo che inizi il programma. Alex sembra quello più agitato di tutti.
«Non sta andando al patibolo, Alex. Ha affrontato di peggio.» gli faccio notare con un sorriso.
Lui si sistema il ciuffo di capelli azzurri ormai scoloriti: «Lo so, lo so...» sussurra.
Jack guarda l'orario sullo schermo del suo cellulare: «Ma quando inizia?»
Sento la voce di Stella e zittisco tutti.
«Buonasera, sono Stella e da oggi condurrò il programma pomeridiano della nostra bellissima radio. Allora, gli argomenti di oggi sono innumerevoli, ma ho pensato di partire con una canzone, perché preferisco sia la musica a farci conoscere al meglio. La band che suona non è molto conosciuta, ma spero che possa esserlo da oggi.»
Ci guardiamo tutti. Non so cosa ne pensano gli altri, ma io ho uno strano presentimento.
La voce di Alex si impone fra i nostri pensieri e rompe il silenzio che si stava creando. Riconosco Weightless.
Alex e Jack si alzano in piedi insieme.
«Porca miseria!» esclama il chitarrista e si volta verso gli altri. «Ragazzi, siamo in radio! Siamo in radio!»
Mi vengono le lacrime agli occhi. Stella ha appena fatto il regalo migliore che potesse fare alla nostra band preferita.
Zack mi abbraccia felice.
Ci alziamo tutti. I ragazzi fanno finta di suonare, Alex fa finta di cantare e io ballo. Ballo come non ho mai fatto.

Maybe it's not my weekend, but it's gonna be my year.

Ripenso a tutto ciò che ha portato questa canzone nella mia vita, a tutte le esperienze che ho fatto con loro e mi commuovo. Vedendo le lacrime che mi rigano le guance, i ragazzi mi rendono il centro di un abbraccio di gruppo.
Non potrei chiedere amici migliori di loro.

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