Hell's Ballad

By AryelleStrauss

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Alison Trust (Alyss per gli amici... se solo ne avesse) ha vissuto da sempre una vita piuttosto normale, alme... More

1. The beginning of the end
2. Panic! at the Party
3. From bad to cursed
4. Hit and run
5. From a cradle to a grave
6. Queen of Disaster
7. The Bold, the Bad and the Witch
8. Hour of the Wolf
9. Troublemakers
10. Mad, Bad, and Dangerous to know
11. Uneven Odds
12. Crossroads
13. Bleed it Out
◇ Gallery ◇

14. In the Dark

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By AryelleStrauss



ALYSS



La notizia mi era giunta all'orecchio poco dopo la pausa, mentre mi accingevo ad acquistare la mia solita mela che avrebbe fatto compagnia al mio stomaco fino all'ora di pranzo.

Proprio nel momento in cui stavo per andarmene, sentii un gruppo di ragazze parlottare tra loro, poco distanti da me.

In un primo momento non ci diedi molto peso, ma quando riuscii a cogliere "Debonair", "infermeria" e "lupo mannaro"  nella loro conversazione mi ridestai.

Drizzai le orecchie, cercando di capirci qualcosa di più, ma mi arresi in fretta per evitare di apparire troppo strana; non ero mai stata brava ad essere discreta, e le ragazze si sarebbero subito accorte del mio origliare.

Decisi dunque di tirar dritto e dirigermi in infermeria per verificare di persona e direttamente se quello che avevo sentito era la verità.

Lo ammetto: nonostante fossero passate un paio di settimane dall'inizio dell'anno scolastico, ancora non sapevo orientarmi bene; inoltre non avevo la minima idea di dove potesse essere situata l'infermeria.

Cercai nei corridoi una qualche faccia familiare o anche solo affidabile, nella speranza che qualcuno potesse aiutarmi.

Dopo qualche decina di minuti riuscii a riconoscere tra la folla di studenti il volto di un mago con il quale frequentavo Pozioni: mi avvicinai, rendendomi conto troppo tardi di non sapere neppure il suo nome.

<< Isak? >> domandai titubante. Forse era Ivan? O Igor?
<< Sai dove si trova l'infermeria? >>

Mannaggia a me e la mia pessima memoria.

Non feci in tempo a maledirmi ulteriormente, siccome la voce del ragazzo mi riportò alla realtà.

<< Devi andare dritto e poi girare a sinistra, dopo il bagno che è sempre intasato!>> spiegò, per poi deliziarmi con un sorriso a 360 gradi.

Ero grata della sua presenza durante le lezioni: probabilmente senza il suo aiuto  non sarei sopravvissuta nel leggere le dosi e i vari ingredienti delle pozioni che dovevamo realizzare. Chissá quale miscela letale o esplosiva avrei finito per creare se lui non ci fosse stato...

In effetti era merito di Isak se l'ala di stregoneria era ancora integra.

Lo ringraziai e mi diressi a passo spedito verso l'infermeria: in poco tempo mi ritrovai di fronte una porta di legno piuttosto vecchia, con una piccola finestra oscurata dalla quale si potevano intravedere dei lampi viola e verdi.

Ero un po' indecisa su cosa fare, non volevo finire arrostita da qualsiasi tipo di magia stessero usando lì dentro.

Ma alla fine mi decisi ed entrai.

Era molto più grande di quanto mi ero immaginata; vi erano due file di letti, separati ognuno da una tendina, e una stanza per le visite. La porta della sala delle visite era socchiusa, e ciò mi diede la possibilità di sentire quello di cui stavano discutendo.

Era un confabulare confuso, con voci che si accavallavano l'un l'altra e dai toni alquanto preoccupati. Decisi di avvicinarmi per poter sentire meglio, ma non appena feci qualche passo mi ritrovai di fronte il volto di una ragazza.

<< Mi spiace dirtelo, ma l'orario delle visite è dalle 10.30 alle 14.00, e se non sbaglio sono appena le 9.15. >> disse, sorridendo imbarazzata. Era molto giovane, poteva addirittura avere la mia età. Da quanto riuscii a leggere dal cartellino sul suo camice, il suo nome era Noora.

Dei soffici capelli biondi contornavano il suo viso e facevano spiccare l'azzurro dei suoi occhi che, in quel momento, sembravano trasmettere agitazione.

Molto probabilmente è una stagista, è normale che sia agitata, ipotizzai.

Lanciai un'occhiata alle sue spalle, riuscendo a vedere qualcuno nell'ultimo letto. Non avevo gli occhiali, quindi feci un po'di fatica a capire chi fosse.

<< Quindi penso tu debba andare. >> disse, richiamando la mia attenzione.

<< Credo che una mia amica sia finita in infermeria e sono molto preoccupata per lei... >> mormorai, cercando di sembrare il più dispiaciuta possibile.

I suoi occhi chiari mi scrutarono velocemente.

Non ci era cascata.

<< Non ci metteró molto, prometto! È che ho veramente bisogno di vederla, ed in più dopo ho lezione e non avrei la possibilità di venire qui! >> dichiarai velocemente, con un po' di panico.

Attimi di silenzio.

<< Te l'hanno mai detto che hai dei bellissimi occhi, Noora? >>

Veramente pessima, Alison.

A mali estremi, estremi rimedi, no?

Mi scrutó ancora una volta e quasi mi sembrò di vederla sorridere.
Alzò gli occhi al cielo, per poi sbuffare delicatamente.

<< Va bene, ma solo perché non voglio prendermi la colpa per le tue assenze. >> borbottó, per poi voltarsi e incamminarsi lungo il corridoio formato dai letti.

Esultai sottovoce.
La verità è che non avrei avuto lezione fino alle 15, ma in fondo Noora non lo avrebbe mai saputo...

<< E comunque dovresti cercare qualcosa di nuovo. >> aggiunse.

<< Mh? >> domandai, non capendo a cosa si riferisse.

<< Quella degli occhi; la usano in molti.>> chiarì lei.

<< Beh, è la verità. >> ammisi, quasi imbarazzata.

Prima che potesse aggiungere altro raggiungemmo l'ultimo letto dove - dopo aver tirato una tendina verdastra - vidi Mavis giacere addormentata.

Dunque non avevo sentito male.

Aveva una flebo accanto, dalla quale fluiva lentamente, goccia per goccia, uno strano liquido viola.

<< Sta bene? >> domandai, con voce lievemente tremante. Non aveva un bell'aspetto; era pallida, aveva del sangue secco appiccicato all'attaccatura dei capelli e un labbro spaccato.

Erano legali quei corsi per licantropi?

La ragazza si avvicinò a Mavis e si assicurò che i suoi valori vitali fossero stabili.

<< Di grave c'è solo qualche costola incrinata, che con un po' di magia ritornerà al proprio posto. Ha bisogno di riposo, tutto qui. Vi lascio un po' sole, ma non metterci troppo o finisco nei guai. >> asserì, per poi andarsene velocemente e sparire dietro la porta della sala visite.

<< Grazie. >> mormorai troppo tardi perché mi sentisse.

Mi avvicinai a Mavis e richiusi la tendina, per poi sedermi cautamente sul letto.

<< Mavis.>> mormorai.
Lei continuó a dormire indisturbata.

<< Hey! >> bisbigliai, scuotendola leggermente per le spalle.

Finalmente ottenni una reazione: iniziò a biascicare qualcosa di sconnesso e dopo qualche secondo spalancò gli occhi.

<< Giuro che ti spacco la faccia! >> borbottò sbattendo le palpebre velocemente e mettendosi a sedere, cercando di sembrare minacciosa.

Sbuffai, divertita dalla scena.

<< Sono io, Alison, la tua coinquilina. >> le spiegai sottovoce.

Mi guardò un po' storto.

<< ... Alyss? Che ci faccio qui? Ricordo che ero a lezione, e poi... quel maledetto! >> disse fra se e se, con il volto arrossato dalla rabbia. Almeno si era ripresa dal pallore cadaverico di poco prima.

<< Hai solo qualche costola incrinata, nulla di che. Ti rimetterai presto, siccome intendono utilizzare qualche incantesimo per guarirti. E poi sei un lupo mannaro, quindi la tua guarigione sará ancor più accelerata. >> le spiegai, passandole una bottiglia d'acqua che avevo nel mio borsone.

Me l'ero portata dietro perché avevo intenzione di andare a farmi una corsa dopo le lezioni, per rilassarmi un po', ma a quanto pare il fato aveva voluto impedirlo.

Mi ringraziò e bevve come se fosse rimasta senza acqua da giorni nel bel mezzo del deserto.

Rimanemmo in silenzio per qualche minuto, ognuna persa nei propri pensieri, fino a quando sentimmo la porta dell'infermeria aprirsi violentemente e un vortice di voci alzarsi.

<< Cosa...? >> mormorammo all'unisono, guardandoci.

<< Quando l'avete ritrovato? Controllategli il polso! >> esclamó qualcuno.

<< È inutile! Guarda in che condizioni versa! >> rispose a tono una voce femminile.

Io e Mavis ci scambiammo uno sguardo incuriosito; le feci segno di star zitta, mentre cercai di sporgermi oltre il suo letto per spiare da dietro la tenda.

Nel processo mi appoggiai per sbaglio a lei, che per poco non cacció un urlo di dolore: grazie alla mia prontezza di riflessi le tappai la bocca con una mano prima che ci facesse scoprire.

Le chiesi ripetutamente scusa sottovoce, continuando peró a spingermi verso la tendina per riuscire ad intravvedere cosa stesse accadendo di fuori.

Alla fine riuscii finalmente a spiare qualcosa: intravidi un gruppo di individui con addosso camici bianchi, tutti ammassati attorno ad una persona su di un lettino dall'altra parte della stanza.

Uno di essi si spostò, liberandomi la visuale. Vorrei tanto che non l'avesse mai fatto.

Trasalii, trattenendo uno strillo.

Ciò che si trovava su quel lettino non sembrava minimamente una persona, né a nulla di vagamente umano.

C'era sangue, molto sangue. I suoi vestiti erano strappati ed il volto era irriconoscibile. Cercando di tenere gli occhi aperti di fronte a quello spettacolo, riuscii ad intuire si trattasse di un ragazzo.

Mavis mi strattonó il braccio, curiosa: data la condizione in cui versava, non poteva sporgersi in avanti per assistere a quel macabro spettacolo.

Continuai ad osservare la scena raccapricciante, facendo fatica ad accettarla come reale. Vagai con lo sguardo sulla folla di quelli che intuii fossero medici, per poi incontrare il viso di Noora, che teneva stretta al petto una cartella clinica.

Si guardò in giro, per assicurarsi che nessuno si curasse di lei, e poi mi fece cenno di andarmene. Evidentemente, quella scena era qualcosa che non avremmo dovuto vedere.




MAVIS



<< Dobbiamo andarcene. >> sussurró piano Alyss, alzandosi.

Si avvicinó alla finestra, che fortunatamente era inclusa nell'area occupata dal mio lettino, e cercando di fare meno rumore possibile la aprì.

Nessuna delle persone presenti nella stanza sembró accorgersi di ció, anche perché erano troppo occupate a parlare fra di loro. Non riuscivo a capire cosa stessero dicendo, perché le loro voci continuavano a mischiarsi in un confabulare confuso, rendendo impossibile la comprensione. Oltre a ció, la testa continuava a pulsarmi, l'ennesima conseguenza della batosta che avevo ricevuto poche ore prima.

Seguii Alison con lo sguardo, sempre più confusa: era pallidissima, e sembrava aver appena visto un fantasma.
Tentai allora di sporgermi in avanti, per vedere meglio cosa stesse accadendo dall'altro lato della stanza e comprendere finalmente cosa stesse accadendo, ma una fitta costale mise fine ai miei malcelati tentativi di spionaggio. Mi morsi il labbro inferiore per evitare di emettere eventuali gridolini di dolore, lasciandomi cadere di nuovo sul lettino, stremata.

<< Nel caso tu non l'abbia notato, non sono esattamente nelle condizioni per attuare una fuga alla James Bond. >> mormorai. Alison non mi ascoltó nemmeno, continuando a mantenere il suo corpo voltato verso la finestra, assorta nei suoi pensieri.

Feci per aggiungere ancora qualcosa, tanto per arrivare alla mia dose di sarcasmo giornaliera, ma mi bloccai prima ancora di iniziare.

Solo allora riuscii a sentirlo: un odore acre, nauseabondo ed inconfondibile.

Sangue.

Era talmente forte da sembrare impregnato nelle mura della stanza. Per un attimo maledissi i miei sensi acuti da lupo mannaro, perchè a differenza mia Alyss non sembrava turbata dal terribile olezzo che infestava l'infermeria.

Qualsiasi cosa ci fosse dall'altro lato della stanza, odorava di morte.
Non ero sicura di voler vedere di cosa si trattasse, ma non c'era bisogno di molta fantasia per intuire che fosse molto probabilmente un cadavere.

Trattenni a stento un connato di vomito.

Intanto, il vociferare incessante continuava: le voci parevano sempre più preoccupate, spaventate quasi, e probabilmente non ci sarebbe voluto molto prima che qualcuno avesse notato la tendina chiusa che ci riparava.
La mia amica aveva ragione: dovevamo andarcene, e velocemente.

A giudicare dalla situazione, non avrebbero accettato dei testimoni.

Alla fine, incurante del dolore, utilizzai tutte le forze rimastemi per sollevarmi. Respirando profondamente - per quanto le mie costole incrinate me lo permettessero - scesi dal lettino con piú delicarezza possibile. Staccai la flebo attaccata al mio braccio cercando di non arrecare piú danni del necessario, e utilizzando il muro per appoggiarmi raggiunsi Alyss davanti alla finestra.

<< Dobbiamo buttarci, questa é l'unica via d'uscita. >> affermó, sporgendosi lievemente: per fortuna eravamo solo al primo piano. Ma la sua idea rimaneva comunque assolutamente suicida.

<< Non so tu, ma io di ossa rotte ne ho abbastanza... non puoi farci levitare delicatanente fino a giú? Sei tu la strega qui. >> ribattei, osservando con incertezza quei pochi metri che ci separavano dal suolo.

La facciata principale dell'edificio era dall'altra parte, quindi nessuno avrebbe visto la nostra fuga e caduta disastrosa.

<< Non ne sono sicura, ma... >>

<< ... controllate che non ci sia nessuno, e che qualcuno vada ad avvisare il Consiglio. Non possiamo permettere che questa notizia esca dalla stanza. >> sentii qualcuno affermare bruscamente.

Questo fece cessare il baccano prodotto dalle voci, e mi permise di sentire il rumore di alcuni passi che velocemente si stavano dirigendo verso di noi.

Guardai Alyss in preda al panico. Dovevamo andarcene, e subito.

Senza pensarci due volte, ci issammo sulla finestra e, dopo un cenno di rassicurazione reciproca, ci lasciammo cadere nel vuoto.

Probabilmente la legge di Murphy aveva deciso di lasciarci una sola piccola gioia in quella che si stava rilevando una delle peggiori giornate della mia vita, perché atterrammo su un cespuglio.

Certo, non fu affatto piacevole ed il dolore mi tolse il fiato per qualche momento, ma almeno non eravamo cadute sull'asfalto o sul terreno.

Alyss mi aiutó a rialzarmi, ed io avvolsi un braccio attorno alle sue spalle, utilizzandola come stampella umana: con qualche piccola difficoltá tecnica riuscimmo a trovare una posizione accettabile, e ci affrettammo allora a mettere piú distanza possibile fra noi e la stanza incriminata.

<< Cos'era? >> chiesi affannosamente, stremata dalla fatica e dalle fitte di dolore.

<< ... un... un cadavere. >> rispose lei, quasi sussurrando.
<< Non hai idea di come fosse ridotto. Era irriconoscibile. Non umano. >> mormoró ancora, con voce tremante.

<< Oddio... >> fu tutto ció che riuscii a rispondere.

L'Accademia doveva essere un posto sicuro, un luogo tranquillo dove i membri piú giovani delle diverse specie magiche potevano imparare ad utilizzare al meglio le proprie abilitá (almeno secondo il volantino della scuola)... non il nuovo set di American Horror Story.

Aggirammo quel lato dell'edificio rapidamente, per arrivare nella parte frontale e principale della struttura: era la via piú veloce per arrivare ai nostri dormitori, ed in quel momento essi erano l'unico luogo sicuro nella scuola. Almeno per noi.

Quello che trovammo davanti all'entrata del palazzo mi lasció peró a bocca aperta.

C'era una folla di studenti ad occupare quello spiazzo di campus: aluni urlavano e gridavano, altri parevano scossi, altri ancora sembravano molto confusi e molto curiosi.

Ci avvicinammo discretamente, ed Alyss probabilmente notò qualcuno che conosceva, perché inizió a sventolare un braccio per aria provando a richiamare la sua attenzione. Socchiusi gli occhi, notando finalmente una chioma argentata e familiare nella massa.

<< Aesh! >> urló alla fine. Questo sembró attirare l'attenzione del ragazzo, che ci notó e si avvicinò a noi facendosi largo tra lo stuolo di studenti. Non sorrideva come al solito, ma sembrava anzi piuttosto pensieroso.

<< Hey, avete sentito? >> domandó quando fu abbanza vicino da non dover urlare per farsi comprendere.

<< Sentito cosa? >> replicai, togliendo il braccio dal collo di Alison.

Lui spostó lo sguardo verso di me, notanto solo in quel momento il modo in cui ero ridotta. Evitó fortunatamente di fare domande; c'erano cose piú pressanti di cui discutere.

<< A quanto pare hanno trovato qualcosa nel campus, ma nessuno ci ha ancora detto nulla e stanno nascendo delle teorie pazzesche. Ho sentito un centauro giurare che si tratta di una bomba. >> spiegó.

Io ed Alyss ci scambiammo uno sguardo preoccupato.

<< Credi che... >> iniziai, titubante.

<< É molto probabile... >> continuó lei, mordicchiandosi il labbro inferiore.

Aesh ci osservó con perplessitá.

<< Ne sapete qualcosa? >> domandó infine, incrociando le braccia al petto.

<< Eravamo in infermeria fino a pochi minuti fa, e... >>

Non riuscii a terminare la mia spiegazione, perché improvvisamente le grida degli studenti si alzarono. Cori di "vogliamo risposte", "diteci la veritá" ed altre richieste di spiegazioni iniziarono a levarsi dalla folla.

A quanto pare, qualcuno era uscito dall'edificio.

Si trattava della stessa strega che mi aveva rimosso la Runa della Trasformazione, solo che in quel momento sembrava meno inquietante-mistica e molto piú professionale. Quando inzió a parlare, tutti ammutolirono.

<< Vi preghiamo di mantenere la calma, non c'è nulla di cui preoccuparsi. >> inzió pacatamente.

Nulla di cui preoccuparsi?!
C'era un dannatissimo cadavere nel campus, ed un assassino a piede libero! Era tutto preoccupante!

<< Questa mattina sono stati trovati all'interno del territorio scolastico i resti di un cervo. I responsabili sono pregati non abbandonare più il proprio bottino di caccia in mezzo al campus. Grazie. >> detto ció, l'anziana si voltó e rientró nell'edificio.

Boccheggiai, in preda allo stupore. Aveva mentito! Non si trattava di un cervo, e lo sapeva benissimo.

<< Non... >> iniziai, furiosa. Alyss mi appoggió una mano sulla spalla, bloccandomi, e scosse il capo.

La folla intanto stava giá iniziando a dissiparsi: la maggiorparte dei presenti si era accontentata della spiegazione appena ricevuta. Ma io avevo intenzione di indagare oltre.

<< Andiamo. >> sussurrai alla mia compagna di stanza, facendo poi un cenno anche ad Aesh.

Dovevamo rivelare almeno a lui la verità.



***


Buonsalve, miei carissimi lettori! Chiediamo umilmente scusa per il ritardo dell'aggiornamento, ma la colpa é tutta del liceo e della quantitá inumana di test e compiti che abbiamo...
Ma bando alle ciance, parliamo del capitolo!
Siete sorpresi, scioccati, stupiti? Io ed @AlisonTrosten lo speriamo davvero ❤
La storia vera e propria è infatti appena iniziata.
La situazione non poteva rimanere felice e spensierata per sempre... non siamo in uno spot del Mulino Bianco, e diciamo che ritorvare un cadavere nel campus accedemico movimenterá un po'le cose 😉
Non dimenticatevi di commentare, per farci sapere le vostre teorie e le vostre opinioni!
Detto ció...
BYE BYE BYE ❤

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