9. Troublemakers

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MAVIS



Risvegliarsi in una fontana non è affatto comodo, alternativo o divertente.
Soprattutto quando non riesci a ricordarti come ci sei finita, cos'è accaduto la sera precedente, o come mai nella tua testa sembri essere da poco passato l'uragano Katrina.

Purtroppo questo è quello che accadde quando aprii gli occhi, per poi richiuderli subito dopo - accecata dalla luce del sole - e pentirmi di ogni singola scelta che nei passati diciannove anni mi aveva portata ad arrivare a quel momento.

L'ultima cosa che riuscivo a ricordare erano i brownies che avevo trovato davanti alla porta della camera 69, decidendo poi molto intelligentemente (citazione necessaria) di mangiarli assieme alla mia compagna di stanza, Alison.

Malgrado l'evidente sconvolgimento mentale che in quel momento stavo attraversando, non mi ci volle molto per capire che la colpa della mia attuale situazione era molto probabilmente dei sopracitati dolcetti.

Mi vergognai di me stessa: avevo visto abbastanza film e sentito numerose storie riguardanti la vita al college, eppure non mi era neppure passato per l'anticamera del cervello che degli innocenti pasticcini potessero contenere, persino in quell'accademia, delle droghe.

In fondo, gli stupefacenti servivano ad evadere dalla realtà, e che bisogno ne avevano dei giovani che vivevano ogni giorno nella versione reale di un libro fantasy? A quanto pare, anche nel mondo magico esistevano le Space Cakes.

Imprecai sonoramente, e sentii qualcuno ridere. Perplessa, aprii lentamente gli occhi, e mi ritrovai davanti una folla di persone.

Anzi, studenti.

Alcuni di loro avevano videocamere in mano, puntate ovviamente verso la sottoscritta (ed Alyss, che stava ancora dormendo sonoramente), altri si stavano semplicemente godendo lo spettacolo.

Per fortuna l'acqua della fontana non era molto profonda, quindi non c'era il rischio di affogare; Alyss era appoggiata al bordo di essa ed attorno a lei, sul pelo dell'acqua, galleggiavano degli indumenti.
Non nostri, siccome entrambe eravamo (grazie al cielo) entrambe vestite: mi bastò spostare leggermente lo sguardo per notare un grande carrello per la biancheria, anche esso nella fontana insieme a noi. Era lo stesso carrello che solitamente si trovava sul fondo del corridoio del nostro dormitorio, adibito al trasporto di lenzuola sporche o abiti da lavare.

Come diavolo era finito lí con noi? Eravamo state io ed Alyss a portarcelo?
L'avevamo forse utilizzato come mezzo di trasporto per arrivare fin lí, per poi andare a sbattere poco cerimoniosamente contro la fontana e caderci dentro?
Troppe domande per il mio povero cervello frastornato; l'unica cosa di cui ero certa era l'immediata necessità che avevo di una doccia bollente ed un caffè. Forte.

Notai solo in quel momento, però, che sebbene fossi all'interno della fontana mi trovavo molto piú in alto rispetto ad Alyss, e non ero immersa nell'acqua.

Spostai leggermente il mio peso, ma fu un grande errore: persi l'equilibrio e caddi con ben poca delicatezza nell'acqua.
Per mia fortuna riuscii a non sbattere la testa, evitando così un trauma cranico.

Alzai lo sguardo, per scoprire finalmente su cosa stavo dormendo, e notai che proprio al centro della fontana c'era la statua - ovviamente in miniatura - di un drago.
Che io avevo apparentemente usato come materasso.

Il tonfo della mia caduta era riuscito addirittura a svegliare Alyss, che in quel momento si stava guardando attorno con un'espressione molto frastornata e confusa.

Hell's BalladWhere stories live. Discover now