Reject||Surrealpower

By Amess_

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La prima impressione che aveva avuto di lui era che fosse triste. Salvatore non stava bene, suo padre lo picc... More

Prologo.
Salvatore.
Draw.
Not again.
First hug.
With you.
Text.
Broken home.
Truth.
Psycho.
Don't talk.
Promise.
Writing.
"Sharon!"
This pain is just too real.
Your last first ....
You'll never see her again.
Memories.
His home.
I'll kill you,
I just wanna love you.
Don't give up.
I want to protect you.
Save her?
Her ex.
I don't know.
I will never forget you.
Another boy.
Goodbye.
Epilogo.

Fuck you.

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By Amess_


Through it all, I made my mistakes
I stumble and fall, but I mean these words
I want you to know
With everything I won't let this go, these words are my heart and soul
I'll hold on to this moment you know, 'cause I'd bleed my heart out to show
And I won't let go  


Le due di notte, la pioggia sui vetri, i lividi ovunque, il sonno completamente assente, gli sguardi fissi nel vuoto, una lametta in mano e il telefono illuminato dalle notifiche di Sharon.

Notifiche che non ricevevano nessuna risposta.


Ignorarla in questo modo faceva male, più di tutto le botte che aveva preso, perché sapeva che stava facendo del male a lei.
Stava facendo del male alla ragazza che avrebbe dovuto proteggere, la ragazza che avrebbe voluto stesse bene, alla ragazza che credeva di amare.

Lo faceva per proteggerlo, certo, lo stava facendo per il suo bene, ma questo la ragazza non poteva saperlo.
Infatti in quel momento Sharon non riusciva a dormire, era letteralmente in panico.

Continuava a mandargli messaggi su messaggi e lui non rispondeva.
Non riusciva a capire perché si stesse comportando così, non riusciva a capire cos'avesse sbagliato.

Iniziò a pensare che, forse, non era vero che Salvatore ricambiava i suoi sentimenti.
Forse l'aveva solo presa in giro.

Scoppiò a piangere, un pianto disperato, ogni lacrima racchiudeva tutta la sua paura, paura di perdere un ragazzo che era diventato fin troppo importante per lei.
Non riusciva a fermare le lacrime e i suoi singhiozzi rumorosi riempivano l'aria della stanza, cercava di trattenerli per non svegliare la madre, ma, purtroppo, lei aveva il sonno molto leggero e era già troppo tardi,

Marta, la madre, entrò cautamente nella stanza per capire cosa fosse successo.

"Sharon, tesoro, tutto bene? Stai piangendo?" domandò preoccupata avvicinandosi alla figlia.
"S-scusa mamma, non volevo svegliarti" si scusò singhiozzando.
"Non devi preoccuparti per avermi svegliata, perché piangi?"

Sharon e sua mamma avevano un rapporto meraviglioso, lei non le nascondeva tutto, difatti Marta sapeva tutto di Salvatore, o meglio, sapeva quello che anche Sharon sapeva.

"Salvatore non mi risponde più, non vuole più vedermi"
Dare voce alla sua paura la fece solo stare peggio.
"Perché non dovrebbe volerti vedere?"
"L'ho baciato mamma, ho fatto una cazzata, non dovevo farlo, gli ho detto che mi piace" confessò.
"E lui come ha reagito?" domandò preoccupata.
"Beh, ha ricambiato, ha detto che gli piaccio, ma a quanto pare non era vero"

La madre ascoltò con attenzione prima di dare il suo parere.

"Salvatore non ti prenderebbe mai in giro, lo sai anche tu- Sharon si asciugò le lacrime- e se gli fosse successo qualcosa?"

"Suo padre...oddio mamma, chissà cosa gli avrà fatto!"
Mise da parte l'idea che l'avesse presa in giro, dopotutto Marta aveva ragione: Salvatore non farebbe mai una cosa simile, non a lei.

"Tesoro, domani a scuola lo vedrai e ti sarà tutto più chiaro, adesso riposati che è tardi"


Le lasciò un bacio sulla fronte e si allontano.

"Buonanotte tesoro"
"Buonanotte mamma"

Dopo un'ora passata a girarsi sul letto cercando di scacciare le sue preoccupazioni finalmente Sharon si addormentò, al contrario di Salvatore che oltre a stare male per lei adesso stava male anche fisicamente.

Aveva una forte sensazione di nausea che andava avanti quasi da tutta la sera, si faceva via via più forte, diventò così forte da costringerlo ad alzarsi per correre in bagno a vomitare.

Dopo vari minuti passati a vomitare anche sua madre si svegliò.

"Piccino, tutto bene?" sussurrò, per non svegliare il padre, facendolo sussultare.
  Aveva vomitato tanto e mangiato poco, era completamente senza forza.  
Si voltò verso di lei e accennò un 'no' con le labbra mente ansimava stremato. 

Si avvicinò a lui e gli accarezzo il viso, passò distrattamente la mano sulla fronte.
"Oddio, ma sei caldissimo, avrai la febbre altissima"

La febbre, un'altra cosa di cui aveva proprio bisogno.

Adesso non sarebbe andato a scuola, passando ancora più tempo con suo padre.

E più tempo senza Sharon.

"Ti viene ancora da vomitare?"

"No" rispose a bassa voce iniziando poco dopo a tremare per la sensazione di freddo che stava invadendo il suo corpo.

"Dai vieni, ti accompagno a letto" lo aiutò ad alzarsi da terra e lo portò a letto.
"Adesso ti misuro la febbre e ti preparo un thé caldo, così ti passa la nausea"

Nel silenzio più assoluto mise a bollire l'acqua, appena fu pronta mise dentro la bustina contente l'infuso, prese il termometro e una medicina portando tutto a suo figlio che la aspettava avvolto in un piumone.

"Ecco qui amore, il termometro- glielo mise- e qui ti appoggio il thè, fai attenzione, è caldo.
Quando hai misurato la febbre prendi questa e riposati, va bene?"

Salvatore annuì, lei sorrise leggermente per rassicurarlo e, dopo avergli dato un bacio sulla guancia, uscì dalla camera dandogli la buonanotte.

Lui bevve lentamente il thé, facendo attenzione a non scottarsi.

In realtà non aveva nessuna voglia di berlo, lo faceva semplicemente perché sapeva che doveva mettere qualcosa sullo stomaco, qualcosa che gli desse un minimo di energia.

Controllò la temperatura, 38.6.

Sbuffò, non aveva nessuna speranza di andare a scuola il giorno dopo.
Prese la pastiglia che era appoggiata sul comodino, la avvolse in un fazzoletto e la mise dentro al cassetto, senza prenderla.

Perché non l'aveva presa? Non lo sapeva nemmeno lui.

Si rannicchiò e, dopo pochi minuti, si addormentò.

Il giorno dopo, in classe, Salvatore, ovviamente, non c'era.

Sharon era sempre più preoccupata, la sua tensione era altissima.

Il professore fece l'appello, saltando Salvatore.

Chiese se ci fossero degli assenti, tutti risposero di no.

Sharon alzò la mano tremante per via dell'agitazione e dell'ansia.
"Prof, manca Salvatore"

"Si vabbeh, non importa" rispose, poi aprì il libro per iniziare a spiegare lasciando la ragazza sconvolta.

"Cosa significa che non importa?" lo interruppe, un alunno rispose al posto del professore.

"Dai Sharon, tanto è sempre come se non ci fosse, chi vuoi che senta la sua mancanza"
"Io sento la sua mancanza" rispose scandendo ogni singola parola.

Tutti si misero a ridere.

"Un muto e una logorroica, cosa vi accomuna: la depressione?"

Si scatenò l'ennesima risata.

"Salvatore non è depresso, non è nemmeno muto.
Siete voi che siete un branco di stronzi" 

"Sharon! Modera il linguaggio" la rimproverò il professore.

"Modera il linguaggio? Questa sarebbe la sua risposta? 
Cazzo, uno studente le sta morendo davanti, si distrugge giorno per giorno, e non provi a dire che non si è accorto perché si nota eccome, tutti lo prendono in giro, nessuno escluso, facendolo solamente stare peggio e lei in tutto ciò rimprovera me perché lo sto difendendo?

Beh, mi lasci dire che fra tutti gli stronzi che sono in quest'aula lei è il peggiore, mi fa schifo"

Si sfogò liberandosi di un enorme peso.

"Vuoi finire dal preside?" la minacciò ignorando completamente ciò che aveva detto.

"Finire dal preside? Oh certo, pensa che me ne freghi qualcosa? Si sbaglia.

Il ragazzo che mi piace, perché sì, mi piace, perché io al contrario di voi idioti ci ho provato a conoscerlo, sta male ed io invece di aiutarlo sono qui a cercare di far ragionare delle teste di cazzo e secondo lei io mi preoccupo di finire in presidenza? Wow"

La classe crollò nel silenzio più assoluto.

"Sharon, fuori"

"Con piacere" disse alzandosi, prese le sue cose e uscì dalla classe salutando tutti con un "Andatevene a fanculo, stronzi"


SHARON SPACCA I CULI

wo.


No vabbeh, è una vita che ho il capitolo pronto, e ho già pronto il prossimo solo che non ho voglia di copiarlo.
Rido.

Spero che vi sia piaciuto, lasciatemi tanti commentini perché nel prossimo capitolo accadrà una cosa molto bella, e non pubblico se non ho abbastanza votini e commentini.

Si, vi ricatto.

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