I will never forget you.

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"Who will fix me now?
Dive in when I'm down
Save me from myself, don't let me drown"




Sharon chiese al medico di rimanere sola con Salvatore, lui accettò e uscì dalla stanza comunicando le sue informazioni a Lucia.

La bionda, nel frattempo, si avvicinò cautamente al suo ragazzo.

"Davvero non ti ricordi?" gli chiese, lui sembrava tormentato da questa cosa, voleva ricordare, voleva sapere cos'era successo, ma nella sua mente c'era il vuoto assoluto.
"No, non mi ricordo, io vorrei ricordarmi, vorrei capire, ma non ci riesco...perché non mi ricordo? Ho perso la memoria?" era chiaramente agitato, aveva paura che non avrebbe mai recuperato quei pezzi di ricordi che gli mancavano.
"Hey, tranquillo, non l'hai persa per sempre- si sedette a gambe incrociate nel fondo del letto- ti aiuterò io a ricordare, c'ero anch'io quando è successo" spiegò.
"Mi puoi dire come mi sono fatto questo?" indicò la ferita che aveva sulla testa, Sharon annuì.
"Volevi difendermi, tuo padre si è incazzato e ti ha spinto facendoti sbattere la testa contro lo spigolo della scrivania" sembrò sconvolto da quell'affermazione, come se non ci credesse.

"Mio padre? No, è impossibile, lui non lo farebbe mai" ribatté leggermente confuso.
"Impossibile? Oddio Salvatore, cosa ti ricordi di lui?" adesso era lei ad essere incredula.
"Beh, mi ricordo che...mh, non mi ricordo niente" ammise torturandosi il labbro inferiore.
"Okay, faremo tutto con calma allora, ti racconterò tutto, se i medici ti chiedono qualcosa non dire nulla" Salvatore annuì, non completamente convinto.
"Ti fidi di me?" continuò la ragazza prendendogli il viso fra le mani.
"Mi fido" rispose guardandola negli occhi.

Lei sospirò iniziando ad accarezzargli la guancia con il pollice.
Lui non si ricordava nulla, questo significava che se Dario fosse venuto all'ospedale per vederlo avrebbe potuto inventarsi un sacco di cazzate e lui ci avrebbe creduto.
Salvatore pensava che, essendo suo padre, non gli potrebbe mai fare del male.

"Sal, come pensi che si sia fatta quei lividi tua madre?" 

Il ragazzo abbassò lo sguardo, forse non era questo il modo migliore per fargli capire cos'era successo realmente, ma era sicuramente il modo più rapido.

Non poteva rischiare che Dario lo vedesse, non poteva rischiare di perdere il ragazzo che amava.

"Non lo so Sharon, io non so niente, cazzo. 

Non so nemmeno perché mi ricordi di te! Chi sei? Sì, la mia ragazza questo lo so, cioè me l'hanno detto, ma se non fosse vero? Magari è una cazzata, che ne so io! 
Non so niente e tu pretendi che sappia cosa si è fatta mia madre? 

Io...io non lo so..."

Si allontanò da lui alzandosi dal letto, non capiva se si ricordava o no di lei e questo le faceva male.

"Ti ricordi di me vero?" gli chiese preoccupata, il suo cuore aveva iniziato a battere a ritmi spropositati, aveva paura, molta.
"Non lo so, voglio stare da solo Sharon" rispose senza guardarla e lei, senza opporsi, uscì lentamente dalla stanza.

Lucia era li fuori, aspettava che la ragazza uscisse per poter andare dal figlio.

Appena la vide uscire la fermò.

"Sharon, come sta?" 
La ragazza alzò il viso, aveva gli occhi lucidi, ma mise su un sorriso e la rassicurò.
"Sta bene, ma vuole stare un po' da solo"

Dopo aver detto quella frase non le diede il tempo di rispondere e andò avanti uscendo dall'ospedale.

Aveva bisogno di prendere un po' d'aria.
Aveva bisogno, anche lei, di stare da sola.

Non si allontanò troppo, andò nel retro dell'edificio e si sedette su una delle scale di sicurezza.
C'erano altre persone lì, la maggior parte di loro in lacrime, probabilmente per via di dei loro cari che stavano male.

Si guardò attorno, nessuno l'avrebbe giudicata se avesse iniziato a piangere.

Prese il suo telefono, come prevedeva c'erano diverse chiamate dalla madre alla quale rispose con un messaggio dove le diceva di non preoccuparsi, che si era fatta accompagnare da Sascha all'ospedale, che stava bene e appena sarebbe tornata a casa le avrebbe spiegato tutto.

Alzò lo sguardo verso il cielo cercando di cacciare dentro le lacrime.
In tutto questo tempo Salvatore le aveva insegnato una cosa, piangere non serviva.

Lui avrebbe avuto tanti motivi per farlo, eppure l'aveva fatto pochissime volte.
Quel ragazzo dentro di se aveva una forza impressionante, una forza che forse Sharon non aveva.
Lei che si era sempre ritenuta forte perché riusciva a non farsi abbattere da nulla non si era mai resa conto che in realtà ogni cosa negativa che le accadeva creava una ferita dentro di lei, una ferita che veniva ignorata, ma che ad ogni dolore si ingrandiva rendendola più debole.
Salvatore invece aveva una ferita già troppo grande per lui, era tutto troppo difficile per lui, ma non si era mai fatto abbattere, stava male, ma era riuscito a trovare la sua forza in Sharon.

Scoppiò improvvisamente a piangere nascondendo la testa fra le ginocchia.
Stava immaginando cosa sarebbe successo se lui davvero non si fosse più ricordato di lei, se davvero fosse finito tutto così.

Cosa avrebbe fatto senza di lui?
Chi lo avrebbe salvato? 

Sua madre era terrorizzata da Dario, Salvatore preso avrebbe capito chi era veramente suo padre e sarebbe ricominciato tutto da capo.
Sarebbe stato tutto uguale e tutte le sofferenze passate in questi mesi, tutti i rischi sarebbero stati completamente inutili!

Era davvero così che doveva andare?
Era questo che stava riservando loro il destino?

Forse non avrebbero mai dovuto legarsi così tanto, forse avrebbero dovuto continuare a vivere le loro vite separati l'uno dall'altro.

Forse era sbagliato ogni loro abbraccio, ogni loro bacio, ogni loro carezza, ogni loro parola d'amore era stato tutto fottutamente sbagliato.

Era questa la verità?

Perché, se è così, Sharon ne sarebbe uscita distrutta, anzi, forse un po' distrutta già lo era.
Salvatore non poteva stare bene, no, lei era l'unica ragazza che aveva accanto, come poteva stare bene? Come poteva non ricordarsela?

"Ragazzina, come mai piangi così?" una signora anziana attirò l'attenzione della ragazza.
"Uhm, il mio ragazzo, forse non si ricorda più di me, in realtà non ne sono sicura- tirò su con il naso- lui dice di non sapere se si ricorda, non sa se quello che si ricorda è la realtà" spiegò asciugandosi le lacrime.
La signora frugò nella sua borsetta e ne estrasse un fazzoletto, glielo porse.
Sharon lo prese ringraziandola.
"Sai, mio marito ha l'Alzheimer da qualche anno ormai, spesso mi guarda chiedendomi il mio nome- sorrise, come se questo racconto la divertisse- però ogni sera, quando andiamo a dormire mi dice sempre la stessa frase 'Non mi ricordo il tuo nome, però mi ricordo che ti amo'" 
Ascoltò con attenzione non capendo dove voleva arrivare.
"L'amore non si dimentica, se il tuo ragazzo ti ama si ricorderà di te, dagli un po' di tempo, non è facile svegliarsi e rendersi conto di non sapere più ciò che prima per te era certo"

Rimase in silenzio, senza dire una parola, aveva ragione e di certo stare a piangere non avrebbe risolto le cose.
Salvatore non poteva essersi dimenticato di lei, aveva solo bisogno di tempo e lei gli avrebbe dato tutto il tempo di cui aveva bisogno.

HEY

Era tanto che non scrivevo un capitolo così, di colpo, senza prima scriverlo nel quadernetto, infatti non mi soddisfa più di tanto, ma vabbeh.
A voi piace? :) 
Spero di sì, fatemelo sapere 
per la vostra gioia mi sono fatta un altro social (anche se preferirei farmi Salvatore) quindi seguitemii

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