Don't give up.

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I cannot hide this
Even though I try
Heart beats harder
Time escapes me
Trembling hands
Touch skin
It makes this harder
And the tears stream down my face


Salvatore dormiva da un paio d'ore, con Sharon affianco che gli accarezzava i capelli con cura mentre aspettava che si svegliasse.

Più o meno era questa la loro routine da una settimana.

Si arrampicava sull'albero, lui le apriva la finestra e dopo poco si addormentava, non perché lei lo annoiasse, ma perché era estremamente debole.
Spesso dormiva così tanto che quando si risvegliava Sharon era andata via lasciandogli un biglietto dove si scusava e gli prometteva che sarebbe tornata l'indomani.

Da un po' di tempo, inoltre, faceva degli incubi e si risvegliava in preda al panico.

L'incubo più ricorrente riguardava sua madre.

Non l'aveva più vista da quel giorno e aveva paura che le fosse successo qualcosa.

Non se lo sarebbe mai perdonato, nonostante tutto continuava a pensare che fosse colpa sua.

Sharon era stesa vicino a lui, aveva appoggiato la testa sul suo petto e ascoltava i battiti del suo cuore.
Appena li sentiva accelerare sapeva che di li a poco sarebbe arrivato l'incubo e lui si sarebbe svegliato.

Odiava vederlo così, soprattutto perché non sapeva come aiutarlo in modo concreto.
Stare sempre al suo fianco, calmarlo, dargli le medicine, farlo mangiare e fargli tutta la compagnia possibile non bastava, aiutava, certo, ma non abbastanza.

Sharon avrebbe voluto denunciare il padre di Salvatore, ma ogni volta che proponeva la cosa a Lucia glielo impediva.
Lei non poteva vedere Salvatore, suo marito non glielo permetteva, ma quando usciva di casa poteva incontrare la ragazza e parlarle.

Avendo visto la donna lei sapeva che era piena di lividi, che stava male, però non voleva dirlo a Salvatore, non voleva farlo soffrire ancora di più.

La febbre gli era quasi passata del tutto, voleva prima concentrarsi su quella, poi avrebbe cercato una soluzione a tutto il resto.

Sentì i battiti del suo cuore aumentare gradualmente, segno che l'incubo era arrivato.

Alzò il viso dal suo petto e gli prese la mano sentendosela stringere subito dopo.

"Sharon..." bisbigliò nel sonno.

"Sono qui amore" rispose in un sussurro accarezzandogli il viso.

"No Sharon..." continuò.

Lo faceva spesso, iniziava a parlare, diceva poche parole, alcuni monosillabi o nomi e quando si svegliava non ricordava quasi nulla riguardo all'incubo.

"Va tutto bene, tranquillo, non ti lascio solo" gli restava vicino, lui aveva iniziato a sudare, ad agitarsi, il suo respiro era rapido e irregolare.

Stringeva forte la mano della ragazza che, come ogni volta, lo guardava preoccupata sperando che si svegliasse.


Non si sarebbe mai abituata a vederlo così.

Si svegliò di colpo con gli occhi sbarrati e il respiro affannoso.

Cercò Sharon con lo sguardo temendo di non trovarla e iniziò a calmarsi quando la vide accanto a lui.

Avvicinò la mano al suo viso toccandola come se volesse accertarsi che fosse reale.
"Sono qui Sal, tranquillo" mise la mano sulla sua e l'accarezzò.

"Sharon..." i suoi occhi divennero improvvisamente lucidi.
"Hey, calmati..." vide che alcune lacrime iniziavano a bagnargli il viso, lacrime che si facevano sempre più frequenti.

Reject||SurrealpowerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora