"The Sky Seen From The Moon"...

By AlyPlutonis

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Hermione è la più giovane insegnante che Hogwarts abbia mai avuto. Draco è uno fra i migliori Auror del mondo... More

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By AlyPlutonis

Hermione era appena scomparsa. Draco rimase a fissare un attimo il punto in cui prima c'era lei. Perché aveva detto una cosa così stupida?... Solo per rispondere a tono a quella mezzosangue sapientona! Lui non ci stava provando con nessuno, era stata quella ragazzina ad avvicinarsi e lui le aveva solo risposto gentilmente. E poi cosa gliene fragava alla Granger con chi usciva? Erano solo affari suoi.
Prese la sua roba e si smaterializzò a casa.

La luce della piantana brillava tenue nell'angolo, illuminando una piccola parte di quel salottino. La roba della Granger era buttata sul tavolino ma di lei nessuna traccia. Dove diavolo era finita? Poi ad un tratto il campanello suonò. Draco fissò stranito la porta. Chi mai poteva cercare la Granger? Andò alla porta. La bacchetta nella mano destra e il pomello nella sinistra. Guardò attraverso lo spioncino. Un ragazzo alto e atletico, dai lineamenti duri ma gentili, svettava da dietro la porta. I capelli castani erano tagliati corti e gli occhi grigi come la tempesta scandagliavano annoiati la casa. Suonò nuovamente.

«Arrivo!!»

Si levò un grido dalla camera da letto. E poi la vide. Hermione, vestita con un abito nero e la gonna svasata, scendeva leggiadra le scale, attenta a non inciampare negli alti tacchi argentei. La fissò sbigottito. Non aveva mai visto niente di più bello. Non era come le solite ragazze che abbordava. Risplendeva di luce propria. Dei capelli, sfuggiti dal morbido chignon, le ricadevano leggeri sulle spalle.

«Oh!...»

Solo allora sollevò lo sguardo, incontrando quello sbalordito di Draco.

«Malfoy non ti avevo sentito! Certo che potevi anche aprirgli a quel povero ragazzo. Chissà che freddo!»

Draco distolse lo sguardo. Qualcosa lo colpì allo stomaco, come un pugno. Anzi più doloroso di un pugno, peggio di un Crucio. Una sensazione di vuoto lo invase. Si sentì mancare qualche battito. Hermione gli si avvicinò preoccupata.

«Malfoy... Tutto bene? Sei un po' pallido... Vuoi un tè? »

Draco scosse vigorosamente la testa in segno di no, ma anche per allontanare quella sensazione che lo aveva attanagliato. Il campanello suonò di nuovo, ancora più insistentemente.

«Eccomi Matthew! »

Hermione spostò Draco dalla porta. Lui ripose la bacchetta al sicuro. Quando Hermione aprì la porta un'ondata di aria gelida lo investì facendolo rabbrividire fin dentro le ossa.

«Hermione ma dov'eri? Stavo per diventare un surgelato!!»

Sorrise. A Draco venne il voltastomaco. Come osava sorridere in quel modo alla Granger?! Si tolse quel pensiero, disgustato, dalla mente.
«Malfoy lui è Matthew, un "dottore". Stasera arriverò tardi, attento al lupo!»

Hermione sottolineò la parola dottore. Cosa voleva dire? Poi Draco capì. I dottori erano persone babbane! Quindi Hermione stava uscendo con un babbano?! Il sangue gli ribollí nelle vene. Con un sorrisetto soddisfatto quel Matthew la afferrò per la vita e la portò fino alla macchina.

Draco li fissò finché la macchina di lui non sparì, inghiottita dal buio. Perché provava tutte quelle sensazioni? Avrebbe voluto avere quel dottorino fra le sue mani, così da strangolarlo. Come osava toccare la mezzosangue in quel modo? Sbatté la porta talmente forte da far tremare tutta la casa. Non poteva starsene lì con le mani in mano. Doveva seguirli, non riusciva a fidarsi minimamente di quello stupido babbano!

Prese il mantello nero e si coprì. Uscì all'aperto dove il vento lo schiaffeggiò talmente forte da fargli lacrimare gli occhi. L'unico modo per trovarli era usare la scopa. Ma la Granger non disponeva di scope. "E adesso che faccio?!?" stava perdendo tempo prezioso. Ad un tratto qualcosa spuntò dal bosco. Un Thestral curioso puntò i suoi occhietti neri su Draco. Il suo voltò si illuminò. Salito in groppa (con qualche difficoltà) partì alla volta di Londra.

---

Dovette chiudere gli occhi più volte per evitare che il vento glieli tagliasse. Il Thestral volava veloce e leggiadro e Draco iniziò a planare leggermente quando intravide le prime luci della città. Atterrò in un piccolo vicolo oscuro dove un barbone dormiva. Quello non si accorse minimamente della presenza di Draco. Scese e ringraziò il Thestral, poi si avviò verso la strada principale. Doveva stare attento, i babbani si sarebbero potuti spaventare dato che era vestito ancora da mago. Decise di cambiarsi d'abito, doveva passare inosservato. Con un colpo di bacchetta trasformò il mantello in una camicia e i pantaloni in Jeans. Quando uscì dal vicolo, le luci dei locali gli inondarono gli occhi. Si era guasi scordato come era la città, ma la fortuna era dalla sua. Alzato lo sguardo riuscì a vedere Hermione a braccetto con quello stupido dottorino. Lui rideva scompostamente mentre lei aveva sul volto un sorriso tirato. Perché mai era uscita con quello stupido babbano??

Draco si fermò un attimo. Ma cosa stava facendo? Perché si interessava della Granger? Quella morsa lo colpì nuovamente allo stomaco. Perché era sua, ecco perché! "Macché mica è mia! Però solo io posso offenderla." Non gli piaceva il modo in qui la guardava quel babbano. I suoi occhi la bramavano, volevano solo quello. Ma non poteva intervenire, non in quel luogo, troppa gente. I due si infilarono in una piccola viuzza secondaria ed entrarono in un piccolo ristorante. Draco li seguì.

L'odore di erba e di camino invase le sue narici. Il muro era scoperto e le pietre spiccavano lucide. Era un ristorante delizioso e accogliente. Sarebbe stato perfetto per lui ed Hermione. "Smettila santo cielo!! Toglitela dalla testa!" Draco stava impazzendo. Se lo sentiva. Piccoli tavolini erano disposti lungo le pareti. Riuscì a trovare un tavolino nascosto e da lì riusciva anche a guardali senza essere notato.

I due si sedettero, uno di fronte all'altro. Sembravano una coppietta felicemente fidanzata. Quel pensiero gli fece rivoltare le budella. Mentre leggevano i menù Matthew le sfiorava la mano, disegnandole piccoli cerchi sul dorso. Hermione se ne stava tranquilla a fissare insistentemente il menù. Draco per poco non spezzò il bicchiere di cristallo che conteneva un liquido color prugna. Una cosa babbana chiamata vino. Ormai il suo cervello non riusciva più a ragionare, ma se non fosse stato per l'arrivo della cameriera, si sarebbe alzato e avrebbe spezzato quella lurida mano al babbano. Come osava toccarla? Draco, stava diventando ogni minuto più geloso e questa cosa lo disturbava profondamente. Come poteva provare dei sentimenti per Hermione? Lui che l'aveva odiata dal primo giorno. Odiata e ammirata.

Conclusero la cena verso le nove e mezza. Si alzarono pagarono il conto e uscirono. Draco era appostato fuori da qualche minuto in attesa che uscissero. La sigaretta che aveva fra le dita si consumò lentamente mentre rimaneva nascosto nel buio. Quando uscirono si diressero verso un locale dall'altro lato della strada. Superarono la fila ed entrarono. Draco non fu così fortunato.

«Dove vorresti andare?»

«Stai dicendo a me?»

Draco fissò di traverso l'energumeno che controllava l'entrata del locale.

«Si principessa dico a te. Se non sei sulla lista puoi anche dileguarti!»

Draco decise di non rispondere. Non voleva creare disordini, ma non si arrese. Girò dietro il locale e trovò un'altra entrata. Con un piccolo incantesimo riuscì ad entrare.

Il locale era pieno. Le luci tremavano frenetiche al ritmo della "musica", che veniva pompata nelle casse. Gli alcolici brillavano dietro al bancone come tante lanterne colorate. Si avvicinò al bancone.

«Un firewhisky»

«Come prego?»

Una ragazza lo squadrò da capo a piedi. Si era dimenticato di essere in un locale babbano.

«Un whisky »

In pochi attimi un bicchierino atterrò sul bancone. In pochi secondi sparì. Draco lo buttò giù tutto d'un fiato. Intanto scandagliava il locale con lo sguardo alla ricerca di quei due. Li trovò seduti ad un tavolino. Lui le parlava all'orecchio. Troppo vicino. Hermione aveva una faccia stanca, anche se non riuscì a decifrare nient'altro, le luci non glielo permettevano. Ad un tratto si alzarono e andarono in pista. Il babbano avvicinò Hermione con una spinta e l'afferrò per i fianchi. Sempre troppo vicino. E quando iniziarono a ballare scese fin troppo. Hermione con un gesto secco alzò le sue mani per farle ritornare dietro alla schiena, ma lui continuava imperterrito. Il volto di lui era affondato nel collo di Hermione. Continuava a tenerla troppo vicino.

Draco con ci vide più. L'alcol e il sangue gli ribollivano nelle vene. Si alzò in fretta, rischiando di far cadere il bicchiere. Spintonando la gente si fece largo e arrivò dietro al ragazzo.

Lo afferrò per una spalla e lo fece ruotare mentre con la mano libera caricava un pugno, che andò a fare centro.

«DRACO?!?»

La voce di Hermione gli risuonò soave nelle orecchie. Ma il babbano si alzò e tirò un pugno a Draco che cadde pesantemente sul pavimento. L'ultima cosa che vide fu il volto preoccupato di Hermione. Poi buio.

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