§ Un Biglietto §

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Scese lentamente le scale, assaporando ogni scricchiolio. Indossò qualcosa, prese una sigaretta e uscì di casa. La notte era tranquilla. Leggere nuvole passavano lente, portandosi dietro qualche sbuffetto solitario. Le stelle brillavano placide in quella fredda notte d'autunno. Il vento soffiava delicato e gli alberi silenziosi custodivano i nidi abbandonati dagli uccelli migratori. Le foglie volteggiavano per terra. Tutto questo lo fece tranquillizzare. Stava ancora pensando a ciò che era successo, a ciò che aveva provato a fare. Le sue emozioni trovarono un po' di pace in quel silenzio.

Continuava a chiedersi il perché di quelle azioni sconsiderate, di quei pensieri e di quei desideri che al sol tocco della pelle di lei erano sbocciati come fiori nella sua mente. Nel suo cuore. Quando se l'era ritrovata fra le braccia l'unico pensiero che era rimasto fermo era stato "dev'essere mia". Mai avrebbe pensato di poter desiderare tanto ardentemente una persona. E poi che persona. Sette anni passati a dirsi parole orrende, scavare fossati invalicabili e a costruire muri spessi come montagne.

Questi pensieri si riversavano nella sua mente come un mare in tempesta. Mentre si stava per accendere una sigaretta successe qualcosa. In quella notte buia e fredda, qualcosa si mosse poco distante da lui. Draco si affrettò per vedere chi era stato, ma quando si trovò nel punto non vide nulla. Solo erba e un piccolo cespuglio di spine.

Ma qualcosa giaceva immerso in quelle foglie inospitali. Un biglietto. La carta era color della sabbia, una pergamena morbida. Un sottile nastro rosso la teneva chiusa. Con un gesto rapido sciolse il nodo e aprì il biglietto.

"Tu che hai tradito il tuo sangue e rinnegato la tua famiglia, soffrirai e proverai ciò, che colei che ami provò mentre la parte oscura risorgerà dalle ceneri."

Draco rimase perplesso a fissare il foglietto che stringeva tra le mani. Non riusciva a capire il senso di quelle parole. Pensò ad uno scherzo di cattivo gusto. Si chiese poi chi fosse l'artefice di quello strano scherzo.

"Tu che hai tradito il tuo sangue..."

Ma ciò che lo assillava maggiormente era la parte finale.

"La parte oscura risorgerà...".

Voldemort era ormai morto da più di tre anni e i mangiamorte erano scomparsi con lui. Il pensiero del loro ritorno gli fece venire i brividi.

A passi lenti si incamminò verso la casa e rientrò cercando di essere il più silenzioso possibile. Nascose il biglietto e guardò l'orologio. 3:30 p.m. Ripensò ad Hermione, la sua pelle, il suo corpo e il suo volto. A quella faccia sconvolta che sapeva fare solo lei e a quegli occhi che avevano visto troppo dolore e sangue. Quegli occhi color nocciola che tanto l'avevano affascinato in quella vecchia e polverosa scuola. Aveva sentito il suo cuore battere sulla sua pelle, ogni battito. Non riusciva a capire quali scherzi gli stesse facendo il suo cuore. Non avrebbe mai potuto amare Hermione. Non dopo tutto quello che era successo.

Era lì solo per risolvere il caso e nient'altro. Però quache scherzetto poteva continuare a farglielo.

Ciao a tutti!!! Scusate se il capitolo è così striminzito! Recupererò con il prossimo. È un capitolo molto riflessivo e in cui ho voluto analizzare maggiormente Draco, quindi potrebbe sembrare un po' noioso dato che non capita niente di emozionante. Spero che vi piaccia comunque e come sempre lasciate tante stelline e commentate

"The Sky Seen From The Moon" |Dramione|Where stories live. Discover now