Lady Oscar- Sarai per me il m...

By Waterwall7

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E se la sorte dell'amore tra Oscar e Andrè cambiasse? Se ci fosse qualcosa che nessuno volesse mai dirci? Mag... More

introduzione.
Prologo.
Segreto.
Non esisterà 《addio》
Insonnia.
14 luglio 1789
Riapri gli occhi. (Ricordati.)
Ritorno ad Arras
La ricerca e la nuova vita. (Si ricomincia da due.)
Alain: il seme più bello si raccoglie al volo.
Paternità
Quando si scrive delle donne bisogna intingere la penna nell'arcobaleno
Bonnes personnes.
Incontri vecchi e nuovi.
Litigi.
Chi l'ha detto che abbracciarsi fa male?
Non più sola.
Non eri calcolato.
Fiamme.
Cenere.
Progetti.
Dream.
Cold and Alcohol
Un joyeux Noël et anniversaire...pas si parfait.
La verità.
La Borbone.
Red.
Sorprese.
Notre Rêve.
Noir et Blanc.
Tourment.
Ancolie.
(I)(f).
Between perfection and destruction.
Happy Birthday. extra
Spring.
Coming to me.
From white with love.
Blacks swans.
Origins.
One day we will can be happy, right?
Under the masks.
Au-delà des Alpes.
Epilogo.

Preparativi.

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By Waterwall7

Era mattina.
Una candida mattina di dicembre dove il sole faceva risplendere la neve sotto i suoi raggi, facendola sembrare un tappeto di diamanti.
Quella mattina, Oscar, aveva mal di testa: troppe notti insonni.
Andrè si svegliò e le diede un bacio sulla guancia:<< Buon giorno madam Grandier. >> disse sorridendole.
Oscar era troppo giù di morale:<< Buon giorno ... >> si sentiva fiacca, senza forze.
Andrè si preoccupò:<< Cos'hai? Non ti senti bene? >>
Oscar fece un mezzo sorriso:<< Tranquillo Andrè, ho un po' di mal di testa. Niente di grave. >>
<< Insonnia? >> le chiese mentre accarezzava i suoi capelli dorati che cadevano lungo le spalle.
<< Già, questa notte è stata bianca. >> Oscar si stropicciò gli occhi.
Andrè le diede un bacio sulla fronte:<< Aspettami qui. >>
Oscar fece cenno di "sì" con la testa e vide scomparire dalla porta il suo amato.
In quel momento si rigirò mettendosi ad osservare il soffitto di legno della loro camera.
Sbuffò, ripensando all'ultimo sogno che l'aveva tormentata e un brivido lungo la schiena la graffiò.
Era da giorni che quegli incubi la perseguitavano portandola a non dormire la notte.
Perchè? Perchè non la lasciavano in pace? Non riusciva a darsi una spiegazione lecita o quantomeno verosimile. Sapeva solo che significavano qualcosa.
La porta si riaprì e spuntò Andrè: aveva un vassoio in mano con una tazza di cioccolata calda e dei biscotti fatti da Nanny.
Quanto adorava quei biscotti.
Oscar si mise a sedere, a gambe incrociate, sul letto mentre Andrè poggiava il vassoio sulle lenzuola.
Lei lo guardò dolcemente: << Andrè, non dov... >>
Lui premette leggermente il suo indice contro le labbra della sua amata:<< Dovevo. Sei stanca e hai bisogno di riprenderti. >>
Oscar sbuffò:<< Ma.. >>
Andrè la interruppe un'altra volta:<< Non voglio sentire scuse, ricordati che anche il nostro bimbo ha bisogno di cure e quindi tu starai a letto oggi. >>
Senza darle il tempo di rispondere le diede un bacio ed uscì dalla camera.
Oscar rimase un secondo a guardare la porta.
Aveva gli occhi spalancati per la sorpresa, i capelli biondi gonfi e arruffati e la camicia, bianca, da notte le nascondeva le mani dentro le maniche: sembrava una bambina.
Fece roteare gli occhi, scocciata.
<< Si preoccupa troppo. >>
Poi guardò in basso, ammirando il suo ventre gonfio e pensando che quel bambino non avrebbe mai visto la luce del sole.
Le scese una lacrima.
<< Ti amo tesoro mio, anche se i nostri visi non si incroceranno mai ... >>
Le scese un'altra lacrima.
Guardò un po' più avanti, ricordandosi del vassoio portato da Andrè: accanto alla tazza c'era una stella di Natale rossa come il sangue.
Oscar la prese e accarezzo quei petali vellutati, sorrise al pensiero che, almeno, con lei c'era Andrè.
Andrè ...
Lui c'era sempre stato. In ogni momento della sua vita e ora, anche nella sua gravidanza.
Prese, tra le sue dita affusolate, la tazza di cioccolata. Scottava leggermente ma, forse un po' di dolore le mancava.
Il dolore della battaglia, delle ferite, della sua vecchia vita. Sarebbe cambiato tutto.
Masochista.
Ma il tutto è così lontano da lei.
E la regina? Come starà in questo momento? Dopotutto era sua amica, una sua grande amica.
Si portò la tazza alle labbra e vi soffiò facendo andare il vapore caldo dalla parte opposta. Bevve un piccolo sorso e si morse le labbra che bruciavano per il calore.
Guardò fuori dalla finestra: era tutto così puro e bianco.
Si mise su una sponda del letto, vicino alla finestra c'era un manichino su cui stava la sua uniforme blu.
A fatica si alzò e andò verso di essa.
La guardò attentamente mentre passava i polpastrelli sul tessuto.
Se la mise addosso e andò alla finestra dove la brina incorniciava i vetri.
Ebbe come una scossa quando appoggiò la sua mano, ancora calda dalla tazza, nel vetro.
Guardò oltre quella piccola chiazza di alberi e riuscì a intravedere il laghetto in cui lei e Andrè stavano per affogare quando erano piccoli; era ghiacciato.
Oscar sorrise a quel tenero ricordo rievocato nella sua mente. Sorrise felice, piena di gioia.
Ricordò ogni secondo: Andrè era onnipresente nella sua vita. Non esisteva attimo, non esisteva ricordo senza Andrè.
Aprì leggermente la finestra, quel poco che serviva per far passare l'aria fredda che le graffiava il viso.
Era da un po' che non usciva.
Respirò profondamente quell'aria fatta di cristalli e rimase a guardare fuori finchè "Jack Frost non le morse il naso".

***

Alain guardò Andrè scendere di nuovo le scale di legno:<< Come sta il comandante, Andrè? >>disse con fare ironico.
Andrè sorrise:<< Le ho detto che oggi starà tutto il giorno a letto, si deve riposare. >>
Alain fece un risolino:<< Paterno sì, ma così apprensivo non pensavo! >>
Andrè lo guardò un po' di traverso e prima che potesse rispondergli, spuntò Esperanza con molte casse dall'altra stanza. Stava faticando parecchio e Alain si precipitò immediatamente a prenderle:<< Esperanza, sei pazza?! Sei incinta e fai certe cose?! >>
Esperanza abbassò lo sguardo:<< Scusami Alain ... >>
Lui sospirò e Andrè fece capolino nella discussione:<< Quindi ... Chi era quello apprensivo? >> aveva un tocco di malizia nella voce e lo sguardo era beffardo.
Alain fece girare gli occhi:<< Amico, sei proprio antipatico sai? >>
Esperanza rise:<< Siete proprio due bambini voi due! >>
E cominciarono a ridere dietro lei.
Alain posò le scatole sul tavolo:<< Si può sapere cosa c'è qui dentro? Sono molto pesanti. >>
Esperanza ne aprì una mostrando una miriade di addobbi natalizi:<< Nell'altra stanza ce ne sono altri, il generale è riuscito a portarli da casa Jarjayes. >>
Alain rimase a fissare gli scatoli: al contrario di Andrè, lui non ne aveva mai visti degl'addobbi natalizi.
I suoi occhi si riempiro di meraviglia e stupore tanto da quasi luccicare insieme a quelle campanelle colorate.
Esperanza, invece, sembrava molto pratica; come se le aveva sempre viste, ma Alain non badò più di tanto a ciò.
Andrè cominciò ad uscire fuori delle scatoline di varie dimensioni e forme: alcune erano rotonde, altre rettangolari, altre ancora quadrate e tutte di vari colori. Poi ne uscì una bianca avvolta da un fiocco azzurro ghiaccio. La rigirò tra le dita e, mentre la guardava, non faceva altro che sorridere con un tocco di malinconia nel suo sguardo smeraldo.
<< Cos'è Andrè? >> chiese Esperanza con un filo di voce, come se fosse spaventata di rompere il momento.
<< Il nostro addobbo natalizio. >> disse senza alzar lo sguardo da quella scatolina che sembrava piuttosto vecchia.
<< Il vostro addobbo? >> fece eco Alain.
Andrè annuì:<< Quando eravamo più piccoli, io e Oscar, adoravamo esplorare la residenza Jarjayes e ci inoltravamo nell'ale più remote della residenza. Un giorno, mentre giocavamo a fare gli avventurieri, salimmo in soffitta con le nostre spade in mano. La soffitta era quasi tutta in penombra e quindi era uno scenario perfetto per la nostra avventura. Cominciammo a giocare finchè non sbattemmo contro delle casse sormontate da teli bianchi e impolverati. Eravamo dei bambini molto curiosi, quindi aprimmo le casse pensando che lì dentro poteva esserci un tesoro nascosto. Erano piene di scatolette fatte di tessuto e nastri. Decidemmo di prenderne una e vedere ciò che conteneva e ne uscì un addobbo natalizio. A entrambi si illuminarono gli occhi ... >>

<< Andrè guarda che bello! >> Oscar alzò l'addobbo di vetro cercandolo di mettere contro la luce.
Andrè lo guardava estasiato:<< Hai proprio ragione, Oscar! E' bellissimo! >>
Oscar si voltò verso di lui sorridendo e lo tirò leggermente da una manica della giacca marrone invitandolo a sedere accanto a lei.
<< Cosa c'è Oscar? >>
Lei lo avvicinò al volto di lui:<< Noi lo abbiamo trovato insieme- cominciò a dire mentre continuava a sorridere piena di felicità- e quindi da ora in poi sarà nostro! >>
Andrè rimase stupito, ma felice allo stesso tempo:<< Nostro? Dici sul serio, Oscar? >>
Lei agitò la testa:<< Certo! Sarà il nostro grande tesoro! >>
Andrè sorrise allegramente:<< Che bello! >>
Oscar abbassò l'addobbo ma, non smise di guardare Andrè negl'occhi:<< Questo sarà il segno della nostra fedeltà. >>
Andrè la guardò inclinando da un lato la testa:<< Cosa vorresti dire? >>
<< Che noi due saremo fedeli uno all'altro per sempre. >>
Andrè sorrise:<< Certamente. >>
Oscar gli fece un dolce sorriso:<< Noi due saremo amici per sempre. >>

Ad Alain e ad Esperanza si tinse un'espressione dolce sul viso, mentre Andrè rimaneva ancora a rimuginare su quel ricordo.
Alain ruppe il silenzio:<< Non ti va di aprirlo? >>
Andrè lo guardò ancora sognante:<< Magari sì ... Chissà se si è rotto dopo così tanto tempo lì dentro. >>
Sfilò il nastrino di raso e aprì la scatola guardando al suo interno: il loro tesoro era ancora tutto intero e splendente come una volta.
Andrè sorrise e lo riposò mettendolo di lato:<< Allora? Iniziamo? >>
Esperanza cominciò a saltellare per la felicità, sembrava così piccola e innocente in confronto a loro.
Alain cercò di arrestare quella serie di saltelli:<< Esperanza non muoverti così! Potrebbe fare male al bambino ... >>
Esperanza gli sorrise dolcemente e gli fece una carezza sulla guancia:<< Quanto eres cariñoso mì amor. >>
In quel momento entrò il generale che per far finire le smancerie fece due colpi di tosse.
I tre si misero quasi sull'attenti:<< S-signore! >>
Il generale sorrise divertito:<< State iniziando i preparativi? >>
<< Ehm- iniziò Andrè- sì. Volevamo farli mentre Oscar era a letto, così non si sarebbe affaticata. >>
<< Capisco. Dovrete comprare molte cose allora. >>
Alain, che quella festa non aveva mai festeggiato se non che con una preghierina, lo guardò da un lato:<< Comprare? >>
<< Ma certo! O comunque sia dovreste andare un abete, il vischio e il muschio. >>
<< Ah. >> fece Alain sapendo già a chi sarebbe toccato andare a prendere l'albero.
Poi fecero capolino Madam e Nanny che prese subito la discussione:<< Forza voi due, mettetevi qualcosa di caldo e andate a prendere tutto ciò che occorre! Esperanza rimarrà con noi a sistemare il presepe. >>

***

Oscar sentì aprire la porta della stanza.
Si voltò e guardò con aria sollevata il ragazzo moro:<< Andrè, pensavo che mi avresti lasciato sola tutto il tempo. >>
Andrè le sorrise e l'abbracciò:<< Come potrei mai lasciarti sola? Tu sei tutto ciò di cui io ho bisogno per vivere e ne morirei se tu non fossi qui, al mio fianco, adesso. >>
Oscar lo baciò dolcemente:<< Ti amo Andrè. >>
<< Anche io Oscar. >>
Le diede un altro bacio e poi si abbassò sul pancione ricomprendono di piccoli baci:<< Ciao amore di papà, comportati bene con la mamma oggi, intesi? >>
Oscar rise e gli accarezzò i capelli, poi lui la guardò:<< Tu cosa ci fai difronte alla finestra? Ti ho detto che devi rimanere a letto a riposare! >>
Oscar buffò scocciata:<< Ma non posso! Non ci riesco! >>
<< Sì invece! >> e la trascinò fino a sotto le coperte dove lei mise il broncio.
Andrè prese il giubbotto e la sciarpa e dandole un alto bacio le disse:<< Comportati bene almeno fino al mio ritorno. >>
Oscar lo guardò:<< Dove vai? >>
<< Devo aiutare Alain. >>
Oscar era curiosa ma non volle intromettersi più di tanto:<< Va bene... >>
Andrè le sorrise:<< A dopo madam Grandier. >>
Lei ricambiò il sorriso:<< A dopo amore mio. >>
La porta si chiuse e lei si sdraiò sul letto provando a dormire.

***

<< Amico, certo che fa proprio freddo! >>
Alain stava congelando e Andrè non era da meno.
<< Forza, tu ora tagli quell'abete e io nel frattempo cerco del vischio e del muschio. >>
<< Va bene. >>
Alain sospirò e andò verso l'alberello insieme alla sua ascia:<< Meglio sbrigarci. >>
Diede il primo colpo di ascia.
Bianco.
La sua visuale si era ricoperta di neve. Se la scrollò un po' di dosso e ricominciò.
Di nuovo bianco e una scollata.
Un altro colpo, altra neve, un'altra scrollata.
Alain sbuffò e, seccato, cominciò a dare colpi uno dietro l'altro riuscendo a svegliare un picchio.
Fu un secondo e fu come se entrambi si fulminarono con lo sguardo.
Il picchiò lo assaltò facendo cadere Alain per terra. Lui urlò di rabbia cercando di costarlo il più possibile.
Sbattè due volte contro il tronco che cominciò a oscillare sempre di più finchè, appoggiatosi Alain, non cadde all'indietro facendo arrivare Alain tra la neve candida.
<< Stupido uccello! >>
In quel momento arrivò Andrè pieno di vischio, muschio, stelle di Natale e pungitopo tra le braccia:<< Alain, ricordati che hai trent'anni! Smettila di giocare con la neve, sei ridicolo. >>
Alain perse le speranze e affondò il viso in quel freddo candore.

***

La porta bussò e Margueritte si affretto ad aprire ai due ragazzi.
Il presepe era già stato fatto e sul tavolo gli attendeva una bella tazza di cioccolata calda.
Alain mollò l'albero in salotto ed Esperanza corse ad abbracciarlo:<< Vieni tesoro, ti prendo la tazza di cioccolata così ti riscaldi. >> e prendendo anche Andrè per il braccio. Lo trascinò con se.
Bevvero con tranquillità la cioccolata e poi Andrè si alzò:<< Io vado a vedere come sta Oscar, nel frattempo voi cominciate a sistemare. >>
E salì le scale.
Entrò in camera dove trovò il suo dolce angelo assopito tra le calde coperte.
Gli uscì un dolce sorriso e rimase per svariati minuti a contemplare la bellezza di sua moglie.
Era meravigliosa e quel pancione la rendeva ancora più bella.
Si avvicinò a lei: sembrava una bambina.
Le accarezzò le guance e passò le dita fra i suoi meravigliosi capelli biondi:<< Sei perfetta. La creatura più bella del mondo. >> e le diede un leggero bacio sulla fronte che la fece mugugnare.
Lui continuò a sorridere, avvicinandosi alla porta.
Le diede un ultimo sguardo e scese.

***

Oscar venne svegliata dal rumore della porta che si apriva e vide Andrè che le sorrideva.
Gli occhi azzurri di lei si incrociarono con quelli verdi di lui:<< Avete dormito bene? >>
Oscar si stropicciò gli occhi e rispose accarezzandosi il ventre gonfio:<< Sì. >>
Andrè l'aiutò ad alzarsi e la baciò:<< Forza bella addormentata, sotto c'è una sorpresa che ti attende. >>
Lei lo guardò con una espressione interrogativa e si lasciò trascinare giù dove tutti l'aspettavano.
Andrè la fece fermare di fronte all'albero e poi prese la scatoletta del loro piccolo tesoro.
Oscar rimase a bocca aperta spalancando i suoi due zaffiri:<< Dove l'avete trovata? >>
<< In una cassa. >>
Prese la scatolina e cominciò a sorridere finché Andrè non le disse:<< Manca solo il nostro tocco e sarà tutto perfetto. >>
Oscar annuì col capo e mise su una fronda dell'abete il loro piccolo tesoro.
Il loro piccolo, ma grande, fiocco di neve di vetro.

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