Origins.

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Il mattino seguente di quella tragica notte fu uggioso e maleodorante di pioggia.
La mattina era fredda per essere Aprile, l'umidità attraversava la pelle per riempire polmoni ed ossa.
Quelle dure e pesanti ore le avevano passate a palazzo Jarjayes con nessuno che chiudesse occhio: dalle due coppie più segnate, ai poveri soldati della guardia che avevano dovuto assistere a quella tragedia.

Oscar durante quei momenti infiniti non aveva fatto altro che piangere insieme al suo Andrè che stringeva al suo petto quelle due creature.
L'unica cosa che riuscirono a fare fu cambiarsi d'abito per togliersi i vestiti scomodi che avevano indossato per il matrimonio.
Chiusero gli occhi fradici, abbracciati in quel modo, solo verso le cinque del mattino; svenuti per la stanchezza e le forti emozioni.
Si svegliarono per il vento freddo che entrava dalla finestra aperta e gli graffiava le gote.
L'orologio segnava le sette.
Andrè si alzò per primo, con poca voglia e molta stanchezza che gli ricadeva sulle spalle incurvate e andò a chiudere i vetri inumiditi e freddi.
Umidi come la pelle nostra pensò Andrè che, da sdraiati, le lacrime dalle guance erano arrivate a solcare il collo.
Lui tornò a letto; non era per dormire, sicuramente no, non ne aveva la minima voglia di farlo e non si sentiva in grado di far qualunque cosa. A momenti anche respirare stava diventando pesante e pensò che Oscar, che stava con gli occhi aperti e vuoti sul loro bambino, faticasse anche a vivere in quei pesanti secondi di silenzio.
Le accarezzò i capelli spettinati e annodati.
Le bocche erano asciutte e non si mossero da quella cucitura creata da ore finché non sentirono dei movimenti giungere dalla stanza di Alain ed Esperanza che cercavano di calmare Joseph.
Ecco.
Joseph.
Lui era l'unica luce in quel momento non solo nella casa, ma anche nei loro cuori.
Erano diventati zii; almeno il loro cuore poteva riprendere a battere per un dolce motivo.
《 Credo che sia il momento di alzarsi - iniziò Andrè - Oggi, anche se sarà in parte triste, sarà anche un giorno felice. 》
Oscar fece un sorrisetto falso, sembrò più che si tirasse le labbra per il semplice sfizio di muoverle.
Lei si mise a sedere in silenzio lasciando il fagotto sul letto mentre Andrè l'aiutò a svestirsi di quella camicia da notte.
Ora era totalmente nuda di fronte a lui, sia nello spirito che nel corpo e non poté far a meno di lasciarsi andare a un pianto sfrenato nel petto del suo amato.
Andrè l'abbracciò forte e le baciò la fronte:《 Oscar, lo so che fa male. Io provo le tue stesse emozioni, credimi; ma non possiamo continuare così: è inutile piangere. Purtroppo il destino ha voluto questo per noi. 》
Lei non riuscì a proferir parola, continuava a singhiozzare con quegli occhi rossi che bruciavano.
Poi la porta si aprì lasciando intravedere il volto anziano della nonna che divenne paonazza alla vista della scena.
Andrè in un attimo la coprì con il suo corpo stesso:《 Potevi bussare! 》 disse scocciato.
《 S-scusatemi ragazzi ... Non avrei immaginato di creare disturbo... 》
Oscar affacciò il viso da dietro il bicipite di Andrè:《 Non preoccuparti nonna. Cos'eri venuta a dirci? 》
La signora si ricompose:《 Alain ed Esperanza chiedevano di scendere per parlare del battesimo del bambino. 》
I due si guardarono un attimo e Oscar rispose:《 Ci prepariamo immediatamente. 》

***

《 Esperanza sei sicura? Non sarebbe meglio rinviare il battesimo o lasciarli un po' da soli? Io non vorrei ... 》
Lei non lo fece nemmeno finire:《 Alain, ascoltami. Lo so che stanno male, ma non possiamo permetterci che ricadano in depressione come la scorsa volta. E poi quel bambino non può rimanere con loro. 》
L'uomo sospirò:《 Anche questa volta hai ragione. 》
Dalle larghe scale si sentirono i rumori di passi lenti e profondi di due persone.
Oscar e Andrè erano alla fine degli scalini, entrambi con abbigliamenti maschili, che tenevano il loro bambino in braccio.
Esperanza si morse le labbra e si avvicinò a loro seguita da suo marito:《 B-buon giorno... 》 la voce della corvina fu flebile e incerta.
Oscar fece un sorriso sforzato, ma a rispondere fu la voce cupa e mascherata di tranquillità di Andrè:《 Buon giorno. Allora? Vi sentite pronti per il battesimo? 》
I due accennarono un "sì" attraverso un soffio che uscì dalle labbra quasi morse.
Alain si avvicinò all'amico appoggiandoli una mano sulla spalla che faceva troppo male per non aver fatto nulla; ma tutto fa male quando si cade dentro.
《 In qualunque momento ricordati che ci sarò sempre per te, per voi. Siete la mia famiglia, i miei migliori amici e come ci siamo sostenuti prima di tutta questa storia lo faremo anche ora. 》
Gli sguardi dei due ex commilitoni si incrociarono per un attimo e non avevano un singolo significato dentro:《 Ricordalo sempre Andrè. 》
Si sorrisero e guardarono le loro mogli che parlavano sussurrando molto probabilmente parole simili a quelle loro.
Così si avviarono verso il salone per arrivare alla grande sala da pranzo dove seduti e appoggiati ai vari corredi di legno lucido e ceramica c'erano i soldati della guardia in procinto di svegliarsi; quell'oggi c'era poco da parlare essendo che quel silenzio era migliore di mille sillabe pronunciate. Alcuni, visti i quattro, sussurrarono un leggero "giorno" e altri si limitarono a fare un cenno con la testa.
Le risposte furono dei sorrisi appena accennati seguiti da occhi stanchi.
Si sedettero al lungo tavolo di legno di ebano intagliato.
Nanny si affacciò dalla porta della cucina insieme a Rosalie e Bernard che tenevano tra le braccia il piccolo François:《 I miei bambini ... - disse avvilita la donna anziana portandosi una mano al cuore - Bernard, Rosalie. Per favore andate un po' da loro, ne hanno bisogno. 》
Bernard si sistemò il piccolo tra le braccia e prendendo un forte respiro si avvicinò alla tavolata seguendo la moglie.
《 Madamigella Oscar. 》 Rosalie cinse le spalle della sua adorata amica che non riuscì a risponderle. La guardò con gli occhi rossi che bruciavano di lacrime salate.
L'amica non seppe cosa fare, si ritirò con amarezza verso la sua famiglia e si lasciò abbracciare da Bernard che le fece nascondere il viso su cui stavano cominciando a solcare lacrime.
Le due famiglie, quella de Soisson e quella Grandier, consumarono il pasto silenziosamente; neanche Joseph si fece sentire.
Quando finirono Marron-Glacé si avvicinò a loro, aiutata da Xavier, per portar via i piatti trovando una scusa per confortare i suoi bambini.
Appoggiò le sue piccole e paffute mani sulle spalle dei due come per stringerli un po' a sé, li guardò con tristezza e amore specialmente ad Oscar che teneva ancora quella creatura bianca e inerme fra le sue braccia:《 Mi dispiace tanto ... Posso capire il vostro dolore. So cosa vuol dire perdere un figlio... 》
Andrè si sentì stringere in una morsa il cuore: come un lampo, gli attraversò la mente il ricordo di suo padre morto su quel povero letto dopo mesi di agonia causati da una malattia che non ricordava nemmeno.
Si rimise a piangere come un bambino, questa volta più di sua moglie che era ritornata a stringere al petto il loro bambino; impulsivamente le strinse entrambe, era lui che doveva essere forte in quel momento; ma come poteva?
Perdere i genitori fa male, ti fa sentire solo; ma perdere un figlio ti fa sentire così inutile e rotto.
Senza proferir parola Alain ed Esperanza cominciarono ad allontanarsi dal tavolo, si sentivano di troppo e si dovevano preparare per andare in chiesa.
Oscar alzò lo sguardo e con voce tremolante disse:《 Non vi preoccupate, andiamo a prepararci anche noi. 》
La corvina si voltò verso di loro con le labbra leggermente dischiuse e gli occhi che vibravano per le lacrime da trattenere; accennò un "sì" con il capo e andò verso le scale insieme al padre di suo figlio.
Oscar si slacciò dall'abbraccio e si alzò poi rivolgendo le spalle al resto delle persone che erano nella grande sala da pranzo:《 Vado a prepararmi. Vi prego di sbrigarvi... Sapete che odio fare tardi. 》disse in maniera gelida: l'unico modo in cui sapeva reagire.
Teneva lo sguardo a terra e perso nel vuoto, quasi strisciando i piedi mentre si avvicinava sempre di più agli scalini in legno.
Aveva sofferto nella sua vita, ma nulla era paragonabile al dolore che provava adesso.
Si sentiva maledettamente fragile.
Ci fu un rumore di passi che accennavano una leggera corsa proveniente dal corridoio frontale; alzando lo sguardo si ritrovò Fersen che cercava di trattenerla un secondo.
《 Madamigella- cercò di dire riprendendo un po' di fiato - Io... 》
《 Vorreste dirmi che vi dispiace. - Rispose lei come se avesse dell'amaro in bocca - Lo so, vi ringrazio. 》 fece per andarsene via posando il palmo sul corrimano delle scale.
《 Aspettate!- la rifermò lui - Io volevo dirvi che voi non lo meritate ... 》
Oscar si fermò a scrutarlo con lo sguardo.
Fersen pensò che non l'avesse mai avuto così gelido.
《 Voi non meritate tutto questo, neanche Andrè. Siete le persone migliori che abbia conosciuto nella mia vita e vorrei che sapeste che ci sarò sempre per voi, come voi siete sempre stati con me e non riuscirò mai a dirvi "grazie" abbastanza per esprimere la mia gratitudine. 》
Lei accennò un sorriso e ritornò a salire lentamente le scale.
Non ebbe risposta sonora, ma a Fersen quel sorriso bastava.

Lady Oscar- Sarai per me il mio amore unico.Место, где живут истории. Откройте их для себя