Just wanna smash his face

By nagasakimako

38.1K 1.8K 747

[Sukuna x femReader] [no powers universe] [SMUT] Y/N è una ragazza che si è costruita da sola, a fatica, aff... More

1. L'aereo
2. Fratelli e sorelle
3. Passato, presente, futuro
4. Chi diavolo sei?
5. Demoni
6. Lungo la strada
7. Cuore a mille
8. Home theatre
9. Il tempio
10. In periferia
11. Porte
12. La Cena
13. Pronto Soccorso
14. Ad un filo
15. Gran bella cazzata
16. Tagliata di manzo al sangue
17. L'Arasaka
18. Walk of shame
19. L'Afterlife
20. L'Afterlife (pt. 2)
21. La quiete
22. Tiopentone
23. Ossigeno
24. Messaggi
25. Voglio solo spaccargli la faccia
26. Comunicazioni di servizio
27. Neve
28. Ryokan
29. Onsen
31. Il Padiglione del Vuoto
32. Mei Mei
33. Doppia coppia
34. Caos calmo
35. Risposte
36. Honda Fireblade
37. Cuori infranti
38. Hanabi
39. Parola salvezza
40. Dominio pubblico
41. Chiavi del bagno
42. Maki Zenin
43. Chiavi dell'auto
44. Uraume
45. Furibonda
46. Ritocchi
47. Boss finale
48. Piccolo fiore di pruno inondato dalla luce notturna di mezzanotte
49. Niente come previsto
50. Promesse
51. Shibari

30. Cicatrici

694 29 13
By nagasakimako



"Scendi" gli intimó. Geto sentì i lombi scaldarsi a quell'ordine.
Niente da fare: erano passati anni, almeno una decina, ma la fiamma che lo bruciava vivo tutte le volte che lo vedeva sembrava non essersi mai esaurita. Fece cenno a Choso di aspettare, e aprì la portiera.
"Spostiamoci". Gli indicò una via laterale e gli fece cenno di seguirlo.

"Che ci fate davanti a casa di mia sorella?"
Geto si strinse nelle spalle. Come aveva fatto quello stronzo a trovarli subito? Ora doveva inventarsi una scusa, e in fretta.
"Stiamo controllando che non entrino i ladri intanto che non c'è nessuno" inventò. Non era particolarmente credibile, ma non gli importava granché. Infilò una mano in tasca cercando l'accendino.
"Che premurosi" lo canzonò l'altro. Incrociò le braccia. "Vuoi farmi credere che tutte le volte che Yuji e Y/N sono via, voi gli fate da antifurto personale?"
Suguru scrollò le spalle. "Solo quando ci viene chiesto. Non capisco, dovrebbe farti piacere".
Se doveva essere sincero non si stava impegnando particolarmente in quella conversazione. Era di fronte a Gojo, questa volta il Gojo giusto, e voleva prolungare il più possibile quel momento. Lasciò passare qualche secondo di silenzio, e continuò.
"Guarda che non c'è niente da dire. Oggi ho accompagnato tua sorella a farsi un weekend via. Mi han detto che non ha la macchina".
"Ah, sì? E perché non l'ha chiesto a me?"
Geto si strinse nelle spalle. "Chiedilo a lei, scusa".
"É quello che sto provando a fare da tre ore!" urlò Satoru, improvvisamente furibondo. Un paio di persone si girarono verso di loro, le sopracciglia alzate.
"Su, su. Non capisco di che ti preoccupi. Con lui è in una botte di ferro". Fece scattare la molla dell'accendino e lo chiuse con un movimento secco del polso. Sapeva quanto quel gesto piacesse a Satoru, e osservò la reazione con la coda dell'occhio.
Ma Satoru non sembrava volergli dare soddisfazione. Si era sistemato gli occhiali da sole, impedendo all'altro di sapere cosa stesse guardando.
"In una botte di ferro, con lui!?"
Geto alzò un sopracciglio, restituendogli la solita espressione annoiata. "Perché no? Guarda che se odia te non significa che odi tutti gli altri, sai".
Gojo alzó le braccia, sconfitto. Un conto era parlare con Sukuna, un altro era trovarsi di fronte l'amore di una vita e parlargli come se niente fosse, senza riesumare tutto quello che era successo. Scosse la testa, sconsolato.
"Perché fai così...?" mugugnò, massaggiandosi le tempie.
"...Se ti ci impegni lo indovini". Beh, finalmente qualcosa stava andando secondo i piani: se per ottenere la sua vedetta doveva far leva sulla sorella, poco male. Era pur sempre il suo punto debole.
Aspettò una risposta che non arrivò, e sorrise fra sé e sé.
"Sukuna è una brava persona, sai. È ricco, ha un bel lavoro..." non poté frenare un ghigno, mentre indicava con la mano l'appartamento. "...Ingaggia degli uomini per controllare le case delle sue amanti...."
Gojo sentì le unghie affondargli nei palmi. "Stai zitto" sibilò. "L'hai sempre odiato, e ora..."
"...E ora abbiamo un nemico in comune". Geto lo trapassò con lo sguardo. "Quindi lavoro per lui".
Contrariamente a quello che pensava, Satoru gli appoggió una mano sulla spalla. "Ascoltami". Geto alzò lo sguardo, improvvisamente serio, e annuì per incoraggiarlo. "Tu pensi che... Che Sukuna, stia usando mia sorella per..."
Niente da fare, non riusciva nemmeno a formulare quella frase. Quell'ipotesi.
Per un momento, Suguru provò pena per lui. Gli dispiacque sinceramente... Per un momento.
Alzò le spalle, cacciando fuori la lingua in quella espressione buffa che dava tanto sui nervi al suo ex.
"E io che ne so, scusa...? C'è la possibilità".




Sukuna inspirò a pieni polmoni l'aria carica di vapore. Che goduria.
Appoggiò la testa sull'asciugamano arrotolato a bordo vasca. Da quanto tempo non si rilassava così?
Una goccia di sudore salato gli percorse la tempia. Strizzò gli occhi, cercando di farla cadere.
Certo che era davvero un paradiso, lì. La neve aveva coperto tutto come una coltre gelida, ma in qualche modo era accogliente. Non sembrava nemmeno che facesse freddo.
Alla sua destra, la ragazza si stava muovendo nel sonno. Era rischioso addormentarsi in un onsen, era meglio se la teneva d'occhio.
Gettò uno sguardo sulla sua pelle arrossata. Sembrava tranquilla, nonostante quello che le aveva appena fatto.
'Meglio così'.
Alzò il braccio: le sue vene sporgenti e i polpastrelli raggrinziti gli stavano chiaramente dicendo che era il momento di uscire. Sbuffò, e scosse Y/N per svegliarla.
"Hey, piccola, andiamo. Se stai qua ancora dieci minuti svieni".

La ragazza si svegliò pigramente, la testa pesante. Da quanto tempo stava dormendo? Le sembrava fosse passata un'eternità.
"Ryo...?" mugugnò, aggrappandosi alla sua spalla. "Sono stanca".
"Sí, ok" la rassicurò lui. Le fece passare il braccio sotto le spalle e la aiutò ad alzarsi. "Entriamo".

Sukuna aprì la doccia, spingendola sotto il getto tiepido. Ignorò le sue proteste.
"Raffreddati un attimo, o ti verrà la febbre".
"Santo cielo, è gelida!" si lamentò lei, cercando di divincolarsi. Sukuna sbuffò, la strinse fra le braccia e si ficcò sotto l'acqua con lei.
"Vedi di stare ferma" la rimproverò, chino sotto il soffione della doccia.
Y/N batté i denti, affondando il viso nel suo petto. Cercò di rubare quanto più calore poteva.
Quello strano abbraccio le diede il tempo di riflettere.
Perché diavolo si comportava in quel modo?
Era già la seconda volta che lo faceva: diventava violento, la distruggeva (ok, non che le dispiacesse particolarmente) e poi diventava improvvisamente attento e premuroso, come se volesse farsi perdonare. Che atteggiamento era?
Bah, spaccarsi la testa contro il muro non aveva senso. Meglio godersi quel lampo di affetto finché c'era.
Dopotutto, da quanto tempo desiderava un suo abbraccio? Un po' di calore umano?
Lasciò che il suo corpo si adattasse all'acqua tiepida. Il getto le infiammava i graffi sulla schiena, ma strinse i denti e si sforzò di rilassare i muscoli.
Sentì una delle sue grandi mani staccarsi e massaggiarle i capelli, con quello che credette essere shampoo. Si morse la lingua, ignorando il suo modo goffo di spettinarla che le avrebbe garantito un sacco di nodi.
"Non sono bravo come te con i massaggi" lo sentì mugugnare. Lei increspò le labbra, stringendosi ancora di più a lui.
L'orecchio appoggiato al suo petto le faceva rimbombare in testa il battito del suo cuore. Si godette quel ritmo calmo, lasciandosi cullare come se fosse musica.
Senza riflettere abbassò le mani per accarezzargli gli addominali. Riusciva solo a toccarlo quando non scopavano? Perché le impediva di...
Si fermò improvvisamente, alzando la testa. Le sue dita avevano sfiorato i punti della cicatrice che si era dimenticata di controllare.
"Ryo, la..."
Lo vide annuire. "Andiamo a letto, ci dái un occhio".

Rimanere con i capelli bagnati la mandava decisamente in bestia. Y/N li pettinò sommariamente all'indietro con le dita, sperando non si facessero troppi nodi. Che palle.
Si infilò lo yukata, rabbrividendo al contatto con quella seta magnifica. Sì, doveva decisamente comprarlo.
Si chinò sulla valigia e sfilò la cassettina del pronto soccorso che all'ultimo momento si era ricordata di portare. Controllò velocemente che ci fosse tutto: pinza, forbicine, disinfettanti. Un paio di guanti.
"Sdraiati a pancia in su" gli ordinò, inginocchiandosi di fianco al futon. Le tornò alla mente l'ultima volta che l'aveva medicato: era passato così poco tempo, eppure erano cambiate così tante cose... Ora essere in ginocchio accanto a lui nudo le sembrava quasi naturale.
Beh, naturale. Non esageriamo.
Aspettò che si sistemasse, e lasciò che il suo sguardo accarezzasse il suo corpo.
Le linee dei suoi muscoli guizzavano ad ogni movimento, scomparendo e riapparendo sotto la pelle e i tatuaggi. Lo guardò passarsi una mano sugli addominali, strofinando la cicatrice con un gesto meccanico, per poi passare a sfregarsi le cosce in un atteggiamento di attesa.
"Io ci sono" lo sentì farfugliare, come se si sentisse a disagio.
Alzò lo sguardo verso di lui in un sorriso calmo. "Non sentirai niente", lo rassicurò.
Lasciò perdere i guanti; si strofinò qualche secondo le mani per scaldarle, e appoggiò la punta delle dita sulla pelle vicina al taglio.
La tastó leggermente, aspettando che si rilassasse. "Bravo, così" mormorò, concentrata.
Sfilò con naturalezza la pinza e iniziò a tirare il primo punto. I suoi occhi non guardavano il campo, erano fissi in quelli di lui, per scorgere ogni indizio di dolore. Lui annuì, invitandola tacitamente a continuare.
Uno per uno tagliò e rimosse tutti i punti, con colpi morbidi ma decisi. Sì, la ferita si era chiusa, non era nemmeno gonfia.
"Sei guarito bene" lo rassicurò, strofinando la garza e il disinfettante. Il suo tono non sembrava essere particolarmente tranquillo, però, e Sukuna se ne accorse immediatamente.
"Ma...?"
Y/N si voltò verso di lui. "Ma cosa?"
Lo vide scrollare le spalle. "Ma c'è un ma, no?"

'Certo che c'è un ma, idiota'.
La ragazza si mordicchiò un labbro, tornando a fissare il suo addome. Aveva finito di medicarlo, non poteva sfuggire alla conversazione fingendo di fare altro. Rispose tutto nella scatola e fece per alzarsi, ma lui fu più veloce e la bloccò per il braccio.

"Dimmelo".
La ragazza rabbrividì.
Quell'ordine sembrava essere partito direttamente dal suo stomaco, dalle sue viscere, e sembrava essere rotolato verso la sua bocca unicamente con lo scopo di risvegliare in lei qualche istinto primordiale. Y/N crollò di nuovo sulle ginocchia, come un cane all'ordine di sedersi. Gli occhi sgranati fissi sull'addome, provó a formulare una risposta sensata.
"Non... Non hai intenzione di dirmi come hai fatto a fartelo, vero...?"

Sukuna inspirò profondamente. Aprì la bocca per rispondere, ma lei fu più veloce.
"Me l'hai detto tu di non pensare ad altro questi giorni. A niente di quello che succede fuori". Si tormentó l'orlo dello yukata fra le dita. "Per questo non volevo chiedertelo. Dobbiamo pensare solo a cose felici".
"Brava" ribatté lui, stringendo le labbra. "Ti sei risposta da sola".
Y/N lasciò passare qualche secondo, ma quando vide che il discorso era terminato si alzò e si avviò verso il bagno.


Erano circa le cinque, quando la cameriera sporse la sua testa dalla porta scorrevole.
"É l'ora del tè" si giustificò, aspettando un loro cenno di assenso. Y/N si diresse
verso di lei, finalmente grata che qualcuno interrompesse quell'atmosfera pesante.
"Arriviamo subito" le rispose affabilmente. "Dove si terrà la cerimonia?"
"Nel padiglione esterno. Vi aspetto in corridoio per accompagnarvi".
Si accomiatò con un piccolo inchino, per poi sparire di nuovo da dove era arrivata.
"Ryo-" la ragazza si voltò per chiamarlo, ma l'uomo era già dietro di lei, i geta ai piedi e lo yukata annodato in modo trasandato. "Andiamo" incalzò, annoiato dalla sua esitazione. "La vecchia ci aspetta".

"Nei Ryokan, la cerimonia del tè è una delle tradizioni più importanti da seguire" gli stava spiegando, accompagnandoli nel frattempo fra i vari locali dell'hotel. Y/N osservava rapita ogni scorcio, pentendosi di non aver portato dietro una macchina fotografica.
Ogni angolo sembrava un piccolo dipinto. Nulla era lasciato al caso: minuscole mensole riempivano spazi che non si era accorta nemmeno che ci fossero; bonsai meticolosamente potati rinfrescavano le pareti; archi di legno rotondi erano flessi sotto nicchie che ospitavano squisiti altari ai Kami. Seguire la donnina senza perdersi in quel labirinto di meraviglie era davvero impossibile, e si aggrappò al braccio di Sukuna per farsi guidare.
"Qui c'è il nostro bancone in legno di ciliegio, uno dei mobili più antichi che abbiamo" si stimó lei, senza rallentare il passo.
L'occhio di Y/N cadde sui due grandi vasi rossi di ceramica posti ai lati del tavolo. Erano stretti in una corda marrone - spago? No, sembrava più spessa - annodata ad arte fino a formare dei disegni sulla superficie liscia. Corrugò la fronte, improvvisamente interessata.
Sukuna seguí l'oggetto del suo sguardo, e non poté frenare il sorriso che gli stava scoprendo i denti.
"Che guardi, ragazzina...?" si chinò a sussurrarle all'orecchio. Lei si rizzó sulla schiena, spalancando la bocca.
"Niente, perché..."
Il loro borbottare fu interrotto dalla loro accompagnatrice, che si era improvvisamente fermata.
"Eccoci arrivati al padiglione del Vuoto" annunciò, facendosi da parte e indicando col braccio l'entrata. La salutarono con un inchino, ed entrarono.

—————————
NdA
Il Padiglione del Vuoto.
Che bella immagine.
Alloraaaaa ragazz*, tutto bene? Passato una buona settimana?
La storia ha passato le 2000 visite, e per questo ringrazio ognuno di voi per ogni volta che siete passati da queste parti e avete speso del tempo leggendola! Grazie davvero, possono sembrare parole scontate ma senza di voi questa storia non sarebbe mai andata avanti!
Ridi e scherza siamo già al capitolo 30, e non ho ancora parlato dei fuochi dell'ultimo dell'anno aiuto sta storia non finisce piuuuú
Preparate i fazzoletti per il prossimo capitolo mi raccomando

Vi amo
Mako

P.S. Ero in giro in vacanza e beccatevi cosa ho trovato!

Continue Reading

You'll Also Like

133K 3.6K 77
perché ho gli occhi molto più cechi del cuore e non sono mai riuscita a vederci amore... rebecca chiesa, sorella di federico chiesa, affronta la sua...
24.8K 1K 16
"Che cos'è il vero amore se non questo? Consegnarsi all'altro senza aspettarsi niente in cambio." La storia non seguirà l'anime o il manga, prenderò...
5.4K 176 25
È la mia prima storia, non segue gli svolgimenti dell'anime/manga e... Bho non so che altro dire buona lettura P.S é una dabi x reader
14K 990 32
Fanfiction holdarah