Just wanna smash his face

By nagasakimako

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[Sukuna x femReader] [no powers universe] [SMUT] Y/N è una ragazza che si è costruita da sola, a fatica, aff... More

1. L'aereo
2. Fratelli e sorelle
3. Passato, presente, futuro
4. Chi diavolo sei?
5. Demoni
6. Lungo la strada
7. Cuore a mille
8. Home theatre
9. Il tempio
10. In periferia
11. Porte
12. La Cena
13. Pronto Soccorso
14. Ad un filo
15. Gran bella cazzata
16. Tagliata di manzo al sangue
17. L'Arasaka
18. Walk of shame
20. L'Afterlife (pt. 2)
21. La quiete
22. Tiopentone
23. Ossigeno
24. Messaggi
25. Voglio solo spaccargli la faccia
26. Comunicazioni di servizio
27. Neve
28. Ryokan
29. Onsen
30. Cicatrici
31. Il Padiglione del Vuoto
32. Mei Mei
33. Doppia coppia
34. Caos calmo
35. Risposte
36. Honda Fireblade
37. Cuori infranti
38. Hanabi
39. Parola salvezza
40. Dominio pubblico
41. Chiavi del bagno
42. Maki Zenin
43. Chiavi dell'auto
44. Uraume
45. Furibonda
46. Ritocchi
47. Boss finale
48. Piccolo fiore di pruno inondato dalla luce notturna di mezzanotte
49. Niente come previsto
50. Promesse
51. Shibari

19. L'Afterlife

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By nagasakimako

Y/N si stava divertendo a dargli le indicazioni all'ultimo secondo, giusto per vederlo sterzare in velocità ad ogni curva. Sukuna sembrava seccato, ma in fondo gli faceva piacere avere un'occasione per mettersi in mostra.
"Quando guida Uraume sembra di essere su un'utilitaria" rise lei, tenendosi alla cintura. "Tu sì che sai guidare!"
"Parla quella che è andata su di giri per due volte" la sgridò lui, controsterzando ad una svolta a sinistra. Lei roteò gli occhi, fingendosi offesa.
"Dai che ci siamo. Parcheggia qui".

L'Afterlife, il locale dove Yuji lavorava ormai da anni, era uno dei posti più famosi della scena underground di Tokyo. La ragazza ci andava spesso, sia per andare a trovare il suo amico che per la varietà assurda di drink che servivano. Quel bar era famoso per accontentare chiunque: dal freddo uomo d'affari alla ragazzina minorenne imbucata con un documento falso, dallo spacciatore del quartiere malfamato alla ricca signora anziana in cerca di svago.
Quella sera non c'era una particolare coda - anzi, non c'era quasi nessuno. Y/N si avvicinò e salutò il bodyguard all'ingresso.
"Hey, Todo. C'è anche Megumi?"
Il ragazzo la salutò con un cenno del capo, spostandosi per farla passare. "Sì, sta lavorando con il tuo amico. Hey" si interruppe, bloccando il passaggio a Sukuna. "Fermo".
"Oh, Kami. Non puoi lasciar passare, per questa volta...?" mormorò lei, massaggiandosi le tempie. "È il fratello di Yuji, che..."
"Le regole sono regole" ribatté secco, incrociando le braccia e fissando l'uomo con sguardo di sfida. "È la selezione all'ingresso, amico. Niente di personale". Fletté il collo massiccio a destra e a sinistra, facendolo scrocchiare. "Qual è il tuo tipo ideale?"
Sukuna alzò un sopracciglio. Sembrò pensarci un attimo.
"Uh, le tipe tranquille. Sono le più pazze a letto".
Y/N si diede uno schiaffo sulla fronte, prendendolo per una manica e trascinandolo dentro prima che Todo riuscisse a ribattere. "Ma ti sembra una risposta da dare?!" si lamentò.
"Intanto ci ha fatto entrare" le rispose lui, ridacchiando. "Ti sei offesa? Guarda che parlavo di te".
"La smetti?!" lo zittí, continuando a camminare a passo spedito per quanto i tacchi glielo permettessero. Ma che gli saltava in testa? Voleva farla morire di vergogna, per caso?
"Per curiosità" le chiese lui, bloccandola e tirandola a sé "tu che gli hai risposto?"
Y/N corrugò la fronte. Voleva la guerra?
"I tipi bassi, timidi e magrolini" lo provocò, voltandosi di nuovo e avanzando verso il bancone. Sukuna si passò la mano sul mento, frenando un sorriso.
Si lanciò un'occhiata intorno. Il posto era un grande locale unico, squadrato, una specie di caserma. Una scala di ferro lo collegava al grande soppalco, le cui stanze si affacciavano al piano di sotto tramite una ringhiera colorata. Dal soffitto pendeva ogni tipo di illuminazione immaginabile: dalla semplice lampadina arrotolata nel filo elettrico al lampadario a dodici bracci in vetro di Murano. Ogni punto luce lanciava dei fasci colorati sul pavimento e sulle pareti, lasciando in ombra molti angoli strategicamente coperti da paraventi.
L'arredamento sembrava avere un suo ordine nel caos di sedie, divani, tavolini e bancali di stili completamente differenti l'uno dall'altro. Dietro uno dei paraventi sembrava spuntare quella che gli sembrò una vasca da bagno.

"Hey, Sukuna! Y/N!!"
Yuji era dietro al bancone, e si stava sbracciando nella loro direzione facendogli segno di avvicinarsi. Y/N si sedette di fronte a lui, salutando Megumi che stava tornando da un tavolo. "Che bello vedervi stasera! Fratellone, questo é Megumi, il mio collega. Lavora anche al bar dell'ospedale di Y/N".
Sukuna rimase particolarmente colpito da quel ragazzo che faceva due lavori diversi per pagarsi l'universitá di veterinaria, riuscendo anche a mantenere la sorella malata.
"Che bravo" commentò, fissando negli occhi il fratello. "Davvero maturo e responsabile".
Yuji non sembrò cogliere la provocazione; anzi, sembrava particolarmente felice di potersi finalmente mettere un po' in mostra davanti al fratello, e gli offrì il primo giro di drink.
"Allora, cosa vi porto? Una birra, un cocktail...?"
Alzarono lo sguardo verso l'alto, dove un grande cartellone riportava un numero incredibile di bevande dai nomi più disparati.
"Per me una Pina Colada! Per Ryomen..."
"Un Black Russian" rispose lui in fretta. Aspettò che il fratello si girasse per preparare i drink e si chinò verso di lei, indicando il tabellone.
"Ma quanto diavolo sono?"
"Cento. E sai" rispose lei, orgogliosa "Yuji é l'unico in grado di ricordarsi tutti e cento i nomi - e come prepararli senza avere la ricetta davanti. È davvero un portento".
Sukuna alzò lo sguardo. "Addirittura?"
Lei annuì. "Sí, e quelli sono solo quelli base. Poi c'è la lista segreta, ma quella non la appendono". Gli strizzò l'occhio. "La lista segreta comprende tutti i drink dedicati alle persone che per un motivo o per l'altro hanno meritato il titolo di leggenda".
Sukuna alzò un sopracciglio, improvvisamente interessato.
"Leggenda dell'Afterlife?"
"Esatto. È un titolo molto ambito".
"E che cosa bisogna fare per diventare una leggenda?"
"Oh, ci sono diversi modi". Yuji si intrufolò nella conversazione, portando il vassoio con i drink. "Per esempio, il nostro buttafuori, Todo, é diventato leggenda quando ha sventato una rapina a mano armata qui nel locale". Sorrise. "A mani nude".
"Oh, me lo ricordo ancora!" Y/N scoppiò a ridere, scuotendo la testa. "Che serata".
"Quindi esiste un drink che si chiama Todo".
"Già! Guarda qui".
Allungò una mano verso il raccoglitore plastificato che le stava passando Yuji. Nelle pagine erano infilate quelle che sembravano carte da gioco.
"I disegni sono di Yuko, li aveva fatti per un progetto dell'Universitá. Vedi, a seconda di quello che hai fatto puoi conquistare una di queste carte".
Ne sfilò una con attenzione, che riportava l'immagine del buttafuori. La voltò. Dietro troneggiavano, scritti in pennarello, il nome del ragazzo, le sue gesta e la ricetta del suo drink.
Sukuna annuì. "E in quanti hanno già la loro carta?"
"Per ora Todo, Yuji e Megumi". Sfogliò le pagine. "Tuo fratello è una leggenda in memoria di quella volta che ha lavorato 48 ore senza sosta, per preparare da mangiare e da bere ai soccorritori e alle vittime del terremoto dell'anno scorso".
"Era il minimo che potessi fare" si scherní lui, a disagio. "Non mi meritavo addirittura una carta!"
"Mh. Megumi, invece?"
Il ragazzo sembrò quasi irritato dalla manifestazione di interesse nei suoi confronti. Sbuffò, voltandosi dall'altra parte.
"Beh, Megumi ha rinunciato alla sua eredità per continuare a lavorare qui. È un pazzo completo".
"Conoscessi la mia famiglia l'avresti fatto anche tu" mugugnò, arrossendo. Si voltò di spalle, con la scusa di asciugare dei bicchieri.
Yuji si grattò la nuca. Non era mai riuscito a capire le motivazioni che avevano spinto l'amico a fare quella scelta; sapeva che c'entrava qualcosa anche sua cugina - la Zenin - di cui aveva preso le parti, ma non aveva mai osato chiedere altro. Dopotutto, conosceva qualcun altro che...
"Lo capisco" commentò all'improvviso Sukuna. La tranquillità con cui commentò la faccenda lasciò i due ragazzi senza parole.
"Per quale -" fece per chiedere lei, ma l'occhiataccia che le lanciò Yuji bastò a zittirla.

"Allora" proruppe lui allegramente, tentando di cambiare discorso "che ci fate qui? Vi annoiavate a casa?"
Per poco Y/N non sputò il suo drink. L'uomo sogghignò, improvvisamente rianimato. "Già, ci stavamo davvero annoiando. Vero, Y/N?"
La ragazza gli lanciò un'occhiata assassina. Lui continuò, imperterrito.
"È così all'ultimo minuto abbiamo deciso di venire qui a trovarti. Non le ho dato nemmeno il tempo di truccarsi e pettinarsi".
La ragazza fissava un punto fermo davanti a sé, cercando di estraniarsi da quello che stava sentendo. Fece del suo meglio per non ascoltare, ma quella sua voce profonda era dannatamente difficile da ignorare.
"Ha messo la prima cosa che ha trovato e siamo arrivati subito dopo cena. Beh, cena". Si voltò verso di lei, allargando il ghigno. "Aveva così tanta fretta di venire che non se l'è nemmeno potuta godere".
No, questo era troppo. Strinse il bicchiere fra le dita fino a sbiancarsi le nocche.
"Beh, non mi pare di aver sentito delle lamentele" sibilò.
Megumi roteò gli occhi, spostandosi verso altri clienti. Yuji, dal canto suo, non aveva capito assolutamente nulla, e li fissava con sguardo interrogativo.
"Quindi avete ancora fame?"
"Oh, decisamente" scoppiò a ridere Sukuna, battendo la mano sulla coscia. "Sono convinto che faremo il bis appena a casa... Se la ragazza riesce a resistere per la strada. Vero, piccola...?"
Y/N tamburelló le dita sul bancone. Yuji continuò a non cogliere.
"Beh, se non resistete fino a casa potete sempre mangiare qualcosa qui".
No, era troppo. Y/N scoppiò a ridere, premendosi una mano sulla bocca. "Non dargli strane idee" mormorò, più rivolta a Sukuna che al coinquilino.
"Oh, invece è un'ottima prospettiva" mormorò lui, buttando giù in un sorso il resto del suo drink.
Lanciò un'occhiata a Y/N, che gli stava fissando il pomo d'Adamo muoversi lungo la gola man mano che deglutiva; fu pervaso da una piacevole sensazione quando realizzò quanto lei lo trovasse attraente. Allungò una banconota verso il fratello. "Facci un altro giro, per favore. Non vorrei che le passasse la fame".
Y/N strinse le gambe. La situazione stava diventando pericolosa. Prese il bicchiere che le stava porgendo il ragazzo e si alzò in piedi.
"Vuoi vedere il piano di sopra?" chiese, lanciandogli un'occhiata eloquente. "È molto carino".
"Oh, sì!" li incoraggiò Yuji. "Andate pure, oggi non c'è quasi nessuno. Fagli vedere anche la terrazza".
Salutarono Megumi con un cenno del capo e si avviarono verso la ringhiera.

"Prego, dopo di te".
Se c'era una cosa che i suoi amici maschi le avevano insegnato, è che se un uomo ti lascia passare davanti é solo ed unicamente per guardarti il culo.
Y/N lo superò ed avanzò verso i gradini con la consapevolezza di avere i suoi occhi incollati al sedere. Aveva appena scopato con l'uomo dei suoi sogni e aveva bevuto, quindi trattenersi e mantenere un comportamento adeguato non era proprio il suo obiettivo primario; avanzò ancheggiando, cercando di risultare il più sensuale possibile. 'Oh, Kami' si disse, consapevole della sua pochissima lucidità 'starò facendo una figura di merda epocale'.
Sukuna, però, non sembrava lamentarsi. La seguí lungo i gradini, lanciando ogni tanto qualche occhiata annoiata intorno a sé mentre lei gli raccontava aneddoti del posto.
"Lí é dove Todo ha quasi ammazzato uno che stava scappando col registratore di cassa, spaccandoglielo in testa" rise, portando il bicchiere alle labbra. Sussultò, quando sentì le dita di lui sfilarglielo di mano. Percepì il suo respiro caldo accarezzarle l'orecchio.
"E lì è dove verrai sbattuta contro il muro" ebbe il tempo di sentire, prima di essere spinta dentro una delle stanze.

Y/N strizzò gli occhi per abituarli al buio. Alzò una mano verso la maniglia della porta, ma il braccio di Sukuna la superò da dietro, chiudendola con un tonfo.
"Hey" sussurrò. Sentì un brivido scenderle lungo la schiena, come se avesse appena realizzato di essere braccata. 'Quindi è così che ci si deve sentire', rifletté.
Sukuna era dietro di lei, come se stesse scegliendo da che lato attaccarla. La ragazza chiuse gli occhi, perfettamente immobile.
Quella semioscurità le fece ricordare il sogno. Si chiese se, da un momento all'altro, avrebbe sentito quattro braccia cingerla da dietro.
Il ghiaccio del suo bicchiere tintinnò leggermente quando l'uomo lo appoggio su un tavolino lì vicino, dopodiché caló il silenzio di prima. Sentiva solo il rumore del suo respiro alzarle e abbassarle il petto.
Dopo quella che le sembrò un'eternità, una mano la afferrò per i capelli e glieli raccolse sulla nuca. Piegò automaticamente la testa all'indietro e si lasciò scappare un mugugno.
L'uomo premette la seconda mano sulla sua bocca, intimandole di tacere. Lei sussultò, spaventata.
"Allora, troietta" la sgridò con tono seccato "forse non l'hai capito, quindi te lo spiego meglio. Come ti ho già detto non mi piace avere un pubblico, ma visto che proprio non riesci a resistere" le accarezzò la guancia col pollice "dovrò scoparti qui". Si chinò verso il suo orecchio, abbassando il tono della voce. "Unica cosa é che stavolta dovrai frenare quei tuoi gemiti da puttana e cercare di trattenerti... Se ci riesci".
Y/N spalancò gli occhi, terrorizzata.
Ma certo, era un tipo riservato. Intanto era la seconda volta che la scopava, e due volte su due in un locale. Si chiese se quel dannato avesse la più pallida idea di cosa comportasse per lei una denuncia di atti osceni in luogo pubblico.

Fece per liberarsi dalla sua presa, ma lui la strattonò per i capelli, impedendole di muoversi.
"E allora vuoi farmi davvero incazzare" commentò, sprezzante. Fece scivolare la mano dalla sua bocca lungo il corpo, spingendo la scollatura del vestito verso il basso e infilando due dita sotto la stoffa a stringerle un capezzolo.
Y/N portò le mani alla bocca, reprimendo un gemito. Le spostò ad afferrargli il polso, cercando di allentare la sua presa.
"V-va bene, Ryo... Sukuna-sama" lo supplicò "farò quello che vuoi. Lasciami... per favore" gemette, stringendo i denti. Lui la accontentò, mollando la presa e facendola appoggiare con la schiena al muro. La contemplò qualche secondo, soddisfatto.
La poca luce che filtrava dalla porta semichiusa le accarezzava il viso, arrossato dallo dall'eccitazione. I suoi occhi lo fissavano sgranati.
Portó l'indice a sfiorarle le labbra, e la ragazza lo accarezzò con la lingua senza staccargli gli occhi di dosso. Sukuna inspirò. Non erano tante le volte in cui aveva fatto fatica a sostenere uno sguardo.
Le spinse il dito in bocca, seccato. 'No', si ripeté per l'ennesima volta 'così non va bene'.
Con l'altra mano le arricciò la gonna, spingendola sui fianchi. "Ah, già" ridacchió "ricordo ora che le tue mutandine sono rimaste sul pavimento dell'Arasaka".
Y/N arrossì violentemente. Sì, lei se lo ricordava bene. L'interno delle sue cosce era fradicio, e bollente come l'inferno. Sperò che non se ne accorgesse, ma la mano che si infilò fra le sue gambe distrusse ogni sua speranza.
"Posso sapere quanto cazzo avevi voglia?" Sbuffò lui, il solito tono sprezzante. Piegò la testa di lato. "Ti ho appena scopata a sangue al ristorante e mi stai già implorando di riempirti di nuovo. Senti qua" premette due dita ad allargarle le labbra "è gonfia, cazzo".
Y/N si chiese se avesse qualche particolare perversione che le impedisse di tirargli una sberla e andarsene. Fosse stato qualsiasi altro uomo l'avrebbe sicuramente fatto, ma in quel momento era quasi felice che la degradasse cosí. Mugugnò qualcosa, le parole bloccate dal dito.
Sukuna lo sfilò momentaneamente, permettendole di rispondergli. "Beh?" la incoraggió.
"Come se non notassi questo, Sukuna-sama" lo canzonò lei, allungando una mano verso il cavallo dei pantaloni e stringendogli l'erezione che premeva contro la stoffa. Sukuna mugugnò.
"Brutta troietta" sussurrò, contrariato. Prima che lei riuscisse a realizzare, le infilò due dita nella vagina e iniziò a divaricarle. Sentì le pareti stringerlo al punto da fargli quasi male. La ragazza perse l'equilibrio e gli arpionò le spalle, spostando il peso su di lui.
Sukuna sorrise fra sé e sé, cercando di mantenere un'espressione strafottente.
"Patetico" le sussurrò all'orecchio, accarezzandole la testa con l'altra mano "hai così tanta voglia che posso farti venire anche con due dita". Sogghignò, ma dopo un paio di spinte si sfiló da dentro di lei.
Y/N alzò la testa, smarrita. Cercò il suo sguardo, fissandolo con gli occhi sgranati.
"...Sempre che tu lo voglia, ovviamente" la provocò, alzando le sopracciglia.
La ragazza arrossì. Annuì, ma sapeva che non gli sarebbe bastato.
Sentì la sua mano passare dalla nuca alla gola, alzandole il mento verso l'alto. Si schiarì la voce.
"T-ti prego, Sukuna-sama" balbettò, le gambe che tremavano. "Continua. N-non ce la faccio..." la sua voce fu spezzata dalla mano di lui, che aumentò la presa come per zittirla. Sembrava contento della risposta.
"Brava ragazza" la elogiò, soddisfatto. "Ma sai che ti costerà caro, vero...?" Prima di darle il tempo di rispondere tornò dentro di lei, godendosi di nuovo quel calore bollente. Si fece violenza per evitare di liberare il suo pene dai pantaloni e spingerglielo dentro al posto delle dita. Si morse l'interno della guancia.
Y/N, dal canto suo, non stava capendo più niente. Inizialmente si era ripromessa di stare attenta se avesse sentito dei passi avvicinarsi, ma in quella condizione non era certo in grado di riconoscere alcun rumore. Sentì le sue unghie graffiarle le pareti interne, ma era un dolore sopportabile - appena percepibile, viste le sue condizioni.
La vista le si annebbiò. Strinse la presa sulle sue spalle, unico appiglio che aveva. 'Oh, Kami' ebbe la forza di riflettere 'cosa mi sta...'
Il pensiero morí in un attimo, quando sentì il suo pollice scivolare sul clitoride. Affondò la faccia nel suo petto, soffocando un urlo.
"Su, su, ragazzina" la canzonò lui, divertito "cerca almeno di rimanere in piedi".
Il palmo dell'uomo diventava sempre più umido ad ogni spinta. Y/N cercò di non pensarci, e spostò una mano dalla spalla al suo polso. Gli accarezzò la pelle tatuata, tracciando i segni da sopra i muscoli.
Faticava a ragionare, ma per una frazione di secondo le venne in mente quanto aveva desiderato toccarlo in quel modo. Rabbrividì, le dita di lui che continuavano a tormentarla senza sosta.
Sukuna sembrò apprezzare, e la lasciò fare. "Ti lamentavi che non mi avevi visto abbastanza" ridacchió "così va bene?"
Lei annuì, mordendosi un labbro. Risalí con la mano dal braccio al collo, timidamente, come se avesse paura di farlo arrabbiare. Tastava ogni centimetro con cautela. Arrivata alla mandibola alzò lo sguardo, come per chiedergli conferma.
Lui alzò il mento, il solito atteggiamento strafottente, ma non la fermò. Lasciò che gli accarezzasse la guancia e le labbra, baciandole le dita.
Y/N chiuse gli occhi. Fece scivolare la mano dietro la sua nuca e si appoggiò a lui, schiacciandogli i seni contro il petto. Ansimò, muovendo il bacino contro il suo pollice, e si lasciò andare pian piano all'orgasmo.
Sukuna la sorresse per la vita mentre la sentì stringere convulsamente le gambe e venire fra le sue mani, piano, senza fare rumore. Capì che era arrivata al culmine quando soffocò un gemito nell'incavo del suo collo, lasciando una scia umida di saliva man mano che le labbra accarezzavano la sua pelle. La lasciò fare, accompagnando gli ultimi gemiti con la mano, e le lasciò qualche secondo per riprendersi.
Sfilò lentamente le dita e le portò alle labbra, leccandole avidamente. Si godette il suo sguardo imbarazzato.
"Che c'è, tesoro? Vuoi assaggiare?" ghignò, abbassandosi per catturare le sue labbra in un bacio.
Y/N sentì il sapore dolciastro invaderle la gola. Lo lasciò fare, completamente in suo potere. Anche se ci fosse riuscita, non si sarebbe opposta per nessun motivo.
Si lasciò avvolgere dal calore del suo corpo, stringendogli le braccia al collo. Kami, quella lingua... L'avrebbe baciato per ore. Si lasciò sfuggire un gemito di disapprovazione quando lui si staccò, un filo di saliva che ancora li univa.
"Beh, piccola" le sussurrò, accarezzandole una guancia "sono stato anche troppo generoso. Direi che ora tocca a me".

——————
NdA
Ciao a tutt*, scusate il ritardo ma ora diventa un po' più complessa la trama in generale! (Trama? Quale trama?)
Fatemi sapere sei vi sta piacendo, i consigli sono ben accetti e soprattutto ditemi se sto uscendo troppo dal personaggio di Sukuna, non è molto semplice contestualizzare il re delle  maledizioni in un universo dove non può ammazzare chi gli pare!
Buon anno e tanti baci

Ps. Ho sentito la voce italiana di Sukuna e sono depressa. Non mi piace per niente. Molto meglio quella giapponese

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Fanfiction holdarah