Pov's Futura.
Sono di nuovo, ancora una volta, andata via. Non ce la faccio più, è tutto così pesante e non riesco a gestire niente. Mi fa male sentirmi lontana a mio padre e penso che forse se avessi saputo fin dall'inizio la verità adesso andremmo d'amore e d'accordo.
Alcune volte desidero avere Ciro al mio fianco, so che sarebbe l'unico a capirmi e troverebbe un modo per farmi ridere e non farmici pensare. È sempre stato così quando stavo da Carmela e mi capitava di vederlo a permesso.
Arrivo fuori al mio palazzo e mi siedo sulle scalinate. Qui nessuno può vedermi e posso stare tranquilla, almeno per un po'. Mi accorgo poi che Martina si avvicina verso di me. Che ci fa qui?
Mi alzo e la raggiungo. D'istinto la abbraccio. Ne ho bisogno e averla qui adesso con me, anche se non la stavo aspettando mi rende felice. È sempre con me.
"Perché l'abbraccio?" mi chiede sorpresa.
Allora le racconto cos'altro è successo con mio padre. Le dico che anche Paola e i suoi amici sono coinvolti in tutta questa farsa.
"Ero venuta a vedere come stavi dopo quello che è successo ieri, ma vedo che oggi stai peggio..." aggiunge.
"Sì, esatto. Sono molte cose da metabolizzare. Però menomale che ci sei tu, perché da sola non ce la potrei mai fare." le sorrido appena.
"Futù tu sei la mia migliore amica, ti vorrò sempre bene." ricambia il sorriso e poi mi abbraccia di nuovo.
Sono così fortunata ad averla come amica e paragonarla ad una sorella. Lei è l'unica parte sincera della mia vita e di cui sono sicura di potermi fidare fino alla morte.
Vedo poi d'improvviso uscire dalla porta di casa mio padre. Forse per cercarmi.
"Ciao Martina... Futura possiamo parlare?" saluta cordialmente la mia migliore amica, poi mi chiede subito di parlare.
Sono ancora troppo arrabbiata e incapace di gestire la situazione. Vorrei rimanere ancora un po' con Martina.
"Non adesso."
"Io invece penso che adesso possiamo parlare, no?"
"Va be' io allora vado." dice Martina sentendosi in imbarazzo.
Quindi saluta e va via.
Non dico una parola, guardo Martina andare via fino all'ultimo, finché di lei non se ne vede più ombra. Poi rivolgo lo sguardo su mio padre.
"Scusa per prima, scusa per tutto." mi dice.
"C'è qualcos'altro che devo sapere?" rimango fredda.
"Pensi ci sia qualcos'altro?"
"Ho sentito cosa diceva prima Filippo... su mia nonna Sara."
"Era la madre di tua madre. Non l'hai mai conosciuta perché tra di noi non è finita bene. Lei mi incolpava per la morte di tua madre. Diceva che se non l'avessi mai conosciuta adesso lei magari, sarebbe ancora viva."
"Se non sei stato tu ad ucciderla perché ti ha incolpato?"
"Perché quel giorno che hanno ucciso tua madre è stato un incidente, volevano me morto."
Un colpo allo stomaco mi oltrepassa lungo tutto il corpo, facendomi gelare il sangue all'improvviso e sentendomi girare la testa. Penso subito: come sarebbe stata la mia vita se a morire fosse stato mio padre? penso anche a come sarebbe stato crescere con mia madre.
"Voglio vedere mia nonna Sara." dico con voce rotta.
"Non credo sia possibile Futura, mi dispiace. Lei non c'è più." mi accorgo che anche mio padre ha la voce rotta dal dolore.
È pentito, addolorato e affranto. Non riesco a vederlo così, anche a causa mia. Sono arrabbiata certo, ma è mio padre. Ha sbagliato moltissimo ma semplicemente non ci riesco. Voglio porre fino a tutto. Se sto male io, sta male anche lui e io voglio porre fine al dolore. Non voglio che pensi che essere un di Salvo sia una maledizione. Io non lo penso affatto neanche dopo tutte le cose che sono venuta a sapere. Finalmente io so chi sono e voglio anche far capire a mio padre chi è realmente.
Non ho detto più niente. Gli ho fatto segno di sedersi accanto a me. Ho poggiato il capo sulla sua spalla e siamo rimasti così per poco, ma il tempo necessario per far calmare un po' gli animi. L'ho perdonato e ne sono sicura questa volta. Prima ero così ricoperta dal dolore e dalla rabbia che non mi sono accorta che anche lui stava soffrendo. Solo arrivando al limite me ne sono resa conto.
Un mese dopo.
Con mio padre sta andando tutto bene. Piano piano, stiamo ricomponendo i pezzi e ogni mattina mi sveglio sempre più fiduciosa di lui. Mi dimostra tanto affetto e mi parla senza problemi.
Infatti da quel giorno man a mano mi ha anche detto che in realtà Filippo e Nad li ha conosciuti all'IPM, poi per farsi perdonare mi ha raccontato la loro storia d'amore il che può sembrare stupido ma ha funzionato. Mi ha anche detto che mia nonna Sara è morta di depressione. Una mattina mio padre, dopo aver litigato con lei sempre a causa di mia madre, si precipitò a casa sua per farle una sorpresa portandomi con sé. Però l'ha vista impiccata ad una corda in bagno e non ha potuto fare più niente.
Si dice che era depressa a causa della morte di sua figlia, si sentiva sola e non aveva neanche la possibilità di vedermi. Passava le sue giornate sola e la sua vita era diventata un loop costante tra casa e lavoro. Le mancava la felicità che le altre persone intorno non le riuscivano a dare. Lei voleva solo sua figlia indietro. Ha capito che non era possibile e quindi è andata lei da Nina. O almeno così ha scritto nella lettera che mio padre ha trovato in bagno sul lavandino.
Questa storia mi ha ricordato una persona a me molto cara e quindi oggi ho deciso di andare da lei a trovarla e vedere come se la sta cavando.
Pov's Carmela (giorno in cui Futura ritorna a casa per la prima volta)
E quindi anche lei mi ha abbandonato. Sono di nuovo sola. Sicuramente me la caverò, sapendo che un po' più lontano da casa mia mi aspetta mio figlio. Ma il ricordo a volte non basta. Una persona ha bisogno del contatto fisico per essere felice. Ha bisogno di relazionarsi. Cosa che prima avevo con Futura, ma adesso lei è andata a raggiungere la sua felicità ed è andata a stare con suo padre dove è giusto che sia.
Ritorno a casa dopo aver fatto la spesa, poso le buste in cucina e mi accorgo che la casa è più vuota e spaziosa rispetto a prima. Mi guardo intorno pensando a dei lati positivi ma non ce ne sono. Rivoglio Ciro. Rivoglio mio marito. Rivoglio la mia vita che mi hanno tolto. Rivoglio un senso a tutto questo.
Caccio un urlo e fracasso il cibo dentro la busta. La lancio in aria poi mi butto per terra e comincio a piangere. Non la smetto per ore. Non voglio smettere. Ho trattenuto troppo. Spero solo che Futura abbia ritrovato la felicità.
Pov's Futura (oggi).
Arrivata sotto casa di Carmela, busso al campanello ma nessuno apre ancora. Busso ancora e ancora ma capisco che forse Carmela non c'è. Ritorno il giorno dopo ma la stessa cosa, riprovo nel pomeriggio ma è sempre la stessa storia. Decido di chiedere nei paraggi per vedere se qualcuno sa qualcosa.
"Mi scusi signora, ma Carmela è in casa?"
"Non è a casa da un mese ormai. È in ospedale."
Spalanco gli occhi spaventandomi.
"Come mai?"
"Ha preso una dose sbagliata di medicina."
"Sa in quale ospedale si trova?"
"Sì certo.Oggi il figlio lo fanno uscire pure a permesso e lo fanno andare direttamente dalla mamma."
"Va be' grazie mille, arrivederci." me ne vado via e raggiungo l'ospedale.
Chiedo informazioni allo sportello poi prendo l'ascensore per arrivare al suo piano.
Entro in camera, con la porta già aperta e lì ci vedo Ciro con un altro uomo di fianco a lui , probabilmente suo padre.
"Ciao..." la mia voce si sente appena dalla mia timidezza.
Ciro viene subito vicino a me mi prende per le guance e mi bacia con foga. Dopodiché mi abbraccia.
"Speravo arrivassi, avevo bisogno di te." mi dice.
"Come sta tua madre?" gli chiedo.
Mi prende la mano e mi avvicina al suo letto d'ospedale. È attaccata a dei tubi e non è sveglia.
"I dottori hanno detto che adesso sta bene. Ma prima stava malissimo Futù. Ho dovuto litigare con quelli per farmi dare il permesso."
"Io sono venuta appena ho saputo. Non immaginavo che stesse qui da un mese."
"Non importa, sta tranquilla." mi rassicura.
Quell'uomo da lontano ci fissa e sorride fiero.
Se ne accorge che lo sto guardando e quindi si avvicina.
"Cirù non mi presenti la tua fidanzata?"
"Si chiama Futura." appena sente il mio nome scruta gli occhi ma subito dopo mi sorride di nuovo e mi porge la mano.
"Piacere." dico.
"Piacere, io sono Edoardo il papà di Ciro."
Finalmente conosco l'uomo che ha ridotto la vita di Carmela e di suo figlio in un inferno.
"Vogliamo uscire da qui? Mi devo distrarre." mi sussurra Ciro, facendo segno con la testa su suo padre.
Io capisco e annuisco volentieri. Avrei bisogno anche io di distrarmi in effetti e stare un po' con lui. Abbiamo molto di cui parlare.
"Quindi Futura eh? Che nome particolare, eppure non mi è nuovo." si intromette Edoardo.
"Papà scusa noi andiamo un attimo fuori, devo respirare un po'." Ciro mi trascina fuori e vedo che suo padre non smette di guardarmi sospettoso.
Mi domando cosa gli sia preso. Ma non ci penso per molto, perché finalmente rivedo Ciro e non posso essere più felice. Arriviamo fuori l'ospedale e ci sediamo su una panchina vicina. Non parliamo, ci baciamo e basta. Ma io voglio troppo parargli, ci sono così tante cose da dire.
"Lo sai che con mio padre ho chiarito? Adesso va tutto bene. Invece a te con tuo padre?"
"Sì tutto bene. Non parlare." riprende a baciarmi e non mi lascia parlare.
"Ciro fermati, basta!" lo tiro indietro. - "Ma che ti prende?"
"Voglio baciarti..." mi sorride malizioso con l'intento di avvicinarsi di nuovo alle mie labbra.
Lo respingo abbassando lo sguardo.
"Non ci vediamo da tantissimo tempo e io volevo parlarti. Mi sei mancato tantissimo, io invece ti sono mancata?"
"Sì certo."
"Allora non hai niente da dirmi?"
"Va tutto bene cosa vuoi che ti dica?"
"Ok allora ascolta me."
"Di cosa vuoi parlare?" mi chiede seccato.
Lo guardo bene negli occhi e mi accorgo che è fatto. Ha assunto droga.
"Ti sei drogato?" gli chiedo.
Sta cominciando a farmi arrabbiare che non voglio dirgli niente più. Mi alzo e me ne vado.
L'ho sentito urlare il mio nome ma non si è preoccupato di alzarsi da quella maledetta panchina e portarmi indietro. Cosa sono io per lui? Un oggetto? E poi perché era fatto? Dove l'ha presa la droga?
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16|01|2023
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