33.Nostalgia Di Casa.

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"Non mangi amò?" mi chiede Martina vedendomi giocherellare con la forchetta e la pasta, con aria triste.

"Sì, come no." mi sforzo e mangio un po'.

Tutta questa situazione mi fa passare l'appetito. Vorrei ritornare a quando vivevo con Paola perché le cose andavo molto bene. Questo mezzo sapere della mia famiglia mi fa male. Mia madre è morta per colpa di mio padre. Se solo lo avessi saputo prima non sarei mai andata a vivere con lui. Non mi capacito che mio padre è stato tanto credibile da potermi fidare ciecamente. Tutte quelle cose che mi ha raccontato di lui e mamma sono finte? Lui l'ha mai amata davvero? E se l'amava perché le ha fatto del male? Perché mia madre lo ha sposato? So tutto ma non so niente. Ci sono troppe cose da sapere ancora ma che mi fanno paura. Ho paura di soffrire e stare peggio più di come lo sono ora. Adesso so che scappare da tutto per stare meglio e ,dunque andare a vivere da Ciro, è la scelta giusta.

Ricevo un messaggio da Paola, che mi dice di doverla raggiungere nel pomeriggio all'IPM. Ma in realtà non ho molto da fare con Martina, sto da lei solamente perché voglio evitare di vedere papà, quindi potrei andare adesso da Paola e vedere cosa ha da dirmi.

"Amò io devo andare. Paola mi vuole parlare. Devo andare all'IPM mò."

"Ok, stasera usciamo? Forse c'è anche Nadia perché esce a permesso."

"Va bene, potrei dormire anche da te dopo."

Annuisce. Ci salutiamo poi perché devo andare via. Lascio casa di Martina e arrivo all'IPM. Mi chiedo cosa abbia da dirmi Paola. Arrivo nel suo ufficio e mi tolgo il pensiero. Si alza dalla scrivania e mi saluta calorosamente come suo solito.

"Ciao, Futura!" mi riempie di baci.

"Ciao. Perché mi hai fatto venire?"

"Mi ha chiamato tuo padre e mi ha detto che ti vede strana ultimamente. Ha pensato che parlarne tra ragazze ti avrebbe fatto bene."

"Io non ho niente. Sto bene, davvero." accenno un sorrisino non tanto convincente.

"Futura tu lo sai che per me sei come una figlia?Non sopporterei di vederti triste e non poterti aiutare."

"Ma io sto bene." ripeto.

"Voglio crederti. Ma se per caso vuoi parlare io ci sono e ci sarò sempre."

"Lo so." sorrido, trattenendo le lacrime.

"Va bene, allora se vuoi puoi andare. Scusami se ti ho fatto arrivare fin qui."

"Non preoccuparti, Paola." mi alzo e me ne vado.

Esco dal suo ufficio e Ciro mi viene incontro.

"Oi che ci fai qua? È successo qualcosa?" mi chiede.

"No... Ciro se volessi andare già da te? Intendo a casa tua."

"Va bene, Futù. Vacci senza problemi tanto mia madre già sa tutto. Ti puoi fidare di lei."

"In realtà non so più di chi fidarmi." ridacchio nervosa roteando gli occhi.

Ciro mi prende la mano per tranquillizzarmi e rassicurarmi.

"Di me ti puoi fidare. Sempre."

"Ok, ora devo andare. Non voglio che ci vedano per troppo tempo insieme." me ne vado via anche dall'IPM e ritorno a casa mia per prendere le mie cose e raggiungere casa di Ciro.

Fortunatamente non c'è mio padre in casa e penso che tornerà stasera tardi. Sto già cominciando a sentirmi meglio se penso che tra un po' lascerò questa casa.

Guardo per l'ultima volta sul bigliettino l'indirizzo della casa e poi prendo la chiave nel mio cassetto.

"Usa la chiave come se fosse casa tua d'ora in poi. Ricordati che farei di tutto per te."
cita una parte del biglietto.

La leggo ancora una volta e sorrido, poi ho deciso di portare con me la poesia che ha scritto per me. Anche se è una canzone di Liberato a me non interessa. So che è quello che sente per me lo stesso di ciò che è scritto nella poesia. D'altronde Liberato è uno dei miei cantanti preferiti e sapere che Ciro mi abbia dedicato una sua canzone, mi fa sentire molto importante per lui.

Dopo aver finito di prendere le mie cose, sono andata all'indirizzo indicato. Ho bussato e ad aprirmi è stata una signora sulla trentina con una sigaretta in mano e i capelli raccolti in modo disordinato. Non mi è sembrata fiduciosa all'inizio infatti mi ha messo in imbarazzo ma poi si è subito rivelata la più dolce.

"Ciao bella! Tu sei l'amica di mio figlio? Entra entra." mi prende la borsa e mi accoglie gentilissima.

"Salve, sì mi chiamo Futura."

"Io sono Carmela, la mamma. Mio figlio mi ha raccontato della tua storia, molto triste..."

Non le rispondo perché non so cosa dirle.

"Ti aspettavo la settimana prossima. Infatti stavo pulendo un po' le mensole della cucina." ridacchia, mostrandomi la cucina con un dito.

Mi guardo attorno e si capisce sin da subito che la casa è molto umile, piccola ma sistemata.

"Vivete solo tu e Ciro?" chiedo.

"Beh Futura, in realtà solo io. Ciro sta all'IPM." ridacchia.

"Giusto, mi scusi..."

"No, no piccerè per favore io sono giovane, tengo trentacinque anni, diamoci del tu." ride.

Annuisco per aver capito, poi guardo il telefono perché mi è arrivato un messaggio da Martina.

"Amò, dove stai? Hai fatto da Paola?"

"Sì, ma sono dovuta andare a casa mia."

"Paola cosa ti ha detto?"

"Mi ha detto che non dobbiamo andare più a fare tutoraggio."

e da lì la nostra conversazione finisce.

"Futura, vuoi qualcosa da mangiare?" mi domanda Carmela.

"No, in realtà non ho fame."

"Senti piccola tu qui puoi sentirti al sicuro. Io sono una brava persona e poi con me ti sentirai amata. Ho sempre voluto una figlia femmina." sorride.

"Grazie, si vede che sei una persona di buon cuore. E anche molto giovane per avere un figlio adolescente." dico, per aprire un nuovo discorso.

"Eh lo so. È stata una gravidanza indesiderata, ma io l'ho amato lo stesso dal primo giorno. Non ho pensato neanche un secondo di abbandonarlo o abortire."

"Anche mia madre era giovanissima quando mi ha partorito. Però è morta troppo presto e non ho avuto modo di conoscerla."

"Mi dispiace assai..."

"Non fa niente,per fortuna mi ha cresciuta una persona che è come una madre per me."

"E tuo padre invece non è chi ti aspettavi."

"A quanto pare no." sospiro.

Si avvicina e di colpo mi abbraccia. Mi lascia un bacio sulla fronte, poi continuiamo a parlare d'altro.

"Ma allora cosa c'è tra te e Ciro?" chiede ironica.

"Niente, è solo un amico." rido.

"Seh... ma guarda come ti si brillano occhi appena ho pronunciato il suo nome."

Ho negato ma sono sicura che era vero che mi brillavano gli occhi e avrei voluto vederlo stessa io. Ma per adesso voglio lasciare le cose così e non voglio affrettare niente. Da quel bacio qualcosa è cambiato ma io non so ancora se stiamo insieme o meno.

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01|08|22
lasciate una stellina per il prossimo capitolo.⭐️

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