Just wanna smash his face

By nagasakimako

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[Sukuna x femReader] [no powers universe] [SMUT] Y/N è una ragazza che si è costruita da sola, a fatica, aff... More

1. L'aereo
2. Fratelli e sorelle
3. Passato, presente, futuro
4. Chi diavolo sei?
5. Demoni
6. Lungo la strada
7. Cuore a mille
9. Il tempio
10. In periferia
11. Porte
12. La Cena
13. Pronto Soccorso
14. Ad un filo
15. Gran bella cazzata
16. Tagliata di manzo al sangue
17. L'Arasaka
18. Walk of shame
19. L'Afterlife
20. L'Afterlife (pt. 2)
21. La quiete
22. Tiopentone
23. Ossigeno
24. Messaggi
25. Voglio solo spaccargli la faccia
26. Comunicazioni di servizio
27. Neve
28. Ryokan
29. Onsen
30. Cicatrici
31. Il Padiglione del Vuoto
32. Mei Mei
33. Doppia coppia
34. Caos calmo
35. Risposte
36. Honda Fireblade
37. Cuori infranti
38. Hanabi
39. Parola salvezza
40. Dominio pubblico
41. Chiavi del bagno
42. Maki Zenin
43. Chiavi dell'auto
44. Uraume
45. Furibonda
46. Ritocchi
47. Boss finale
48. Piccolo fiore di pruno inondato dalla luce notturna di mezzanotte
49. Niente come previsto
50. Promesse
51. Shibari

8. Home theatre

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By nagasakimako

I toshikoshi soba dell'anno nuovo erano spaghettini che Yuko tirava più del solito, fino a formare strisce sottili e molto lunghe. Nella loro tradizione rappresentavano una vita lunga e prosperosa, e andavano spezzati a metà, come a tagliare i ponti con la negatività del passato.
Tagliare i ponti col passato. Y/N e Yuji l'avevano già fatto anni prima, partendo dal loro quartiere di periferia e lasciandosi tutto alle spalle. Lui aveva trovato Yuko, lei aveva trovato un ottimo lavoro: la loro vita aveva già compiuto quello step. Forse la fortuna dei toshikoshi di quest'anno era più dedicata a Yuko e alla sua sessione di esami.
"Avete deciso che favore chiedere al tempio per quest'anno?" chiese ai due ragazzi, interrompendo la loro conversazione. Yuko smise un attimo di far saltare in padella le verdure. "Penso chiederò qualcosa riguardo l'Universitá" rifletté, parlando fra sé e sé "ma se dipende solo da me non so se funziona".
"Eddái! I desideri sono desideri, non metterti a fare della filosofia adesso" si lamentò il ragazzo. "Poi gli fuma il cervello se pensa troppo" mugugnò Y/N senza farsi sentire da lui. L'altra ridacchiò.
"Tu invece, Y/N?"
"Aaah. Bella domanda". La ragazza non ci aveva ancora pensato: solitamente era sempre qualcosa relativo al lavoro o alla carriera, e, beh... merito suo o del Kami in questione, si erano quasi sempre avverato tutto. "Forse riguardo -"
La sua frase fu interrotta dallo sbattere della porta del bagno.
Sukuna li aveva raggiunti per cercare qualcosa da mangiare prima della cena. Si era appoggiato col braccio allo sportello del frigo, fissando pensoso il vuoto davanti a sé.
Era uscito dalla doccia a piedi nudi, solo con un asciugamano arrotolato intorno alla vita. La vista dei muscoli della schiena bastava da sola a causarle un attacco di cuore, ma Y/N dovette mordersi un labbro per non spalancare la bocca quando lui alzò una mano a strofinarsi i capelli bagnati, lasciando cadere sulle scapole una pioggia di goccioline. La ragazza seguí con attenzione la strada di una di loro, abbastanza pesante da scivolare lungo la linea della colonna vertebrale.
Che fortunata.
Ne era fermamente convinta: la temperatura della stanza era salita di un paio di gradi, almeno. Non poteva essere solo lei ad avere quel caldo allucinante.
Vide Yuko voltarsi di scatto, rossa in viso. Più che imbarazzata sembrava irritata. Fece un gesto a Yuji, indicando con un cenno del capo l'uomo mezzo nudo.
"Hey, fratellone" lo chiamò lui cautamente, quasi timoroso di disturbarlo da tanto era assorto "mettiti un paio di mutande, almeno".
Ci fu un fulmineo scambio di sguardi fra il ragazzo e Y/N - di disapprovazione quello di lei, di impotenza quello di lui - prima che Sukuna si drizzasse di nuovo in piedi, chiudendo il frigorifero. Lanciò un'occhiata alla tavola e allungó una mano verso la ciotola di edamame.
"Te ne prendo un paio" le disse, versandone una decina nel palmo. Riappoggió la ciotola davanti a lei, strizzandole un occhio. "Vado a vestirmi, o mi sgridano". Y/N sentì una vampata di calore partirle in una zona indefinita tra il basso ventre e le gambe. Aprì la bocca per ribattere qualcosa, ma ormai lui aveva lasciato di nuovo la stanza.
"Veloce, che è pronto" gli urlò dietro il fratello. Come sempre non ottenne risposta.

Y/N fissava con sguardo particolarmente vuoto i toshikoshi soba che aveva nel piatto. Il profumino era più che invitante, ma alzare gli occhi verso la tavola significava trovarsi di fronte Sukuna, e in quel momento non sarebbe riuscita a sopportarlo.
Quel dannato si era vestito, quello sì; purtroppo, il paio di pantaloni grigi della tuta e la canottiera da palestra che si era infilato non erano proprio l'abbigliamento più casto a cui sarebbe riuscita a pensare. E poi, come diavolo faceva a sopportare il freddo di quella serata invernale? Se avesse visto qualcuno in giro per strada con quell'outfit avrebbe sicuramente alzato un sopracciglio, ma quei bicipiti e quegli obliqui che spuntavano dalla maglia le facevano venire una gran voglia di salire a gattoni sulla tavola e farsi sbattere fuori casa da Yuko. Sì, fissare il piatto era la soluzione migliore.
"Buonissimi, davvero" biascicava intanto Sukuna, inconsapevole del tumulto che stava provocando in quella povera ragazza - o almeno, così sembrava. "Ho capito perché piaci tanto a mio fratello".
Yuko sorrise imbarazzata. Y/N roteò gli occhi. "Ecco, ora hai vinto dieci minuti di sproloquio sul 'perché amo questa ragazza'. Grazie, ne avevamo bisogno".
"Sei troppo cinica" la rimproverò lui, ridacchiando. Lei sbuffò, punta sul vivo.
"Dici così solo perché non hai nessuno! Fossi innamorata mi capiresti meglio" si lamentò Yuji. "Vedrai che quando troverai anche tu qualcuno non la finirai più di parlare di lui, e..."
Y/N portò un dito fra le labbra, mimando un conato di vomito. Sukuna scoppiò a ridere.
"Non è elegante continuare a ricordarci che tu sei fidanzato e noi no, comunque" lo ammonì.
'Noi no...?'
"Ah, quindi niente fidanzata nemmeno per te" continuò il fratello minore, imperterrito. "In effetti non te ne saresti andato dall'America se avessi avuto qualcuno là".
"No, infatti. Mi sono portato solo Uraume".
Uraume, giusto. Quel gran simpaticone.
"Ah, a proposito. È stato gentile stamattina? Ha l'abitudine di odiare tutti senza motivo".
"Fa parte del contratto...?" gli rispose lei, giocherellando distrattamente con i soba.
Lui ridacchiò. "Dovevo aspettarmelo. I Gojo hanno la lingua tagliente".
Y/N lo guardò da sotto le ciglia, improvvisamente seria. Lui la ignorò.
"Hai visto Uraume, stamattina?" le chiese Yuko, interessata. "È andato a prenderla al lavoro, io ero occupato" si intromise Sukuna con noncuranza. Y/N sentì la punta delle orecchie scaldarsi. Sì, in effetti le faceva piacere che gli altri lo sapessero. Una sorta di stupido orgoglio.

La fine della cena fu dettata da Yuji, che scattò in piedi sparecchiando in fretta e furia. "Sono quasi le nove! Su, che fra poco inizia! Yuko, amore, prepara i popcorn. Y/N-chan, metti a posto il divano e accendi sul canale!"
"Agli ordini!" Risposero in coro le due ragazze, scattando sull'attenti. Sukuna storse la bocca e seguí Y/N in salotto.
"Quindi funziona quel telecomando" bofonchiò, gettandosi sul divano accanto a lei. La ragazza sobbalzò, e gli lanciò un sorrisetto imbarazzato. "Quindi non hai da fare stasera" ribatté.
Sukuna si morse il labbro per non sorridere. "No, stasera la passo con la sorellina di Satoru".
La ragazza sbatté le palpebre. Si voltò lentamente verso di lui. "È una mia impressione, o non corre buon sangue fra di voi?"
"Certo che è una tua impressione, piccola" le rispose, scompigliandole i capelli.

Piccola?
Dove aveva già sentito quel...
Ah, già. Nel suo sogno.
Corrugò la fronte, sconcertata. Non poteva certo sapere cosa era successo nel suo incubo, era per forza una coincidenza. Si sforzò di continuare il discorso su Satoru. "Guarda che so che..." le parole le morirono in bocca, non appena le ritornò alla mente la sensazione del suo corpo su di lei. Della sua gamba in mezzo alle sue.
Deglutì, lanciando una rapida occhiata alle sue cosce divaricate. Quanto era grande, quell'uomo? Spostò lo sguardo più in alto, sotto l'elastico della tuta. No, non era il caso. Chiuse le palpebre, sospirando.
Ringraziò mentalmente Yuji e Yuko quando entrarono in salotto, le ciotole di popcorn fumanti in mano. Si sistemarono sui cuscini sul pavimento, accoccolandosi abbracciati.
Sukuna fece scivolare la mano dalla nuca di Y/N alla spalliera del divano alle sue spalle. "N-ne riparliamo" gli sussurrò lei, sedendosi sui talloni.
"Sssht! Sta per iniziare!"

Il film era senza dubbio avvincente e pieno di scene d'azione, ma Y/N non riusciva a concentrarsi più di tanto sulla trama.
Quel bastardo si era sistemato a gambe larghe, lasciandole pochissimo spazio. Solo per potersi sedere comodamente doveva fare del suo meglio per non spiaccicarglisi contro.
Si allungò verso di lui per afferrare un pugno di popcorn. Lui fissò la sua mano mentre si avvicinava alla ciotola che aveva fra le gambe.
"Hey!" urlò, giusto per il gusto di vederla sobbalzare. "Guarda, Yuji. Sei tu!" Indicò un ghoul particolarmente raccapricciante, e sbottò a ridere.
"Ma smettila!" si lagnò il fratello, mollandogli una gomitata sulla tibia. Y/N non riuscì a contenere un commento. "Dai, non esagerare. Ci assomigli davvero". Sukuna alzò una mano per accarezzarle una spalla. "Vedi, la pensiamo uguale".
La ragazza si voltò per sorridergli. Dio, quanto era bello.
Seduto sul divano non era più alto quei trenta centimetri più di lei, e riusciva a guardarlo meglio in faccia. Ora che ci pensava, non erano mai stati così vicini. Seguì la linea squadrata della sua mandibola, illuminata nel buio solo dalla luce dello schermo.
Lui la notò con la coda dell'occhio. Senza staccare lo sguardo dal film, si avvicinò a lei.
"Guarda che lo schermo è di là" le sussurrò, voltandosi per godersi la sua reazione.
Y/N avvampò, umiliata. Face per spostarsi di lato, ma lui la brancò per le spalle, impedendole di muoversi.
"Dai, sto scherzando" sbuffò, fingendosi seccato. "Ti capisco. Sto film non è un granché".
"Volete stare zitti, lì dietro?" li ammonì Yuji. Sukuna roteò gli occhi, e cominciò ad arrotolare pigramente i capelli della ragazza intorno alle sue dita. "La prossima volta lo scelgo io" bofonchiò.
Y/N irrigidì il collo, facendo del suo meglio per non spostarsi di un millimetro da quella posizione. Aveva paura che, se si fosse mossa, si sarebbe rotto quell'incantesimo, quella magia che in quel momento li stava tenendo insieme. Cercò di assorbire più dettagli che poteva per riportarlo alla mente più tardi, quando sarebbe tutto finito.
Sukuna sembrò notare la sua agitazione. Lentamente le spinse un pollice verso il basso, seguendo la colonna. "Rilassati" le mormorò. "Guarda che i vampiri non esistono".
Y/N roteò gli occhi. "Guarda che non è per quello che-" si bloccò in tempo prima di dovergli spiegare che era agitata per colpa delle sue mani. O delle sue gambe. O del suo corpo in generale. Cercò di rilassare la schiena, godendosi il calore del suo tocco.
Anche questa volta la sua pelle scottava al tocco della mano di lui, come se le stesse lasciando delle bruciature. Sorrise fra sé e sé, e socchiuse gli occhi.
"Per me se la vuole trombare" sbottò ad un tratto Sukuna a voce alta, indicando lo schermo. Y/N sobbalzò di nuovo.
"Dici Blade e la vampira?" rispose Yuji, portando una mano al mento. "Sì, anche secondo me. Ha senso".
Yuko roteò gli occhi. Beh, in effetti i due fratelli non erano poi così diversi. Le due ragazze seguirono, volenti o nolenti, cinque buoni minuti di commenti su come si potesse effettivamente avere un rapporto con un vampiro.
Quando arrivarono entrambi alla conclusione che per poter effettuare la penetrazione un vampiro dovesse comunque essere invitato, e che essendo non morto la partner non avrebbe avuto bisogno di contraccettivi, buona parte dei dialoghi del film erano andati a quel paese, e dovettero approfittare della pubblicità per chiedere a Yuko cosa fosse successo. Y/N si alzò sospirando. "Vado a prendere una birra" annunciò. Yuji le fece cenno di provvedere per tutti.
La ragazza aprì il portellone del freezer, cercando le lattine. Fu distratta dalla vibrazione del suo telefono che aveva dimenticato sul tavolo.

"Immagino che oggi starete guardando il due :) Com'è andata la notte?"

Di nuovo suo fratello. Incastrò le lattine sotto il braccio e gli rispose velocemente con una mano.

"Bene. Sono seduta a vedere il film vicino al tuo migliore amico"

Sorrise fra sé e sé alla provocazione. 'La lingua tagliente dei Gojo' ripeté, tornando in salotto. Lanciò le birre ai ragazzi seduti per terra, si accoccolò di nuovo vicino a Sukuna e gli passò la Sapporo.
"Kampai" sussurrò. La pubblicità stava finendo, e Yuko non avrebbe perdonato ulteriori interruzioni.
Sukuna alzò la lattina verso la sua, facendole cozzare insieme. La portò alle labbra.
Y/N non riuscì ad evitare di seguire il suo pomo d'adamo scendere e risalire lungo la gola man mano che deglutiva. Era legale avere un collo così grosso? Era di una razza diversa rispetto a loro?
Riportò lo sguardo allo schermo, giusto nel momento in cui Blade ammazzava il suo servo traditore. Le scappò una risatina.
"Faresti anche tu così con Uraume?" ridacchiò. Era più forte di lei: le bruciava ancora che non fosse passato a prenderla, e l'avesse costretta a interagire con quell'androide.
Sukuna si passò la lingua sui denti per frenare un sorriso. "Me l'ha detto, che ci sei rimasta male" le rispose, cambiando argomento.
Y/N si morse la lingua. Quel dannato riusciva sempre a cambiare discorso a suo favore.
"Solo perché non mi ha fatta guidare" lo provocò lei.
L'uomo alzò le sopracciglia, voltandosi a guardarla. "Ah" ribatté, colto di sorpresa. "In tal caso la prossima volta ti faccio una bella sorpresa".
La ragazza non riuscì a frenare un sorrisetto. 'Uno pari, stronzo' pensò, cercando di concentrarsi sul finale del film.

La scena strappalacrime della vampira dissolta alla luce del sole intristì particolarmente Yuko, che trovò conforto fra le braccia del fidanzato. Yuji, dal canto suo, sembrava particolarmente contento della sua improvvisa tenerezza, favorita anche dalle birre. Lanciò uno sguardo eloquente a Y/N.
"Andate a dormire, mettiamo a posto noi" esclamò la ragazza ad alta voce, dando una leggera gomitata d'intesa a Sukuna. Era il suo migliore amico, dopotutto: sapeva quando doveva reggergli il gioco. Anche il fratello sembrò capire, e si alzò a raccogliere le lattine per terra - non prima di mollare una sonora pacca d'intesa sulla spalla dell'altro.
"...E così anche il piccolo Yuji-kun scopa" commentò non appena la coppia si chiuse in camera da letto. Y/N sbottò a ridere.
"Per fortuna" rispose, sistemando i piatti nella lavastoviglie. Ignorò bellamente il led del telefono che continuava a lampeggiare (Satoru, probabilmente), afferrò il pacchetto di sigarette sul tavolo e glielo porse. "Ne vuoi una?"
"Ah, si può fumare in casa?" "No, ma abbiamo un balcone. Prenditi una felpa, o così muori".
Gli fece cenno di seguirla, e lo portò davanti alla sua camera. Abbassò la maniglia e cercò di fare mente locale: era tutto a posto? Nulla di particolarmente compromettente?
"Permesso" mormorò lui, entrando.
La stanza non era molto grande: un letto alla francese e un armadio occupavano la parete di destra; a sinistra troneggiava un'ampia scrivania, che ospitava un computer, un portatile e dei grossi tomi di anatomia. Alcuni libri - quelli che non era riuscita a infilare nella piccola libreria - erano impilati per terra, alti quasi come il letto. Sukuna li scavalcò per raggiungere la porta finestra del balcone di fronte a loro.
"La camera di Yuji é più grande" gli spiegò lei, aprendo le ante "ma io volevo il balconcino".
Si sporse dalla ringhiera, voltandosi raggiante verso di lui. "La vista é quello che è, ma mi piace uscire ogni tanto a guardare sotto".
Sukuna si accese la sigaretta, passando poi la fiamma sotto quella di lei. Y/N aspirò, proteggendola dal vento con la conca della mano.
Erano ancora più vicini rispetto a prima. Sentì il suo sguardo pesarle dall'alto, quasi la stesse studiando. Per qualche secondo si dimenticò come respirare normalmente.
"...Beh? Piaciuto il film?" chiese, tentando di smorzare la tensione. Lui annuì, appoggiandosi al parapetto.
"La trama fa cagare. Però lui è molto cazzuto" fece un gesto vago con la mano "tutti quei muscoli e tatuaggi".
Y/N alzò un sopracciglio.
"Parla lui" le scappò detto. "Perché tu come sei?" si trovò costretta ad aggiungere, rispondendo al suo sguardo interrogativo.
Un sorrisetto maligno gli sbucò dalle labbra. "Ah, li hai notati".
"In che senso? È difficile non notarli" la ragazza scosse la testa "sono enormi".
"Non ti piacciono?"
"Al contrario" si affrettò ad aggiungere, temendo di averlo offeso. "Sono... particolari. Quei disegni -"
"Aaah". Sukuna portò una mano alla fronte "intendevi i tatuaggi".
Y/N roteò gli occhi. "Sei in cerca di complimenti? Sei proprio come tuo fratello. Anche lui è super fissato con la palestra".
"Non che si vedano i risultati".
"Adesso non esagerare! Solo perché non gira mezzo nudo -" si morse la lingua. "Nel senso..."
"Mh, sì, é una mia cattiva abitudine" rispose lui, pensoso. "Fa freddo qui, ma anche a Boston non si scherzava".
"Ah, abitavi a Boston?" La sua sigaretta si era spenta, ma la nascose fra due dita, sperando che lui non se ne accorgesse. Era davvero già finito il loro momento di intimità?
"Boston, a volte New York" rispose lui, gettando il mozzicone di sotto. Si voltò verso di lei, appoggiandosi alla ringhiera coi gomiti. "Posti freddi, insomma. Sarei andato volentieri alle Hawaii se la borsa fosse stata interessante anche lì". Fece spallucce. "Ma a volte è giusto ritornare dove tutto è iniziato".
"E ti spiace?"
Lui storse la bocca con disprezzo. "Hey, ragazzina. Se tuo fratello avesse bisogno e si ritrovasse solo, che faresti?"
Il tono chiaramente spregiativo con cui si era appellato a lei le fece nascere una punta di vergogna. Si leccò un angolo della bocca, pensosa.
"Farei quello che hai fatto tu" asserì. "Intendevo dire, spero solo non ti dispiaccia troppo stare qui con noi".
"Prendere mio fratello significa prendere il pacchetto intero, immagino. Non avevo scelta".
Questa volta fu Y/N ad offendersi. "Beh, scusa tanto se abito qui" ribatté, mimando un broncio.
Sukuna scoppiò a ridere. "Permalosa e puntigliosa" la descrisse. "Rientriamo, o ti prenderai davvero qualcosa". Le tolse il mozzicone dalle dita, gettandolo lontano, e le appoggiò una mano nell'incavo della schiena, accompagnandola nella stanza.
'Sì, deve decisamente avere un potere o qualcosa del genere. L'alchimista di fuoco, Shoto Todoroki, un Targaryen, Ace, che ne so' pensò lei. Le sue dita stavano letteralmente bruciando la sua pelle.
Si fermò sulla soglia della camera, salutandolo con la mano. "A domani".
Sukuna le afferrò il polso, e si chinò verso di lei.
"E comunque, cazzate a parte... Grazie per esserti presa cura di mio fratello, anche durante il funerale" mormorò con una voce profonda e bassissima, che le fece rizzare i capelli sulla nuca. Non c'era nessuno nel corridoio, a che serviva quella intimità?
Si diede dell'idiota. Le stava chiedendo una cosa seria.
"M-mh. Ma certo, é il mio migliore amico" mugugnò, facendo del suo meglio per rimanere dritta in piedi - le sue gambe erano diventate improvvisamente molli.
Lui si rialzò. Il solito sorrisetto sarcastico era ora stato rimpiazzato da quello che sembrava... uno sguardo sereno?
Si voltò di nuovo verso il salotto.
Lei lo guardò allontanarsi. Alzò due dita a tastarsi il battito alla base del collo.

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