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By KookSpook

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โš ๏ธStoria originale di ๐™ˆ๐™š๐™จ๐™จ๐™š๐™ง๐™ˆ๐™ค๐™ค๐™ฃ su ๐€๐จ๐Ÿ‘โš ๏ธ ใ€A แดŠแด‡ษขแดœสŸแดœ๊œฑ Fanfiction (/๐–๐จ๐ฅ๐Ÿ๐ฌ๐ญ๐š๐ซ/๐‰๐ข๐ฅ๐ฒ/๐ƒ๐จ... More

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Chapter Twenty-Three
Chapter Twenty-Four
Chapter Twenty-Five
Chapter Twenty-Six
Chapter Twenty-Seven
Chapter Twenty-Eight
Chapter Twenty-Nine
Chapter Thirty-One
Chapter Thirty-Two
Chapter Thirty-Three
Chapter Thirty-Four
Chapter Thirty-Five
Chapter Thirty-Six
Chapter Thirty-Seven
Chapter Thirty-Eight
Chapter Thirty-Nine
Chapter Forty
Chapter Forty-One
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Chapter Forty-Three
Chapter Forty-Four
Chapter Forty-Five
Chapter Forty-Six
Chapter Forty-Sevenโœ”๏ธ
Chapter Forty-Eightโœ”๏ธ
Chapter Forty-Nineโœ”๏ธ
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Chapter Fifty-Oneโœ”๏ธ
Chapter Fifty-Twoโœ”๏ธ
Chapter Fifty-Threeโœ”๏ธ
Chapter Fifty-Fourโœ”๏ธ
Chapter Fifty-Fiveโœ”๏ธ
Chapter Fifty-Six (Epilogue)โœ”๏ธ
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Chapter Thirty

1.1K 58 113
By KookSpook

⚠️Storia originale di MesserMoon su Ao3⚠️

Questa è una traduzione italiana, potrete trovare la storia originale (in inglese) su Ao3, sul suo profilo.

Mi scuso per alcuni errori con i verbi, (passare da passato prossimo a passato remoto per esempio), ed eventuali ripetizioni ma mi attengo al testo originale dell'autore/ice.

Alcune parole di cui che non trovo una giusta traduzione verranno messe in fondo al capitolo.

Rispetto la punteggiatura, le parole in corsivo e gli spazi, senza modificare l'opera originale.

Nota: La traduzione è fatta interamente da me. @KookSpook
La copertina della storia pure.
—-

Capitolo Trenta

⚠️TW/CW: Contenuto sessuale (abbastanza sicura che sia lo stesso livello di sempre, molto YA, forse un po' più piccante ma non molto)
CW: Violenza sessuale implicita⚠️

📢Le traduzioni per le parti in francese verranno messe a fondo capitolo📢

PARTE I: JAMES

James cammina. È la notte prima delle vacanze di Natale e si è allontanato dai bagordi della sala comune dei Grifondoro. Quest'anno hanno deciso di organizzare una festa in piena regola e James ha cercato di divertirsi ma—non riusciva a togliersi di dosso la sensazione che qualcosa gli strisciasse sotto la pelle, gli facesse venire il prurito, gli facesse tamburellare le dita e battere i piedi. Un'energia impaziente che non si fermava.

Non riesce a smettere di pensare allo scorso Natale. Non riesce a smettere di pensare al modo in cui Regulus è andato in pezzi quando è tornato. E sa che è stupido, perché l'estate è stata più lunga e Regulus era un po' più distante quando è tornato ma era ancora tutto intero. Niente a che vedere con l'inverno. Ma allora era stato in Scozia e in qualche modo era diverso. Diverso dall'essere intrappolato in quella cazzo di casa. James giura che Grimmauld Place è maledetta e l'idea che domani Regulus ci tornerà—lo fa star male.

La porta si apre e James smette di camminare, Regulus si ferma non appena i loro occhi si incontrano.

"Oh," dice, un po' stupito. "Non pensavo che fossi già qui."

James cerca di tenere sotto controllo i nervi, di fare in modo che la sua voce esca disinvolta. "Posso andarmene e tornare se vuoi."

"No—"

"Sembri deluso."

Lui alza gli occhi al cielo. "James."

"Dico solo, mi va benissimo fare un giro del castello se devi prepararti a stare in mia presenza."

"Oh Gesù Cristo—pensavo solo di avere il tempo di avvolgere questo tuo terrore assoluto."

James sente le sopracciglia aggrottarsi. "Tempo di—" si accorge che Regulus sta tenendo qualcosa dietro la schiena. Deve mordersi l'interno della guancia per evitare che il suo sorriso diventi troppo grande. "Mi hai fatto un regalo?"

Regulus gli rivolge uno sguardo piatto. "Non farne una cosa grossa."

Oh, James ha proprio intenzione di farne una cosa grossa.

"È adorabile."

"Vaffanculo."

"Oh mio dio stavi per incartarlo e tutto il resto!" James sta praticamente rimbalzando sulle palle dei piedi. "Mi hai preso un fiocco?"

"Sinceramente ti odio così tanto."

"Nah, non credo proprio. Non si fanno regali di Natale alle persone che si odiano." La gioia di James nel prendere in giro Regulus è momentaneamente deragliata da un nuovo pensiero angosciante. "Oh merda, non ti ho preso niente."

"Non fa niente, non mi aspettavo proprio che lo facessi."

Che James sa di dire per farlo sentire meglio ma in realtà lo fa sentire peggio, perché non avrebbe dovuto? Voglio dire, Regulus non avrebbe dovuto aspettarsi che il suo ragazzo da più di un anno gli facesse un regalo? Aspetta—ragazzo? James era il suo ragazzo? Sembrava giusto. Probabilmente era giusto no?

"James," dice Regulus, distogliendolo dai suoi pensieri. "È solo un regalo di Natale, ti prego smettila di dare di matto."

"Non sto dando di matto," dice James automaticamente, e poi; "Ti darò il tuo dopo la pausa."

Regulus sgrana gli occhi. "Davvero non—"

Ma James alza la mano. "Sarà incredibile, varrà al cento per cento l'attesa."

"Sei ridicolo," dice Regulus scuotendo la testa.

"Vero, ora," James si sfrega le mani. "Cosa mi hai preso?"

C'è un attimo di esitazione, Regulus si morde il labbro inferiore come se volesse provare a rimangiarselo. Ma poi tende la mano. Nel suo palmo c'è una scatola di legno, un po' più larga e alta di una scatola di anelli.

James inarca le sopracciglia e fa un passo avanti. "Mi stai facendo la proposta Reg?"

"Ti piacerebbe," dice il ragazzo più giovane, anche se a James non sfugge il modo in cui le sue guance diventano rosa.

Prende la scatola, è di legno rosso scuro con una chiusura in ottone che la tiene chiusa. James ci passa sopra le dita per un minuto, come se fosse qualcosa di prezioso, e alla fine apre la chiusura. All'inizio pensa che sia una specie di gioiello, ma quando guarda meglio—

"È una—"

"Tirala fuori," James alza lo sguardo e Reg fa un cenno verso la scatola, nervoso. "Tirala fuori," ripete, a bassa voce.

James riporta l'attenzione sulla mini Pluffa, fa come gli ha chiesto Regulus e la estrae dalla scatola. Appena la tiene in mano inizia a levitare, all'inizio James pensa che non faccia altro ma poi inizia a muoversi intorno alla sua testa come un piccolo colibrì senza ali. Lo prende in mano, ridendo prima di guardare Regulus che ha ancora il labbro inferiore incastrato tra i denti. Scrolla le spalle come se James gli avesse appena fatto una domanda.

"Giochi sempre con quei maledetti Boccini, ma tu sei un Cacciatore e quindi ho pensato..." scrolla di nuovo le spalle. "Ha più senso no?"

James lo guarda e poi torna alla piccola palla vibrante che ha in mano. "Come—Reg—come hai fatto?"

Regulus inclina la testa da un lato all'altro. "Un po' di noioso lavoro di incantesimi in realtà. L'incantesimo di rimpicciolimento permanente è stato abbastanza facile ma poi ho dovuto indagare su quale sia la magia che usano per far sì che Boccini si comportino... beh... da Boccini, e modificarla per farla funzionare senza ali," Regulus emette un respiro. "Questo, in effetti, ha richiesto un po' di tempo. Ma credo che—"

"Reg?"

"—ha funzionato bene, non ha le stesse capacità di un Boccino ma—"

"Reg."

"—dovrebbe funzionare ancora per, sai, giocarci. Sono quasi certo che gli incantesimi reggeranno, sono tutti permanenti, ma se cominciano a svanire basta che me lo dici e io—"

"Reg," James ora è in piedi di fronte a lui, con le dita dei piedi che si toccano, Regulus continua a non incrociare il suo sguardo anche se ha smesso di blaterare e si lascia andare a un'espirazione tremante.

James lascia che il silenzio continui finché Regulus non parla, con voce molto pacata. "Non—non so se sia un buon regalo. Non ho nessuno a cui... fare regali. Soprattutto non—" scuote la testa, chiaramente irritato per l'incapacità di spiegarsi.

"Se non lo vuoi non mi offendo," si accontenta.

"Regulus," ripete James, con dolcezza. "Mi guardi, per favore?"

Dopo un secondo il ragazzo più giovane alza lo sguardo, le labbra quasi sfiorano il mento di James. "Lo amo," dice James, con voce ancora pacata.

"Sì?"

"Sì."

"Okay," espira Regulus, allontanando le spalle dalle sue orecchie. "Okay, è... bello. Io... è bello."

James continua a sorridere. "Posso baciarti adesso?"

Regulus annuisce così velocemente che per poco non dà una testata a James. "Sì."

James porta la mano libera sulla nuca di Regulus e sorride mentre si sposta di qualche centimetro per far incontrare le loro bocche. È dolce e caldo, Regulus si apre a lui, il suo corpo si adatta a quello di James in un modo che lo fa sentire a suo agio. Familiare. Dopo qualche minuto James si stacca.

"Questo è il miglior regalo che abbia mai ricevuto."

Regulus sgrana gli occhi. "Okay, adesso la fai un po' troppo lunga."

Ma James si limita a scuotere la testa, sfiorando i loro nasi. "No dico davvero, è—non avrei mai potuto pensarci, è—è perfetto." Bacia di nuovo Regulus e questa volta è Reg a staccarsi.

"Non so se hai visto..." dice, sembrando di nuovo nervoso.

James aggrotta le sopracciglia. "Visto?"

"Sulla palla c'è..." Ma Reg sembra essere tornato a non finire le frasi così James si allontana abbastanza da poter ispezionare la palla ancora stretta in mano. Dopo averla girata un attimo qualcosa di dorato cattura la sua attenzione. È inciso. Con un paio di lettere che si collegano:

J  R

"Oh," esala James, perché vedere i loro nomi insieme in quel modo gli fa ribollire tante cose nel petto.

"Mi dispiace che—che possa essere un po' gauche. Non... per qualche motivo mi è piaciuto, ma è abbastanza facile da far sparire."

James scuote di nuovo la testa e poi si mette a ridere quando si accorge che ha le lacrime agli occhi. "Fanculo Reg," dice, quasi con reverenza. Guarda ancora per un attimo le loro iniziali prima di rimettere con cura la Pluffa nella sua scatola e appoggiarlo sul tavolino accanto a lui.

"Io—" Regulus inizia, ma James ha già la mano avvolta nella camicia di Regulus e lo tira di nuovo vicino, le loro bocche si scontrano. È disordinato senza arte e meraviglioso. Tutto denti e lingue e piccoli rantoli di Regulus che fanno venire voglia a James di ululare. Tira i loro corpi insieme, le sue mani tra i capelli di Regulus, scivolando lungo la sua schiena. Le mette sotto le cosce di Regulus, sollevandolo, e le sue gambe avvolgono la vita di James. Così è più alto di lui e per un attimo si fermano, James guarda negli occhi grigi di Regulus.

"Grazie," sussurra.

Regulus ride e il suono provoca un brivido nel corpo di James. Si sono sentiti così lontani l'uno dall'altro negli ultimi tempi che è come se potessero respirare per la prima volta dopo settimane.

"Voglio darti tutto James," gli dice Regulus tenendogli il viso e sfiorandogli le guance con i pollici. "Tutto."

E poi si baciano di nuovo. James fa scorrere le sue labbra sulla mascella di Regulus, Reg inclina la testa all'indietro, dando a James più accesso al suo collo. James lo sente deglutire contro le sue labbra. Si dirigono verso il letto, James rovescia Regulus sul materasso. Non appena James si accascia su di lui Regulus li ribalta, mettendosi a cavalcioni sui fianchi di James. Le sue mani scivolano sotto la camicia di James, tirandogliela sopra la testa con l'aiuto di quest'ultimo.

"Reg," dice James quando Regulus inizia a far scorrere baci sul suo petto, mentre le mani lavorano sui bottoni dei suoi jeans. "Reg—"

"Sì," Regulus alza lo sguardo, con la bocca in bilico appena sopra la pelle di James, lo sguardo intento. "È un sì James, non toccarmi ma lasciami—posso?" Tutte frasi spezzate, guance arrossate e respiro pesante.

James annuisce. "Sì—sì. Cazzo. Sì."

I due si affannano a togliergli i jeans—un lavoro di squadra—inelegante e maldestro. James si infiamma sotto le mani di Regulus, i denti che si trascinano contro il suo fianco, i baci premuti all'interno della sua coscia. Non è abbastanza. È troppo. La mano di James si insinua tra i capelli di Regulus, facendo attenzione a non tirare.

"Okay?" è tutto ciò che riesce a dire, mentre altri rumori gli sfuggono prima di riuscire a chiudere la bocca.

"Okay," mormora Regulus contro il suo stomaco, facendo sobbalzare i muscoli di James. Regulus si ciba di tutto il suo corpo. Bacia morde e lecca, fino a quando James non diventa una massa tremante. Tutti i versi lamentosi e le dichiarazioni d'amore si interrompono quando Regulus morde troppo a fondo, anche se si scusa sempre con un bacio.

"Reg—Reg non posso—sto per—"

E poi, da mostro assoluto qual è, Regulus lo prende in bocca e il mondo tace. James non è altro che un calore sconfinato e una magia che canta. Vuole stare sempre qui. Vuole essere avvolto da questo ragazzo. Questo amore. Vuole non poterlo mai lavare via dalla sua pelle. O dalla sua bocca. Spera che Regulus abbia lasciato dei segni. Spera di poterli vedere al mattino. Li porterà con orgoglio—mostrando al giorno come si amano al buio.

James dà un piccolo strattone ai capelli di Regulus—un avvertimento. Gli occhi grigi di Regulus lampeggiano, sostenendo il suo sguardo attraverso le lunghe ciglia. Come se questa fosse una sfida. Come se stessero giocando a pallavolo sul campo da Quidditch.

"Cazzo—" James riesce a malapena a dire prima che sia tutto finito. Tutto il suo corpo si trasforma in gelatina mentre respira affannosamente, vagamente consapevole che Regulus si stacca da lui. Emette un mugolio. "No, vieni," farfuglia, allungando la mano.

Regulus sbuffa, lasciandosi tirare in avanti contro il petto nudo di James. James mugugna felicemente, baciandogli i capelli e la tempia, prima di scendere fino alla bocca. Dopo qualche secondo Regulus si stacca di nuovo e questa volta James non si lamenta, conoscendo Regulus abbastanza bene da capire che ha bisogno di spazio. Ha bisogno di radicarsi.

James si alza solo per il tempo necessario a tirarsi i boxer sui fianchi prima di crollare di nuovo a terra. Regulus è accanto a lui, entrambi fissano il quadro sopra le loro teste che è diventato così familiare a James che sembra quasi di vedere un vecchio amico. Conosce tutti i volti così bene che si chiede se potrebbe dipingerli lui stesso—non che abbia mai preso in mano un pennello babbano, sia chiaro. Dopo un po' Patroclo inizia ad assomigliare troppo a Regulus—con i suoi lunghi capelli neri e la sua pelle pallida—così James deve distogliere lo sguardo, con il petto che gli fa male. Si volta verso il ragazzo vero e proprio accanto a lui, completamente vestito, con i capelli in disordine e le labbra gonfie e rosse. Ha gli occhi chiusi.

"Stai bene?" Chiede James.

L'angolo della bocca di Regulus si storce. "Sì. Molto."

"Bene," James cerca di sorridere ma non ci riesce del tutto, non che abbia importanza, gli occhi di Regulus sono ancora chiusi. "Ti stai addormentando?"

"No, solo..."

James annuisce e poi; "Sì, okay." Perché lui capisce. Almeno nel modo in cui capisce tutto di Reg—sa di cosa ha bisogno anche se non sempre sa perché ne ha bisogno.

James guarda il suo petto alzarsi e abbassarsi, ascoltando il suono del suo respiro. Cerca di rimanere in quella felice sensazione post-orgasmo senza ossa. Ma non funziona. Più il silenzio si prolunga, più lui guarda Regulus, così tranquillo e felice, più i suoi pensieri di prima si fanno più forti. Facendo sì che qualcosa che sembra uno sciame di api gli riempia lo stomaco.

Alla fine avvicina la mano a quella di Regulus sul materasso, sfiorando i mignoli. Regulus alza la mano e James la prende come un invito, infilando la sua mano all'interno, incastrando le dita come pezzi di un puzzle. Stringe e Regulus ricambia.

James sa che dovrebbe lasciar perdere, sa che hanno avuto questa conversazione così tante volte, sa che finisce sempre in un litigio. Ma non può. Perché lo ama. Lo ama così tanto.

"Reg?" dice dolcemente, tenendogli ancora stretta la mano. Regulus gira la testa, gli occhi si aprono sbattendo le palpebre, sorride un po', assonnato e tenero.

"Mm?"

Fa male. Perché le storie non ti dicono mai quanto fa male? Anche quando il cuore non è spezzato.

"Non andare."

L'espressione di Regulus si indurisce all'istante, il cambiamento è così violento da far trasalire James. "Smettila."

"Reg—"

Ma Regulus si sta già allontanando, sedendosi con i piedi sopra la sponda del letto e dando le spalle a James. "Sono stanco di fare questa conversazione," e lo dice a voce alta.

Anche James si alza in piedi. "Non tornare lì."

"Devo farlo."

"Non devi. Sai che non devi."

"Cristo James, ti ho detto—ti ho detto cosa sarebbe successo se avessi cercato di andarmene. Se avessero scoperto di te. Pensi che non succederà se ti seguo a casa per Natale?"

James vorrebbe disperatamente tendergli la mano per farlo tornare indietro, ma non lo fa. "Non mi interessa."

Regulus ride freddamente. "No, certo che no."

Ma James non cede. "Credi che non sapessi che questo—questo noi—era pericoloso? Che andava oltre la scoperta di Sirius? Ho scelto comunque questo. Lo voglio ancora. Ho accettato il rischio."

Regulus stringe il materasso come se stesse per cadere. "Vaffanculo."

"Ti mando a fanculo a mia volta."

"Potresti essere ferito—ucciso," continua Regulus a denti stretti.

"Non mi interessa."

"A me interessa." La sincerità della sua voce fa sì che qualcosa nel petto di James si contorca. È dolce, davvero, eppure—

"Smettila di farmi diventare la tua scusa Reg,",sospira. "Se resti è perché lo vuoi, non perché mi stai proteggendo."

Silenzio.

Riesce a vedere la tensione nella schiena di Regulus. Gli manca il modo pigro in cui si era comportato prima. Il sorriso tenero che aveva fatto a James quando aveva aperto gli occhi. Ma questo è importante.

"Non tornare lì," ripete, quando è chiaro che Regulus non ha intenzione di parlare.

"Devo."

James sente qualcosa di simile alla rabbia che lo attraversa ma cerca di respingerla.

"Non te lo chiedo più Regulus."

È sorprendente la rapidità con cui Regulus si gira, guardando finalmente James. I suoi occhi normalmente freddi bruciano.

"Me lo stai ordinando?" chiede Regulus, con voce tagliente.

James potrebbe ridere. "No, ti sto implorando," e oh Dio come suonava bene. "Ti prego, Reg, ti prego, ho una paura fottuta per te che non riesco a sopportare. Preferirei il Cruciatus piuttosto che stare a casa per due settimane sapendo che sei intrappolato in quella casa con quelle persone."

Una serie di emozioni si susseguono sul volto di Regulus così rapidamente che James non riesce a capirne il senso. "Quelle persone sono la mia famiglia."

Ma James scuote la testa. "La famiglia non ti fa del male."

Regulus sospira di nuovo, pizzicandosi il ponte del naso prima di alzarsi dal letto, camminando. "Non devi avere paura," dice infine, con un suono decisamente meno arrabbiato e più simile a quello di qualcuno che cerca di placare un bambino piccolo. "Starò bene."

"È una stronzata e lo sai."

"Sono sempre stato bene."

James quasi si strozza, riuscendo a malapena a far uscire le parole dalla bocca. "Sopravvivere e stare bene non sono la stessa cosa."

Ma Regulus si limita a fargli un cenno di rifiuto. "Starò bene."

Per James diventa sempre più difficile trattenere la rabbia dalla voce. "Ci sarà anche Lucius Malfoy?"

Regulus si ferma di scatto e all'improvviso James teme che si sia fatto male. Quando guarda James, il ragazzo più grande quasi si ritrae. "Non osare rinfacciarmelo."

Il cuore di James affonda. "Rinfacciare—cosa? Reg, no, no! Non sto—" In qualche modo anche James si ritrova in piedi. "Non puoi essere al sicuro in un posto come quello, con gente come quella. Non puoi stare bene. Non con lui—in giro," al pensiero di Malfoy James è sempre colpito dall'impulso di vomitare e prendere a pugni qualcuno. "Voglio dire Gesù non sto bene solo a pensarci, sono giorni che mi sento a pezzi all'idea che tu debba stargli vicino. Non riesco a sopportarlo, non so come tu possa farlo."

Regulus si limita a fissarlo e James non riesce a leggerlo ma sa che sta sbagliando tutto, continua a sbattere contro i muri. Normalmente sarebbe stato paziente, li avrebbe sfiniti, ma non crede che ne abbiano il tempo. Anzi, è quasi certo che non ne abbiano.

"Provi così tanto," dice Regulus alla fine.

James si lascia sfuggire una specie di risata triste. "Te ne sei accorto."

Regulus si limita a scuotere la testa, con i riccioli scomposti, e James lo adora. "Non avrei dovuto dirti di Lucius."

James sente il pavimento spostarsi sotto i suoi piedi. "No, ti prego non—avresti dovuto. Certo che avresti dovuto. Regulus mi dispiace, non volevo—"

"Ti fa male," lo interrompe, mentre James tace. "Non volevo ferirti."

"Reg," il nome è a malapena una parola, più che altro un'espirazione, mentre James crolla di nuovo sul letto. Si passa una mano sul viso. "Tutto ciò che ti fa male mi fa male. Ma questo non significa che non voglia saperlo," si assicura che Regulus lo stia guardando. "Posso gestirlo Reg. Posso gestirlo tutto."

Regulus gli lancia un'occhiata che dice chiaramente: 'ovviamente non puoi' ma James la ignora.

"Voglio solo proteggerti."

Un altro lungo sguardo prima che Regulus scuota la testa. "Non puoi."

"Potrei se me lo permettessi."

"Ma poi non sarei in grado di proteggerti."

La faccia che James fa deve essere davvero patetica perché Regulus fa immediatamente un passo avanti, dimenticando di essere arrabbiato o frustrato o qualsiasi altra cosa sia con James. Lo tira in avanti e poiché James è ancora seduto la sua faccia finisce da qualche parte intorno allo stomaco di Regulus. Non si lamenta.

"Hey," dice Regulus, con la faccia nascosta tra i capelli di James.

"Non so cosa fare," dice James pateticamente. "Odio che tu non te ne vada. Forse non è giusto ma è così."

Regulus si limita a baciargli la sommità del capo. "Lo so."

"Odio che ti abbiano fatto del male."

Non si aspetta che Regulus risponda davvero, ma dopo qualche minuto lo sente: "Forse stavolta non lo faranno."

James corruga il naso, seppellendolo ulteriormente nella camicia di Regulus. "Cosa vuoi dire?"

Fa spallucce. "Forse reagirò."

James allora alza lo sguardo su di lui, con gli occhi grigi fissi sui suoi. "Non hai mai reagito prima?"

Regulus alza le spalle, come se non fosse un problema. "Non ne ho mai visto il punto."

James deglutisce a fatica. "E ora?"

La mano di Regulus scivola lungo il collo di James fino a sfiorargli la guancia, con il pollice che gli sfiora appena sotto l'occhio. "Ora ci sei tu."


La mattina sono silenziosi. Sussurrano come se fossero tornati nei loro dormitori. Per un po' rimangono sdraiati su un fianco uno di fronte all'altro, James con la mano sul braccio di Regulus, o sul fianco, o tra i suoi capelli. Sempre a toccarsi. Con la paura di lasciarsi andare.

Alla fine, però, devono alzarsi. Ancora non parlano. Che altro c'è da dire? Entrambi hanno chiarito le loro posizioni e James non vuole più litigare. Si ferma quando entrambi arrivano alla porta, sospira e appoggia la testa sulla spalla di Regulus.

"Hey," dice l'altro ragazzo e la sua mano fa dei cerchi di conforto sulla schiena di James.

James sente qualcosa di simile alle lacrime in fondo alla gola e di sicuro non ha intenzione di mettersi a piangere in questo momento—Merlino. Quindi non dice nulla per un po', finché non è sicuro di avere tutto sotto controllo. Poi si tira indietro abbastanza da guardare Reg.

"Ti amo. Lo sai vero?"

C'è solo una breve pausa prima che Regulus inizi ad annuire. "Sì. Sì lo so."

James si china in avanti e gli bacia la sommità del capo. "Fottutamente tanto Reg. Fottutamente tanto."

"Sì," dice Regulus nel suo petto. "Sì, anch'io. Anch'io ti amo."

E questo è tutto in realtà.


PARTE II: SIRIUS

Sirius è seduto sul treno, con un ginocchio piegato e un piede appoggiato sul bordo del sedile di fronte a lui. Remus è dovuto andare a fare il prefetto e ha lasciato Sirius da solo con un James imbronciato—Dio solo sa perché—e un Peter addormentato. Ogni pochi minuti Sirius controlla l'ora solo per gemere internamente per la lentezza con cui sta passando.

Quest'anno andranno tutti dai Potter, beh, tranne Peter tecnicamente, ma la sua casa è comunque la più vicina al cottage quindi sarà molto carico. Non c'era alcuna possibilità che Sirius e James lasciassero che Remus passasse il Natale da solo con Lyall—o, più probabilmente, da solo perché Lyall Lupin è un bastardo che avrebbe assolutamente abbandonato suo figlio durante il suo primo Natale senza sua mamma. Inoltre, durante le vacanze dovrebbe esserci la luna piena, e Remus si sta già agitando per questo. In generale Remus non è mai particolarmente soddisfatto di tutta la faccenda del lupo mannaro ma odia soprattutto quando deve trasformarsi lontano dalla baracca. Sirius non è sicuro di cosa faranno quando si diplomeranno ma accantona il pensiero. È un problema per un altro giorno.

Avendo bisogno di distrarsi, dà un calcio allo stinco di James.

"Stronzo," dice James, togliendosi dalla portata di Sirius senza distogliere lo sguardo dal finestrino. È da un'ora che fissa il paesaggio con aria malinconica. Sirius si stiracchia e gli dà un altro calcio sullo stinco.

"Ow!" James sibila. "Vaffanculo." Ma almeno adesso sta guardando Sirius—beh, lo sta fissando.

"Mi dici cosa c'è che non va?"

James si strofina la gamba come un bambino. "Sono solo stanco," borbotta.

Sirius si sforza di non alzare gli occhi al cielo. Invece decide di fare un sorriso a James. "Sì, succede quando passi tutta la notte fuori con il tuo ragazzo-giocattolo."

James alza davvero gli occhi al cielo, è tutto grosso, sbuffante e drammatico. Dovrebbe vincere un premio. "Lascia perdere ti dispiace?"

Dice sul serio. Sirius sa distinguere la differenza—quando James tiene il broncio da quando è davvero triste.

"È successo qualcosa?" chiede, con un tono improvvisamente sincero.

James sospira, guardando fuori con aria avvertita, con le mani che si strofinano il viso. "No. Niente. Non lo so."

Sirius sente qualcosa di vagamente violento che comincia a crescere dentro di lui. "Ti ha fatto del male?" quasi abbaia.

Sul volto di James compare un'espressione sofferta. "Non posso parlarne Pads."

"Perché non vuole che nessuno lo sappia?"

James annuisce e poi si ferma, "Non so, forse non è giusto, è... complicato."

James dà sempre a tutti più credito di quanto ne meritino. Sirius lo sa meglio di chiunque altro. "Non è complicato," dice Sirius con severità. "È andato a renderti infelice prima di Natale e questo è motivo di punizione." Sirius non fa la domanda più ovvia—la domanda 'Ti ha lasciato'. Perché James glielo dirà se vuole. E perché a volte rispondere a questa domanda fa più male del resto.

James gli fa un debole sorriso. "Grazie, ma non credo che sarà necessario."

"Um, è decisamente necessario. Hai un aspetto peggiore di quella volta che qualcuno ti ha quasi decapitato con un bolide," James sgrana gli occhi ma Sirius continua. "Credo proprio che non gli siano chiare le regole qui. Sono l'unico autorizzato a rovinarti la vita."

James sbuffa. "E sei così bravo a farlo."

"Sono uno che non si risparmia," si scambiano un sorriso prima che Sirius torni serio. "Davvero James, dico sul serio, stai bene? Puoi dirmelo, non gli chiederò il nome, il compleanno o qualsiasi altra cosa tu pensi possa rivelarlo."

James gli rivolge uno sguardo triste. "Grazie, davvero, ma solo—non posso. L'ho promesso." E questa è la fine per James. Ha fatto una promessa e James Potter non rompe mai le sue promesse.

"Okay," dice Sirius, anche se lo uccide.

James annuisce, tornando a fissare la finestra. Sirius detesta questa cosa—ha una mezza idea di urlare a James quanto si sta comportando da stupido ma si astiene perché sa che non otterrà nulla. Una volta che James ama qualcuno il gioco è praticamente finito. Il ragazzo ha degli artigli che farebbero impallidire Moony e una volta che te li infila dentro non li molla più. È una delle cose che Sirius ama di più di lui, una delle cose che gli permette di rilassarsi con James. Sapendo che non se ne sarebbe semplicemente andato.

Ma in questo momento è fottutamente esasperante, perché se non fosse già chiaro che il ragazzo con cui si vede è un completo coglione, ora è qui fuori a rendere James infelice a Natale.

Natale per l'amor di Dio!

James ama il Natale. James ama così tanto il Natale che è riuscito a farlo amare a Sirius, cosa che prima di conoscere James, Sirius avrebbe ritenuto impossibile. Tutto era terribile a Grimmauld Place, comprese le vacanze.

"Vado... vado a cercare le ragazze," dice Sirius alla fine, perché è quasi certo che se passa un altro secondo in questo scompartimento esploderà contro James. James che al momento sta annuendo con la testa.

"Va bene," dice, senza staccare gli occhi dal finestrino.

Si immagina che James abbia dei pessimi gusti in fatto di partner romantici. Le cose andavano bene da un po' con Evans. Certo, lei non sarebbe mai uscita con lui (almeno fino a poco tempo fa), ma sembrava promettente che lui la volesse. Ma questo? Questo ragazzo? È chiaramente una retrocessione.

Sirius si aggira lungo il treno, non cercando di trovare lo scompartimento delle ragazze, e forse un po' cercando di incontrare Remus nel suo giro di prefetti. È ridicolo quanto spesso gli manchi Remus quando non c'è, anche quando è solo per un'ora o due. È decisamente peggiorato da quando hanno iniziato a essere più che platonici. Da quando è finalmente riuscito a mettere la bocca su di lui. È riuscito ad addormentarsi con la testa sul suo petto. Da qualche parte nel profondo pensa di sapere che sarebbe stato così. Che una volta ottenuto un pezzetto di Remus sarebbe diventato insaziabile. È davvero spaventoso.

Entra in un vagone del treno sempre più vuoto, con la maggior parte delle porte degli scompartimenti spalancate, che rivelano sedie libere. Ci sono sempre posti liberi durante le vacanze quando tutti non prendono il treno per tornare a Londra. Alcuni genitori li prendono direttamente dalla scuola, altri non li prendono affatto. A volte Sirius si chiede se sarebbe stato lui, se senza James avrebbe passato il Natale da solo nel suo dormitorio.

È un pensiero stupido.

Senza James non avrebbe mai lasciato Grimmauld in primo luogo.

Il suono di voci mormorate lo fa desistere. Ovviamente è sbagliato origliare bla bla bla ma se sei troppo stupido per lanciare un incantesimo di silenziamento o un muffliato che colpa ne hai se ti sentono?

Sirius si avvicina lentamente alle voci, troppo silenziose per poterle distinguere, ma sembrano sicuramente quelle di una ragazza e di un ragazzo. Si ferma appena prima della porta di uno degli unici scompartimenti chiusi, facendo in modo di stare abbastanza indietro da non far vedere la sua sagoma attraverso il vetro.

"Voglio tenermi in contatto con te," sono le prime parole che Sirius riesce a sentire. Il suo cervello va in tilt per un attimo quando si rende conto che è Mary a parlare. "Due settimane sono tante, non vorrei che ti dimenticassi di me."

Oh.

Oh merda.

Forse non dovrebbe ascoltarlo. La sua ex ragazza che fa la sdolcinata con il suo nuovo ragazzo non è qualcosa che ha bisogno di sentire.

Si sta già allontanando quando arriva la risposta, un po' più forte di quelle precedenti;

"Non credo che dimenticarti sia probabile."

I piedi di Sirius si bloccano. Conosce quella voce. La riconoscerebbe ovunque.

È Regulus.

Mary è con Regulus.

Questo solo pensiero sembra mandare in cortocircuito il suo cervello per un momento e non sente nient'altro che viene detto solo il rumore del suo battito che gli rimbomba nelle orecchie. Sa che dovrebbe tornare nel suo scompartimento, che dovrebbe calmarsi e parlarne con James e Remus. È troppo arrabbiato in questo momento. Troppo preso alla sprovvista per gestire correttamente la situazione.

Perciò non è sicuro di come finisca per voltarsi, o per spalancare la porta dello scompartimento, o per puntare la bacchetta in faccia al fratello.

"Merlino Sirius," dice Mary, allontanandosi dalla linea di tiro mentre Regulus indietreggia più che può contro il finestrino, con le mani in alto. Almeno sono entrambi completamente vestiti, pensa Sirius, prima di rabbrividire per il disgusto dell'immagine che evoca.

"Non posso crederti," sibila a Mary, con gli occhi ancora puntati sul fratello che sembra apatico come sempre.

"Non riesci a credermi?" Mary ripete, con un tono pericoloso nella voce che avverte Sirius di fare attenzione.

Sirius non le risponde, non sa come esprimere a parole il suo fottuto tradimento. Voglio dire, Regulus? REGULUS. Suo fratello, il suo fottuto fratello Mangiamorte? È troppo vicino e troppo doloroso e troppo... cattivo. Non avrebbe mai pensato che Mary ne fosse capace.

"Hai intenzione di usarla prima o poi?" chiede Regulus, con voce piatta mentre annuisce alla bacchetta di Sirius. "Perché altrimenti ho dei posti dove essere."

Sirius ringhia, non apprezzando affatto il tono compiaciuto del fratello. Non è sicuro se avesse davvero intenzione di lanciargli una maledizione o meno, ma prima che possa pensarci meglio sente la parola "Levicorpus" sputata dalla sua bocca. Le gambe di Regulus volano via da sotto di lui, tirandolo verso il soffitto.

"Cazzo," sbotta Regulus, mentre Mary sgrana gli occhi e crolla sul sedile dietro di lei.

"Cosa stai facendo Sirius?" chiede lei.

Lui non ne ha proprio idea. "Cosa io sto facendo?" chiede lui. "Che diavolo stai facendo TU? Regulus, Mary? Davvero? Pensavo che almeno tu avessi degli standard."

Mary si lascia sfuggire una risata che Sirius non apprezza. "Non mi sto scopando tuo fratello Sirius."

"No? Solo stare negli scompartimenti vuoti dei treni a sussurrarsi dolci parole nell'orecchio?"

Mary lo guarda ancora come se la cosa fosse in qualche modo divertente. "Dolci parole? Da quando in qua sussurro dolci parole nelle orecchie di qualcuno?"

"Non è uno scherzo del cazzo Mary."

"Peccato perché da dove sono seduta io è esilarante."

"Esilarante? Ti ha detto che ha quel cazzo di Marchio? Huh?" C'è un cambiamento palpabile nello scompartimento, come se tutti avessero iniziato a trattenere il respiro. "Allora?" Sirius continua quando Mary si limita a fissarlo in un silenzio orripilato. "Non hai intenzione di ridere? Pensavo che fosse esilarante."

Mary continua a fissarlo, come se stesse cercando di capire qualcosa. Sirius non riesce a leggere la sua espressione. Non ha idea di cosa significhi. Alla fine rivolge la sua attenzione a Regulus.

"Sta dicendo la verità?" Mary chiede, con voce seria. Regulus la guarda e poi distoglie lo sguardo. Il che, ovviamente, non è abbastanza per Mary. Si alza in piedi sulla sedia su cui era seduta, allunga la mano e afferra il braccio di Regulus. Lui cerca a malapena di opporsi, forse rendendosi conto dell'inutilità della cosa.

Lei gli tira indietro la manica senza fare complimenti e una parte di Sirius si aspetta che non ci sia nulla. Niente da rivelare. Una parte di lui vorrebbe disperatamente aver frainteso tutti i segnali. Ma è impossibile non notarlo, un grande e brutto serpente e un teschio che si contorce sull'avambraccio. Sirius deve distogliere lo sguardo, qualcosa di ignobile gli cresce nella bocca dello stomaco.

"Lo sa?" Chiede Mary, con la voce più fredda che Sirius abbia mai sentito. Sta ancora tenendo il braccio di Regulus e Sirius lo vede iniziare a contorcersi, senza riuscire a incrociare il suo sguardo.

"Chi lo sa?" Sirius chiede.

Ma Mary non gli presta più attenzione. "Non lo sa vero?"

"Per favore," dice Regulus, tremando, con il viso scioccamente pallido per uno che al momento è appeso a testa in giù.

Mary lo guarda come se non avesse mai sentito quella parola prima. "Per favore? Mi stai prendendo in giro? Hai questo sul braccio e vuoi che, cosa, menta per te? Che ti protegga? Hai idea di cosa significhi ragazzino?" ringhia lei, scuotendogli il braccio; Sirius può vedere le sue unghie scavare nella pelle, vedere l'espressione malata sul volto di Regulus. "Questo significa che mi vuoi morta e hai il fottuto coraggio, dopo tutto il resto, di dire 'per favore'?"

Regulus non risponde, certo che non lo fa, il silenzio è sempre stato il suo scudo. La rabbia quella di Sirius. Più la loro madre si faceva rumorosa più Regulus diventava silenzioso.

Mary scuote la testa, scaccia il suo braccio e scende a terra, dirigendosi verso la porta aperta.

"Mary che succede?" chiede Sirius.

"Chiedilo al tuo dannato migliore amico," non si ferma, non lo guarda nemmeno. A Sirius Black piace pensare di essere coraggioso, ma ha un certo istinto di conservazione e non ha intenzione di provare a fermarla.

Per un momento dopo che lei se n'è andata i due fratelli rimangono seduti in completo silenzio, senza che Sirius e Regulus riescano a guardarsi, a parlare o a muoversi. Alla fine Sirius sospira, agita la bacchetta e lascia cadere Regulus a terra, forse con un po' meno grazia di quanto avrebbe dovuto. Regulus però non dice nulla, non si alza nemmeno, si limita a strisciare in posizione seduta con la schiena contro i sedili, le mani che stringono le ginocchia.

"Immagino che tu non ti stia scopando la mia ex ragazza allora," dice infine Sirius.

"No," Regulus non lo guarda, fissa lo sguardo dritto davanti a sé, con la voce sforzata come se non ricevesse abbastanza aria.

Sirius aspetta che continui, ma non lo fa, così alla fine Sirius è costretto a parlare di nuovo; "Cosa sanno James e Mary?"

Regulus si limita a scuotere la testa. Sirius fa del suo meglio per non tormentarlo di nuovo.

"Si tratta dell'attacco di Mary?"

Regulus scoppia a ridere, ma è una risata storta e soffocata, per nulla simile a quella che Sirius ricorda. Regulus si porta le mani al viso, tenendosi la testa con i gomiti sulle ginocchia.

"Regulus—"

"Dio non lo so, sì, un po'. Non lo so. Vattene e basta." Le sue parole sono soffocate dalle mani. Sirius pensa di andare a cercare James che comunque ha maggiori probabilità di fornirgli risposte, ma per qualche motivo i suoi piedi non si muovono.

Sembra così piccolo,

dice la voce fastidiosa nella sua testa.

Sembra così perso.

"Hai detto che ti sentivi annegare," le parole gli escono prima ancora di aver deciso di pronunciarle. È dal Veritaserum che ci pensa. Aveva intenzione di trovare Regulus, per chiedergliene conto, ma in qualche modo non gli sembrava mai il momento giusto.

"Non ora—non lo faremo ora," borbotta Regulus. Sta ancora tremando da prima e per un attimo Sirius si chiede se stia piangendo, ma quando Regulus abbassa le mani i suoi occhi sono asciutti.

"So cosa si prova," dice Sirius, guardando il fratello con diffidenza, "a stare da soli in quella casa."

Regulus gli lancia un'occhiata tagliente, la prima da quando Mary se n'è andata. "Non eri solo. Avevi me."

Sirius è sorpreso dalla convinzione nella voce del fratello. È sorpreso da quanto sia sincero. "Davvero?" Sirius chiede, senza nemmeno cercare di essere provocatorio, ma solo... onesto. "Perché non ricordo che tu ci sia mai stato Reg, non quando contava, non quando avevo bisogno di te."

Silenzio.

Sirius sospira, passandosi una mano tra i capelli. "Bella, quel giorno, l'ultimo, voleva che tu mi torturassi, ti ricordi?"

Dopo una breve pausa Regulus annuisce.

"L'avresti fatto? Se papà non fosse intervenuto? L'avresti fatto?"

Suo fratello lo guarda con la sua vera faccia. Forse non ha senso, ma è vero. Il più delle volte, quando Sirius vede Regulus, se ne va in giro con un'espressione di disprezzo fin troppo simile a quella della loro madre. Ma qui, ora, sembra Reg. Sembra il bambino che seguiva Sirius dappertutto, che lo pregava di leggere storie e di costruire fortini di neve. Che di notte si infilava nel suo letto quando aveva paura—non il letto dei loro genitori, ma il suo.

Si era sempre sentito più un genitore che un fratello per Regulus, forse per questo faceva così male. Quando le cose hanno cominciato a mettersi male, molto male, Regulus è scomparso. Forse non aveva scelto i loro genitori, ma di certo non aveva scelto nemmeno Sirius. Invece era andato a farsi il più piccolo e silenzioso possibile. Come se sperasse che il mondo lo ignorasse. Senza mai costringerlo a prendere una decisione.

Alla fine Regulus sospira, passandosi una mano sul viso prima di incontrare lo sguardo di Sirius.

"Sì."

Sirius chiude gli occhi per un secondo. Fa male. Ma solo un po'. Dopotutto, non è che non se lo aspettasse.

"Vedi?" dice riaprendo gli occhi. "Da solo."

Regulus si limita a distogliere lo sguardo, tornando a posarsi sulle ginocchia, e Sirius si rende conto di non sentirsi nemmeno più arrabbiato, ma solo... triste.

"Joyeux Noel Reg," dice seccamente, "J'espère que cette année tu apprendras à nager." Si allontana prima che il silenzio del fratello diventi troppo forte.

——
"Buon Natale Reg, spero che quest'anno impari a nuotare."

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