Backstage|| Hell Raton.

By itsluceeeeeee

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Non tutte le storie sono destinate a durare in eterno, ma qualcuna forse sì. Jenny è tornata da Los Angeles... More

Prologo.
Cap. 1
Cap. 2
Cap. 3
Cap. 4
Cap. 5
Cap. 6
Cap. 7
Cap. 8
Cap.9
Cap.10
Cap. 11
Cap. 12
Cap. 13
Cap. 14
Cap.15
Cap. 16
Cap. 17
Cap. 18
Cap. 20
Ciao!

Cap.19

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By itsluceeeeeee


Io e Thomas non ci scambiammo molte altre parole. Decisamente, non ce ne sarebbe stato bisogno.

Quest'ultimo si limitò ad una breve risata piuttosto gutturale ma, e non riuscii a comprendere perché, non sembrò sorpreso della mia decisione così repentina. Benché tale realizzazione mi tranquillizzasse, in fondo era un tassello in meno che mi avrebbe impedita di lasciarmi andare come meglio credevo, la mia tendenza ad over analizzare mi impose di domandarmi se non ci fosse qualcosa che anche lui stesso mi stava nascondendo.

Un'altra donna forse? Una frequentazione parallela a quella, seppur breve, che avevamo avuto? Nulla di ciò mi lasciava insoddisfatta o con l'amaro in bocca, quindi mi convinsi ancora di più che finalmente avevo preso la decisione giusta.

Nonostante questo però non ero una solita a lasciare le situazioni a metà, dunque non mi limitai a concludere la chiamata come chiunque altro avrebbe fatto ma, prima che Thomas potesse interrompere la connessione, riuscii a raccogliere un ultimo briciolo di concentrazione e – forse dovrei darti delle spiegazioni – mormorai flebile, anche se la mia voce suonava piuttosto decisa.

Lui fu subito responsivo – sì, si può fare – accordò, lasciandomi ancor più perplessa. Non sembrava affatto la reazione tipica di qualcuno che era appena stato brutalmente mollato in favore di un altro.

- Credimi, non sono l'unico in diritto di ricevere spiegazioni – sospirò.

Buttai le spalle all'indietro sul divano e, inarcato un sopracciglio, rimasi in silenzio in attesa di ulteriori delucidazioni che però tardarono ad arrivare.

- Ci vediamo – concluse Thomas – ti lascio alla tua serata – e si perse nel lungo eco dei rintocchi della linea telefonica vuota, spompandomi di tutte le mie sicurezze e caricandomi di domande che, speravo, avrei risolto al più presto.

Questo strano scambio telefonico sembrava aver lasciato tutti senza parole: Manuel se ne stava fermo all'angolo del salotto, in stato di visibile shock e non aveva ancora mosso un muscolo da quando aveva captato la mia voce pronunciare la frase fatidica con cui avrei ben presto dovuto fare i conti, mentre io cercavo di scendere a patti con la realtà. Sembravo subito aver messo da parte le incognite di Thomas, poiché mi ero resa conto di averlo usato di nuovo, auspicabilmente per l'ultima volta, come separé tra l'astratto di ciò che dicevo e il momento in cui le mie parole si sarebbero concretizzate in atti veri e propri.

Difatti adesso, da sola con Manuel, senza nessun ostacolo a dividerci, non avevo idea di come mi sarei comportata.

Cosa fare quando hai appena ammesso di essere ancora innamorata dell'uomo che giuravi avresti dimenticato prima o poi?

Dal canto mio, ritenevo ci fossero varie opzioni: avrei potuto lasciare che fosse lui a fare il secondo passo, giacché io ero riuscita ad intavolare l'assist che avrebbe dovuto spingerlo verso il colpo decisivo, oppure potevo fingere che fosse stata solo la foga del momento e fare rewind fino al punto in cui la situazione sarebbe stata abbastanza comoda per poter ricominciare, lentamente, da capo.

Fortunatamente fu Manuel a decidere per entrambi. Con estrema calma si scostò dal muro e mi raggiunse sul divano, si sedette e si mise comodo con la schiena sui cuscini, poi strofinò i palmi delle mani contro la stoffa dei pantaloni e mi rifilò un sorriso storto e veloce – non sembra averla presa così male – constatò.

Io cercai di avvicinarmi pian piano, così che il mio movimento fosse talmente impercettibile da non potermi respingere – credo che ci sia un motivo – ammisi con un sospiro – penso avesse capito che non sarei mai stata totalmente presa...da lui – girai il capo così che incontrassi i suoi occhi scuri, già intenti a scrutare il mio corpo e il mio viso. Voleva sincerarsi che fossi davvero onesta, che questa volta non ci fosse neppure l'accenno di un ripensamento.

- Ah sì? – fece Manuel, adesso più giocondo con il busto inclinato nella mia direzione – Perché? –

- Vuoi davvero che lo ripeta di nuovo? – domandai alzando gli occhi al cielo e sopperendo ad un accenno di risata che tirava gli estremi delle mie labbra.

- Non sarebbe una cattiva idea – rise, poi si strinse contro il mio fianco e finalmente le sue mani si intrecciarono con le mie. Con il polpastrello accarezzò la punta delle mie nocche, risalendo con estrema lentezza lungo il profilo della mia pelle e ripercorrendo il percorso a ritroso. Sapeva bene che il suo tocco leggero, accennato con quella sua estuante sapienza era abbastanza perché ogni centimetro del mio corpo rabbrividisse.

- Vorrei soltanto capire perché ci abbiamo messo così tanto – ammise poi. Poggiò il capo contro la mia spalla e rilasciò un lungo sospiro, rilassandosi contro il calore della mia carne a contatto con la sua, come se finalmente potesse smettere di rimanere vigile e sempre rigido, ritornare ad essere sereno.

Serrai le dita tra i suoi ricci e lasciai che queste vagassero nella sua chioma folta e scura – perché avevi un bel po' di colpe da espiare – risi, ma mi feci subito più seria. Volevo che ci fosse chiarezza e apertura tra di noi se volevamo davvero che le cose funzionassero come avevano fatto una volta.

- Poi, mi ci è voluto un po' a metabolizzare il fatto che ci fosse stata qualcun'altra dopo di me – ammisi.

Inclinai la testa verso il basso e vidi il suo sguardo spegnersi, con conseguente tuffo al cuore da parte mia che non potei far altro che sentirmi in colpa, nonostante avessi solo detto la verità come mi ero ripromessa.

Manuel mi guardò con la coda dell'occhio, boccheggiando per trovare le parole. Evidentemente stava cercando di esprimere un concetto piuttosto difficile da esplicitare, qualcosa che voleva che capissi a fondo così da rimanere impressa nella mia memoria a lungo termine.

Si passò le mani sul viso, poi sulla fronte e infine le posò scomposte sulle mie spalle, stringendo delicatamente la pelle – vorrei riuscire a spiegarti una cosa – mormorò – non c'è mai stata nessuna dopo di te –

Io mi allontanai leggermente, di scatto, come se la sua voce mi avesse bruciata facendo sì che sobbalzassi all'indietro sul divano – cosa stai dicendo? –

- C'è differenza tra trovare qualcuna che possa rimpiazzarti e cedere, non so nemmeno io a cosa, per una notte soltanto – spiegò – per questo ti dico che non c'è mai stata nessuna dopo di te. Non avrei potuto sostituirti nemmeno se avessi voluto –

Si avvicinò a me, rincorrendomi quasi, e mi tirò verso di sé, poi i nostri petti si scontrarono così come le sue labbra con la mia fronte ancora corrucciata. La sua pelle sulla mia appianò i solchi sottili che avevo teso facendo sì che si distendessero sotto il suo profumo inebriante.

- Sei sempre qui – disse, percorrendo lo spazio con punta del naso per poi lasciarvi un bacio delicato. Nella sua mente, intendeva e avrei voluto avere la forza necessaria per replicare che no, nemmeno lui aveva mai abbandonato la mia, ma i suoi movimenti mi paralizzavano.

- Ma soprattutto – aggiunse poi, mentre con le labbra scendeva al disotto della mia mandibola, tra le clavicole e poco sopra al mio seno sinistro. Non azzardò alcun gesto avventato, ma si limitò a baciare la zona coperta dal tessuto della mia maglia senza tentare di ricevere un contatto diretto con la mia pelle. Tutto ciò bastò ad infiammarmi ancora.

Sentii le guance prendere un colorito amaranto e un tepore incandescente, mentre le mie mani finirono ai bordi della sua maglia, poi sui fianchi per attirarlo su di me sempre più vicino.

- Sei sempre, sempre qui – concluse, allontanandosi lievemente per incontrare di nuovo i miei occhi adesso lucidi e dilatati.

Potevo dire in tutta sincerità di essere soggiogata dal suo tocco, dalle sue mani e le sue labbra esperte che sapevano come toccare il mio corpo e accenderlo nei punti giusti. Sapeva cosa fare perché fossi totalmente alla sua mercé, eppure sapevo fermamente che non ne avrebbe mai approfittato. Neppure in quella situazione, non se non glielo avessi chiesto.

Ma c'era così tanto a cui rimediare prima che potessimo concederci un passo così importante, liberarci completamente del passato una volta per tutte.

- Manuel – lo interruppi. Volevo parlargli sì, ma questa tiepida vicinanza non era sufficiente a calmare il bisogno che avevo di lui, così posai le mani sulle sue spalle e feci leva su queste per potermi alzare dal divano e posizionarmi sulle sue gambe, poi adagiai la testa sul suo petto e lasciai che le sue braccia mi circondassero la schiena.

- Mmh? – fece lui, la sua voce attenuata dalle labbra premute contro i miei capelli.

- Io voglio stare con te – dichiarai – voglio avere tutto quello che avevamo prima, forse anche di più. Voglio che duri sai? –

Lui annuì – ci ho pensato tanto bonita a quello che sarebbe successo se non fossi tornata da me e onestamente ancora non lo so –

- Credevi davvero che non ce l'avremmo fatta? – domandai, conscia del fatto che, nonostante lo rinnegassi e non riuscissi ad accettarlo, in fondo sapevo che avremmo trovato il modo di finire di nuovo assieme prima o poi.

La verità è che la maggior parte delle storie finiscono, prima o più tardi, in corso d'opera o quando la situazione si fa troppo complicata, ma ci sono quelle piccole eccezioni che confermano la regola e sono quelle che ti fanno credere in un disegno più grande. A me era sempre piaciuto essere la falla del sistema, l'imprevisto che dà sicurezza e non potevo di certo aspettarmi che la mia più grande storia d'amore non seguisse le orme della sua fautrice.

Improvvisamente ebbi un'idea e le miei labbra si stesero automaticamente in un grande sorriso così, prima che Manuel potesse rispondere, lo bloccai – sai cosa dovremmo fare? –

Lui fece spallucce e si mise più comodo lungo lo schienale del divano – cosa? – chiese, con le sopracciglia inarcate e un'espressione divertita in volto.

- Partire. Potremmo andare a Los Angeles, ti farei vedere la mia casa, le mie amiche, i posti che preferisco. Non è una cattiva idea, no? –

Sembrò pensarci un attimo, poi annuì – ad una condizione: adesso vorrei davvero baciarti –

Finalmente le nostre labbra si incontrarono in uno scambio così passionale che temetti che la terra avesse invertito l'asse di rotazione o che peggio, si fosse fermata del tutto, ma poi realizzai: era così che ci si sentiva quando tutto tornava in ordine dopo che una catastrofe aveva spazzato via ogni punto fermo e conosciuto, quando la quiete riprendeva possesso dei detriti seminati e leniva le anime dei superstiti.

Era proprio così che mi sentivo, reduce da una lunga ed estenuante deriva, ma finalmente avevo di nuovo ritrovato la terra ferma.


Ciao!

Spero che questo capitolo fosse più o meno come ve lo aspettavate perché io sono un sacco felice: FINALMENTE possiamo dirlo tutt* insieme, questi due sono di nuovo una coppia!

Cosa credete che succederà adesso?

Ma soprattutto voglio domandarvi cosa ne pensate del comportamento di Thomas: cosa nasconderà?

Come al solito vi invito a lasciare tante stelline e commenti se vi va!

Io vi ringrazio e ci vediamo alla prossima!

Un bacio <3

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