Pov's Carlotta
<<Carlotta scusami, posso parlarti?>> domandò Simone, entrando nella stanza delle gradinate.
Mi allontanai dal volto del ricciolino, per sedermi poi di fianco a lui, con un espressione confusa in faccia.
Mi ero allontana molto da Simone in quest'ultimi giorni, ma il motivo non era chiaro neanche a me.
L'avevo legato semplicemente ad un allontanamento casuale, dovuto al mio avvicinamento agli altri compagni nella casetta, essendo che in quella settimana stavo cercando il più possibile di stare accanto a tutti.....tutti tranne che a lui.
<<oh...ehm...ciao Simo>> vacillai un pochino prima di salutarlo. Non avevo tanta voglia di parlarci, soprattutto non oggi dove il mio entusiasmo era alle stelle e stavo passando qualche momento insieme ad Albe.
<<ciao Carlotta, ti ho fatto una domanda potresti gentilmente rispondermi?>> mi chiese.
Rimasi pietrificata da quelle parole.
Era da giorni che non parlavamo e non ci calcolavamo a vicenda, eppure non ci eravamo fatti nulla di male, quindi non capì il motivo del suo tono così duro nei miei confronti.
<<ehy vecchio, sta parlando con me adesso, magari parlerete domani se lei vorrà>> si intromise Albe, vedendomi in difficoltà nel rispondere.
A quelle parole vidi lo sguardo di Simone fulminare il cantante della Pettinelli, per poi guardare me in modo triste e andarsene.
<<grazie>> sussurrai ad Albe.
<<e di che>> replicò.
<<che ne dici se ci vado a preparare dei buonissimi pancakes?>> mi domandò subito dopo.
<<non è che mandi a fuoco la cucina?>> chiesi di rimando.
<<non mi chiamo mica Carlotta>> scherzò lui, alzandosi e avviandosi verso la cucina.
<<aspetta, ti vengo a dare una mano>> dissi prendendo le mie cose, per poi corrergli dietro.
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Venerdì. Amavo questo giorno della settimana eppure oggi era una di quelle giornate iniziate in malo modo, che però si andò a migliorare grazie ad alcune persone...
Mi ero svegliata con l'ennesimo incubo, ma sta volta feci un po' di casino in più, svegliando le mie compagne di stanza che subito si affrettarono a venirmi vicino e a cercare di tranquillizzarmi.
Fui poi costretta a raccontargli tutto, ormai avevano il diritto di saperlo. Le avevo svegliate e una spiegazione se la meritavano.
Le loro reazioni furono abbastanza diverse. Carola sembrò sorpresa nel sapere dei miei incubi, ma allo stesso tempo si colpevolizzo di non essersene accorta. Serena, invece, sembrava aver già capito tutto, infatti non mi sembrò particolarmente stupita, ma comunque anche lei si diede delle colpe.
Successivamente le tranquillizzai, dicendo che andava bene così e che non volevo se ne rendessero conto, piuttosto avrei preferito che non lo venissero a sapere per non farle preoccupare.
Infine proposi di andare a fare colazione e loro acconsentirono, dandomi una mano ad alzarmi anche se ne ero in grado.
Non mi fecero fare nulla, fu Serena a prepararmi la mia solita tisana, mentre Carola mi mise i miei biscotti preferiti a tavola, che però stavo cercando di levare data la dieta da seguire.
Le ringraziai più volte, cercando anche di pulire qualcosa al loro posto per ricambiare, ma nulla, non mi facevano proprio muovere.
Lo leggevo dai loro occhi che erano preoccupate e stavano cercando di tutelarmi il più possibile, ma io mi sentii tremendamente in colpa per stare al centro dell'attenzione.
Non mi era mai piaciuto starci per i miei problemi, piuttosto preferivo starci per dimostrare le mie potenzialità.
<<grazie>> sussurrai per la millesima volta.
<<non devi ringraziarci Lola, siamo amiche e quando c'è un problema saremo le prime disposte ad aiutarti o anche semplicemente a starti accanto>> affermò Carola.
<<però dicci quello che ti succede e non mantenerci all'oscuro di tutto>> continuò Serena.
<<ho sempre avuto paura di parlarne. Molte persone dopo averlo saputo si sono allontanate e quindi tutto questo mi ha portato a chiudermi e ad essere completamente terrorizzata dal chiedere aiuto>> spiegai a testa bassa.
<<beh con noi questi problemi non devi farteli, non ti lasceremo sola, non l'avremmo fatto prima e non lo faremo neanche ora>> rispose la riccia.
<<solo...non fate tutto questo per me. Cioè io apprezzo, ma non voglio che stiate in pensiero per me oppure che non mi facciate far nulla a causa di questi miei problemi>> replicai.
<<d'accordo, ma se vediamo qualcosa di sbagliato entriamo all'azione>> affermò Carola.
<<va bene>> mi limitai a dire, sorridendo timidamente alle due ballerine, che in cambio mi abbracciarono.
✰
<<ehy Lola>> mi salutò Alex.
<<ciao Ale>> replicai.
Eravamo nei corridoi degli studios, ed avevamo appena finito le prime tre ore di lezione che adesso seguivano un'ora di buca.
<<ho cantato la mia canzone>> affermò.
<<come ti è venuta?>> chiesi, sorridendogli teneramente.
<<bene, anche se avrei bisogno di un altro parere esterno, oltre a quello della mia coach>> rispose.
<<vuoi farmela sentire?>> domandai.
<<si...se a te va bene, vorrei che la sentissi>> replicò.
<<beh allora che aspettiamo, andiamo in una sala e sentiamo un po' come la canti>> commentai e così facemmo.
Entrammo in una delle sale di canto libera e lui iniziò a provare.
<<i brividi Ale, davvero>> dissi una volta che ebbe finito. Ero sincera, lo ero sempre, ma sta volta ancor di più. Ogni volta che Alex apriva bocca mille emozioni mi percorrevano la schiena, facendomi quasi scoppiare a piangere. Era molto bravo, forse il più bravo.
<<è anche merito tuo se faccio questo effetto>> affermò venendomi incontro e avvolgendo le sue mani attorno alla mia schiena.
<<non è vero, è solo tuo il merito>> risposi, poggiando le mani sul suo petto.
<<no, sei stata tu ad aiutarmi a migliorare il testo, quindi sei stata sempre tu a valorizzare di più il significato>> replicò.
<<sei tu che gli dai molta più importanza cantandola>> commentai.
<<questo si, però non puoi non prenderti la metà del merito di questa canzone>> affermò.
<<e invece posso e lo sto facendo>> dissi con un sorriso provocatorio in volto.
<<no, non puoi, ma lo stai facendo lo stesso e te ne pentirai>> replicò.
<<oh davvero?>> chiesi.
<<eh si, davvero>> rispose iniziando a farmi il solletico sui fianchi.
A quel punto cercai di scappare via, riuscendoci. Iniziai a correre verso la sala relax con lui alle mie spalle.
Quando entrai in quella sala notai subito Albe, che era in piedi di fronte a Luigi e Luca, che se ne stavano seduti.
Andai a nascondermi dietro il ricciolino, facendo cenno a tutti e tre di non fare caso alla mia presenza.
Ma ciò servì ben poco essendo che Alex entrò subito dopo e mi vide immediatamente, per poi avvicinarsi velocemente a me.
<<no, stai lontano>> risi facendo due passi indietro ogni volta che lui me faceva uno verso di me.
<<dai Carlotta, mica ti mangio>> affermò lui, ridendo.
<<no, infatti...tu solletichi, non mordi>> risposi, scatenando una risata da parte di tutti e quattro i cantanti.
<<dai Ale, tregua>> dissi, vedendo che si avvicinava sempre di più e da un momento all'altro sarebbe riuscito a prendermi.
<<d'accordo Lola, ma solo per questa volta>> rispose, per poi scattare in avanti, afferrarmi inaspettatamente per i fianchi e attirandomi a se, per poi lasciarmi un bacio sulla fronte.
✰
Era pomeriggio ed ero nel giardino anteriore con Albe, a parlare del più e del meno.
<<preferisci il dolce o il salato?>> mi domandò. Era ormai mezz'ora che ci facevamo queste domande per conoscerci meglio, ma che possono risultare stupide a gli occhi degli altri.
<<salato! Tu?>> risposi.
<<uhm...sai forse anch'io>> affermò un pochino incerto, per poi farmi segno di continuare.
<<inverno o estate?>> chiesi io.
<<estate! Tu?>> replicò lui.
<<inverno>> commentai.
<<quale sport preferisci dopo la danza?>> domandò.
<<il pattinaggio sul ghiaccio, te?>> risposi.
<<penso il calcio>> affermò dubbioso.
<<colore preferito?>> chiesi.
<<non ne ho uno in particolare, ma adoro specialmente i colori pastello, tu invece?>> replicò sorridendomi.
<<mi piacciono molto il rosso e il lilla. Inoltre anche il nero e il bianco, che però sono sottintesi>> dissi.
Lui annuì e prese di nuovo parola.
<<cibo preferito?>> domandò.
<<uhm...penso la lasagna oppure i gamberi>> vacillai. Mi piaceva ogni tipo di cibo, anche se mi limitavo a mangiare solo quello ritenuto più "sano" che però, indirettamente, mi stava uccidendo dentro.
<<buoni, io amo la pizza>> rispose.
Annuì, per poi riprendere parola.
<<che cosa odi di te?>> chiesi.
<<penso che la cosa che mi infastidisca di più sia assomigliare così tanto a Sangio è essere riconosciuto per un suo sosia, al posto di essere solo me stesso>> rispose.
<<te l'ho detto già l'altra volta, Albe. Non dovresti dare peso a questa cosa, perché nonostante questa somiglianza estetica dentro avete due mondi totalmente diversi>> replicai.
Mi sorrise. Gli sorrisi. Ci sorridemmo. Mi persi nel suo sguardo e lui sembrò fare lo stesso nel mio. Ci ricomponemmo solo quando Christian ci venne a chiamare per la cena, difatti imbarazzati ci alzammo e raggiungemmo i nostri compagni a tavola.
✰
<<dovresti fare il primo passo, cioè penso che lui stia aspettando solo quello per partire poi in quarta>> affermò Luigi.
<<Gigi stiamo parlando di Lola. Sai com'è fatta, non riuscirà mai a esporsi di più con Albe, a meno che non lo faccia lui per primo>> rispose Alex.
Era quasi un quarto d'ora che li ascoltavo. Eravamo tutti e tre nella mia camera, seduti sul mio letto, formando un piccolo triangolo rettangolo isoscele.
Io ero seduta con le spalle al muro, mentre di fronte avevo Luigi e a metà c'era Alex.
<<Ale ha ragione, ti ricordo che stai parlando con me, Carlotta De Luca, una ballerina di 18 anni che sa a mala pena cosa sia l'amore>> affermai.
<<va bene, allora prova a far dichiarare lui>> rispose. A quelle parole io ed Alex aggrottammo le sopracciglia, confusi, per poi guardarci e rivolgere nuovamente lo sguardo al cantante rock.
<<e come credi di farglielo fare?>> chiese l'alunno della Cuccarini.
<<infatti, come credi di farmelo fare?>> domandai a mia volta.
<<e dai ragazzi, basta che Lola lo provochi un po'>> disse ovvio. Al che io e l'altro cantante ci guardammo per l'ennesima volta, per poi sospirare in sincronia.
<<sentite, adesso iniziate pure ad emettere suoni contemporaneamente?>> domandò infastidito Gigi.
<<attento Luigi, stai assistendo alla nostra fusione>> scherzò Alex.
<<si, stiamo per diventare una persona sola e mangiarti per diventare più forti>> risi io.
<<smettetela e ditemi se avete qualche idea migliore per la tua -mi indicò- situazione, dato che la mia sembra non piacervi>> rispose serio.
<<non è che non sia di nostro gradimento, anzi io specialmente apprezzo il fatto che stiate qua a darmi consigli. È solo che mi conosco e anche Alex ormai mi conosce, per questo entrambi sappiamo che non è da me provocare una persona per avere una determinata reazione>> spiegai.
<<infatti. A lei o vengono in modo naturale le cose oppure si vede che è forzata, perciò questa cosa del provocare Albe non funzionerebbe, anzi andrebbe solo a farla sentire ancora più ridicola di quanto già si definisca adesso e se permetti io sto cercando di farle credere un po' più in se stessa, quindi accantonerei questo parere>> aggiunse Alex.
<<oh...io questo non lo sapevo, scusatemi>> rispose Luigi.
<<fa nulla Gigi, volevi solo aiutarmi in qualche modo, anche se non credo ci sia modo per aiutarmi>> affermai perdendomi ad osservare il vuoto.
<<vedrai che riusciremo a trovare qualche soluzione, nel frattempo cerca di stare il più tranquilla possibile>> replicò alzandosi e lasciandomi un bacio sulla fronte, prima di abbandonare la stanza.
𝐧𝐨𝐭𝐞 𝐚𝐮𝐭𝐫𝐢𝐜𝐞
Che ne pensate? Vi piace l'amicizia tra Serena, Carlotta e Carola? Invece di quella che ha la protagonista con Luigi e Alex? Credete che quest'ultimo comincerà a dare più confidenza e fiducia al nostro caro Gigi?