The Boss

By JasonMcCann99

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Chi lo avrebbe mai detto che mi sarei innamorata di lui? ||Si incontrano per caso a differenza di anni, ma sa... More

Tu non sei Alexis!
Sconosciuto Sexy.
Licenziata
Primo colloquio.
Il mio capo.
Aiutami
Perchè sono qui?
Morire per l'imbarazzo.
Sì o no?
La scelta.
Il bacio.
Posso abbracciarti?
Amici ritrovati.
Avvocato.
Appuntamento.
Darsi da fare.
Sophie sta male!
Arrabbiata
Risposte
Gala.
Arrabbiato.
Fine
Appuntamento con Bryan
Gelosia
Voglio che tu sia mia.
Epilogo
JasonMcCann99' Other Stories
Nuova storia.

Arrogante.

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By JasonMcCann99

Capitolo 12

Finisco di cambiarmi con i vestiti da notte. Questo pigiama, prestatomi gentilmente da Tisha, è molto diverso dal mio.

La stoffa è molto più soffice, probabilmente di è un materiale costoso che io non posso permettermi, ma è talmente comodo che sarei tentata di indossare questo pigiama in qualsiasi luogo.

Ma come tutte le cose belle, anche questa ha i suoi lati negativi. Il vestitino è talmente corto che mi arrivo poco più sotto del sedere e la scollatura è esagerata per i miei gusti.

Imbarazzata, sporgo la testa dalla porta del bagno, stando attenta a non farmi vedere. 

"Non guardare." avverto Justin, guardandolo con tutta la serietà possibile. Il ragazzo alza gli occhi al cielo, finendo di sistemarsi le coperte a terra. Si distende sopra il suo letto improvvisato, si copre con la trapunta e poggia entrambe le mani dietro la testa. "Okay?" chiedo volendo una sua risposta. 

"Okay." dice tranquillo. Lo sbircio da dietro la porta, tentando di intravedere il suo viso. 

"Hai gli occhi chiusi?" chiedo per assicurarmi che lui non sbirci. Sono troppo lontana per vederlo in viso e la mia posizione dietro la porta non mi aiuta molto. 

"Molto chiusi." risponde con tono giocoso. Mi sta prendendo in giro?  

"Sei sicuro?" insisto titubante. Non voglio che si arrabbi, ma non voglio neanche che mi veda in questo stato.

E' imbarazzante e ritiro tutto ciò che ho detto sul girare vestita in questo modo. Non capisco per quale motivo Tisha mi abbia dato questo pigiama, se può essere chiamato tale. 

"Sì!" si affretta a rispondere il biondo. "Molto sicuro." continua. In punta di piedi esco dal bagno e mi affretto a correre al riparo sotto le coperte del letto, passando accanto al corpo di Justin.

Fortunatamente è stato lui ad offrirsi di dormire sul pavimento e gliene sono immensamente grata.

"Quello è il pigiama che ti ha dato mia madre?" chiede Justin e sento il sangue salirmi alle guance, e mi sento andare a fuoco l'intero corpo. Accidenti

"Avevi detto che non stavi guardando." lo rimprovero arrabbiata con lui per non aver mantenuto la sua parola. 

"No, è che... ti sta bene." si difende in modo impacciato. Mi sistemo meglio sotto le coperte, cercando una posizione più comoda per poter prendere sonno, ma è quasi una missione impossibile.

Questo materasso è sicuramente più scomodo del pavimento sui cui Justin sta dormendo. Mi metto seduta, legandomi i capelli in una coda alta, credendo che siano loro la causa della mia insonnia.

Mi ributto sul letto, sperando di riuscire ad addormentarmi, ma ancora niente. 

"Credi che i tuoi genitori ci siano cascati?" chiedo in un sussurro, ascoltando i suoi movimenti continui.

Durante la cena Jack e Tisha non hanno fatto altro che riempirci di domande e noi, a nostra volta, gli abbiamo riempiti di mezze verità.

Abbiamo modificato un po' la realtà, riuscendo a trasformare la nostra storia in una perfetta storia d'amore. I genitori di Justin sembrano averci creduto.

Mi sento così in colpa per tutte le bugie che sto dicendo...

"Credo di sì." sospira, facendo tornare il silenzio nella stanza. Sposto lo sguardo sulla luce riflessa tra le fessure della tenda che copre malamente la finestra.

Un po' più lontano da noi c'è Las Vegas, conosciuta come città dei giochi d'azzardo.

Si vedono luci in lontananza di svariati colori e mi piacerebbe visitarla, vedere la Torre Eiffel del Paris Las Vegas o il famoso Casinò Monte Carlo.

"Justin?" sussurro in caso si fosse addormentato per non rischiare di svegliarlo. 

"Cosa c'è?" mormora. Mi siedo sul letto, guardando nel buio il posto in cui dovrebbe trovarsi Justin. 

"Perchè sei diventato così arrogante?" chiedo sperando che non si arrabbi. La mia è una semplice curiosità. "Quando ci siamo conosciuti eri così divertente." ammetto. 

"Tu trovi che io sia arrogante?" chiede confuso. Darei qualunque cosa per vedere la sua espressione in questo momento, ma preferisco il buio, così che lui non noti il mio rossore sulle guance. 

"Sì, molto arrogante." affermo convinta. Mi sento più sicura di me stessa quando lui non mi può vedere. 

"Cosa te lo fa dire?" chiede in modo, appunto, arrogante. 

"Tante cose, come ad esempio il fatto che in ufficio ti comporti da snob con me, mi mandi sempre a prenderti il caffè almeno dieci volte in una mattinata e ti lamenti dicendo che è troppo freddo. Mi hai investita il prima giorno e ancora non mi hai chiesto scusa. Mi hai chiamata nel mio tempo libero chiedendomi di venire da te perchè avevi la febbre e nemmeno mi hai ringraziata per essermi presa cura di te." inizio mantenendo il conto sulle dita. Siamo a quattro. "Poi hai quel modo esasperante di far finta di non ricordare il mio nome anche quando hai bisogno del mio aiuto, mi da fastidio. Per non parlare di come ti sei presentato a casa mia con la faccia tosta di chiedermi di essere la..." mi blocco quando la luce viene accesa.

Rimango a bocca aperta, guardando Justin che mi fissa nel modo più serio possibile. Dov'è la sicurezza che avevo acquistato di me? E' sparita assieme al buio. 

Un brivido percorre la mia schiena quando lo vedo avvicinarsi al letto.  Attacco la mia schiena alla testiera del letto, portandomi la coperta fino a sotto il mento. 

"Sono arrogante?" chiede inarcando le folte sopracciglia. 

"Io... mi dispiace." abbasso lo sguardo. Probabilmente, con ciò che ho detto, l'aria tranquilla che si era creata tra noi nelle ultime ore non ci sarà anche domani. 

"Parli troppo senza pensare." brontola scuotendo la testa. Mi sta prendendo in giro? 

"Justin stavo solo cercando di capire cosa ti ha fatto cambiare tanto." mi spiego, ma lui mi ignora. Spegne la luce, facendo tornare il buio. 

"Non deve interessarti, fai la tua parte e basta." mi ammutolisce. La mia parte e basta. Certo, è quello che dovrei fare, ma mi importa di lui, non voglio continuare ad autoconvincermi di odiarlo. Ma ha ragione, devo limitarmi a fare la mia parte. Sono consapevole del fatto che sto cominciando a provare dei sentimenti nei suoi confronti e soffrirò solo io alla fine di questo nostro patto se continuo così. 

"Lo farò Mr Bieber." dico freddamente coprendomi con la coperta, cercando di prendere sonno. Il silenzio si impossessa della stanza, si sentono solo i nostri respiri.

La quiete viene però interrotta da un rumore proveniente da fuori della stanza pochi minuti più tardi. 

"Jack, che stai facendo?" si sente Tisha mormorare. Tendo le orecchie. 

"Voglio solo dare loro un'occhiata." risponde Jack, facendomi sbarrare gli occhi. 

"Justin?" lo richiamo in un sussurro, sperando che non si sia addormentato. Sento dei movimenti, le coperte del letto si alzano frettolosamente e il materasso si abbassa.

Il mio corpo viene attratto al petto di Justin e mi fa appoggiare la testa su di esso. Ogni mio muscolo si irrigidisce a quel contatto.

"Dormi." sussurra pochi attimi prima che la porta si apra e la luce venga accesa. Trattengo in respiro, pregando con tutta me stessa che Tisha e Jack se ne vadano il prima possibile. 

"Sono così carini." sento la donna sussurrare. "Mi ricordano noi due alla loro età." continua. Vi prego, andatevene, io ho bisogno di ossigeno!

"Sì, sono fiero di Justin." continua Jack. "Kensy è la ragazza giusta per lui." 

Non arrossire, Ken! Non ci provare. Trattieniti, dannazione!

Troppo tardi. 

"Lo penso anche io Jack, ma credo che dovremmo lasciare un po' d'intimità a nostro figlio e alla sua ragazza." dice Tisha.

La ringrazio mentalmente aspettando, ancora in apnea, che se ne vadano. Poco dopo la porta della camera si richiude ed io ne approfitto per riprendere il respiro. 

"Sei una stupida." sbotta Justin facendomi inarcare le sopracciglia. 

"Come scusa?" chiedo credendo che il sonno stia cominciando ad avere brutti effetti su di me. 

"Hai sentito bene, perchè diavolo non respiravi? Credevo stessi per morire." mi rimprovera duramente. Come se io contassi qualcosa per lui...

"A te che importa di me? Segui la tua parte. Buona notte Mr Bieber." dico girandomi dalla porte opposta alla sua, assicurandomi di portare assieme a me anche la trapunta, lasciandolo scoperto. 

"Stronza." mormora, ma lo ignoro. Ben ti sta, arrogante!

***

Mi siedo sconfitta sul divano, guardando Kathleen giocare con le bambole. Ho tentato di farle compagnia, ma mi ha cacciata, dicendomi chiaramente che non so giocare con le bambole. Pensa che io abbia ucciso la sua Barbie quando mi è caduta accidentalmente dalle mani, cosa impossibile dato che quella bambola non è mai stata un essere vivente. Ho la netta sensazione che Kathleen mi odi, e non lo dico solo per ciò che è successo con la bambola, ma anche per come mi ha lanciato un biscotto contro questa mattina a colazione. 

Beh, sai che c'è mocciosa? Io oggi me ne vado e non ti vedrò mai più, gne.

'Infantile.' scuote la testa quella rompiscatole della mia coscienza. Potrei chiamarla Lizzie, nome adatto ad una rompiscatole. Lizzie come l'antipatica ragazza pon-pon delle scuole superiori.

"Ecco il caffè." dice Tisha raggiungendoci in salotto, poggiando due tazze fumanti sul tavolino di vetro posto dinanzi al divano. 

"Grazie." le sorrido. Prendo la mia tazza, mescolando il liquido marrone con un cucchiaino. 

"Vorrei che tu e Justin vi fermaste di più." afferma dispiaciuta.

"Lo vorrei anche io, ma ho promesso ai miei genitori di presentare loro il mio ragazzo e in seguito dobbiamo rientrare a lavoro." dico sorseggiando il mio caffè. Justin non c'è, forse posso approfittarne per parlare un po' con Tisha del mutamento del comportamento del mio capo. "Tasha, potrei farti una domanda?" chiedo poggiando la tazza sul tavolino. 

"Certo." sorride la donna. 

"Ecco... io ho conosciuto Justin circa quattro anni fa e rivederlo dopo tanto tempo mi ha fatto uno strano effetto. Il suo carattere è cambiato radicalmente, qualcosa di lui non c'è più." dico instaurando con Tisha un contatto visivo. I suoi occhi azzurri fissano i miei con tristezza. "Non voglio rischiare di sembrare invadente, ma tu sai perchè? Ho chiesto a Justin, ma evita sempre questo argomento e ho paura che sia successo qualcosa..." dico torturandomi le mani. Probabilmente Justin mi odierà dopo questo, ma io ho bisogno di sapere. Cosa lo ha trasformato da un ragazzo sorridente e simpatico ad un uomo arrogante e insopportabile?

Tisha sospira, portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. 

"Justin ne ha passate molte in quel periodo, sono capitate tutte una dopo l'altra." comincia e mi sporgo leggermente in avanti, aspettando che cominci la sua spiegazione. 

"Lo credo anche io Justin, dovremmo parlarne con Whrent prima." Jack e Justin fanno irruzione nella stanza e Tisha mi guarda dispiaciuta per non aver potuto farmi sapere ciò che è successo al  mio ragazzo. Al diavolo!

"Certo." si limita a dire il biondo. I nostri occhi si incrociano e lui mi rivolge un sorriso amoroso. Aw, quasi ci crederei se non sapessi che è falso come la tinta bionda di mia zia Rosie. "Sei pronta amore?" chiede Justin avvicinandosi a me. Amore? Suona così strano detto da lui. 

"Certo." sorrido alzandomi dal divano. Justin, per la prima volta dopo ieri, mi lascia un morbido bacio sulle labbra, facendo colorare le mie guance di rosso.

La mia testa comincia a girare e non so per quanto ancora possa reggermi in piedi. 

Deve smetterla! E devo smetterla anche io di provare questo ogni volta che mi bacia. 


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