«Mi hai lasciato per questo?»

«No, l'ho fatto perché tutto questo mi sembrava una buona scusa per poterlo fare. Qualcosa che nascondesse il fatto che io stessi così male da essere consapevole che, prima o poi, avrei trascinato te con me.»

«Non è stato così.»

«Sarebbe successo.»

«Come fai a saperlo?»

«Perché più volte ho pensato che non ci fosse posto per me, in questo mondo.» La mia risposta lo spiazza, schiude la bocca guardandomi con le iridi lucide ed io finalmente sono riuscita a rivelarlo. «Nonostante tu fossi al mio fianco, nonostante tutte le attenzioni e l'amore che mi dimostravi, io mi sentivo inadeguata. Ho provato a concentrarmi su qualcosa di nuovo, su di te e su quei sentimenti che credevo non mi appartenessero più. Ho cercato di farmi andare bene tutto, di provare nuove cose, ho fatto amicizia con il tuo gruppo di amici e tu lo sai che io non ne ho mai avuto uno.» Mi fermo un secondo perché la voce mi trema troppo, devo prendere un grosso respiro o questa serata non andrà per il filo giusto. «Volevo solo sparire, ma non potevo farlo se c'eri ancora tu nella mia vita.»

La sua espressione è indecifrabile, ha le labbra strette in una linea sottile e sta stringendo i denti pur di non intervenire. Ho provato più volte a mettere su carta quelle esatte parole e non ci sono riuscita, le vaghe parole sulle righe del mio quaderno sono solo una piccola parte di quello che sento davvero, di quello che sto ammettendo a voce alta.

«Ti avrei potuto perdere..» constata guardandomi quasi deluso ed io, mai e poi mai, vorrei che mi guardasse come sta facendo ora. «Perché non me ne hai parlato un anno fa?»

«Non te ne ho parlato perché, se lo avessi fatto, avresti stretto solo di più la presa trattenendomi a te.» Affermo convinta delle mie parole e, prima di dirlo ad alta voce, ripeto le parole in mente due volte. «Se me ne fossi andata, dopo averti lasciato, tu non saresti stato male come lo sono stata io per Seth.»

La lacrima che scende lungo il mio viso raggiunge il collo e mi solletica un po'. Ma la mia attenzione è tutta per Elijah e per le lacrime che minacciano di uscire dalle sue palpebre. Aspetto che risponda, che mi dica qualcosa perché la sua voce è tutto ciò di cui ho bisogno ora. Eppure non parla, continua a guardarmi in silenzio ed io vorrei entrare nella sua testa per scoprire a cosa sta pensando.

«Mi odi?» Quasi sussurro perché ho troppa paura di ascoltare una risposta positiva. Scuote la testa, nega e si porta la mano in viso massaggiandosi le pieghe degli occhi.

«Se ti fosse successo qualcosa, nonostante mi avessi lasciato, il dolore sarebbe stato solo più grande. Avrei pensato di esserne io la causa, avrei vissuto con un rimorso enorme.» La voce è dura, mi sta rimproverando e ne ha tutte le ragioni. Quando sono andata via, lasciandolo solo in quella casa, pensavo di star facendo la cosa giusta. Credevo di aver tolto un enorme peso dalla mie spalle; solo che, quel peso, è sempre rimasto dov'era e a lui se ne sono aggiunti altri.

«Lo so, per questo motivo sono venuta fin qui a chiederti scusa. Mi dispiace averti ferito, sono stata una stupida e un'egoista.» So che è arrabbiato, è deluso per quello che ho fatto e lo sarebbe stato se avessi fatto quello che, per lungo tempo, avevo intenzione di fare. «Mi odi?» Ripeto ancora, ho bisogno che mi dica cosa prova o non mi metterò mai l'anima in pace.

«Sono incazzato ma non potrei mai odiarti.» Risponde e sembra sincero, almeno lo spero.

«Ti giuro che solo dopo mi sono resa conto di quello che stavo facendo.»

«Perché non sei tornata allora? Perché non hai sbloccato il mio numero e mi ha chiamato?» Si sta agitando ma io so che lo fa perché deve cercare un modo per agire. Si passa una mano tra i capelli e tira leggermente le punte, sorriderei se non mi venisse da piangere. Mi era mancato persino discutere con lui, confrontarmi e anche litigare.

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