Capitolo 21

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8 gennaio;

I polsi mi fanno male dal troppo peso che devono reggere ma io non riesco a muovermi da questa posizione. Mi mantengo la testa da almeno un'ora, oggi non è una giornata particolarmente bella. Josh mi ha chiesto più volte se volessi parlarne ma più me lo chiede più mi viene voglia di tirargli qualcosa contro. Ieri ho pianto, non lo facevo da un po' ed è stato bello tornare a sfogare così i miei sentimenti. Non sono tornata più a Dalmwin dalla sera di Natale, sapevo che stare lì non avrebbe fatto altro che alzare le probabilità di poterci incontrare di nuovo ed io non voglio che succeda. Mi chiedo se quando stiamo insieme sia la rabbia a parlare, se vuole davvero vedermi soffrire o se semplicemente siamo cambiati troppo. È incredibile come le cose possano cambiare in un'unica giornata, travolgendo interi piani, sentimenti, persone. Un anno fa, in questo giorno, saremmo dovuti andare ad una mostra nel centro londinese. Mi chiedo quei biglietti che fine abbiano fatto, se li ha tenuti, se li ha buttati, se ci ha portato qualcun altro.

«Cosa ti va per pranzo? Pensavo di passare da Olive Garden, potremmo provare le lasagne questa volta.» Josh continua a parlare e vorrei solo che mi lasciasse in pace. Mi chiedo se è giusto il modo in cui lo sto trattando, ma in realtà non so neanche io cosa voglio.

«Me ne torno a casa, puoi avvisare il rettore che non sto bene?» Parlo tutto d'un tratto, dopo il mio continuo silenzio da stamattina, mentre raccolgo velocemente le mie cose in borsa. Lui mi segue con lo sguardo corrugato, so che sta per chiedermi se voglio un passaggio e, prima che lo faccia, lo fermo subito. «Vado in autobus, ho bisogno di staccare.»

«Sei sicura? Non è molto sicuro.» Dice velocemente alzandosi dalla sua scrivania e facendo per prendere le chiavi.

«Voglio stare da sola.» Josh si ritrae quasi quando parlo, è quasi offeso ma onestamente oggi non ho voglia neanche di scusarmi.

«Se sei nervosa non prendertela con me.»

«Tu smettila di starmi addosso.»

Guardo la tazza fumante tra le mie mani aspettando che mi torni la voglia di bere il mio tè. Ho trattato male Josh e onestamente in questo momento non m'importa più di tanto. Mi sta addosso, in un modo così eccessivo che più volte ho pensato di licenziarmi. È vero, io all'inizio ci stavo anche alle sue avances ma mi ci è voluto un po' per capire che è tutto così sbagliato. Lui ha forzato me stessa perché io stessa mi sto forzando a fare cose che vanno al di là delle mie intenzioni. Mi sembra sempre che ogni cosa io faccia sia sbagliata, qualsiasi cosa io organizzi, pianifichi, sembra sempre e solo sbagliata. Perciò faccio il contrario, nego a me stessa la volontà di qualcosa come se mi stessi punendo. O forse lo faccio perché mi voglio proteggere? Ecco, sono tornata a non sapere più nulla.

Le vacanze natalizie, dopo quella sera, sono procedute normalmente. Non l'ho più rivisto, non ne ho neanche parlato con Keith ma la verità è che, in cuor mio, voglio iniziare e non smettere mai più di parlare di lui. Mi manca e ogni volta è una bastonata. Credevo di essere rinata, di stare meglio e di averlo superato.

Vorrei non facesse così male.

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