Capitolo 21

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Capitolo 21

"Quanto sono fortunato ad avere qualcosa che

rende così difficile dire addio?"

-Adam Alexander Milne

Mancava poco più di una settimana al rientro di Athena ed Helen a Yale e già nell'aria si poteva sentire un senso di tristezza e malinconia dell'estate. Era quasi incredibile quanto velocemente fossero passate quelle settimane e Beth stava già organizzando una festa per la loro partenza. Non era ancora psicologicamente pronta a lasciarle andare, si era affezionata alla loro routine. Le sembrava strano tornare a vivere da sola, non avere più qualcuno in casa con cui dividere ogni cosa. Soprattutto ora che stava finalmente ingranando a lavoro e tornava a casa con la forza di spiccicare almeno due parole di fila.

Theo, d'altro canto, era felice dell'imminente arrivo delle ragazze in università, così da poter riunire il mitico trio. Gli erano mancate le loro serate e le quantità assurde di cibo spazzatura ingerita con contorno di caffè. Certo, la vita universitaria non era la più salutare che potesse esistere, ma preferivano assicurarsi di avere almeno un briciolo di sanità mentale. Quindi le ragazze avevano passato l'estate a pagarne le conseguenze e si erano ripromesse di non rifare gli stessi errori dell'anno precedente.

Theo aveva scommesso che sarebbero durate appena due settimane.

«Sei in ufficio tardi» disse Hotchner passando davanti alla scrivania di Reid. Il ragazzo in tutta risposta mormorò qualcosa di incomprensibile e continuò a leggere il suo file. Gli occhi bruciavano e la testa pulsava ma voleva assolutamente finire il suo lavoro. L'ultima volta che aveva controllato l'orologio erano le dieci passate ed era sicuro di essere l'unico rimasto in ufficio del suo team. Avevano avuto una settimana relativamente tranquilla, solamente delle consultazioni da Quantico, quindi ogni membro si era rimesso in pari con le vecchie scartoffie e vari aggiornamenti importanti.

«Spencer?» ripeté Aaron inarcando appena un sopracciglio. Il ragazzo aveva avuto la sua bella parte di nottate al BAU, ma mai quando la fidanzata era in città.

«Anche tu» rispose Spencer recuperando un foglio per appuntare qualcosa. Non era in vena di grandi discorsi, la sua mente non avrebbe retto per molto. Era da un paio di giorni che il mal di testa non gli dava tregua, lasciandolo sveglio di notte e stanco di giorno. Subito aveva provato a resistere, ad incolpare lo stress. Poi aveva realizzato che non sarebbe passato ignorando la situazione ma ancora non voleva preoccupare la fidanzata.

«Jack è ad un pigiama party, ma se quel che dice Penelope è vero, Athena è ancora in città. Perché non finisci domani e vai da lei?» ritentò girandosi completamente verso di lui. «Questo è un ordine» aggiunse lasciandosi sfuggire un sorriso. Anche se non lo lasciava trasparire spesso, teneva molto al ragazzo. Sperava, dove poteva, di riuscire ad aiutarlo a gestire la sua vita privata e quella lavorativa, cercando di evitargli le sofferenze che aveva vissuto in prima persona con la sua ex moglie.

Reid alzò finalmente lo sguardo e abbozzò un sorriso a sua volta. «Solo se torni a casa anche tu».

Dall'altra parte della città, Athena era pensierosa. Entro pochi giorni sarebbe tornata nella sua adorata classe elementare e subito dopo tra i banchi universitari. Lei e Helen erano determinate a mantenere i loro allenamenti e assolutamente non fallire nessuna classe. Era un piano pronto a cedere in ogni momento. Anche la più piccola cosa avrebbe fatto crollare tutto miseramente. In più Spencer le dava qualche pensiero, era assolutamente certa di averlo sentito rigirarsi tutta notte e la mattina era uscito di casa prima del previsto, come per evitarla.

«Ho patatine e milkshake» esordì Spencer entrando in casa, facendo sussultare la fidanzata. Athena chiuse il libro che stava provando a leggere e provò a sorridere al massimo delle sue possibilità. Dall'espressione del fidanzato capì che non era riuscita a convincerlo.

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⏰ Last updated: Dec 05, 2020 ⏰

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