Capitolo 8

399 31 11
                                    

Capitolo otto

Wise men say only fools rush in
but I can't help falling in love with you

-Elvis Presley

Athena dovette trattenersi dal piangere per la milionesima volta quando vide Justin e Kate raggiungere il centro della pista da ballo per il primo ballo da marito e moglie. Erano arrivati alla scelta della canzone dopo una lunga, lunghissima, mediazione. Finita ovviamente con Kate vincitrice dopo aver lasciato cadere l'idea di prendere lezioni di ballo.

Tutti gli invitati erano concentrati sulla coppia, quasi ipnotizzati dalla bellezza dei novelli sposi. Ovviamente anche la ragazza lo era, aveva quasi uno sguardo sognante mentre osservava i due muoversi in sincronia, forse a volte un po' goffamente ma perfettamente in sintonia. Avevano fatto qualche prova, ma niente al mondo avrebbe tolto la goffaggine da Justin.

«Non credo di aver mai visto qualcosa di così bello in vita mia» mormorò dopo che sentì il fratello Mike sedersi accanto a lei. Era sempre stata un'inguaribile romantica, doveva ammetterlo.

«Se non stai attento a guardarli troppo rischi il diabete» borbottò lui in risposta, poggiando il braccio sulle sue spalle per stringerla a lui. Mike a differenza sua non sapeva cosa fosse il romanticismo e non contento, riusciva sempre a rovinare ogni momento anche solo avvicinandosi ad esso. «Se però pensi che è lo stesso ragazzo che settimana scorsa ha provato a mangiare un intero pacchetto di patatine in meno di due minuti passa tutto l'incanto» aggiunse facendo scoppiare a ridere la sorella. «Oh, il mio guastafeste preferito» disse Athena scuotendo appena la testa.

La musica era finita e i due sposi avevano invitato altri a raggiungersi sulla pista a ballare. «Che ne dici di filarcela mentre sono tutti distratti?» propose Mike facendo cenno con la testa alla veranda della casa. Come la ragazza non era mai stato un'amante dei parenti e ogni occasione era buona per allontanarsi.

«No, non mi perderò per nulla al mondo le mosse di mamma e papà» rispose la ragazza indicando i genitori sulla pista da ballo. I fratelli si separarono, lasciando così Athena nuovamente immersa nei suoi pensieri.

Era appena cominciata Can't help falling in love di Elvis Presley quando la ragazza sentì una presenza alle sue spalle. Questa volta non si girò, conosceva troppo bene il profumo della persona accanto a lei per aver bisogno di un riscontro visivo.

«M-mi concederesti questo ballo?» chiese Spencer con un filo di voce. La ragazza girò la testa di scatto sorpresa. Reid era in piedi di fianco a lei, con il viso contratto dall'ansia, temendo un rifiuto. L'aveva combinata grossa, sapeva che secondo gli standard della ragazza l'aveva combinata grossa. Accennò ad un sorriso e tese la mano verso di lei.

«Spencer» disse la ragazza dopo aver fatto un respiro profondo. «Non credo che» continuò per poi essere interrotta. «Lo so – disse Reid facendo una piccola smorfia – però voglio ballare con te». Ci aveva messo un po' di tempo ma aveva capito che era arrivato finalmente il momento di lasciarsi completamente andare con lei. Ci sarebbero stati altri alti e altri bassi, ma poteva farcela. Doveva farcela per lei.

Athena alzò gli occhi al cielo e gli prese la mano. «Un ballo, niente di più» disse decisa dopo essersi alzata in piedi. In ragazzo non poté non sorridere alla sua piccola vittoria.

«Mi dispiace» iniziò a parlare Spencer posando la mano dietro la schiena di lei, cercando allo stesso tempo di non morire per l'imbarazzo. Aveva certamente preso coraggio ma non era ancora pienamente sicuro di sé e delle sue azioni. Non era mai stato un ballerino, ma soprattutto non aveva mai ballato con una ragazza per cui provasse dei sentimenti. «Non sarei dovuto scappare così» continuò intrecciando le dita con quelle della ragazza, come per assicurarsi che non sarebbe scappata. Athena lo lasciò parlare e iniziarono lentamente a muoversi a ritmo di musica. «La citazione che hai fatto nel discorso» mormorò dopo essersi schiarito la voce. Non era per niente facile quel momento per lui ma sapeva che doveva darle una spiegazione. «Mi era stata dedicata» riuscì a dire semplicemente quello. Ogni altra parola gli morì in gola. Cercò di mantenere il controllo ma era difficile sentendo gli occhi di lei puntati addosso. Athena era rimasta in silenzio tutto il tempo, cercando di dargli lo spazio necessario.

Read MeWhere stories live. Discover now