Capitolo 6.1.1. - Punizione

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Gabriel stava appoggiato al muro di fondo della sua piccola cella, in piedi.

Il Buco, infatti, aveva il soffitto spiovente, e Gabriel riusciva a mettersi a malapena in piedi solo in corrispondenza di una delle pareti. 

A volte alzarsi in piedi e fare due passi lo faceva sentire meglio. Si sentiva ancora una persona, nonostante tutto. 

In quel momento, in particolare, Gabriel rifletteva tra sé riguardo al suo primo incontro con la vera credente. Era stato breve, ma significativo. Aveva sentito le sue grida, e come si era voltato, l'aveva vista dall'altra parte di una parete celeste. Le si era avvicinato senza fiato, e aveva cercato il suo sguardo.

Sembrava essersi commossa tanto quanto lui. Avevano persino tentato di toccarsi, portando i palmi delle mani ai due lati della parete celeste.

-Temo che ci voglia molto più di questo, perché riesca ad uscire da qui- mormorò tra sé. 

Gabriel ricordava a memoria le parole che il Padre aveva rivolto a Lucifer. 

-" ...nascerà una creatura che avrà il suo stesso cuore, e lo salverà dalla prigione di dolore in cui lo rinchiuderai. Lei, la vera credente, assieme agli Arcangeli tuoi fratelli, ti annienterà per sempre". 

Gabriel sospirò, portando lo sguardo in alto. Se c'era una cosa che non aveva perdonato a suo Padre, era che fosse stato orgogliosamente enigmatico in un momento che avrebbe avuto solo bisogno di chiarezza. 

-Va bene, Padre, ma... come? Perché la vera credente mi aiuti ad uscire di qui, c'è bisogno di una connessione celeste e di uno slancio d'amore. E come possiamo anche provare a conoscerci, se non sappiamo neppure come metterci in contatto? 

Gabriel portò una mano sul petto. Il marchio riluceva di una tenue luce azzurrina. 

La connessione c'era, ma era ancora troppo debole. 

Gabriel sospirò ancora.

-Sono un idiota. Parlo già di "conoscerci", e non so neanche il suo nome. In realtà, non so niente di lei. Potrebbe anche essersi spaventata e aver deciso di non avere più niente a che fare con me. Non la biasimerei. 

Sbuffò. Era combattuto.

-Devo smetterla di piangermi addosso. So che le vie del Padre sono infinite, forse devo solo fidarmi di lui.

Esitò. 

-Non che fino ad ora mi abbia portato benissimo.

Improvvisamente, sentì un giro di chiavistelli. Gli si gelò il sangue nelle vene. Istintivamente, indietreggiò nel punto più lontano dalla porta della sua cella. 

"Oh, no. No, no, no"

I tre Caduti scesero con delle torce. Gabriel fu costretto a ripararsi gli occhi da quella poca luce.

Al contrario di poco prima, si sentì estremamente piccolo e vulnerabile. 

-Cosa volete ancora da me?- mormorò, scoprendo lentamente un occhio. Riconobbe Azrael, ed il cuore gli perse un battito. Era sempre estremamente crudele con lui. 

-Il nostro re ha ordinato che fossi frustato. Siamo qua per eseguire l'ordine. 

Gabriel si sentì paralizzare dalla paura. Il cuore cominciò a martellargli nel petto. Pensò alle ferite in fase di rimarginazione, e gli occhi gli si riempirono di lacrime. Si sarebbero riaperte, ed avrebbe urlato di dolore. Per quanto le ferite ed i lividi guarissero più in fretta rispetto ad una persona normale, le sevizie dei Seguaci non gli davano tempo di riprendere fiato.

-No, no!

-Prendetelo- ghignò Azrael.

-No! Lasciatemi!

Gabriel venne preso di peso, e la catena dei polsi venne legata ad un gancio di ferro incastrato nella parete. 

Azrael contemplò la schiena martoriata di Gabriel, e sorrise. Passò le dita sulle cicatrici delle ali con fare nostalgico. Poi prese una vecchia cintura di cuoio, e caricò il primo colpo.

-Uno!





Author's corner

Ciao! Non so se vi mancassero questi capitoli un po' sadici, ma questo risponde a determinate esigenze di trama. Nel senso, nello scorso capitolo avevo promesso che avrei fatto punire Gabriel, e ho puntualmente dimenticato di accennare alla cosa in quelli dopo. Per quanto mi dispiaccia per il nostro angelo preferito, adesso il buco narrativo è stato colmato.

Alla prossima, 

Eli



The Heavenly Connection: Volume 1 - La Connessione CelesteWhere stories live. Discover now