Capitolo 16.2 - Inganno

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Lucifer era su tutte le furie.
Avanzava spedito attraverso i cunicoli della Fossa, il volto contratto in un misto di rabbia e fastidio. Seduto nella sala del trono fino a pochi momenti prima, era stato informato da una delle sentinelle a guardia della cella di Gabriel che...

"... Sta succedendo di nuovo, mio Signore. Abbiamo subito provato ad entrare, ma è come se ci fosse una specie di campo di forza. Non c'è modo di fermarli"

Lucifer era balzato giù dal trono, aveva raccolto a sè alcuni dei suoi più fedeli Seguaci e consiglieri, e si era incamminato con gran celerità.

"Dannazione, se il loro legame è già così potente, potrei avere meno tempo di quello che penso"

Giungendo nei pressi della cella, non si stupì di trovarla aperta; un capannello di Seguaci vi stava già riunito attorno, mossi perlopiù dalla curiosità. Non appena videro il loro signore, tuttavia, gli lasciarono il passo con fare estremamente reverenziale. Lucifer scese i gradini della cella in fretta e furia, e contemplò con irritazione crescente il campo di forza che schermava l'incontro celeste tra Gabriel ed Elizabeth. Emise un ruggito di irritazione, e strinse i pugni fino a ferirsi la pelle.

"Figli di puttana, me la vogliono fare da sotto il naso, eh?"

Portò una mano a toccare la parete celeste, che emise immediatamente delle scosse particolarmente pungenti che lo costrinsero ad allontanarsi. Al colmo della rabbia, Lucifer colpì il campo celeste con un pugno, incurante del dolore. Il generale Azrael gli si avvicinò con fare preoccupato e teso:

-Mio signore, vi prego, finirete solo col farvi del male. Purtroppo sappiamo che non possiamo farci niente.

Lucifer gli lanciò un'occhiata di ghiaccio.

-Cazzate, Azrael. Sai che in quanto Re del Male, io posso.

-Certo, ma non penso che sarebbe una buona mossa per voi. Vi farebbe perdere parecchie energie, e il nostro piano...

-Che si fotta, il piano! Se la ragazza riuscisse a portarsi via Gabriel, saremmo un passo più vicino alla profezia. E tu sai cosa dice la profezia, vero, generale?

Azrael sospirò. Abbassò lo sguardo.

-Sì, mio signore.

-Bene-, si sgranchì le dita -Non mi resta che concentrarmi, allora. Non mi chiamano "il Signore degli Inganni" per niente, dopotutto. Fa' allontanare tutti. Mi serve silenzio.

Azrael gli rivolse un cenno del capo.

-Come ordinate, mio sire. State attento.

Mentre il Seguace tornava sui suoi passi, Lucifer tentò di rilassarsi. Si preparò mentalmente al dolore che avrebbe dovuto sopportare, e si concentrò sull'odio che provava nei confronti di Gabriel e dei suoi fratelli.
Dopo qualche istante, un sorriso maligno illuminò il suo volto.
Sapeva cosa fare.

"Vediamo come te la cavi con questo, Gabriel"

E, con un grido, portò le mani sulla parete celeste.

***

-Le senti anche tu queste grida?-, chiese Elizabeth, corrucciando le sopracciglia.

Gabriel annuì con fare amaro, contraendo leggermente i muscoli.

-Purtroppo sì. Devono essere i Seguaci di Lucifer. Ma non preoccuparti, finchè la connessione regge, non possono farci niente.

-Bene. Non ci tengo ad incontrarli.

-Ah, non lo augurerei neanche al mio peggior nemico. Sanno essere piuttosto violenti.

Elizabeth rabbrividì. La sensazione fu quella d'essere distante qualche metro da un recinto di cani rabbiosi. Gabriel lo notò, e si diede dello stupido per aver contribuito alla sua preoccupazione, seppur in minima parte.

The Heavenly Connection: Volume 1 - La Connessione CelesteWhere stories live. Discover now