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Eijiro era stato sbattuto in una cella con violenza. Le guardie avevano solo molta voglia si dicertirsi a maltrattare i perigionieri a qunato pare.
Teneva una mano stretta al fianco e gli occhi serrati per il dolore.
Quando le guardie chiusero a chiave la cella e potè sentire i loro passi e le loro risatine farsi più distanti, riaprì gli occhi quel tanto che bastava per vedere dove si trovava.
La cella sembrava grande e vuota e, dove era posizionato lui, non arrivava nemmeno la luce dell a debole fiaccola che illuminava il corridoio. Fece qualche ghattone per arrivare ad appoggiarsi con la schiena al muro.

<Signore, state bene?> chiese una voce quasi famigliare.

Kirishima alzò di colpo lo sguardo che aveva abbassato verso la ferita e cercò con gli occhi l'origine di quella voce; solo quando anche ľaltra persona si avvicinò alla porta della cella in fronte alla sua, potè vederlo.

<Siete il principe di cui mi parlava Katzuki, ho torto?> disse con stupore iniziando a gattonare verso la porta della cella. <Allora quella strega non stava mentendo. Voi state bene>.

<Si, ma dobbiamo trovare il modo di fuggire da qua!> rispose in fretta il ragazzo che stringeva sempre più forte i tubi di metallo che componevano la cella.

<Siete un principe, perchè non richiedete un trattamento migliore?> chiese stranito il rosso sedendosi ai piedi della porta della cella.

<Sono stato io a chiedere di essere portato dove tenevano i comuni prigionieri, volevo incontrare Izuku. Quando sono arrivato nella sua umile dimora, era già vuota, ma per terra vi ho travato dei segni di zoccoli e li ho seguiti fino a giungere qua>.

<Lo avete poi trovato?>

<Si, di trovava in quella cella in fondo al corridoio. Stava bene e vi era anche sua madre> disse accennando un sorriso come se la cosa lo rassicurasse ma che si raddubbiò subito <Ma lo hanno portato via non molto tempo fa e non so dove. Ho bisogno di andare da lui>.

<Cazzo!> sussurrò Kirishima abbassando il capo e premendo più forte il fianco sinistro <Se solo fossi riuscito a trasformarmi... se solo riuscissi a trasformarmi!> rialzò con uno scatto la testa che gli diede per qualche istnte le vertigini <Non temete, riusciremo a scappare! Glie lo dobbiamo ai nostri amati, no?> disse allungando un pugno fuori dalla cella.

<Cos'è?> chiese osservandolo.

<Niente di che, lo facevamo durante la guerra a fine giornata, quando non riuscivamo ad avere della birra da bere>.

Il principe si abbassò e continuò a guardre il pugno stretto.

<Fallo anche tu> disse agitando di poco la mano.

Il ragazzo a sua volta strinse il pugno e lo tirò fuori dalle sbarre. <Che dovrei fare adesso?>.

Kirishima battè contro il suo pugno a stento, poichè lo stretto corridioio che li divideva era comunque troppo distante. <dai, batti anche tu> lo invitò insieme al suo solito sorriso nonostante la situazione.

Todoroki continuava a non capire, ma finalmente riuscirono a battere il pugno.

<È come un patto di alleanza. Ora siamo alleati> annunciò con fierezza, il rosso.

Il ragazzo continuò a non capire e riportò il pugno stretto dentro la cella per osservarlo <Che strnani che siete voi plebei> le parole gli sfuggirono di bocca e prese subito a scusarsi mentre il rosso era scoppiato in una leggera risata, contenuta a causa del dolore.

<Okay, cosa dobbiamo far...> Il razzo mezzo rosso e mezzo bianco non ebbe il tepo di finire la frase che la paorta d'ingresso del corridoio iniziò ad aprisri.

Kirishima fece segno al ragazzo di andare più in dietro ed anche lui si trascinò verso il lato meno illuminato.

Nonappena la porta fu aperta, un grande rumore di passi pesanti invase l'intero corridoio.
Ľuomo si fermaromò davanti alla sua cella e quando i loro occhi si incrociarono, sorrise aprendo la cella.
Non era un generale, ma di certo non era una guardia comune, visto come lo trattavano dignitosamente i colleghi.

<È ora di prepararti. Non vedo ľora di ciò che ti attende>.

Eijiro iniziò a sudare freddo, aveva il cuore a mille, ma sostenne lo sguardo senza lasciar trasparire alcuna paura.
Venne scortato fuori con la stassa violenza con cui era stato portato dentro.

<Sai, credo dovresti sentirti onorato. Sei stato il prigioniero che ha passato meno tempo, tra chiunque ci fosse mia stato prima di te, in cella>.

<Cosa volete fare?> chiese in tono arrabbiato il ragazzo.

<Per il momento nulla. Ma la regina vuole concedervi un trattamento speciale> disse con un ghigno sulla faccia.

Kirishima venne condotto in una sala illuminata con delle candele. Vi era un bel calduccio ed anche una vasca riempita di acqua fumante.

<Goditelo pure, potrebbe essere una tra le ultime sensazioni che proverai. Non so se mi intendo> disse congedando le guardie con un gesto della mano.

Il rosso serrò la mascella e distolse lo sguardo da quello della guardia.

<Per mia sfortuna, non posso abbandonare la stanza. Ma prego, potete anche iniziare ad immergervi> lo invitò indicando la vasca <Ho l'ordine di uccidervi alľistante se fate una mossa falsa> lo avvisò mostrando ľelsa della spada mentre il ragazzo svolgeva quei pochi passi per arrivare alľacqua.

Eijiro iniziò a spogliarsi e quando si immerse non potè evitare la smorfia di dolore causata dalla ferita che bruciava; ma l'acqua calda lo aiutava davvero a rilassarsi e scioglierli i muscoli.
<Per favore, dimmi dov'è Katsuki> chiese provando ad incrociare lo sguardo della guardia che sembrava non essere altrettanto interessata.

<Questo non posso dirtelo, ma anche lui si sta preparando come te>

<ho...>. Fu ľunica cosa che riuscì a dire il rosso. Ľansia e la paura stavano per prendere il sopravvento mentre le lacrime si erano già impossessate dei suoi occhi

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