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<...Voglio essere presente al suo risveglio, successivamente lo accompagnerò io stesso da vostra maestà> disse la voce ovattata.

Katsuki aveva appena ripreso conoscenza ma ancora non riusciva a muoversi. Quella superficie morbida sulla quale si trovava, lo aveva rapito interamente.

Sentì il cigolio di una porta che veniva aperta e, subito dopo ľavanzare di pesanti passi, richiusa.

La figura la sentiva sempre più vicina, fino a fermarsi ai bordi del letto.
Si costrinse ad aprire gli occhi che dovettero sfarfallare qualche istante prima che la vista gli mettesse a fuoco.

La prima cosa che notò fu il letto. Le morbide lenzuola rosse che lo riscaldavano ed il soffice cuscino sul quale poggiava la testa.

<Siete sveglio quindi>

Bakugo voltò lentamente la testa e, quando i loro occhi si incrociarono, gli tornò tutto alla mente e non potè fare a meno che ringhiare contro ľuomo che gli era davanti. <Tenya> disse a denti stretti.
Provò ad alzarsi, ma subito si accorse di avere il polsi incatenati al letto.

<Sapete, sarebbe davvero di mio gradimento se mi spiegaste quale vile persona vi ha insegnato a fuggire, certamente non io. Vi ho sempre inaegnato ľonore> disse in tono calmo ma provocatorio.

<Non si trattava di onore in questo caso, si tratta della mia vita!> disse con sguardo feroce.

<Siete stato cresciuto ed istruito da me per diventare un sovrano, ma non avete disonorato solo me e i vostri genitori compiendo questa futile fuga, bensì il popolo intero e adesso il vostro amico si prenderà delle colpe che non ha. Siete contento?>

Bakugo sbiancò di colpo e si immobilizò per qualche secondo, incapace di fare nulla <Eijiro> sussurrò a se stesso. Si arrotolò le catene alle mani ed iniziò a tirare con tutta la sua forza incrementata dalľimprovvisa scarica di adrenalina, nella speranza di spezzarle. <Devo andare da lui! Liberami!> urlò a peerdi fiato a causa dello sforzo che stava facendo.

Il generale si limitò a ridere <Vostra madre vuole incontrarvi> disse fermandogli i polsi e staccandogli le catene per poi ammanettarlo con ferri più stretti che non gli permettevano il movimento delle mani.

Quando fu condotto dalla regina fu stato cosretto a mettersi in ginocchio e vennero poi lasciati soli. Nemmeno il padre osava assistere a ciò di cui avrebbero dovuto parlare.

<La donna che ti ha generato e che in questo momento staziona davanti ai tuoi occhi, pretende un saluto degno> la donna faceva passi stretti e rumorosi mentre avanzava verso il figlio, grazie ai tacchi che sbattevano sul parquet.

<Salve, madre> pronunciò a denti stretti.

<sai, la streghetta mi ha parlato di te e quel tuo... strano amichetto mezzo drago. È stata portata al mio cospetto giusto ieri sera. Non ti preoccupare, ľho poi incarcerata insieme agli altri>.

<Dov'è Eijiro!?> chiese con voce sempre più rabbiosa.

La donna si fermò a poca distanza da lui e si chinò per arrivare faccia a faccia con lui <Sei un disonore per questa famiglia e per questo regno>. Lo squadrò da capo a piedi osservando ogni singola cicatrice.

Katsuki di tutta risposta gli sputò in faccia. La donna si allontanò da lui con uno scatto nonappena la sua saliva gli toccò alla guancia. Si pulì con un una manica del vestito in un gesto calmo e regale per poi tornare ad osservare il figlio a distanza di sicurezza. <So cosa hai fatto con quelľorribile creatura mezza umana> lo accusò.

Sentir pronunciare quelle parole fece innervosire ancora di più il biondo che continuava però a mantenersi seduto sui talloni con le mani incatenate dietro la schiena e zitto.

<Che il signore riesca ad avere pietà per te. Ti chiuderò in monastero per due anni a partire da domani e provvederò a programmarti un matrimonio con qualche principessa>

"Io voglio solo lui" pensò Bakugo a denti stretti.

Dopo aver osservato ancora una volta il figlio con siperiorità, chiamò nella stanza i servi che arrivarono in fretta.
<Preparateli un bagno caldo, fasciateli quelle orrende ferite prive di alcun onore e fatelo vestire bene. Voglio che per tutto il tempo sia sorvegliato dal generale Iida>.

La servitù, che si era già messa agli ordini, lo aiutò ad alzarsi. <cosa intendete fare?>

La donna si portò una mano al petto <Tesoro, lo faccio per te. Verrà giustiziato e così non dovrai mai più pensare a lui>.

<Non oserai!> si liberò dalla presa dei servi e raggiunse la madre a grandi passi <NON TE LO PERMETTERÒ MAI!> urlò sputando tutta la saliva che aveva a causa della sua rabbia. Fu quasi al punto di saltarle addosso, ma i servi riuscirono a bloccarlo.

<Abbiamo finito! Riportatelo in camera sua!> li congedò la donna voltandosi per avviarsi verso la seconda uscita della grande sala.

<Non osare toccarlo con un dito o ti ammazzo! Hai capito!?> ringhiò mentre lo trascinavano via dalla stanza.

"Che faccio ora?"

SE CI SEI TU Where stories live. Discover now