No drama, no party (II)

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Mi si blocca il respiro in gola. Biagio ha davvero capito che nel binomio c'è aria di tempesta? Senza accorgermene, mi volto verso lo schienale del divano e vedo Marco in cucina, alle prese con Yuri e con l'amplificatore.

Impara a essere felice senza Marco. Come potrei farcela io, che senza di lui immagino a stento di avere una vita?

«Lui non merita te.»

Mi ritrovo persa nei suoi grandi occhi color nocciola e in una carica di autostima terribile. Sono migliore di Marco? Ripercorro in un battito di ciglia tutta la storia del binomio, tappa per tappa, e annuisco. Non sono migliore, ma non l'ho mai dato per scontato.

«Vuoi dirmi che non devo accontentarmi di essere una seconda scelta? Un ripiego, se le cose andassero male con Celeste? Una sorta di tappabuchi, quando lui non avrà altro da fare? Essere sempre lì, a sua disposizione? È questo che vuoi dirmi?»

Ho parlato a fiume, senza respirare.

«Io non sono uno strumento» dico ad alta voce, con determinazione. «Lui non può usarmi quando vuole, per divertirsi e poi decidere che vuole diventare un bravo ragazzo, fuori dal nulla. Che cavolo!»

Le guance bruciano di un'ira che avevo represso e che ora sto sfogando davanti a Biagio. Mi alzo di scatto dal divano perché ora è chiaro. Marco ha scelto Celeste, si è svincolato dal binomio e adesso spetta a me crescere.

Ringrazio Biagio con un cenno del capo e marcio a grandi passi verso la cucina, colpendo con i talloni scalzi le frange di un tappeto a disegni arabi. Quando arrivo dai due chitarristi, nonché addetti alla musica, Yuri mi rifila in mano un paio di cuffie da appoggiare sul tavolo, e Marco è tornato il buon vecchio Marco.

«Nanà? Stai bene? Ti vedo un po' strana. Forse dovresti sederti.»

A tutta velocità prende una sedia e mi costringe a usarla. Questa volta però non mi farò raggirare dal tono dolce e carino. Appoggio le cuffie sulle cosce, invece che sul tavolo, e lo studio.

Lo guardo mentre mi allunga un bicchiere d'acqua. Mi vuole bene, davvero, è solo rimasto intrappolato in un'amicizia che ci sta stretta, ha scelto la strada della novità.

Bevo un sorso d'acqua.

«Non abbiamo preso i palloncini» esclamo.

Yuri rinuncia a sgrovigliare l'ultimo cavo dell'amplificatore. Mi prende per matta e fugge lontano. Marco invece scoppia a ridere:

«È per questo che sei così agitata, Nanà? Non fa niente, se non ci sono i palloncini!»

«I palloncini devono esserci!» sbotto. «Per i miei diciotto anni c'erano. E anche gli striscioni. Ti ricordi? Biagio li aveva tenuti nascosti nel suo armadio, perché temeva che nel tuo li avrei trovati!»

Marco si stringe la testa nelle spalle, facendomi capire che c'è poco da fare. È vero, i palloncini sarebbero stati belli da avere, ma eravamo così presi a scegliere il regalo che ce ne siamo scordati. Si siede accanto a me e prova a farmi ragionare.

«Biagio non bada a queste sciocchezze» dice. «E comunque non possiamo andarcene ora in cerca di palloncini, non credi? A breve arriveranno Anatolia e il resto della classe.»

Sarebbe antipatico sparire sul più bello. Biagio ci resterebbe malissimo, nel vedermi fuggire con Marco. Soprattutto dopo il discorso di qualche minuto prima. In quel momento, i signori Iachemet e Anna ci raggiungono.

«Noi andiamo, ragazzi» ci dicono. «Se avete bisogno, siamo nel baretto dietro casa.»

Se ne vanno, ma la loro assenza viene sostituita da un nuovo arrivo: l'illuminazione. Niente genitori. Niente necessità di essere educati e per bene.

Binomio - 1Where stories live. Discover now