CAPITOLO OTTO - wonder

Start from the beginning
                                    

La mia mano continuava ad accarezzare il suo corpo e nonostante stesse dormendo, ogni carezza la faceva rabbrividire. Mi dimostrava amore anche quando non era cosciente di farlo, era tutto il mio cuore. Strinsi la sua mano con forza, la attirai a me e le stampai un bacio sulle labbra, sperando non si svegliasse, anche se avrei immensamente voluto che ricambiasse il bacio. Avrei voluto vivere in quegli attimi per sempre, avrei voluto che al mondo esistessimo soltanto io e lei, volevo che si sentisse una regina e volevo essere il suo re, per sempre, ma non vivevamo nelle favole e le nostre vite, in realtà, facevano schifo. Rimasi fermo in quella posizione per infiniti istanti, con la mano che accarezzava il suo viso, la fronte appoggiata alla sua e il mio naso che la sfiorava mentre la riempivo di baci, nella speranza che il suo incubo si trasformasse in un sogno.

Era notte fonda, quando diedi un'occhiata all'ora, la sveglia segnava le tre del mattino e il mio cuore che batteva all'impazzata mi tormentava, facendomi chiaramente intendere che palpitando in quel modo, non sarei riuscito a dormire. Dopo aver dato un'altra serie infinita di baci a Victoria, mi tirai su a sedere e mi sfregai il viso con disperazione, pensando al da farsi e come poter tornare a dormire. Avrei potuto farmi uno spinello e rilassarmi con il profumo dell'erba, ma se Vic avesse scoperto che avevo fumato senza di lei mi avrebbe ucciso, così valutai altre opzioni e alla fine decisi di rivestirmi e scendere in cucina a farmi un tè. Eravamo talmente presi da quello che stava accadendo che ci eravamo addormentati così, vestiti di niente, lasciando gli abiti sul pavimento e vestendoci soltanto del nostro amore, con i nostri corpi, pelle contro pelle.
Prima di scendere al piano di sotto mi piegai nuovamente a baciarle la testa, non riuscivo a farne proprio a meno, e sorrisi guardandola stringersi in se stessa e farsi piccola piccola mente si abbracciava. - Ti amo con tutta la mia anima, spero che tu lo sappia. -

Mi alzai definitivamente dal letto e feci per uscire dalla porta, ma prima che potessi chiuderla per far sì che nessuno la svegliasse la sua voce mi fece voltare. - Sì, lo so bene. - Mi voltai di scatto e la osservai sbattere le palpebre guardandosi attorno confusa. Con un braccio teneva su il lenzuolo per coprirsi il seno, ma la luce della luna illuminava la sua pelle bianca come il latte ed i suoi occhi stanchi. La sua aria distratta, da appena sveglia, mi inteneriva. - Io ti amo in un modo in cui non credevo fosse possibile amare una persona. Non pensavo che il mio cuore fosse in grado di amare, che potesse farlo. - Stava parlando. Sbattei le palpebre confuso e rientrai in camera, guardandola probabilmente come se fosse un'aliena. - Perché mi guardi così? - Ridacchiò alzandosi in piedi e trascinando con se il lenzuolo.

Sembrava una sposa guardandola così: il lenzuolo copriva giusto lo stretto necessario, lo teneva su con le braccia mentre il resto strisciava dietro di lei lasciando le sue gambe slanciate libere e rendendola sensuale in un modo fuori di testa. - No nulla - Replicai avvicinandomi. - È solo che... - Piegai la testa di lato e le scostai una ciocca di capelli dietro l'orecchio. - Sentirti parlare mi ha fatto perdere un battito, non sento la tua voce da quel giorno, al parco. -

- Hai preso una botta in testa? - Domandò ridendo. - Non senti la mia voce da ieri sera, prima che... - Si guardò e scoccò un'occhiata alla stanza. - Sì dai insomma, hai capito. -
Mi grattai la testa confuso, parecchio confuso. - Torna a letto... - Mi disse tirandomi per la t shirt. - Dove stavi andando? -

Mi voltai a guardare il corridoio indicandolo e poi tornare a guardare lei negli occhi, sempre più confuso. - Stavo scendendo a farmi un tè, non riesco a dormire. Ne vuoi uno anche tu? - Le chiesi con gli occhi stretti ad una fessura.

- No - Rispose arricciando il naso e facendo un altro passo verso di me. - Voglio solo che torni a letto, con me, adesso. -

Più la guardavo più pensavo al fatto che ci fosse qualcosa che non andava, non mi sembrava lei, non aveva mai fatto così e soprattutto non parlava da tempo. - Arrivo amore, vado a farmi un tè, ci metto due minuti. -

UNCONDITIONALLYWhere stories live. Discover now