CAPITOLO VENTISEI - angels and demons

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Ricordo a tutti che, se lo voleste, potete contattarmi in privato per entrare nel gruppo WhatsApp 🌸
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abbiamo anche una pagina tik tok, nel caso foste interessati e aveste l'app il nick è lo stesso del mio nome wattpad: wendygoesaway.

Buona lettura! 💘

spazio autrice:
🚨🚨🚨 !!! TRIGGER WARNING !!!🚨🚨🚨
sono state descritte scene molto forti, leggete con calma e fermatevi, nel caso aveste bisogno.

-> mi scuso tantissimo per il ritardo, lo so che ci sto mettendo tantissimo con questi ultimi capitoli, ma ho avuto un intoppo non indifferente mentre scrivevo e ho dovuto praticamente ricominciare.
spero possiate capire.

a presto <3
ila
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CAPITOLO VENTISEI – angels and demons

That was four months ago, that we were right here and I met you, that's not possible. Like you just got my initials tattoo'd on you and I got your nickname tattoo'd on me.
She loves a boy so much, she wants him to steal her breath.

Victoria

La luce del sole mi spinse ad aprire gli occhi e sfregare le palpebre con le mani dopo essermi stiracchiata e aver sbadigliato. Continuavo a pensare che volevo rimanere al buio per il resto dei miei giorni, soprattutto da quando una delle ragioni per cui mi svegliavo ed aprivo gli occhi al mattino, se n'era andata.

Erano passate tre settimane dal funerale e, nonostante avremmo dovuto iniziare a riprendere in mano le nostre vite un po' tutti quanti, nessuno di noi lo stava facendo. Il tempo sembrava essersi fermato, senza di lei. Quanta vita c'era in lei, quanta vita portava con sé e regalava a noi con ogni sorriso. Sentii gli occhi pizzicare al ricordo di noi due sulla spiaggia, l'estate appena passata, a rincorrere le stelle e ad afferrare la libertà, la felicità immensa che trovavamo l'una nell'altra. Sorrisi al pensiero dei bagni a mezzanotte, urlando al cielo come se fosse di nostra proprietà. Certe notti ci sentivamo le padrone del mondo, di un posto che di giorno non potevamo trovare, ma che di notte era sempre pronto ad accoglierci e regalarci emozioni che mai in vita mia avrei dimenticato. La nostra vita era racchiusa in quelle notti, che sembravano le uniche ad avere capito chi eravamo realmente. Non riuscivo a smettere di ridere, quando eravamo insieme, vivevamo l'una per l'altra, nonostante la distanza degli ultimi mesi il nostro rapporto non era mai cambiato. Certe volte avevo qualche ferita, che lei disinfettava con l'accenno di un sorriso, oppure semplicemente posando la testa sulla mia spalla e restando in silenzio, ad ascoltare il battito del mio cuore, o il rumore delle onde del mare che si infrangeva alla riva, o ad aspettare l'alba sdraiate sulla sabbia, abbracciate e in silenzio. Tra di noi non erano mai state necessarie le parole.
Che ne sarebbe stato di me, senza di lei? Non lo sapevo più.
Persino il sole sembrava non voler sorgere più, nonostante fosse costretto a farlo, tanto che in quel momento i suoi raggi mi scaldavano la pelle debolmente regalandomi quella tiepida sensazione di calore nonostante fosse quasi inverno. La differenza principale fra me e il sole era che, sostanzialmente, lui era costretto a sorgere, io potevo evitare di farlo se non mi andava, proprio come in quel momento. Desideravo tanto non aprire più gli occhi, dormire per sempre e spegnermi per raggiungere lei sulle stelle.

Mi rigirai fra le coperte mugugnando e portandole fin sotto al naso, ricordandomi solo in quel momento che mi trovavo dai Woods. Allungai il braccio accarezzando il materasso notando che l'altra metà del letto era vuota e, strizzando gli occhi e schiudendo poi le palpebre, mi resi conto che effettivamente Benjamin non c'era. Il cuscino profumava ancora di chiodi di garofano e ammorbidente, proprio come profumava lui, e il solco nella parte del letto in cui aveva dormito era ancora caldo, per cui dedussi che si fosse svegliato da poco.

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