CAPITOLO CINQUE - wake up

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Buona lettura! 💘

CAPITOLO CINQUE - wake up

Victoria

our greatest battles are those within our own minds

L'alone di disperazione e turbamento che emanava Benjamin era palpabile anche a un chilometro di distanza. Era inutile: più provavamo a fingere che andasse tutto bene, più provavamo a restare nella nostra bolla per dimenticare il resto del mondo e tutto ciò che succedeva, più i guai e i disastri venivano a cercarci.

Io non capivo quale fosse il problema, credevo fosse felice di rivedere suo fratello, ma dopo averlo visto piangere e averli visti uscire dal locale uno dietro l'altro in religioso silenzio avevo cambiato idea. Erano giorni che mi tartassavo provando a ipotizzare cosa fosse accaduto fra loro due, ma potevo anche fare mille teorie e non azzeccarne nemmeno una, perché fino a che lui non sarebbe stato pronto a parlarmene non avrei scoperto assolutamente nulla. Il fatto di non riuscire a parlare mi turbava parecchio, soprattutto in quei giorni, però a lui sembrava non importare più di tanto, gli bastava la mia vicinanza.

Mi trovavo sdraiata sul letto, con le gambe posate sulla testata e il viso rivolto verso il soffitto. Ben quel giorno sarebbe rientrato al college con Sam, Arthur e Carter, ma non me. Era inutile perché non ce la facevo emotivamente quindi avevo deciso che sarei rimasta a casa per un altro po'. Senza contare che, fino a prova contraria, l'ultima volta che ci ero stata il ragazzo era quasi morto e avevo sparato a mio padre.

Da quel punto di vista, Nicole e Alexander non mi forzavano assolutamente. Nicole pensava addirittura che fosse il caso di ritirarmi e probabilmente aveva ragione, ma volevo aspettare un attimo prima di prendere una decisione troppo affrettata, magari il dottor Dustin mi avrebbe aiutata a tornare come prima e sarei potuta rientrare e seguire le lezioni.

Mi sentivo un po' in carcere, a dire la verità. Con questa cosa che non parlavo mi trattavano tutti come se fossi una malata mentale, anche se mi ci sentivo a tutti gli effetti una malata,  come se qualunque cosa dicessero sarei rimasta ferita. Il fatto non era quello, mi sentivo molto fragile io stessa, però non fino al punto in cui le persone che mi amavano dovessero filtrare le parole prima di dirle. Era una cosa che m'infastidiva, a dire la verità, volevo soltanto essere trattata come sempre, ma a quanto pare non mi era possibile.

Nicole tentava di parlare con me da tempo, Alexander aveva smesso di provarci perché sapeva che non poteva ottenere risposta, ma lei non si era arresa, e dubitavo volesse farlo. Quella mattina Richie e Sammy erano usciti presto per andare al campus, Alexander era partito per andare a fare lezione e Nicole ed io eravamo le uniche rimaste in casa.

Bussò alla porta all'improvviso e mi voltai ad osservarla mentre entrava e si sedeva sul letto accanto a me. Sospirò e battè le palpebre come se ciò che volesse dirmi non fosse nulla di buono. Mi sollevai mettendomi a sedere ed incrociai le gambe piegando la testa di lato e posando le mani sulla mia fronte, mentre lei mi guardava dritto negli occhi e sospirava in continuazione. - Non ho buone notizie, Victoria. -

Chiusi gli occhi e restai ferma in quel modo finché non finì di parlare, perché non volevo guardarla negli occhi. - Ho sentito il rettore del campus. - Spiegò arricciando il naso. - Mi ha chiamato perché Benjamin è rientrato e voleva sapere se avessi intenzione di tornare anche tu. Gli ho spiegato, non nel dettaglio, la situazione e gli ho detto che momentaneamente saresti rimasta casa e lui... Sì insomma ha detto che molti genitori sono contrari al tuo rientro al college per cui si sente in dovere, anche se gli dispiace, di espellerti. -

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